Pagina 1 di 22
Inviato: 1 mar 2006, 14:43
da Nebelhexe
<BR>su carwyn james ci sono: lions 71, bersaglieri rovigo.....
<BR>ma roy bish? qualcuno mi dice qualcosa a riguardo? ho letto che alleno' la roma, ma non ho capito bene che cosa fece con la nazionale ed in che periodo.
<BR>
<BR>grazie e scusate per l'ignoranza.
<BR>
<BR>Nebel.
Inviato: 1 mar 2006, 15:06
da Nebelhexe
su
Inviato: 1 mar 2006, 15:15
da GRUN
Roy Bish, gallese, dopo aver allenato Cardiff ed Oxford University, vennne chiamato dal presidente federale Martone nell'estate del 1974, primo tecnico straniero dopo il pioniere Saby. Esordio il 15/02/1975 a Roma contro la Francia B, 9-16. Poi vittoria contr la Spagna 19-3 a Madrid il 06/O4/75, sempre per la Coppa Europa e poi il leggendario 3-3 a Bucarest contro la Romania, che all'epoca era davvero fortissima (aveva da poco battuto la Francia 15-10...). Fu un risultato che fece scalpore, ricordo che sui quotidiani sportivi ci furono spazi inusitati il lunedì successivo al match, deciso da in drop dell'aquilano Ponzi. (Continua)...
Inviato: 1 mar 2006, 15:29
da GRUN
Trascinati dall'entusiasmo per quel risultato, e convinti dal carisma di Bish, che aveva iniziato a lavorare sulle strutture elementari di gioco conferendo un'identità tecnica alla squadra (chi non ha visto certe partite del 1973 non può immaginare a che livelli ci muovessimo), i vertici federali decisero di organizzare una tournèe in terra d'Albione nell'estate del 1975. Giocammo tre partite, che non garantirono il cap ai giocatori, ma aprirono nuove prospettive al rugby italiano. Giocammo a Galashiels contro il Gala, perdendo 29-18, ad Edinburgo contro gli Heriot's Former Pupils, vincendo 21-9, e a Gasforth, in un incontro storico, perchè affrontando l'Inghilterra Under 23, ci fu il primo incontro ufficiale tra rappresentative dei due paesi. Perdemmo, con onore, 29-13, con meta di Marchetto e tre punizioni di Ponzi. Il 25/10/75 Italia -Polonia 28-13 a Treviso, il 23/11/75 Olanda-Italia 0-24 ad Apeldoorn, il 20/12/75 a Madrid Spagna-Italia 6-19, tutte partite valevoli per la Coppa Europa, all'epoca in pratica l'unica occasione per i giocatori italiani di accumulare esperienza internazionale. (Continua)...
Inviato: 1 mar 2006, 15:54
da Nebelhexe
grun, grazie per la cortesia.
Inviato: 1 mar 2006, 16:50
da GRUN
Il 1976 si apre l'undici febbraio a Milano con una sconfitta per 11-23 contro la Francia B, forte e motivata a vincere la Coppa Europa dopo la debacle dell'anno precedente con la Romania, demolita dai galletti in questa edizione 36-12. Ci giochiamo il secondo posto finale del torneo contro i rumeni al Tardini di Parma il 24 aprile. Non battiamo i balcanici, che l'anno prima hanno vinto la Coppa Europa per la seconda volta nella loro storia dopo il successo nell'edizione 68/69, dal 06/11/1966 (3-0, sic, a L'Aquila con calcio piazzato di Ambron). Di mezzo, nel corso del decennio, sconfitte anche dure, come nel caso 6-32 del 1971. Battere i rumeni avrebbe un rilievo particolare, come imporsi oggi ad Irlanda o Galles. Ci riusciamo grazie ad una punizione di Ponzi, che a 4' minuti dalla fine fissa il risultato sul 13-12 (al 4' del primo tempo aveva segnato una meta l'ala Marchetto). Bish è venerato da tutti gli appassionati e al rugby vengono dedicati spazi mediatici prima impensabili. Il rotocalco sportivo Dribbling, una splendida trasmissione che negli anni settanta andava in onda alle 19 sul secondo canale della Rai, dedica servizi ala realtà della pallaovale italiana (ne ricordo uno sulla rivalità tra le "repubbliche" venete, Rovigo, Treviso e Padova). Non è boom, ma poco ci manca, ed al rigore di Bish molto si deve. Il 21/10/1976 giochiamo a Padova una partita dal sapore esotico con il Giappone, imponendoci 25-3, prima di preparare l'evento dell'anno, il test con l'Australia che si andrà a vivere a Milano il 4 novembre. Non è la prima volta in cui cozziamo dentro ai Wallabies, c'è un precedente che risale al 21 novembre 1973 a L'Aquila, quando gli australiani ci rifilarono un sonoro, ma non disonorevole 21-59 (segnammo anche due mete, la prima di Visentin e l'altra del genovese,alé, Salsi). In quel periodo l'Australia non era considerata una potenza comparabile a Nuova Zelanda e Sud Africa, anche perchè il rugby league assorbiva molto più interesse, ma risultava pur sempre una nazione di riferimento in ambito rugbistico. (Continua)...
