IPOTESI ASSURDA....CELTIC LEAGUE
Moderatore: Emy77
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IPOTESI ASSURDA....CELTIC LEAGUE
nel mentre degli esperimenti mi sono ribalzate alla mente le grandi discussioni sulla celtic leage e l'intervista di kirwan dopo il 6N.
mi chiedo, visto che se non mi sbaglio anche berbizier si è espresso a favore di creare selezioni, senza entrare nel discorso di quali slezioni e città
1- se ci fosse una selezione in grado di entrare nelle prime 4 della celtic league
2-visto che tutti in nazionali sono all'estero se varebbe la pena di richiamarli o di crescere di nuovi
3-chi sarebbero i 120 atleti
4-se saremmo capcaci di attirare giocatori di calibro come marshall e cullen alla fine dellle loro carriere AB
mi chiedo, visto che se non mi sbaglio anche berbizier si è espresso a favore di creare selezioni, senza entrare nel discorso di quali slezioni e città
1- se ci fosse una selezione in grado di entrare nelle prime 4 della celtic league
2-visto che tutti in nazionali sono all'estero se varebbe la pena di richiamarli o di crescere di nuovi
3-chi sarebbero i 120 atleti
4-se saremmo capcaci di attirare giocatori di calibro come marshall e cullen alla fine dellle loro carriere AB
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Radagast
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RE: IPOTESI ASSURDA....CELTIC LEAGUE
già che siamo in argomento...la fantomatica Rainbow cup di cui si favoleggiava lo scorso anno è stata definitivamente abbandonata o si è preferita un'agonia nell'oblio più discreto?

…. perché chi combatterà ivi sarà per noi per sempre fratello e, per quanto sia di umile campionato,
questo giorno lo eleverà al disopra di qualsiasi professionista..
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issor
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RE: IPOTESI ASSURDA....CELTIC LEAGUE
Il problema per la Benetton è il pubblico, ormai riesce a riempire (e non sempre) decentemente lo stadio soltanto in occasione della Heineken cup. Quindi la Celtic League sarebbe la soluzione ottimale, richiamando un gran numero di spettatori. La Benetton avrebbe un budget praticamente illimitato (o limitato solo dalla volontà della proprietà) ed i giocatori attuali e futuri non mancherebbero di certo...
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ItalianRugbyFriends
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RE: IPOTESI ASSURDA....CELTIC LEAGUE
Per me selezioni, o supersquadre si possono creare solo se il ritorno di immagine e la qualità del campionato è interessante per i giocatori. Creare una celtic league con squadre o selezioni italiane sarebbe un modo ottimo per far crescere il movimento in Italia, per avvicinare più giovani al rugby e per invogliare campioni di tutto il mondo a giocare in Italia. E, sono convinto, che 3/4 formazioni in celtic league potrebbero far crescere il livello anche dei vari campionati italiani, oltre che a far scappare meno campioni all'estero, come negli ultimi anni.
Ma per farlo ci vuole la volontà politica delle varie società e della federazione... ci sarà?
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pullo
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Non capisco come si faccia a dire che il rugby italiano possa crescere con alcune squadre che fanno la celtic league e altre che fanno il super 10..va là che se i nostri club investissero più soldi e voglia nel fare crescere i giovani (conseguenza campionato migliore, miglior figura a livello europeo con con coppe e nazionale) questo discorso non andrebbe nemmeno avanti...
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ItalianRugbyFriends
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per investire servono soldi, per aver soldi servono sponsor, per avere sponsor serve ritorno d'immagine, quindi tv e pubblicità... che in Italia purtroppo ha solo il calcio. Per questo avere delle formazioni in celtic league garantirebbe pubblicità, introiti, sponsor... quindi investimenti nel settore giovanile, quindi miglioramento anche delle squadre inferiori e crescita globale del movimento.
E' brutto dirlo, ma senza soldi non si costruisce nulla.
E restando chiusi nel nostro piccolo mondo italiano di soldi non ne vedranno mai le società di rugby...
E' bello essere idealisti... ma non aiuta a far crescere il rugby in Italia, le nostre squadre e la nazionale!
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danci
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è quello che succede in Irlanda, Scozia, Galles... ma forse sono loro che non hanno capito niente e invece noi, che tentiamo di copiare inglesi e francesi, quelli che hanno capito tutto...pullo ha scritto:Non capisco come si faccia a dire che il rugby italiano possa crescere con alcune squadre che fanno la celtic league e altre che fanno il super 10
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danci
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benettonfc
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leo_caviola
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E se invece la Federugby chiedesse di far partecipare ad una Celtic League allargata, sempre si delle selezioni nazionali ... ma del tipo NordItay e Centersouth Italy ?? cioè con selezioni di giocatori italiani e stranieri, super10 e Serie A convocabili in base alla geografia della loro squadra di appartenenza.
