Il rugby italiano è pronto al grande salto?
Moderatore: Emy77
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MT
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Il rugby italiano è pronto al grande salto?
Vorrei chiedervi: secondo voi la FIR, le squadre di S10 fino a quelle di serie C ma soprattutto i tifosi italiani di rugby sono pronti ad un eventuale “grande salto” del rugby in Italia?
Quando parlo di "grande salto" non mi riferisco a quello sul campo da gioco e, quindi, non parlo dei risultati della nazionale e delle squadre italiane in coppa, ma mi riferisco alla maggiore visibilità, maggiore affluenza di pubblico, maggiore interesse dei media… ecc…ecc…
E’ ciò che mi chiedo spesso leggendo i commenti del “popolo” italiano su questo forum.
Si parla tanto infatti di come si può pubblicizzare e diffondere il rugby in Italia, ma poi mi sembra che si tenda a rimanere una casta chiusa.
Si vorrebbe avvicinare al rugby anche quelli che non hanno una famiglia rugbistica, un passato rugbistico ma poi vedo che si è sempre un po’ diffidenti nei confronti di questi tifosi.
Ed ancora: si vorrebbe che le nostre squadre fossero competitive al livello internazionale ma poi si criticano alcuni aspetti del rugby professionistico e si tende a rimpiangere la bellezza del rugby amatoriale.
Capisco che il rugby amatoriale e di pochi ha tutto un altro fascino, ma è un po’ come il giorno di festa nei piccoli paesini di provincia e nelle grandi città: ha un “sapore” diverso ma non per questo nelle grandi città è meno bello.
Allora vi domando: il popolo italiano del rugby è pronto ad andare nelle grandi città ed accettare gli aspetti positivi e soprattutto quelli negativi che ciò comporta?
Secondo me questa è una domanda che ci dovremmo porre.
Inutile infatti criticare FIR e squadre se non fanno nulla per diffondere il rugby in Italia se poi chi fa parte del rugby non è pronto ad accettare i cambiamenti e ad aprire le porte agli altri.
Siamo veramente pronti al "grande salto"?
Quando parlo di "grande salto" non mi riferisco a quello sul campo da gioco e, quindi, non parlo dei risultati della nazionale e delle squadre italiane in coppa, ma mi riferisco alla maggiore visibilità, maggiore affluenza di pubblico, maggiore interesse dei media… ecc…ecc…
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Si parla tanto infatti di come si può pubblicizzare e diffondere il rugby in Italia, ma poi mi sembra che si tenda a rimanere una casta chiusa.
Si vorrebbe avvicinare al rugby anche quelli che non hanno una famiglia rugbistica, un passato rugbistico ma poi vedo che si è sempre un po’ diffidenti nei confronti di questi tifosi.
Ed ancora: si vorrebbe che le nostre squadre fossero competitive al livello internazionale ma poi si criticano alcuni aspetti del rugby professionistico e si tende a rimpiangere la bellezza del rugby amatoriale.
Capisco che il rugby amatoriale e di pochi ha tutto un altro fascino, ma è un po’ come il giorno di festa nei piccoli paesini di provincia e nelle grandi città: ha un “sapore” diverso ma non per questo nelle grandi città è meno bello.
Allora vi domando: il popolo italiano del rugby è pronto ad andare nelle grandi città ed accettare gli aspetti positivi e soprattutto quelli negativi che ciò comporta?
Secondo me questa è una domanda che ci dovremmo porre.
Inutile infatti criticare FIR e squadre se non fanno nulla per diffondere il rugby in Italia se poi chi fa parte del rugby non è pronto ad accettare i cambiamenti e ad aprire le porte agli altri.
Siamo veramente pronti al "grande salto"?
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Milena
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Re: Il rugby italiano è pronto al grande salto?
L'interesse dei media (rai e mediaset) per il rugby mi pare siano quasi esclusivamente rivolti ai riccioli biondi di Bergamirco e Brother & Co. (nulla di personale). Le uniche reti "serie" che dedicano parte del loro palinsesto sono Sky, ESPN, Eurosport, ReteBrescia, forse RAI Soprt Satellite ai tempi, Sport Italia e naturalmente i nostri amici di La7...e come potete notare sono quasi tutti satellitari.....quindi teoricamente mio Zio (esempio di italiano medio) non li vedrebbe....MT ha scritto: Quando parlo di "grande salto" non mi riferisco a quello sul campo da gioco e, quindi, non parlo dei risultati della nazionale e delle squadre italiane in coppa, ma mi riferisco alla maggiore visibilità, maggiore affluenza di pubblico, maggiore interesse dei media… ecc…ecc…
E’ ciò che mi chiedo spesso leggendo i commenti del “popolo” italiano su questo forum.
Per pubblicizzare il rugby in italia non serve la Tv quella verrà da sè quando il profumo dei soldi si alzerà nell'aria...credo che la cosa migliore sia iniziare dai più piccoli nelle scuole, esempio che vi posso citare è il Rugby Monza che con un progetto ben preciso sta coinvolgendo circa 1.200 ragazzi.... (io conosco questo in quando è la realtà a me più vicina ma non è l'unico club che fa ciò).MT ha scritto: Si parla tanto infatti di come si può pubblicizzare e diffondere il rugby in Italia, ma poi mi sembra che si tenda a rimanere una casta chiusa.
