provocazione di luciano ravagnini

issor · Messaggio da **issor** » 9 gen 2006, 15:10

Cosa ne pensate? Penso che Luciano Ravagnani, il più grande giornalista di rugby che abbiamo in Italia sia ormai a corto di argomenti. Ma come, con una nazionale piena di problemi che si accinge ad affrontare il 6 nazioni, con una crisi di pubblico in atto, con squadre in piena crisi economica come il Rovigo o tecnica come il Catania, con il Benetton che non soddisfa più Green, con le due società di parma così forti in grado di dire la loro in zona scudetto, ma in debito di pubblico, con il Casino' che mette alla frusta la Benetton, Con Souton cacciato in malo modo da Lorigiola, con l' Aquila tra pentimenti e rimorsi, con la Celtic League che non ci vuole, con il Thaker che sogna squadre di nani e...ballerine, con under azzurre che stanno venendo su molto bene, con la massa di argentini ed extracomunitari che vengono tesserati a tutto spiano...il buon Luciano non trova altro di meglio da fare che contare 7 (sette?!? arbitri, ma dove...?) per ogni partita.
 Forse é ciucco e vede doppio. E qualcuno lo chiama Ravagnini...

issor · Messaggio da **issor** » 9 gen 2006, 15:27

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 09-01-2006 alle ore 14:02, Cicca wrote:
 Il sig. Ravagnani, o come accidente si chiama, ha perso un'ottima occasione per starsene zitto.....
 Io non lo conosco...non credo di aver mai letto niente di interessante sul rugby da parte sua....ho letto cose molto più belle e vere da uno come Baricco..
 
 
 CICCA, non scherziamo, Ravagnani scrive di Rugby da 40 anni e di cose interessanti ne ha dette e scritte, ora forse é arrivato alla frutta se non sa cos'altro scrivere...ma comunque é stato un grande del giornalismo rugbystico....

kapaopango · Messaggio da **kapaopango** » 9 gen 2006, 15:31

a proposito di innovazioni introdotte dal rugby, mi risulta che anche il fischietto è stato per la prima volta usato in una partita di rugby nella seconda metà del XIX secolo in Inghilterra: prima gli arbitri (anche quelli della cosidetta "Association", coiè quelli del "soccer") usavano dei fazzoletti che si sventolavano e la sola voce.
 ciao.

Messaggio da **Cicca** » 9 gen 2006, 16:52

Inoltre, la storia, o la leggenda, narra che, anche dopo l'introduzione dell'arbitro (all'inizio dei tempi, arbitravano, x modo di dire, i due capitani), a questo veniva chiesto, a 10 minuti dalla fine, di lasciare il campo....erano i 10 minuti 'dell'Alleluja'...

billingham · Messaggio da **billingham** » 9 gen 2006, 17:30

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 09-01-2006 alle ore 14:26, Bigio wrote:
 Se il rugby è partito senza arbitri e poi li ha introdotti si vede che ce ne era bisogno.
 Bgo
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 giusta osservazione

jaco · Messaggio da **jaco** » 9 gen 2006, 18:42

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 09-01-2006 alle ore 14:02, Cicca wrote:
 Il sig. Ravagnani, o come accidente si chiama, ha perso un'ottima occasione per starsene zitto.....
 Io non lo conosco...non credo di aver mai letto niente di interessante sul rugby da parte sua....
 [...]
 Vada a fare il cortigiano di Biscardi....
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 Scusa, cicca, Ravagnani ha lanciato una provocazione, si può raccoglierla o meno e si può anche non essere d'accordo, ovviamente: in ogni caso una frase come la sua può farci riflettere su dove sta andando il rugby super professionistico di questi tempi... ripeto chi vuole raccoglie la provocazione ed argomenta, chi non la ritiene degna passa oltre... ma si eviti di commentare in questo modo una figura, a suo modo, storica del nostro rugby... non conoscere Ravagnani sarebbe come per un calciofilo non conoscere Brera.
 Non hai mai letto nulla di Ravagnani? Male! Ti farebbe bene.
 Solo per ricordare alcuni titoli di libri:
 Rugby come Rovigo (con P. Gioli), 1976
 Azzurro nel sud Pacifico, 1980 (storia della lunghissima tournee tra fiji, isole cook ecc. - Ravagnani era l'unico giornalista al seguito...)
 Una città in mischia: mezzo secolo di rugby a Rovigo, 1987
 Il tempo del rugby (con Paolo Catella - foto di Daniele Resini), 2001
 Storia del rugby dalle origini ad oggi (con P. Fadda), 2004
 E probabilmente molti altri che ora non ricordo...
 Giornalista di rugby del "Gazzettino" per una vita (di cui è stato anche capo della redazione sportiva).
 Direttore responsabile della "Meta rugby magazine" e, prima, de "Il mondo del rugby" (e prima ancora, credo, di "All Rugby").
 Innumerevoli interventi, prefazioni, introduzioni di altri libri sul rugby (l'ultimo libro su Checchinato, ad esempio "Un rugby da record - il tempo di Carlo Checchinato", 2004)...
 ...altro che Biscardi... bah!