Si darebbe modo anche a giocatori (anche stranieri) fortissimi relegati in Serie A, sto pensando alla Capitolina, di partecipare a competizioni europee.
Si darebbe modo anche a giocatori (anche stranieri) fortissimi relegati in Serie A, sto pensando alla Capitolina, di partecipare a competizioni europee.
www.rugbyxever.net
di tutto un pò e un pò di tutto sul rugby nazionale ed internazionale, nazionali e club.
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issor
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leo_caviola
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Scusa ma come fanno in Irlanda ??
Dove i giocatori sono tesserati per le loro squadre di club (Cork, Ballymena, shannon, Dungannon, Bruff, Galwegians ecc) in Divisione One, 2 e 3 per poi essere chiamati sulla falsa riga di una convocazione nazionale nei vari Munster, Leicester, Ulster ....
Vatti a leggere il mensile Rugby! di Marzo dove appunto si evincono le squadre di appartenenza di ogni singolo irlandese e le rispettive rappresentanze regionali/provinciali per le quali vengono chiamati.
La Capitolina non deve tirare fuori neanche una lira.
Dove i giocatori sono tesserati per le loro squadre di club (Cork, Ballymena, shannon, Dungannon, Bruff, Galwegians ecc) in Divisione One, 2 e 3 per poi essere chiamati sulla falsa riga di una convocazione nazionale nei vari Munster, Leicester, Ulster ....
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ItalianRugbyFriends
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Il problema degli stipendi nascerà comunque in un secondo tempo, e non lo vedo così terribile.
Entrando in Celtic League
1. le 4 formazioni avrebbero un contratto con Sky da favola.
2. altri soldi arriverebbero da sponsor e pubblicità varie
3. il movimento crescerebbe e crescerebbe il pubblico, quindi, più introiti
e di conseguenza
1. i 'superteam' potrebbero accollarsi buona parte degli stipendi dei 'campioni' selezionati
2. anche le serie minori avrebbero più visibilità e potrebbero veder aumentare il pubblico
3. magari riusciamo a non far emigrare i nostri giocatori, con conseguente miglioramento del Super10, e quindi ancora maggior pubblico e introiti...
io ho paura che queste paure siano sintomo di provincialismo...
Entrando in Celtic League
1. le 4 formazioni avrebbero un contratto con Sky da favola.
2. altri soldi arriverebbero da sponsor e pubblicità varie
3. il movimento crescerebbe e crescerebbe il pubblico, quindi, più introiti
e di conseguenza
1. i 'superteam' potrebbero accollarsi buona parte degli stipendi dei 'campioni' selezionati
2. anche le serie minori avrebbero più visibilità e potrebbero veder aumentare il pubblico
3. magari riusciamo a non far emigrare i nostri giocatori, con conseguente miglioramento del Super10, e quindi ancora maggior pubblico e introiti...
io ho paura che queste paure siano sintomo di provincialismo...
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dinozocc
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Ragazzi scusate se vi porto coi piedi per terra.
Prima che apriste questa discussione già ce n'era stata una a seguito delle decisione della fir, lire. Alla fine tutti che figo che figo e poi la solita soluzione FIR Lire, NIENTE!
Due passi da Gazzettino e Giornale di Brescia
Se passerà la proposta il campionato perderà valore. L'ennesima scorciatoia dopo la cancellazione del torneo Under 21.
Domani a Parma la decisione del consiglio federale. Il vicepresidente Gavazzi: «Da definire i termini tecnici ed economici».
Torna l'ipotesi di partecipazione delle squadre italiane alla Celtic League dalla prossima stagione. Data per scontata dal presidente federale Dondi alla presentazione del Super 10, posta in un cassetto pochi giorni dopo, l'idea sarà all'esame del consiglio federale che domani si riunirà a Parma. Lo annuncia la Fir: "Tra i punti all'ordine del giorno il principale riguarda la partecipazione di squadre italiane alla Celtic League, aspetto su cui il governo del rugby italiano dovrà esprimersi in modo definitivo".
