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mi rendo conto che andava inserito in un altro capitolo di discussione.e so che qualcuno ne ha già discusso in altri posti su it.net ma a questo proposito, cioè le discussioni sorte su it.net, come si fa ad accettare un'opinione da uno che dice di essere iper agnostico e per questo di non credere. un agnostico non sarà mai iper e non sarà mai non credente a priori.

ne consegue che ho pensato di introdurre questo caso, il Trevisan intonacato, tanto per stuzzicare l'attesa alle prossime partitelle dell'Italia. cosa ne dite, un giovine rugbista che dimette i panni del gladiatore per vestire quelli amorevoli e integralisti del prete ciellino. la religiosità in potenza che è insita nel nostro sport di combattimento fino a che punto si accomuna con la religiosità pretesca?

e Trevisan rinuncia alle donne, al sesso, oltre che al combattimento fisico.

tonione ha scritto:
e Trevisan rinuncia alle donne, al sesso, oltre che al combattimento fisico.

La notizia è già stata inserita nel topic sul Mercato del Pro12. In fondo si era parlato proprio lì del suo abbandono del rugby in seguito agli infortuni, adesso è saltato fuori questo motivo...

L'ultima tua frase mi sembra di livello un po' basso, diciamo un po' da osteria.
Intanto prima di capire se farà il prete dovranno passare almeno sei o sette anni, poi vedremo se fare il discorso delle donne, per chi ama questo genere di discorsi.
Ti anticipo la battuta da caserma: "Rinuncia al rugby e alle donne, certo, come si diceva una volta per chi non andava in guerra "Se non è buono per il re non è buono nemmeno per la regina"... e qui chiudo, per quel che mi riguarda

se cammina con dio non cammina di certo con uomini da placcare e donne da conquistare. è un aspetto importante, quello della rinuncia alla fisicità, rinuncia a bisogni primari dell'essere umano. si potrebbe obbiettare che vi rinuncerà dopo un percorso di tre anni di studi, un anno di missione, e altri tre di studi e magari dopo dismetterà anche la maglia del prete.

ma non si può certo dire che questo è un tema da osteria, piuttosto un tema impegnativo, faticoso, relativamente articolato.

e in più, e questo non è stato ancora notato, è la prima volta che un rugbista nel giro della nazionale, in tempi professionali, abbia fatto una cosa del genere, almeno in Italia.

tonione ha scritto:(...)e Trevisan rinuncia alle donne, al sesso(...)

in teoria è così, la pratica non sempre coincide. te lo dice un ateo (non agnostico, ateo)
che ha studiato otto anni (medie e liceo) in un collegio 'di preti', come si diceva allora,
e qualcosa ne sa.
per il rugby, perchè deve rinunciare? so di preti che hanno giocato, certo magari non in nazionale
ma scendevano in campo, eccome!
p.s.
so anche di preti che hanno fatto lotta libera e greco-romana (un mio compagno di classe, per esempio)

piacerebbe ampliarla la discussione m.map però m'è venuto il dubbio che non interessi più di tanto ai passatori. quindi ti rispondo solo sul punto: il fatto che abbia fatto l'accademia del rugby, la nazionale giovanile e un tre anni di rugby professionale, e che nel contempo sia ancora ventenne, è un fatto inusuale, interessante, na roba che fa pensar.

il combattimento fisico? ci deve rinunciare. non in modo assoluto, ma mentalmente non è più un impegno come lo era quando giocava in accademia, alle Zebre, al Treviso, per poi scontrarsi contro la Francia under 20, contro Glasgow sotto il freddo e la pioggia, contro la limitata espansione fisica in un mondo di nerboruti robocop.

era un estremo naturale, non è che c'entri anche questo nel discorso della vocazione?

Non credo che il ruolo predisponga alla vocazione religiosa, sicuramente meno di altri fattori.
E non credo nemmeno che abbia influito l'essersi misurato con degli energumeni in fredde e piovose serate d'oltreminaica.
Sarebbe riduttivo del valore della scelta.

È una scelta insolita, importante e che prevede un percorso non banale.
Gli auguro di essere felice.
E di fare la felicità dei suoi popolani.