Inviato: 1 mar 2006, 16:55
da roxhano
A proposito di Bisch, ho ritrovato nel cassetto dei ricordi, un simpatico aneddoto con Guglielmo Prima (livornese ed attuale allenatore de I Cavalieri Prato) ad un corso di aggiornamento per allenatori intorno agli anni '70..
<BR>
<BR>"...Sempre a quel corso la mitica domanda di Guglielmo a Bish su come si schiera l'ala chiusa:"o Bisce ma quando in terra c'è la mota (fango ndr) come la schiero l'ala? profonda, più vicina alla rimessa?". "mota, what's mota?". "Come cos'è la mota? La mota, la fanga, il merdaio".
<BR>
<BR>Per chi conosce Guglielmo, c'è da massacrarsi dalle risate.... sembra di vederlo!!!
<BR>
<BR>
<BR>
![Mr. Green :-]](./images/smilies/icon_mrgreen.gif)
Inviato: 1 mar 2006, 18:14
da GRUN
I canguri sono sotto pressione, perché il tour autunnale si è aperto con due belle, si fa per dire, sconfitte contro i francesi, 15-18 e 6-34. Considerata l'importanza dell'evento imminente, Bish, dando una sferzata professionale, chiede ed ottiene di preparare con cura inusitata il match, e porta la squadra nel suo Galles, a giocare due partite che dovrebbero servire a verificare le strutture di gioco contro avversari di alto livello e a cementare il gruppo. Prendiamo una bella riga di scoppole (22-54) contro il forte Cardiff (in quegli anni il Galles è all'avanguardia in ambito europeo) e limitiamo i danni con l'Aberavon (4-13, all'epoca la meta valeva quattro punti), ma l'esperienza è fruttuosa. Il 4 novembre, con diretta televisiva e telecronaca del grande ed immaginifico Paolo Rosi (se penso a Cecinelli mi viene uno stranguglione...), si gioca all'Arena, in un clima da tregenda, sotto un nubifragio che riduce il prato in pantano da linea Maginot. Nel bianco e nero televisivo dopo pochi minuti non si distinguono quasi più i giocatori di una e dell'altra squadra, ma un elemento è facilmente percepibile: siamo in grado di giocarcela. Al 33' del primo tempo addirittura passiamo in vantaggio con una meta leggendaria di Manni... Finisce 16-15 per i Wallabies, un risultato storico, lo zenith dell'esperienza di Roy Bish, che si concluderà tra veleni e polemiche dopo la brutta sconfitta con il Marocco a Casablanca il 06/03/1977. Nei mesi che separano la grande partita contro l'Australia e la debacle in terra d'Africa ci sono intrighi di corte, con Bish schierato contro il presidente Martone e a favore del candidato rivale all'elezione per la carica presidenziale Pagni. Pagni perde e nella confusione generale Bish va via. Avrebbe meritato un epilogo migliore, ma come avrebbe confermato il caso Coste più di vent'anni dopo, dura poco la gloria in questo mondo.Spero di essere stato esuriente e mi scuso per eventuali inesattezze.
Inviato: 1 mar 2006, 18:16
da GRUN
Sorry, esauriente...
Inviato: 1 mar 2006, 19:22
da Nebelhexe
roxhano: con voi toscanacci c'è sempre da massacrarsi dalle risate......( chissa' la faccia di mister Bish)
<BR>
<BR>Grun: anche troppo esauriente, in verita' mi bastava giusto sapere chi fosse e mi hai travolto da uno tzunami di dati

grazie tante.
Inviato: 1 mar 2006, 22:20
da sanzen
Grazie e bravo Grun.
<BR>La partita che hai descritto Italia-Australia è stata una di quelle che mi hanno aperto la passione per questo gioco. Se troverai il tempo potresti anche rammentare i giocatori di quegli anni. Alcuni dei quali avevano grande talento in un rugby che definire provinciale è troppo poco.
<BR>Dopo Roy Bish ci furono anni bui fino all'arrivo di Villepreux, ma questa è un'altra storia......
Inviato: 2 mar 2006, 7:57
da gab
grun, grazie davvero. favevo prima media nel '75 e avevo solo qualche vago ricordo dei tempi di Bish. Se hai voglia e tempo perché non continui la tua storia con gli anni successivi, in particolare con quelli di Villepreux?
<BR>E poi un'ultima domanda, che cosa fece il gallese dopo aver lasciato l'italia?
Inviato: 2 mar 2006, 8:27
da GRUN
Sanzen e Gab, tra poco arrivo. E' vero, giusto ricordare i giocatori di quel periodo, ebbero solo la sfortuna di appartenere ad un movimento che non consentì loro di sfruttare a livello internazionale le opportunità delle quali dispongono i giocatori di oggi.
