Inviato: 2 ago 2005, 15:30
01 luglio 2005 CORRIERE DELLA SERA
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<BR>La nuova moda di chi ama esibirsi senza vestiti Streakers, nudi alla meta (e su internet) Sul web sono numerosi i racconti, anche fotografici, delle prodezze di questi novelli «figli dei fiori». Tra sberleffi e voglia di libertà STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU\' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
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<BR>Lo «streaker» che ha invaso il campo di rugby a Palmerston North (Ap)
<BR>MILANO - La nuova moda? Correre nudi tra una folla di persone vestite, meglio se davanti a un pubblico pagante. Gli «streakers», ovvero coloro che amano tanto il proprio corpo da non volerlo coprire, cominciano ad avere un seguito interessante, grazie soprattutto ai tanti siti internet che raccontano le prodezze, con tanto di video e foto, di questi «figli dei fiori» del ventunesimo secolo. Ultimo in ordine di tempo, un giovane dai capelli rossi che si è lanciato nudo come mamma l\'ha fatto (ma con calzettoni ai piedi e cellulare all\'orecchio) sul campo di Palmerston North, in Nuova Zelanda, dove era in corso una partita di rugby tra Manawatu e la selezione dei Lions britannico-irlandesi. E\' stato fermato subito dalla polizia, ma vuoi mettere la notorietà di un attimo? E vuoi mettere il piacere di raccontare in diretta un amico o alla fidanzata (forse alla ex fidanzata) «sto correndo nudo su un campo da rugby e migliaia di persone mi stanno guardando»? Probabilmente il senso di libertà è grande. E nel caso del coraggioso streaker neozelandese si ammanta di un significato politico: come si vede nella foto il giovane viene fermato mentre alza al cielo il pugno sinistro.
<BR>ADAMO DOCET - Come per tutte le mode, meglio se con risvolto «piccante», Internet è un ricettacolo di pagine create da streaker, organizzati in gruppi o solitari. Come Streakerama.com, dove si legge «Lo streaking è un\'attività importante. In un\'epoca in cui i mezzi di comunicazione ci insegnano a credere nella bellezza perfetta della specie umana è uno sberleffo alle anacronistiche leggi sull\'esposizione in pubblico, nella vera tradizione anarchica di non rispettare l\'autorità». E sono chiamati in causa precedenti illustri, da Adamo ed Eva agli atleti greci delle antiche olimpiadi, da Lady Godiva che cavalcava nuda, all\'invincibile eroe della mitologia celtica Cu Chulainn, che dovette fronteggiare uno stuolo di ragazze nude inviate per distoglierlo dalla sua furia guerresca.
<BR>NUDI ALLA META - Lo streaking moderno è nato invece nel 1974, quando tra gli studenti dei college americani si diffuse la moda di correre nudi nei campus per celebrare la primavera e la rivoluzione sessuale, fino a organizzare coreografie, partite di golf e persino lanci col paracadute, rigorosamente «naked», nudi. Fin qui, lo streaking era un fatto quasi privato. Ma furono Michael O\'Brien, contabile australiano, e Robert Opel a battezzarlo come evento pubblico. Il primo venne ritratto non mentre correva sul prato del tempio londinese del rugby, Twickenham, durante una partita Inghilterra-Francia. Subito bloccato da tre poliziotti, uno dei quali non trovò di meglio che coprire le sue nudità col proprio elmetto. Il secondo si fece immortalare agli Academy Awards dello stesso anno, davanti a un imbarazzatissimo David Niven. Le loro foto fecero il giro del mondo, diffondendo probabilmente una gran voglia di venir meno alle regole di un mondo che stava per cambiare radicalmente.
<BR>LO STREAKER NUMERO UNO - Da allora la corsa senza vestiti è diventata frequente sui campi di rugby. Ma non solo. Michael Angelow ha portato lo streaking anche nel cricket e Erika Roe, prima «streaker» senza gonnella, divenne celeberrima a Twikenham, durante Inghilterra-Australia del 1982, esibendo per pochi secondi il proprio seno, poi coperto con una serissima bandiera inglese. Ma c\'è un solo «striker» professionista, celebrato dal Guinness dei Primati e protagonista di uno spot premiato a Cannes. Ha all\'attivo almeno 30 performance, dal Tour de France alla corsa dei tori di Pamplona alle gare d\'ippica del Royal Ascot, oggi bandito da tutti gli eventi sportivi britannici. E\' Mark Roberts, di Liverpool. Il suo «capolavoro»? Violare la rigorosa sicurezza al Superbowl 2004 a Houston, finale del football americano. Una «bravata» che gli è costata una severa condanna. Vestito con abiti in velcron che si sfilano in un secondo, è sfrecciato tra i colossi. Sul corpo aveva un gioco di parole: «Super Bowel» («super budella»).