Si chiama, almeno per noi credenti, VOCAZIONE, un concetto che, anche se in un "campo" molto diverso, un rugbista dovrebbe comprendere... o quanto meno, da rugista appunto, rispettare.
Auguri a Ruggero per questo nuovo totalizzante cammino intrapreso, ti accompagnerò senz'altro con la preghiera. Sii felice!

PS.: per l'ennesima volta devo ribadire che Ruggero non è affatto un "estremo naturale", ma è nato come primo centro per tutte le giovanili e per i suoi anni passati in serie A nel San Donà. Era schierato ad estremo "solo" nelle varie nazionali in cui ha giocato, ma ho sempre ritenuto, per quel po' che ne capisco io, che questo ruolo lo abbia un po' penalizzato... e quand'era a San Donà ricoprì, saltuariamente, ma in maniera più che dignitosa, anche il ruolo di apertura... ammeso che questo centri con il cammino da intrapreso da Ruggero

Non credo che si debba sindacare in alcun modo quella che è una scelta personale. Nonostante una laurea conseguita presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore (30 e lode nei tre esami obbligatori di teologia) non sono credente, ma ho un amico sacerdote che, prima di entrare in seminario si è laureato in fisica, materia che continua ad amare in barba a qualunque preteso contrasto scienza-religione. Perchè, quindi, Ruggero dovrebbe dimenticarsi lo sport che ha amato e praticato? Perchè fra qualche anno, magari parroco, non potrebbe presentarsi all'oratorio con una palla ovale per insegnare ai ragazzi uno sport che fa bene al corpo, al cuore e all'anima? Per un credente la vocazione può arrivare sia che tu sia stato un rugbysta, un idraulico o un fisico: la risposta prescinde totalmente da quello che facevi prima. Almeno così mi dice il mio amico sacerdote.
Ricordo di aver letto di un sacerdote-pilone, credo dalle parti di Torino, che continua a giocare pilone in serie C con una squadra di ragazzi strappati alla strada e che sostiene, credo ironicamente e senza blasfemia, che il rugby è come il Vangelo: è meglio dare che ricevere...i cazzotti.

AVVERTENZA: seguirà battuta che qualcuno potrebbe trovare provocatoria e anticlericale

Quindi JPR, quel sacerdote gioca sia pilone destro che sinistro?

Luqa-bis ha scritto:AVVERTENZA: seguirà battuta che qualcuno potrebbe trovare provocatoria e anticlericale

Quindi JPR, quel sacerdote gioca sia pilone destro che sinistro?

Mi alzo e applaudo.

Hap ha scritto:

Luqa-bis ha scritto:AVVERTENZA: seguirà battuta che qualcuno potrebbe trovare provocatoria e anticlericale

Quindi JPR, quel sacerdote gioca sia pilone destro che sinistro?

Mi alzo e applaudo.

...ammetto di non aver capito...

gcruta ha scritto:

Hap ha scritto:

Luqa-bis ha scritto:AVVERTENZA: seguirà battuta che qualcuno potrebbe trovare provocatoria e anticlericale

Quindi JPR, quel sacerdote gioca sia pilone destro che sinistro?

Mi alzo e applaudo.

...ammetto di non aver capito...

Uno e trino...giusto Luqa?
Magari non l'ho capita neanche io

...uno e trino... perfetto! Grazie!

anche se io non credo in dio, non mi permetto sicuramente di criticare le scelte del ragazzo. se vuole fare il prete, non sarò certo io a dire che non va bene, non sono affari miei. lui sceglie in libertà come io liberamente faccio le mie scelte. per il rugby, ribadisco che che non lo vedo incompatibile con l'abito talare. certo, gli impegni quotidiani di un sacerdote magari mal si accordano con lo sport, ma magari no.
@gcruta: non l'avevo capita nemmeno io, ma l'età avanza…

L'interpretazione della battutaccia è duplice:

- per i più raffinati telogicamente è quella di Hap. "Uno e trino".

- per i più adusi alle massime evangeliche: per porgere l'altra guancia, un pilone si deve spostare da un lato all'altro, o rischia di essere sanzionato per spinta irregolare.