Sulla vicenda ha parlato anche Alfredo Gavazzi, vicepresidente federale e "boss" del Ghial Calvisano, in un'intervista al Giornale di Brescia: «Per me la Celtic League si farà. I dirigenti della Celtic League hanno sempre detto che la partecipazione delle nostre squadre, di fatto, è accettata. Restano da definire i termini tecnici ed economici per i quali la risposta arriverà a metà novembre». Inoltre ha parlato anche dei campionato. «Le prime quattro del Super 10 faranno la Celtic League, le prime cinque della serie A saranno promosse in Eccellenza. Le regole sono state deliberate durante l'estate». Ed ha "tuonato" anche contro altri club del Super 10. «A quanto mi risulta eravamo tutti d'accordo. Non solo Calvisano, Treviso e Viadana, per evidenti motivi di organico e struttura. Gli altri, da Rovigo a Padova, aspettano solo di liberarsi di noi, in modo da riequilibrare un torneo che ormai va a due velocità. Il problema non è la Celtic League. L'obiettivo è migliorare la qualità del rugby italiano. Quella di mandare le migliori quattro a giocare all'estero era una prima soluzione. Contemporaneamente bisogna lavorare sugli allenatori, i giovani, le strutture, altrimenti anche la Celtic League non serve a niente». Poi ha bocciato le selezioni. «Non fanno parte della nostra cultura, mi sembrano una strada improbabile».
Affermazioni "pesanti" alla vigilia del consiglio federale che potrebbe prendere decisioni storiche per il rugby italiano, affossandone di fatto il campionato. Appare sempre più concreta l'ipotesi che innanzi ai problemi del rugby tricolore si prenda l'ennesima scorciatoia (è ancora incomprensibile la cancellazione del torneo Under 21), senza invece un vero e serio progetto pluriennale di rilancio della base e dell'intero movimento che non riscuote più interesse e non attrae, basti vedere la scarsa presenza di spettatori sugli spalti, anche di fronte all'entrata gratuita varata al Battaglini.
Ad esempio, nell'emisfero sud i giocatori di interesse nazionale giocano in patria e sono sotto contratto con le federazioni con il risultato di avere tornei competitivi, in Italia, invece, si sperperano risorse per il carrozzone Fir, si incoraggiano i giocatori a trasferirsi all'estero e non si fa nulla affinché i club meno quotati possano trattenere i propri migliori elementi.
Questa dal giornale di brescia:
Il Consiglio Federale vota il «no» definitivo
Cala definitivamente il sipario sul progetto di partecipazione italiana alla Celtic League. Il Consiglio Federale della Federazione Italiana Rugby, riunito venerdì a Parma sotto la presidenza di Giancarlo Dondi, ha deciso per il no senza appello. Il motivo della decisione - recita la nota della Fir - è dovuto al fatto che, ad oggi, l’organizzazione del suddetto Torneo non ha ancora fornito una risposta affermativa all’ingresso delle formazioni italiane nella competizione.
Pertanto, per consentire la regolarità dei campionati, non possono essere cambiate le regole in corso d’opera. Il Consiglio Federale ha inoltre indicato nelle persone del vice-presidente Nino Saccà e del consigliere Alessio Distinto i membri delegati presso il Comitato delle 6 Nazioni. Saccà prende il posto di Alfredo Gavazzi, che ha rinunciato all’incarico e del quale, a questo punto, si profilano anche le possibili dimissioni da consigliere responsabile per le questioni tecniche. Gavazzi era stato il principale fautore del progetto di partecipazione delle squadre italiane alla Celtic League. «Avevo convocato appositamente questo Consiglio Federale perché l’argomento era di assoluta importanza politica per la Fir - ha spiegato il presidente Dondi -. L’argomento è stato ampiamente dibattuto. Rispetto la decisione presa, poiché è stata ritenuta la migliore dalla maggior parte dei componenti del Consiglio». «Il rugby italiano ha bisogno di crescere - ha replicato Gavazzi -. La Celtic League era una proposta, non necessariamente la migliore. Prendo atto della decisione del Consiglio federale e, a questo punto, aspetto di vedere quali sono le alternative».
Prima che apriste questa discussione già ce n'era stata una a seguito delle decisione della fir, lire. Alla fine tutti che figo che figo e poi la solita soluzione FIR Lire, NIENTE!
Due passi da Gazzettino e Giornale di Brescia
Se passerà la proposta il campionato perderà valore. L'ennesima scorciatoia dopo la cancellazione del torneo Under 21.
Domani a Parma la decisione del consiglio federale. Il vicepresidente Gavazzi: «Da definire i termini tecnici ed economici».
