danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Moderatore: Emy77
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Re: danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Spezza il cuore leggere queste storie, ma sono tante e sono tante anche quelle non raccontate o quelle di giocatori che candidamente dicono "sapevo dei rischi, nessuno mi ha mai nascosto nulla, li ho ignorati ed ora son preso cosí" che ancor meno vanno sui giornali.
Non si puó neanche piú definire come una bomba ad orologeria per il rugby, é giá esplosa e volendo riprendere qualcosa che ha scritto @Garry, ben vengano gialli e rossi per aiutare, ed a me fan piú rabbia gli Eddie Jones o altri che criticano gli arbitri perché coi gialli/rossi "si rovina il rugby".
Cojoni che non sono altro, il rugby lo uccidi non aggiustando le cose e non cercando di mitigare i rischi.
Un genitore che legge ste cose si domanda coss si stia facendo per mitigare il problema non se i gialli ed i rossi rovinano il gioco.
Io alleno ed ho due figli che giocano, ma mia moglie regolarmente mi fa domande sui rischi e su cosa sia meglio per i ragazzi, e non é semplice dirle di "non preoccuparsi"
Non si puó neanche piú definire come una bomba ad orologeria per il rugby, é giá esplosa e volendo riprendere qualcosa che ha scritto @Garry, ben vengano gialli e rossi per aiutare, ed a me fan piú rabbia gli Eddie Jones o altri che criticano gli arbitri perché coi gialli/rossi "si rovina il rugby".
Cojoni che non sono altro, il rugby lo uccidi non aggiustando le cose e non cercando di mitigare i rischi.
Un genitore che legge ste cose si domanda coss si stia facendo per mitigare il problema non se i gialli ed i rossi rovinano il gioco.
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"With respect a lot of you need to stop letting your emotions take over. Do not look at the individual who by the way is one of the best on and off the field. Just deal with the facts of the tackle, not who made it. That’s what we all do as officials now please stop being personal." Nigel Owens, August 2023
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danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Sono d'accordissimo.
Ma mi sembra che una discussione seria sul professionismo e sulle sue conseguenze andrebbe fatta. Il ruolo del professionismo in questa problematica mi sembra il classico elefante in mezzo alla stanza: gli guardiamo attorno per cercare dei difettucci nella stanza, ma lui proprio è trasparente.
Ma mi sembra che una discussione seria sul professionismo e sulle sue conseguenze andrebbe fatta. Il ruolo del professionismo in questa problematica mi sembra il classico elefante in mezzo alla stanza: gli guardiamo attorno per cercare dei difettucci nella stanza, ma lui proprio è trasparente.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Cerco di capire, pensi che prima non ci fossero concussion? Se cosí non sono d'accordo, c'erano anche prima, forse in numero minore ma nel mondo non-pro forse anche trattate con ancor piú leggerezza.jpr williams ha scritto: 17 lug 2022, 17:14 Io credo che se ci fossero oggi ex rugbysti dai 55 in su con problemi di demenza senile lo si saprebbe, le notizie sarebbero uscite.
Muhammad Alì ha avuto diagnosi di malattie cerbrali degenerative ben prima di oggi e nessuno ha messo in dubbio nemmeno allora che i suoi problemi fossero collegati alla sua attività sportiva.
Ali: per la "violenza" del pugilato, morti sui ring che c'erano giá prima di Ali penso fosse piú facile dimostrare le cose, anche perché lí credo si vada oltre a concussion ma pugili escano con danni cerebrali ben peggiori, lesioni se non emmoragie.
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Re: danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Scusa se ti importuno, ma volevo rinnovare l'invito a cambiare il titolo del thread in danni cerebrali, demenza, cte nel rugby o qualcosa del genere. Il titolo attuale è centrato nell'avviso ma non molto indicativo del contenuto...
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Re: danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Secondo me in ritardo enorme ma le cose nei piani alti vengono discusse, dopo anni di aver spostato la polvere sotto il tappeto ne parlano.jpr williams ha scritto: 17 lug 2022, 17:21 Sono d'accordissimo.
Ma mi sembra che una discussione seria sul professionismo e sulle sue conseguenze andrebbe fatta. Il ruolo del professionismo in questa problematica mi sembra il classico elefante in mezzo alla stanza: gli guardiamo attorno per cercare dei difettucci nella stanza, ma lui proprio è trasparente.
