JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"
Inviato: 2 dic 2013, 12:19
qualcosa di rugby...
https://forum.rugby.it/
Se anche lontanamente il tuo discorso poteva avere un senso, dopo sta frase...SELLAGISQUAMBERABLANCO ha scritto: Le partite stanno diventando inguardabili, il doping e la droga stanno dilagando, il bel gioco non esiste più, la fantasia e la tecnica latitano.
L'unica cosa che mi preoccupa, da un punto di vista prevenzionistico, al massimo è la qualità di vita dei giocatori quando questi smetteranno col professionismo, le varie botte verranno a galla....madflyhalf ha scritto:Se anche lontanamente il tuo discorso poteva avere un senso, dopo sta frase...SELLAGISQUAMBERABLANCO ha scritto: Le partite stanno diventando inguardabili, il doping e la droga stanno dilagando, il bel gioco non esiste più, la fantasia e la tecnica latitano.
La risposta è NO!
[youtube]https://www.youtube.com/v/cfay60EfI84[/youtube]
Solo l'ultimo di tanti, tanti esempi
Mr Ian ha scritto:L'unica cosa che mi preoccupa, da un punto di vista prevenzionistico, al massimo è la qualità di vita dei giocatori quando questi smetteranno col professionismo, le varie botte verranno a galla....madflyhalf ha scritto:Se anche lontanamente il tuo discorso poteva avere un senso, dopo sta frase...SELLAGISQUAMBERABLANCO ha scritto: Le partite stanno diventando inguardabili, il doping e la droga stanno dilagando, il bel gioco non esiste più, la fantasia e la tecnica latitano.
La risposta è NO!
[youtube]https://www.youtube.com/v/cfay60EfI84[/youtube]
Solo l'ultimo di tanti, tanti esempi
Dal punto di vista della tecnica e spettacolo...dico solo che la finta di passsaggio e calcetto di Cooper, per capirlo l ho dovuto rivedere al replay, troppo veloce dal vivo...
Questi cambiamenti sono fisiologici, quello che non avviene in Italia, i giocatori si iniziano a formare a 14 anni, a 18 sono quasi completi, a 30 si ritirano..
Hai centrato il punto Sellaecc., una rondine non fa primavera. Generalmente due squadre di alto livello (anche club e franchigie) quando si incontrano tendono a chiudersi preferendo un più sicuro autoscontro e una difesa bella solida ad un più spettacolare ma anche rischioso gioco aperto, specialmente se la posta in gioco è alta (vedere l'ultima finale di HC); lo stesso AB-Irl, che per questi ultimi valeva più di un Grande Slam, non è stata eccezionale come spettacolarità di gioco, tutt'altro.SELLAGISQUAMBERABLANCO ha scritto:Ok, potevi anche mettere il link di All Blacks vs. Springbocks o quello di qualche altro bel match visto quest'anno (AB/IRL), ma quante partite vengono giocate in una stagione? E fra queste quante sono quelle da ricordare?
Ale_86 ha scritto: È un problema per il rugby professionistico? Possibile. Sicuramente dal punto di vista medico bisogna pensarci su, ed è quello che con risultati alterni stan cercando di fare, partendo dalla mischia chiusa. Ma per la salute degli atleti, non per il divertimento degli spettatori, che è oggettivamente a livelli più alti che mai.
Tutto ciò però conta poco o nulla per il rugby in sè (imho, si intende). A livello amatoriale, cioè serie C, ma anche volendo in serie B, io posso ancora giocare senza problemi. E pure in Danimarca, nonostante 'sti vichinghi si spacchino in palestra come dei dinosauri ingrifati, dalle ruck li schiodo senza grossi patemi. Eviterei catastrofismi.
Semmai secondo me questa tendenza ha un effetto deleterio per il rugby di livello mediocre, cioé la nostra bassa eccellenza, o la nostra serie A (e i corrispettivi internazionali). Perchè per giocarci è comunque necessario avere un fisico da neanderthal, ma se fossi veramente talentuoso giocheresti a livello più alto. Lì si, che le partite rischiano di diventare una noia mortale, nient'altro che uno scontro tra fisici con gesti tecnici praticamente inesistenti.
Sbagliato!Garryowen ha scritto:Il tuo discorso ricorda quella definizione che Munari aveva dato del gioco della Scozia. E' come se un'orchestra suonasse in perfetta armonia e poi a un certo punto qualcuno azionasse una motosega...
A parte che i discorsi che paragonano le diverse epoche rientrano nelle classiche chiacchiere da bar e quindi tutto va bene, ma quando qualcuno aziona la motosega, è giusto puntualizzare.
Se un Gareth Edwards o un Phil Bennet fossero apparsi oggi, emergerebbero tanto come allora, perché si allenerebbero come gli altri e avrebbero la medesima preparazione.
Insomma, credo che dei cervelli rugbistici come quelli di Edwards, John, Bennett, o dei quattro francesi contenuti nel nick di uno degli utenti di questo topic, non nascano tutti i giorni. Non li ho visti giocare all'epoca ma i loro video con certe giocate, decisioni tattiche o linee di corsa mi impressionano allo stesso modo degli highlights odierni. Forse c'era molta più improvvisazione, ma anche tanta conoscenza del gioco, nonostante il suo status dillettantistico. Non dimentichiamo che gli allenatori professionisti di oggi sono i giocatori dilettanti di ieri.madflyhalf ha scritto:Sbagliato!Garryowen ha scritto:Il tuo discorso ricorda quella definizione che Munari aveva dato del gioco della Scozia. E' come se un'orchestra suonasse in perfetta armonia e poi a un certo punto qualcuno azionasse una motosega...
A parte che i discorsi che paragonano le diverse epoche rientrano nelle classiche chiacchiere da bar e quindi tutto va bene, ma quando qualcuno aziona la motosega, è giusto puntualizzare.
Se un Gareth Edwards o un Phil Bennet fossero apparsi oggi, emergerebbero tanto come allora, perché si allenerebbero come gli altri e avrebbero la medesima preparazione.
Emergerebbero meno, se leggi bene e soprattutto se guardi lo stesso rugby che guardo io, ti accorgeresti che è il livello medio tecnico che si è alzato tantissimo, non solo fisico!
Non ho paura di dirlo più e più volte: i fenomeni di allora, oggi sarebbero giocatori normali! Il livello tecnico medio è enormemente più alto.
Come si può non notarlo è un mistero