Inviato: 17 dic 2005, 14:45
Leggevo su Eurosport unprofilo di Griffen, che riporto in coda, quando il mio occhio è cascato su questo articolo che mi ero perso:
<BR>
<BR>Caps, il colore dei soldi
<BR>
<BR>Continua il nostro viaggio nella nazionale azzurra di palla ovale. Oggi parliamo dei soldi che i giocatori percepiscono dalle convocazioni.
<BR>
<BR>
<BR>
<BR> I caps azzurri
<BR> Francia da battaglia
<BR>
<BR>Lontani i tempi del dilettantismo per forza, degli stipendi travestiti da borse di studio, dal rugby giocato per la sola passione del rugby, come se ci potesse nutrire di palla ovale, lividi e fango, anche in Italia è tempo di professionismo.
<BR>
<BR>Non ancora esasperato come nel calcio, ma comunque i giocatori di rugby, almeno i migliori, anche lungo la penisola, vivono, e bene del loro sport invece che sopravviverne.
<BR>
<BR>Un esempio lampante di questa trasformazione, ormai completata da tempo, è il gettone di presenza dato a chi veste la maglia azzurra. Cifre ufficiali non ce ne sono, ma un caps per coloro che si accomodano in campo o in panchina, vale un assegno fisso superiore ai quattromila euro e inferiori al doppio.
<BR>
<BR>La federazione, anche con l'ingresso nel VI Nazioni, ha acquisito visibilità, sponsor e passaggi televisivi. Logico quindi che possa permettersi di aprire i cordoni di una borsa che prima conteneva solo qualche ragnatela. In particolare esisterebbe, oltre al gettone di presenza, una tabella di premi partita, valutati a seconda del valore dell'avversario, e dalla posizione del ranking. Battere la Svizzera, paese dalla tradizione ovale quasi quasi nulla, vale una bella cena, mentre superare le Fiji, significa aggiudicarsi una vacanza.
<BR>
<BR>Esistono bonus molto alti, ad esempio per un successo in una gara del VI nazioni, e alcuni altissimi. Si mormora che sconfiggere gli All Blacks valga una casa nuova per tutti i giocatori. La Federazione si indebiterebbe. Ma forse anche qualcuno di noi sarebbe pronto a mettere mano al portafoglio.
<BR>
<BR>Eurosport - Claudio W. Brambilla
<BR>
<BR>Caps, il colore dei soldi
<BR>
<BR>Continua il nostro viaggio nella nazionale azzurra di palla ovale. Oggi parliamo dei soldi che i giocatori percepiscono dalle convocazioni.
<BR>
<BR>
<BR>
<BR> I caps azzurri
<BR> Francia da battaglia
<BR>
<BR>Lontani i tempi del dilettantismo per forza, degli stipendi travestiti da borse di studio, dal rugby giocato per la sola passione del rugby, come se ci potesse nutrire di palla ovale, lividi e fango, anche in Italia è tempo di professionismo.
<BR>
<BR>Non ancora esasperato come nel calcio, ma comunque i giocatori di rugby, almeno i migliori, anche lungo la penisola, vivono, e bene del loro sport invece che sopravviverne.
<BR>
<BR>Un esempio lampante di questa trasformazione, ormai completata da tempo, è il gettone di presenza dato a chi veste la maglia azzurra. Cifre ufficiali non ce ne sono, ma un caps per coloro che si accomodano in campo o in panchina, vale un assegno fisso superiore ai quattromila euro e inferiori al doppio.
<BR>
<BR>La federazione, anche con l'ingresso nel VI Nazioni, ha acquisito visibilità, sponsor e passaggi televisivi. Logico quindi che possa permettersi di aprire i cordoni di una borsa che prima conteneva solo qualche ragnatela. In particolare esisterebbe, oltre al gettone di presenza, una tabella di premi partita, valutati a seconda del valore dell'avversario, e dalla posizione del ranking. Battere la Svizzera, paese dalla tradizione ovale quasi quasi nulla, vale una bella cena, mentre superare le Fiji, significa aggiudicarsi una vacanza.
<BR>
<BR>Esistono bonus molto alti, ad esempio per un successo in una gara del VI nazioni, e alcuni altissimi. Si mormora che sconfiggere gli All Blacks valga una casa nuova per tutti i giocatori. La Federazione si indebiterebbe. Ma forse anche qualcuno di noi sarebbe pronto a mettere mano al portafoglio.
<BR>
<BR>Eurosport - Claudio W. Brambilla