Le linee guida su allenamenti contact che hanno diramato chiaramente vanno in quel verso, a me vien da dire ma invece che linee guida trasformatele in direttive regolamentari. Certo andare a controllare capilalrmente ogni club se le rispetta non é facile, ma intanto rendile direttive regolamentari.
il fioccare di gialli e rossi nell'ultimo anno anche.
Bisogna lavorare tanto sulla cultura e per far si che nell'alto livello si cambi la tecnica di placcaggio per evitare certi impatti. Io sentivo un'intervista all'allenatore della difesa dei blues in NZ che parlava di allenamenti specifici in particolare per il secondo placcatore, quello che magari rischia piú perché potrebbe esserci un movimento dovuto al primo placcaggio, sarebbe bello vedere altri club pro come lavorano su questo.
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Re: danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
@Silver
Hai ragione. E' una cosa laboriosetta, oggi non ho tempo, ma domani me ne occupo (spero)
Non so se mi sono spiegato
Hai ragione. E' una cosa laboriosetta, oggi non ho tempo, ma domani me ne occupo (spero)
Non so se ce ne fossero anche prima, perchè non ne ho mai avuto notizia. Ma sto ai fatti: questi giocatori di cui stiamo parlando sono tutti della stessa generazione. Si può pensare che sia un caso o, come ipotizzi tu, che prima ci fosse meno attenzione. Io invece penso che il professionismo abbia radicalmente mutato il nostro sport rendendolo più traumatico. Il che non siginifca che siamo passati "da 0 a 100"; ovviamente anche prima botte se ne prendevano, ma velocità, masse e frequenza di partite ed allenamenti non possono non avere un ruolo nel passare, poniamo, "da 10 a 70".crouchbindset ha scritto: 17 lug 2022, 17:22Cerco di capire, pensi che prima non ci fossero concussion? Se cosí non sono d'accordo, c'erano anche prima, forse in numero minore ma nel mondo non-pro forse anche trattate con ancor piú leggerezza.
Non so se mi sono spiegato
Volevo dire proprio questo. Nel pugilato non si è aspettato di arrivare ai giorni nostri e con i progressi della medicina per parlarne. Se ne è sempre parlato. Ergo penso che se i problemi di cui stiamo parlando ci fossero stati nel rugby anche prima del 2000 se ne sarebbe parlato esattamente come per il pugilato.crouchbindset ha scritto: 17 lug 2022, 17:22Ali: per la "violenza" del pugilato, morti sui ring che c'erano giá prima di Ali penso fosse piú facile dimostrare le cose, anche perché lí credo si vada oltre a concussion ma pugili escano con danni cerebrali ben peggiori, lesioni se non emmoragie.
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Re: danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Tutto giusto, per carità, e figurati se non sono d'accordo.crouchbindset ha scritto: 17 lug 2022, 17:36Secondo me in ritardo enorme ma le cose nei piani alti vengono discusse, dopo anni di aver spostato la polvere sotto il tappeto ne parlano.
Le linee guida su allenamenti contact che hanno diramato chiaramente vanno in quel verso, a me vien da dire ma invece che linee guida trasformatele in direttive regolamentari. Certo andare a controllare capilalrmente ogni club se le rispetta non é facile, ma intanto rendile direttive regolamentari.
il fioccare di gialli e rossi nell'ultimo anno anche.
Bisogna lavorare tanto sulla cultura e per far si che nell'alto livello si cambi la tecnica di placcaggio per evitare certi impatti. Io sentivo un'intervista all'allenatore della difesa dei blues in NZ che parlava di allenamenti specifici in particolare per il secondo placcatore, quello che magari rischia piú perché potrebbe esserci un movimento dovuto al primo placcaggio, sarebbe bello vedere altri club pro come lavorano su questo.
Ma poichè penso che kili, velocità, frequenza e intensità di allenamenti e partite non diminuiranno in futuro le cose che si stanno facendo dimostrano che si è capito il problema, ma non si hanno strumenti per affrontarlo se non in modo palliativo.
