<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 08-02-2006 alle ore 21:27, franky52 wrote:
<BR>A panorama preeferisco:
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http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-ar ... rt114.html
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
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<BR>Perché non metterlo?
<BR>Non é sufficientemente "seducente"?
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<BR><!-- BBCode Start --><A HREF="
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-ar ... rt114.html" TARGET="_blank">
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-ar ... 14.html</A><!-- BBCode End -->
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<BR><!-- BBCode Start --><B>Rugby, Italia sconfitta ma non disfatta </B><!-- BBCode End -->
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<BR><I>È finita 26-16 per la nazionale irlandese la prima partita del torneo. E sabato al Flaminio c'è l'Inghilterra
<BR>Sei nazioni, calcio d'inizio Una buona prova degli azzurri a Dublino, nel mitico stadio di Lansdowne Road. La squadra allenata dal francese Berbizier inizia ad avere un gioco convincente</I>. (Foto Ap)
<BR>PETER FREEMAN
<BR>Berbizier, con buon senso, cercava il gioco. Una sconfitta poteva andare, purché accompagnata da una prestazione convincente, dal primo all'ultimo minuto. Bene, l'Italia esce sconfitta con onore dal Lansdowne Road. L'Irlanda ha sofferto, eccome se ha sofferto. Ha patito la partenza degli azzurri, si è trovata sotto in tre occasioni, in qualche momento ha forse persino temuto di perdersi. Ma alla fine ha avuto la meglio, un po' perché gli azzurri si sono trovati con un uomo in meno (Ramiro Pez) per i primi dieci minuti della ripresa, ma anche perché il suo gioco di sfondamento alla lunga ha sfiancato la difesa italiana, costringendola a qualche fallo di troppo che Ronan O'Gara ha trasformato in punti. I punti di differenza sono dieci, il punteggio finale è di 26 a 16, dopo un primo tempo concluso in parità (10-10). In casa azzurra molti ci avrebbero messo la firma. Ma per come sono andate le cose in campo, resta un po' l'amaro in bocca. L'Irlanda non è sembrata imbattibile e dovrà migliorare di molto se vorrà onorare il suo torneo. Amnesie in touche, la mischia, così così. I trequarti che patiscono la pressione avversaria. E Brian O'Driscoll, il golden boy amato in tutta Irlanda, talento allo stato puro ma anche un caratterino indomabile e facile agli scatti di nervi, si è visto graziare dall'arbitro, l'inglese Pearson, dopo uno stamping ai danni di Ongaro.
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<BR>Lo stamping, sapete come funziona: se in una mischia ti trovi a terra là dove non dovresti stare, ed ostacoli la manovra avversaria, è un diritto riconosciuto quello di camminarti sopra e, se proprio insisti a non volerti togliere di mezzo, è più o meno lecito prenderti a tacchettate. Ma c'è un limite a tutto, e se lo stamping viene fatto con troppa ferocia diventa intollerabile e dunque punibile. Ecco, nell'occasione il golden boy ha esagerato un po'.
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<BR>Ma veniamo all'Italia. Ci è piaciuta. Da applausi i primi quaranta minuti. Più che decente la ripresa. Mica è facile vincere nel vecchio, fascinoso e decrepito Lansdowne Road, ormai prossimo alla demolizione. Ovvio, una partita non fa testo e ogni verdetto è prematuro. Ma qualcosa della gestione Berbizier comincia a emergere. Il gioco alla mano, per esempio: una volta, quando gli azzurri avevano l'ovale in mano davano sempre l'idea di non sapere che cosa combinare. Adesso no: abbiamo visto belle azioni in campo aperto e una meta, quella messa a segno da Mirco Bergamasco, frutto di una bella azione, di quelle che fanno la differenza tra una buona squadra e quindici comparse.
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<BR>Buona la difesa, migliorata soprattutto nei trequarti, e buona la prova del pack, che ha messo alla prova quello irlandese. Touche che se l'è giocata alla pari con quella irlandese, tra le migliori del mondo. L'inizio è stato sorprendente. Per il primo quarto d'ora gli azzurri hanno occupato in pianta stabile la metà campo avversaria. Gioco arioso e irlandesi un po' basiti. Ammutoliti quei giornalisti irlandesi che alla vigilia avevano pesantemente ironizzato sulla consistenza della squadra italiana. Azzurri avanti al 10' con un calcio piazzato di Ramiro Pez, sempre preciso dalla piazzola: 3 a 0. Irlandesi che perdono le prime due touches a favore, ed è un segnale di disagio. Verdi che ruminano rabbia e che spingono, ma gli azzurri difendono bene e placcano come si deve: Canale va a chiudere su Bowe ormai lanciato in meta. Meta che giunge comunque sulla prima, disgraziata touche persa dall'Italia nei suoi 22 metri: driving maul irlandese che spinge, spinge e va a chiudere con il tallonatore Flannery. O'Gara trasforma, 7 a 3. È il 24' e chi è abituato al consueto copione dell'Italia al Sei Nazioni, pensa: «Ok, è stato bello. Adesso però ci fanno neri».
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<BR>Invece no, l'Italia non si sfalda e ricomincia a mettere pressione sugli avversari: O'Driscoll e D'Arcy, i due temutissimi centri, sono asfissiati dalle maglie azzurre che conquistano metri e al 29' vanno in meta con Bergamasco. Pez trasforma e l'Italia torna avanti (7-10). A un minuto dall'intervallo arriva il cartellino giallo per Pez e il penalty di O'Gara che riporta gli irlandesi in parità. La ripresa, con un uomo in meno, si apre con un penalty di Paul Griffen che ci riporta in vantaggio di 3 punti. Poi è l'Irlanda a sfruttare il vantaggio numerico con una meta dell'ala Tyrone Bowe e la trasformazione di O'Gara: 17-13. Un altro penalty di O'Gara porta a sette i punti di vantaggio dei padroni di casa. Rientra Pez ma non basta a recuperare. La pressione irlandese si fa più possente, il pick and drive dei verdi va regolarmente oltre la linea del vantaggio: è un lavoro di maglio che sgretola lentamente le difese azzurre. Non è un crollo ma è quanto basta perché l'Irlanda conquisti quei calci di punizione che O'Gara trasforma in punti. Si chiude sul 26-16. E sabato al Flaminio c'è l'Inghilterra campione del mondo, che ieri ha distrutto il Galles (47-13).
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<BR>Giuliana