Inviato: 2 mar 2006, 11:23
da GRUN
Di quello che fece Bish, che allenò anche a Roma, una volta tornato in Galles, nulla so. Sarebbe giusto che chi nel forum avesse informazioni in merito le desse, perchè un uomo che così tanto ha fatto per il rugby in Italia lo merita. Il capitano all'esordio di Bish contro la Francia B il 15/02/1975 era Marco Bollesan, che chiuse la sua storia in azzurro il 10 maggio a Reggio Calabria contro la Cecoslovacchia, 49-9 per noi. Per una piroetta del destino, Bollesan, infortunato, non scese in campo a Bucarest in occasione della più leggendaria partita di quel periodo, il match finito 3-3 contro i rumeni e giocato il 27 aprile. Capitano venne nominato in quell'occasione Mazzuchelli, seconda linea che giocava a Parma. Una curiosità: l'estremo era Luciano Modonesi, bresciano, che tra il 1966 e il 1975 collezionò 17 caps (all'epoca la nazionale giocava un pò meno di oggi...); è uno dei commentatori che compaiono ogni settimana nella trasmissione Tutto Rugby, che va in onda ogni giovedì alle 23 su RTB, canale 829 della piattaforma SKY. Il calciatore designato era l'apertura aquilana Ponzi, che aveva un piedino da far invidia a molti kickers che sono, professionisti, nel Super 10 attuale. L'autore della storica meta all'Australia nella partita giocata all'Arena di Milano era il mediano di mischia Manni, che giocava nelle Fiamme Oro, squadra sulla quale ci sarebbe da scrivere molto, visto quello che ha rappresentato, nel bene e nel male, per il rugby di casa nostra, in particolare negli anni sessanta... Comunque, Manni, romano che collezionò quattro presenze tra il 76 ed il 77, morì giovanissimo pochi anni dopo quella prodezza stroncato da un tumore, credo. Si poterbbe andare avanti dei giorni, ma non voglio tediare ed apparire troppo nostalgico. Però mi preme riflettere su quanto scritto da Sanzen. Per molti di quella generazione, e noi siamo tra quelli, le telecronache di Paolo Rosi, quelle immagini, hanno avuto un impatto devastante, inimmaginabile per i ragazzini che accendonooggi la TV. C'erano solo due canali ed ogni passaggio in video rendeva qualsiasi trasmissione un evento, con indici d'ascolto improponibili attualmente, in un'era di frammentazione caotica ed incontrollabile, sancita da un numero spaventoso di canali ed alternative. Ma c'era anche la qualità del telecronista: i giornalisti Rai passavano concorsi seri e mirati, avevano preparazione specifica e cultura generale, la consapevolezza di offrire un servizio che, nel caso del rugby, era anche una sorta di missione. Oggi si tira al bersaglio su Cecinelli e Bollesan: è un pò come sparare sulla Croce Rossa, però è vero che le loro telecronache sono talmente sgarrupate ed infarcite di nefandezze, grammaticali, sintattiche, tecniche, regolamentari, tali da far scivolare quello spazio mediatico in una sorta di teatro dell'assurdo. Rosi, oggi molto, troppo dimenticato, era uomo di squisita cultura umanistica, ma era stato anche un grande tre-quarti, capace di giocare 12 splendide partite in maglia azzurra tra il 1948 ed il 1954. Era uno straordinario narratore, capace di dare un inconfondibile, arioso ritmo interno alle telecronache (non solo rugbistiche, perchè si occupava anche di atletica e boxe), capace di restituire ai telespettatori il senso intimo di un mondo, nello specifico quello rugbistico, che ai più era sconosciuto. E soprattutto, riusciva a raccontare gli uomini e le loro storie: ricordo che, in una sorta di confortevole litania, accompagnava la lettura delle formazioni indicando la professione dei giocatori ed i sacrifici che molti di loro dovevano affrontare per allenarsi e scendere in campo... Non credete che persone come questa dovrebbero essere ricordate? A nessuno è mai venuto in mente d'intitolare uno stadio, un torneo, ad un uomo che in concreto ha fatto per questa disciplina più di tanti burocrati e dirigenti? Se non ci fossero state QUELLE telecronache forse io non avrei mai iniziato a giocare e ad appassionarmi a questo sport e credo che la mia situazione sia comune a molti che frequentano questo forum. Un saluto.
Inviato: 2 mar 2006, 11:44
da gab
Ho salvato i tuoi interventi in un apposito file. Ti sono grato se continuerai la tua cronistoria, anche a puntate, degli anni successivi a quelli che hai narrato. Anche se seguo il rugby proprio da quel periodo, ci sono larghissime zone d'ombra che mi piacerebbe colmare (e spero che questo interesse non sia solo mio ma anche di altri).