bear8 · Messaggio da **bear8** » 9 gen 2006, 19:50

io del rebi so soltanto che un perugini per una pigna gratis al bagette rischiava molte settimane di squalifica,il capitano dei bagettes è ancora fermo e ha chiesto scusa ai suoi compagni perchè ha fatto il pirla contro gli aussie.....insomma qui si parla di uno sport che ai massimi livelli condanna pesantemente le sue stelle per cose che potrebbero apparire di poco conto.....se non è lealtà e spirito sportivo questo!!! :-W
 
 
 
 
 ciaooo

issor · Messaggio da **issor** » 9 gen 2006, 22:03

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 09-01-2006 alle ore 18:42, jaco wrote:
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 09-01-2006 alle ore 14:02, Cicca wrote:
 Il sig. Ravagnani, o come accidente si chiama, ha perso un'ottima occasione per starsene zitto.....
 Io non lo conosco...non credo di aver mai letto niente di interessante sul rugby da parte sua....
 
 
 Caro Jaco, sei messo proprio male rugbysticamente parlando, se non hai letto nulla di Luciano Ravagnani...

jaco · Messaggio da **jaco** » 10 gen 2006, 10:35

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 09-01-2006 alle ore 22:03, issor wrote:
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 09-01-2006 alle ore 18:42, jaco wrote:
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 09-01-2006 alle ore 14:02, Cicca wrote:
 Il sig. Ravagnani, o come accidente si chiama, ha perso un'ottima occasione per starsene zitto.....
 Io non lo conosco...non credo di aver mai letto niente di interessante sul rugby da parte sua....
 
 
 Caro Jaco, sei messo proprio male rugbysticamente parlando, se non hai letto nulla di Luciano Ravagnani...
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 Caro issor, dovresti imparare a leggere i messaggi! Io ho citato Cicca e poi ho risposto... quelle che tu citi sono parole di Cicca...

Messaggio da **Cicca** » 10 gen 2006, 11:08

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 09-01-2006 alle ore 18:42, jaco wrote:
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 09-01-2006 alle ore 14:02, Cicca wrote:
 [...]
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 Scusa, cicca, Ravagnani ha lanciato una provocazione, si può raccoglierla o meno e si può anche non essere d'accordo, ovviamente:
 [CUT]
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 Infatti io l'ho colta, ed ho espresso tutto il mio disaccordo !!!

Non ho letto molto in vita mia sul rugby....ho sempre preferito giocarlo e respirarlo, piuttosto che leggerlo.... forse non ho mai letto niente di Ravagnani, ma sono cresciuto lo stesso senza troppi traumi....

Ti ringrazio comunque dell'elenco di pubblicazioni....vedrò di reperirne qualcuna, così da vedere se questo 'guru' è davvero arrivato alla frutta, come qualcuno ha sostenuto nei post precedenti il mio....

TommyHowlett · Messaggio da **TommyHowlett** » 10 gen 2006, 12:03

Invece che ci scaldiamo tra noi, dicendo più o meno le stesse cose, perchè non tiriamo fuori un qualche indirizzo e-mail di Ravagnani e non rispondiamo per le rime direttamente all'interessato? E' chiaro che la calciofilia, intesa come stress, polemiche, sospetti, insulti, ecc., ha dirottato il significato di arbitro come colui che sta lì per smascherare (o mascherare) le furbizie e gli atti sleali dei giocatori, e non per gestire una partita nel rispetto delle regole. L'errore del nostro Ravagnani è fare di tutta l'erba un fascio.

Petolo · Messaggio da **Petolo** » 10 gen 2006, 12:12

Io la provocazione di Ravagnani la capisco eccome.
 
 E' ovvio che l'arbitro e' necessario, ma il punto e': perche' si sente il bisogno di decisioni perfette, e perche' si dedica uno sforzo immane (in termini di tempo e danaro) a soddisfare le esigenze di chi mette la salvaguardia del punteggio di una partita davanti a tutto?
 