Perchè tornare indietro non è possibile e QUESTO rugby si porta dietro naturalmente QUESTI problemi
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Re: danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Tack så mycket, som alltidjpr williams ha scritto: 17 lug 2022, 17:39 @Silver
Hai ragione. E' una cosa laboriosetta, oggi non ho tempo, ma domani me ne occupo (spero)
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Re: danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Un articolo interessante sull'argomento https://www.onrugby.it/2022/07/18/neuro ... oncussion/
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Re: danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Articolo interessante e con argomenti validissimi.Guido_53 ha scritto: 18 lug 2022, 16:31 Un articolo interessante sull'argomento https://www.onrugby.it/2022/07/18/neuro ... oncussion/
Per me il numero massimo di partite per atleta é un obbligo, poi magari succede ugualmente (Sexton col Leinster gioca pochissimo ma é comunque a rischio) ma iniziamo a limitare il numero di partite ed a dare periodi di riposo nel senso di "no contact at all" obbligatori. Io non sono medico quindi on posso dire i numeri per dire partite massime per stagione, e consecutive, e periodi di riposo ma per spiegare una regola che dica ogni giocatore non puó giocare:
piú di 18 partite a stagione, club e nazionale
piú di 4 partite di fila
deve osservare un periodo di no contact di 2 settimane ogni 6 settimane
Ripeto i numeri sono puramente indicativi per spiegare l'idea, non contestatemi i numeri ma in caos l'idea per piacere, i numeri ripeto di nuovo sono indicativi
Una cosa scritta nell'articolo non mi risulta assolutamente, che nel football americnao NFL (che seguo) siano "contingentate" il numero di partite, anzi dalla scorsa astagione ogni squadra ne gioca una in piú a dirla tutta, ed i giocatori possono giocarle tutte. Non so in NCAA peró.
Attenzione parlo partite non allenamenti.
Sulla NFL ci sarebbe da dire in caso in maniera piú importante che hanno lavorato molto sul regolamento: vietati i contatti "di casco", in sostanza quei placaggi di testa/casco non si possono piú fare, e non puoi andare acontatto sulla etsta/casco.
I QB che erano tra i piú sogegtti in particolare causa placcaggi frontali non alla testa ma che avevano colpi di frusta devastanti sono ultra-protetti ora.
Altra cosa, lo vogliamo togliere quella pagliacciata dell'HIA? Se arriviamo al punto di mandare uno fuori per sospetta concussion che resti fuori, punto fine, poi se vogliono fare test a 48 e 72 ore non sono medico per dire che non valgono, ma iniziamo con un bel "sei sospetto, stai fuori il resto del match".
E qui altra imprecisione dell'articolo su OR, il nuovo protocollo prevede test a 48 e 72 ore perché si ritiene che in partita stanchezza, adrenalina ed altre cose possano influire sul test HIA, Sexton é rientrato perché ha passato quei 2 test a 48 e 72 ore cosa che l'articolo non specifica continuando zoticonamente a spargere false informazioni.
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Re: danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Più che numero massimo di partite parlerei di minuti di gioco ma, ripeto, mi focalizzerei soprattutto sugli allenamenti.
Di partite ne fai una alla settimana, di allenamenti con pieno contatto alcuni club li fanno tutti i giorni
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Re: danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Che è una delle tante esigenze/conseguenze del professionismoGarry ha scritto: 18 lug 2022, 19:28 Più che numero massimo di partite parlerei di minuti di gioco ma, ripeto, mi focalizzerei soprattutto sugli allenamenti.
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Re: danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Un club professionistico l'anno scorso hanno vinto un campionato professionistico riducendo del 90% il contatto negli allenamenti.jpr williams ha scritto: 18 lug 2022, 19:40 Che è una delle tante esigenze/conseguenze del professionismo
https://www.rugbypass.com/news/the-secr ... formation/
Meno di un anno fa World Rugby ha pubblicato delle linee guida sugli allenamenti con contatto:Garry ha scritto: 18 lug 2022, 19:28 Più che numero massimo di partite parlerei di minuti di gioco ma, ripeto, mi focalizzerei soprattutto sugli allenamenti.
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Recommended contact training limits for the professional game are:
- Full contact training: maximum of 15 minutes per week across a maximum of two days per week with Mondays and Fridays comprising zero full contact training to allow for recovery and preparation
- Controlled contact training: maximum of 40 minutes per week
- Live set piece training: maximum of 30 minutes set piece training per week is advised
https://www.world.rugby/news/664156/pla ... ining-load
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Re: danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Le norme - da profano - sembrano più che corrette, ma vorrei vedere in quanti le applicano
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Re: danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
Abbiamo giá discusso delle linee guida WR sugli allenamenti, finché sono linee guida consigliate peró hai una Federazione che le prende in prova (IRFU) ed altre che le ignorano, proviamole 2-3 stagioni come direttive regolamentari e poi facciamo i conti.Garry ha scritto: 18 lug 2022, 19:28 Più che numero massimo di partite parlerei di minuti di gioco ma, ripeto, mi focalizzerei soprattutto sugli allenamenti.
Di partite ne fai una alla settimana, di allenamenti con pieno contatto alcuni club li fanno tutti i giorni
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