Tebaldi passa agli Ospreys
Inviato: 2 mar 2013, 10:51
magari era stato già postato e mi è sfuggito...
http://www.ospreysrugby.com/news/6121.php#.UTHLB1cvnfU
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concordo e mi accodo a chi dice che forse finalmente potrà crescere.calep61 ha scritto:e se più semplicemente a volte in Italia ci fossero situazione di incapacità a gestire certi giocatori, anche e proprio quelli che avrebbero più talento, magari meno ortodossi rispetto a schemi più tradizionali, quelli più estrosi e caraterizzati da comportamenti di gioco meno etichettabili e, per questo, destinati ad essere continuamente richiamati all'ordine e spinti a comportamenti di gioco che non gli si addicono naturalmente e che li portano a dover giocare in modo innaturale, per loro, ingessati e meno liberi di esprimersi con, magari, quella genialità (ognuno di noi lo è a suo modo), una più istintiva creatività che gli permetterebbe di raggiungere con continuità quei livelli di qualità ed eccellenza alla loro portata, ma troppo spesso inibita, ingabbiata, soffocata da tattiche e strategie involutive. La storia più o meno recente del rugby italiano è ricca di nomi più o meno eccellenti che per motivi mai chiariti, non ha saputo confermarsi con continuità ad alti livelli, nei club come in nazionale. Per fare alcuni nomi ancora noti, oltre a Tebaldi, come non ricordare un Marcato, spesso dimenticato per lunghi periodi in panchina o un Bocchino, di recente spinto a dedicarsi al dilettantismo. Poi, c'è la lunga fila di giocatori che in Italia erano considerati normali e, all'estero, sono cresciuti e maturati, fiorendo come nessuno in Italia pensava potesse accadere, uno su tutti, un giovanissimo Parisse trasferitosi in Francia dove trovò quella fiducia che in Italia faticava a conquistare. C'è forse un problema di tecnici e/o d'ambiente che non sanno riconoscere i veri talenti che, invece, sono più chiaramente capiti all'estero dove, evidentemente, una più solida tradizione ha trasferito anche maggiori capacità nel coaching e nel scouting?
Riveduto e tradotto per le persone meno pazienti, potrebbe suonare così:calep61 ha scritto:e se più semplicemente a volte in Italia ci fossero situazione di incapacità a gestire certi giocatori, anche e proprio quelli che avrebbero più talento, magari meno ortodossi rispetto a schemi più tradizionali, quelli più estrosi e caraterizzati da comportamenti di gioco meno etichettabili e, per questo, destinati ad essere continuamente richiamati all'ordine e spinti a comportamenti di gioco che non gli si addicono naturalmente e che li portano a dover giocare in modo innaturale, per loro, ingessati e meno liberi di esprimersi con, magari, quella genialità (ognuno di noi lo è a suo modo), una più istintiva creatività che gli permetterebbe di raggiungere con continuità quei livelli di qualità ed eccellenza alla loro portata, ma troppo spesso inibita, ingabbiata, soffocata da tattiche e strategie involutive. La storia più o meno recente del rugby italiano è ricca di nomi più o meno eccellenti che per motivi mai chiariti, non ha saputo confermarsi con continuità ad alti livelli, nei club come in nazionale. Per fare alcuni nomi ancora noti, oltre a Tebaldi, come non ricordare un Marcato, spesso dimenticato per lunghi periodi in panchina o un Bocchino, di recente spinto a dedicarsi al dilettantismo. Poi, c'è la lunga fila di giocatori che in Italia erano considerati normali e, all'estero, sono cresciuti e maturati, fiorendo come nessuno in Italia pensava potesse accadere, uno su tutti, un giovanissimo Parisse trasferitosi in Francia dove trovò quella fiducia che in Italia faticava a conquistare. C'è forse un problema di tecnici e/o d'ambiente che non sanno riconoscere i veri talenti che, invece, sono più chiaramente capiti all'estero dove, evidentemente, una più solida tradizione ha trasferito anche maggiori capacità nel coaching e nel scouting?