 Prima del professionismo il risultato di una partita era si' importante, ma non tanto quanto cio' che si dimostrava in campo con i fatti, mentre ora cio' che conta di piu' sono le cifre su un referto. Il 5 Nazioni non aveva neanche una classifica, era semplicemente una serie di sfide a se' stanti. Col tempo pero' la priorita' di questi fattori si sta invertendo. Persino chi rappresenta la propria, o ancor piu' spesso la altrui

nazione sul campo lo fa anzitutto tramite un contratto lavorativo. Il movimento rugbistico non si misura piu' in termini di tradizione, disciplina, talento e passione, ma risultati, classifiche, ranking mondiale e di conseguenza giro d'affari e di sponsors.
 
 La definizione vera ma dimenticata di sport e' "competizione ludica", ovvero per puro divertimento e senza secondi fini, in cui ci si misura contro l'incertezza dei propri limiti, non contro gli avversari. Gli avversari sono li' proprio per verificare tali limiti, per interrogarci. Il cosiddetto sport professionistico, per definizione, strettamente parlando non e' classificabile come sport, perche' chi gioca ci guadagna. E' competizione, ma non ludica. L'atleta professionista non e', in termini puri, uno sportivo.
 
 Qual'e' il risultato? Cio' che si vede nei grossi stadi si estende ai campi di periferia. Perdere e' una vergogna, perdere "ingiustamente" per un errore arbitrale e' un reato. Imbrogliare invece e' un crimine se lo fanno gli altri, ma e' autodifesa, di solito giusta compensazione di precedenti torti subiti, se lo facciamo noi.
 
 Il problema e', cosa vogliamo?
 
 Si va in campo per dimostrare cio' che si e' in grado di fare, o per portare una vittoria a casa? A volte si raggiungono entrambi gli obiettivi, ma troppo spesso nel rugby vedo parole che tendono a far credere che il primo obiettivo sia ancora quello che conta, e atteggiamenti che dimostrano esattamente l'opposto.

user234483 · Messaggio da **user234483** » 10 gen 2006, 12:21

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 10-01-2006 alle ore 12:12, Petolo wrote:
 La definizione vera ma dimenticata di sport e' "competizione ludica", ovvero per puro divertimento e senza secondi fini, in cui ci si misura contro l'incertezza dei propri limiti, non contro gli avversari. Gli avversari sono li' proprio per verificare tali limiti, per interrogarci. Il cosiddetto sport professionistico, per definizione, strettamente parlando non e' classificabile come sport, perche' chi gioca ci guadagna. E' competizione, ma non ludica. L'atleta professionista non e', in termini puri, uno sportivo.
 
 Qual'e' il risultato? Cio' che si vede nei grossi stadi si estende ai campi di periferia. Perdere e' una vergogna, perdere "ingiustamente" per un errore arbitrale e' un reato. Imbrogliare invece e' un crimine se lo fanno gli altri, ma e' autodifesa, di solito giusta compensazione di precedenti torti subiti, se lo facciamo noi.
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 Petolo, posso aggiungere solo una parola: GRAZIE.
 
 bisognerebbe mettere queste parole all'entrata di ogni struttura sportiva dilettantesca.
 
 Ci sarebbe altro da aggiungere, soprattutto su come il mondo non-sportivo influenzi negli atteggiamenti e nel modo di pensare anche il mondo sportivo, ma non voglio farlo per non allargare troppo il discorso.
 
 Chiudo solo ripetendoti:
 
 "L'atleta professionista non e', in termini puri, uno sportivo, (in quanto praticam l'attivita sportiva come lavoro e la sua retribuzione dipende dai suoi risultati)."
 
 P.

AquilanteDaNorcia · Messaggio da **AquilanteDaNorcia** » 10 gen 2006, 12:41

Petolo ha ragione, non ci avevo mai pensato: visto che la parola 'sport' deriva da 'deport' ('diletto') e che quindi 'sportivo' significa letteralmente 'dilettante', le espressioni "sportivo dilettante" e "sportivo professionista" sono rispettivamente un pleonasma ed un ossimoro!

Petolo · Messaggio da **Petolo** » 10 gen 2006, 12:48

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 10-01-2006 alle ore 12:41, AquilanteDaNorcia wrote:
 Petolo ha ragione, non ci avevo mai pensato: visto che la parola 'sport' deriva da 'deport' ('diletto') e che quindi 'sportivo' significa letteralmente 'dilettante', le espressioni "sportivo dilettante" e "sportivo professionista" sono rispettivamente un pleonasma ed un ossimoro!
 
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 Pleonasma e ossimoro lo dici a tua sorella, maleducato