hakamate ha scritto:io direi altra cosa...
che il nome d Rovigo ..con la attuale "progetto"..non riesce trasmettere nulla dei valori di rovigo
cosi siete costretti di ingaggiare 7-9 agentini..con stipendi veramente di ridicolo....
c'e una ricerca DISESPERATO NEL ROVIGO PER "PASAPORTE" italaini...
ma NON GIOCATE EN ITALIA??
come mai che nessun giocatore italiano DOC vuole avvicinarse a questo progetto gia fallito?
Argentini di 22 anni, 3 fratelli etc.. con tutti i promessi del mondo?
non incolpa i tifosi...incolpo GRAVEMEMENTE I "PROCURATACCI" CHE FANNO MERCATO EN ARGENTINA A QUALSISA PREZZO
un vergogna
senza sponsor nei soli..altRA VOLTA AVETE INIZIATI UN NUOVA EPISODIO DEL PI GROSSOLANA FARSA!
Il tuo mi sembra un accanimento, peraltro verso la società sbagliata. Quante squadre di S10 hanno la maggioranza di atleti italiani nella rosa?
Questa nuova compagine dirigenziale sta tentando di allestire a tempo di record una formazione per una salvezza tranquilla, dando peraltro spazio a molti giovani. Non vedo perchè gli si debba dare addosso così da subito.
Riporto qui alcune parole del neopresidente UGO TADDEO, apparse su LA NUOVA FERRARA:
"Rovigo è una società a cui io, noi, siamo stati molto legati nel bene e nel male e quando
una società in crisi, non tecnica, perché quello che ho visto in questi primi giorni è più che consolante, e nemmeno economica, dato che mi è stato assicurato un budget con il quale il Top Ten lo facciamo in tranquillità garantendo anche sulla situazione debitoria passata, ha chiesto aiuto con umiltà ad un vecchio rugbista testardo abruzzese, ho detto che ci pensavo. Lo stimolo era potente e la mia convinzione di vita che mi dice che davanti alle sfide si può vincere o perdere ma non scappare, mi ha indotto ad accettare.
(...) I rapporti con Nalio in particolare sono consolidati da quasi 30 anni e questo è stato uno dei motivi vincenti dell’operazione; gli altri sono persone conosciute che reputo con voglia di fare e dare. Da notizie che ho ricevuto, la federazione è contenta del salvataggio del rugby a Rovigo che è un patrimonio che va oltre ai confini polesani o veneti. Le difficoltà ci sono; a differenza dell’anno della A a Ferrara, dove una volta deciso, alle spalle c’era tutto (segreteria, uomini sugli impianti, mezzi, eccetera) oggi a Rovigo non sappiamo chi taglierà l’erba del campo o chi farà funzionare l’irrigazione… Noi dal punto di vista della “sfida” siamo un passo più indietro rispetto a Ferrara, ma noi vogliamo vincerla, dentro e fuori dal campo.”