non c'è che dire, delle mie 12 righe ne hai fatto una sintesi di 8 (-4), aggiungendone altre 4 delle tue (+4), per una risultato di pareggio, ergo, 2 punti a testa, ma io ho conquistato un punto in più per bonus maggiori righe scritte, quindi 3 a 2. Inter nos, se non hai molto tempo o pazienza per leggere, evita di perdere tempo e pazienza a fare il correttore di bozze, anche perchè io non ne ho bisogno e, comunque, non intendo pagare collaborazioni in tal senso (sai, la crisi economica si fa sentire anche dalle mie parti). Parisse, se non ricordo male, non erano molto capito a livello di club, in Italia, ma magari sono passati un po' troppi anni.mariemonti ha scritto:Riveduto e tradotto per le persone meno pazienti, potrebbe suonare così:calep61 ha scritto:e se più semplicemente a volte in Italia ci fossero situazione di incapacità a gestire certi giocatori, anche e proprio quelli che avrebbero più talento, magari meno ortodossi rispetto a schemi più tradizionali, quelli più estrosi e caraterizzati da comportamenti di gioco meno etichettabili e, per questo, destinati ad essere continuamente richiamati all'ordine e spinti a comportamenti di gioco che non gli si addicono naturalmente e che li portano a dover giocare in modo innaturale, per loro, ingessati e meno liberi di esprimersi con, magari, quella genialità (ognuno di noi lo è a suo modo), una più istintiva creatività che gli permetterebbe di raggiungere con continuità quei livelli di qualità ed eccellenza alla loro portata, ma troppo spesso inibita, ingabbiata, soffocata da tattiche e strategie involutive. La storia più o meno recente del rugby italiano è ricca di nomi più o meno eccellenti che per motivi mai chiariti, non ha saputo confermarsi con continuità ad alti livelli, nei club come in nazionale. Per fare alcuni nomi ancora noti, oltre a Tebaldi, come non ricordare un Marcato, spesso dimenticato per lunghi periodi in panchina o un Bocchino, di recente spinto a dedicarsi al dilettantismo. Poi, c'è la lunga fila di giocatori che in Italia erano considerati normali e, all'estero, sono cresciuti e maturati, fiorendo come nessuno in Italia pensava potesse accadere, uno su tutti, un giovanissimo Parisse trasferitosi in Francia dove trovò quella fiducia che in Italia faticava a conquistare. C'è forse un problema di tecnici e/o d'ambiente che non sanno riconoscere i veri talenti che, invece, sono più chiaramente capiti all'estero dove, evidentemente, una più solida tradizione ha trasferito anche maggiori capacità nel coaching e nel scouting?
e se più semplicemente in Italia ci fossero situazioni di incapacità a gestire certi giocatori, proprio quelli che avrebbero più talento, magari meno ortodossi, e, per questo, destinati ad essere spinti a comportamenti di gioco che non gli si addicono e che li portano a sentirsi meno liberi di esprimersi con quella genialità che gli permetterebbe di raggiungere quei livelli di eccellenza alla loro portata. La storia del rugby italiano è ricca di nomi che per motivi mai chiariti, non hanno saputo confermarsi ad alti livelli. Per fare alcuni nomi ancora noti, oltre a Tebaldi, come non ricordare Marcato, dimenticato per lunghi periodi in panchina o Bocchino, spinto a dedicarsi al dilettantismo. Poi, c'è la lunga fila di giocatori che in Italia erano considerati normali e, all'estero, sono maturati, uno su tutti, un giovanissimo Parisse trasferitosi in Francia dove trovò quella fiducia che in Italia faticava a conquistare. C'è forse un problema di tecnici e/o d'ambiente che non sanno riconoscere i veri talenti che, invece, sono capiti all'estero dove una più solida tradizione ha trasferito anche maggiori capacità nel coaching e nel scouting?
La storia di Parisse, comunque, mi sembra un po' diversa. Se a 18 anni ha esordito in nazionale contro gli All Blacks, non mi sembra che avesse bisogno di "trovare fiducia" all'estero. Semmai doveva trovare un ingaggio ma anche obiettivi sportivi che in Italia nessuno gli poteva dare.
figurati se ti diverte tanto continua pure, non devi certo chiedere il mio permesso. io scrivo di getto e non ho tempo ne pazienza di fare opera di pulizia redazionale, non sto mica scrivendo in una testata giornalisitca. ofro spunti di riflessione, chi li ritiene interessanti li legge, chi no tira avantimariemonti ha scritto:Va bene, Calep61, se te la prendi, smetto.