Torna l'ipotesi di partecipazione delle squadre italiane alla Celtic League dalla prossima stagione. Data per scontata dal presidente federale Dondi alla presentazione del Super 10, posta in un cassetto pochi giorni dopo, l'idea sarà all'esame del consiglio federale che domani si riunirà a Parma. Lo annuncia la Fir: "Tra i punti all'ordine del giorno il principale riguarda la partecipazione di squadre italiane alla Celtic League, aspetto su cui il governo del rugby italiano dovrà esprimersi in modo definitivo".
Sulla vicenda ha parlato anche Alfredo Gavazzi, vicepresidente federale e "boss" del Ghial Calvisano, in un'intervista al Giornale di Brescia: «Per me la Celtic League si farà. I dirigenti della Celtic League hanno sempre detto che la partecipazione delle nostre squadre, di fatto, è accettata. Restano da definire i termini tecnici ed economici per i quali la risposta arriverà a metà novembre». Inoltre ha parlato anche dei campionato. «Le prime quattro del Super 10 faranno la Celtic League, le prime cinque della serie A saranno promosse in Eccellenza. Le regole sono state deliberate durante l'estate». Ed ha "tuonato" anche contro altri club del Super 10. «A quanto mi risulta eravamo tutti d'accordo. Non solo Calvisano, Treviso e Viadana, per evidenti motivi di organico e struttura. Gli altri, da Rovigo a Padova, aspettano solo di liberarsi di noi, in modo da riequilibrare un torneo che ormai va a due velocità. Il problema non è la Celtic League. L'obiettivo è migliorare la qualità del rugby italiano. Quella di mandare le migliori quattro a giocare all'estero era una prima soluzione. Contemporaneamente bisogna lavorare sugli allenatori, i giovani, le strutture, altrimenti anche la Celtic League non serve a niente». Poi ha bocciato le selezioni. «Non fanno parte della nostra cultura, mi sembrano una strada improbabile».
Affermazioni "pesanti" alla vigilia del consiglio federale che potrebbe prendere decisioni storiche per il rugby italiano, affossandone di fatto il campionato. Appare sempre più concreta l'ipotesi che innanzi ai problemi del rugby tricolore si prenda l'ennesima scorciatoia (è ancora incomprensibile la cancellazione del torneo Under 21), senza invece un vero e serio progetto pluriennale di rilancio della base e dell'intero movimento che non riscuote più interesse e non attrae, basti vedere la scarsa presenza di spettatori sugli spalti, anche di fronte all'entrata gratuita varata al Battaglini.
Ad esempio, nell'emisfero sud i giocatori di interesse nazionale giocano in patria e sono sotto contratto con le federazioni con il risultato di avere tornei competitivi, in Italia, invece, si sperperano risorse per il carrozzone Fir, si incoraggiano i giocatori a trasferirsi all'estero e non si fa nulla affinché i club meno quotati possano trattenere i propri migliori elementi.
Questa dal giornale di brescia:
Il Consiglio Federale vota il «no» definitivo
Cala definitivamente il sipario sul progetto di partecipazione italiana alla Celtic League. Il Consiglio Federale della Federazione Italiana Rugby, riunito venerdì a Parma sotto la presidenza di Giancarlo Dondi, ha deciso per il no senza appello. Il motivo della decisione - recita la nota della Fir - è dovuto al fatto che, ad oggi, l’organizzazione del suddetto Torneo non ha ancora fornito una risposta affermativa all’ingresso delle formazioni italiane nella competizione.
Pertanto, per consentire la regolarità dei campionati, non possono essere cambiate le regole in corso d’opera. Il Consiglio Federale ha inoltre indicato nelle persone del vice-presidente Nino Saccà e del consigliere Alessio Distinto i membri delegati presso il Comitato delle 6 Nazioni. Saccà prende il posto di Alfredo Gavazzi, che ha rinunciato all’incarico e del quale, a questo punto, si profilano anche le possibili dimissioni da consigliere responsabile per le questioni tecniche. Gavazzi era stato il principale fautore del progetto di partecipazione delle squadre italiane alla Celtic League. «Avevo convocato appositamente questo Consiglio Federale perché l’argomento era di assoluta importanza politica per la Fir - ha spiegato il presidente Dondi -. L’argomento è stato ampiamente dibattuto. Rispetto la decisione presa, poiché è stata ritenuta la migliore dalla maggior parte dei componenti del Consiglio». «Il rugby italiano ha bisogno di crescere - ha replicato Gavazzi -. La Celtic League era una proposta, non necessariamente la migliore. Prendo atto della decisione del Consiglio federale e, a questo punto, aspetto di vedere quali sono le alternative».
Noi siamo realisti, esigiamo l'impossibile