<BR>Laura Cuppini
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<BR>La nuova moda di chi ama esibirsi senza vestiti Streakers, nudi alla meta (e su internet) Sul web sono numerosi i racconti, anche fotografici, delle prodezze di questi novelli «figli dei fiori». Tra sberleffi e voglia di libertà STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU\' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
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<BR>Lo «streaker» che ha invaso il campo di rugby a Palmerston North (Ap)
<BR>MILANO - La nuova moda? Correre nudi tra una folla di persone vestite, meglio se davanti a un pubblico pagante. Gli «streakers», ovvero coloro che amano tanto il proprio corpo da non volerlo coprire, cominciano ad avere un seguito interessante, grazie soprattutto ai tanti siti internet che raccontano le prodezze, con tanto di video e foto, di questi «figli dei fiori» del ventunesimo secolo. Ultimo in ordine di tempo, un giovane dai capelli rossi che si è lanciato nudo come mamma l\'ha fatto (ma con calzettoni ai piedi e cellulare all\'orecchio) sul campo di Palmerston North, in Nuova Zelanda, dove era in corso una partita di rugby tra Manawatu e la selezione dei Lions britannico-irlandesi. E\' stato fermato subito dalla polizia, ma vuoi mettere la notorietà di un attimo? E vuoi mettere il piacere di raccontare in diretta un amico o alla fidanzata (forse alla ex fidanzata) «sto correndo nudo su un campo da rugby e migliaia di persone mi stanno guardando»? Probabilmente il senso di libertà è grande. E nel caso del coraggioso streaker neozelandese si ammanta di un significato politico: come si vede nella foto il giovane viene fermato mentre alza al cielo il pugno sinistro.
<BR>ADAMO DOCET - Come per tutte le mode, meglio se con risvolto «piccante», Internet è un ricettacolo di pagine create da streaker, organizzati in gruppi o solitari. Come Streakerama.com, dove si legge «Lo streaking è un\'attività importante. In un\'epoca in cui i mezzi di comunicazione ci insegnano a credere nella bellezza perfetta della specie umana è uno sberleffo alle anacronistiche leggi sull\'esposizione in pubblico, nella vera tradizione anarchica di non rispettare l\'autorità». E sono chiamati in causa precedenti illustri, da Adamo ed Eva agli atleti greci delle antiche olimpiadi, da Lady Godiva che cavalcava nuda, all\'invincibile eroe della mitologia celtica Cu Chulainn, che dovette fronteggiare uno stuolo di ragazze nude inviate per distoglierlo dalla sua furia guerresca.
<BR>NUDI ALLA META - Lo streaking moderno è nato invece nel 1974, quando tra gli studenti dei college americani si diffuse la moda di correre nudi nei campus per celebrare la primavera e la rivoluzione sessuale, fino a organizzare coreografie, partite di golf e persino lanci col paracadute, rigorosamente «naked», nudi. Fin qui, lo streaking era un fatto quasi privato. Ma furono Michael O\'Brien, contabile australiano, e Robert Opel a battezzarlo come evento pubblico. Il primo venne ritratto non mentre correva sul prato del tempio londinese del rugby, Twickenham, durante una partita Inghilterra-Francia. Subito bloccato da tre poliziotti, uno dei quali non trovò di meglio che coprire le sue nudità col proprio elmetto. Il secondo si fece immortalare agli Academy Awards dello stesso anno, davanti a un imbarazzatissimo David Niven. Le loro foto fecero il giro del mondo, diffondendo probabilmente una gran voglia di venir meno alle regole di un mondo che stava per cambiare radicalmente.
<BR>LO STREAKER NUMERO UNO - Da allora la corsa senza vestiti è diventata frequente sui campi di rugby. Ma non solo. Michael Angelow ha portato lo streaking anche nel cricket e Erika Roe, prima «streaker» senza gonnella, divenne celeberrima a Twikenham, durante Inghilterra-Australia del 1982, esibendo per pochi secondi il proprio seno, poi coperto con una serissima bandiera inglese. Ma c\'è un solo «striker» professionista, celebrato dal Guinness dei Primati e protagonista di uno spot premiato a Cannes. Ha all\'attivo almeno 30 performance, dal Tour de France alla corsa dei tori di Pamplona alle gare d\'ippica del Royal Ascot, oggi bandito da tutti gli eventi sportivi britannici. E\' Mark Roberts, di Liverpool. Il suo «capolavoro»? Violare la rigorosa sicurezza al Superbowl 2004 a Houston, finale del football americano. Una «bravata» che gli è costata una severa condanna. Vestito con abiti in velcron che si sfilano in un secondo, è sfrecciato tra i colossi. Sul corpo aveva un gioco di parole: «Super Bowel» («super budella»).
<BR>Laura Cuppini
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