Si vorrebbe avvicinare al rugby anche quelli che non hanno una famiglia rugbistica, un passato rugbistico ma poi vedo che si è sempre un po’ diffidenti nei confronti di questi tifosi.
Ogni disciplina ha i suoi problemi....sulla bellezza di quello amatoriale non si discute però è chiaro che a livello amatoriale il rugby ci perde rispetto al calcio (esempio che non piace a tutti lo so), un bambino in generale che vuole iniziare uno sport raramente dice: "Mamma voglio giocare a rugby!", ma piuttosto: "Mamma voglio diventare come Cannavaro, Totti, Ronaldinho!". Per questo qualcuno dirà: " Ecco perchè serve la Tv, per pubblicizzare!". Sì, ma se poi un ragazzino per trovare una squadra deve farsi 50km di strada.....di sola andata....MT ha scritto: Ed ancora: si vorrebbe che le nostre squadre fossero competitive al livello internazionale ma poi si criticano alcuni aspetti del rugby professionistico e si tende a rimpiangere la bellezza del rugby amatoriale.
Capisco che il rugby amatoriale e di pochi ha tutto un altro fascino, ma è un po’ come il giorno di festa nei piccoli paesini di provincia e nelle grandi città: ha un “sapore” diverso ma non per questo nelle grandi città è meno bello.
Chiaro che se il rugby da qui a 10 anni aumenta il numero dei tifosi...aumenta come dici tu anche quello dei prezzi e la gente da gestire...magari di cultura calciofila....MT ha scritto: Allora vi domando: il popolo italiano del rugby è pronto ad andare nelle grandi città ed accettare gli aspetti positivi e soprattutto quelli negativi che ciò comporta?
Secondo me questa è una domanda che ci dovremmo porre.
Inutile infatti criticare FIR e squadre se non fanno nulla per diffondere il rugby in Italia se poi chi fa parte del rugby non è pronto ad accettare i cambiamenti e ad aprire le porte agli altri.
Siamo veramente pronti al "grande salto"?
Io non provengo da una famiglia "rugbistica" anzi tutt'altro (non nomino più quello sport se no mi si scatena contro il putiferio) ...però mai nessuno ha mai mostrato di non gradire la mia presenza o dei miei amici alle partite...di questa cosa non sono al corrente però mi fido di te...ci credo...
Bhè non so rispondere a quest'ultima domanda...ti direi che mi sembra ingiusto che il rugby non abbia tutta la visibilità che merita però devo ammettere che pensare che un giorno (pura ipotesi utopica volutamente esagerata) per andare a vadere il Calvisano dovrei farmi tutti gli sbattimenti come quando devo andare a San Siro...o entrare in una edicola e vedere che su Novella 7523 ci sono le immagini dei nostri ragazzi (io non ce l'ho con voi ve lo giuro!!) ....allora preferisco che rimanga così....pochi ma buoni...
PS: io non disprezzo il calcio anche se amo il rugby quindi passatemi gli esempi calcistici e gli Orrori ortigrafici...
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Radagast
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RE: Re: Il rugby italiano è pronto al grande salto?
Bello un 3d cosi intimista il 16 Agosto.....sarà il freddo, sarà la vago senso di giovinezza trascorsa e passata (quasi un ritorno a scuola) ma mi sento chiamato ad intervenire.
essendo figlio del rugby di provincia nato tra fango e tribune (quando c'erano) con quattro pensionati e due fidanzate, cresciuto tra grandi amicizie e finte rivalità, ed infine senescente tra nuova generazione di allenatori e preparatori atletici credo di avere una visione assolutamente di parte...certo è dura vedere svenduta la ns (sedicente) nobiltà nella nuova schiatta di giocatori che hanno in mente solo il risultato e la realizzazione personale.
La mia prima risposta sarebbe quindi NO!...ma in fondo sento che siamo noi a non essere pronti (o disposti?) forse gli altri lo sono ed è bene che sia così. Semplicemente stiamo parlando di due mondi diversi, se riusciremo a convivere e se il nuovo mondo non cercherà di "formattarci" allora forse la struttura reggerà.
Nb. il problema è tutto nostro, non esiste reale concorrenza con il calcio, quando (e se) collettivamente opteremo per una diffusione della visione allora potremo avere obbiettivi di alto livello.
essendo figlio del rugby di provincia nato tra fango e tribune (quando c'erano) con quattro pensionati e due fidanzate, cresciuto tra grandi amicizie e finte rivalità, ed infine senescente tra nuova generazione di allenatori e preparatori atletici credo di avere una visione assolutamente di parte...certo è dura vedere svenduta la ns (sedicente) nobiltà nella nuova schiatta di giocatori che hanno in mente solo il risultato e la realizzazione personale.
La mia prima risposta sarebbe quindi NO!...ma in fondo sento che siamo noi a non essere pronti (o disposti?) forse gli altri lo sono ed è bene che sia così. Semplicemente stiamo parlando di due mondi diversi, se riusciremo a convivere e se il nuovo mondo non cercherà di "formattarci" allora forse la struttura reggerà.
Nb. il problema è tutto nostro, non esiste reale concorrenza con il calcio, quando (e se) collettivamente opteremo per una diffusione della visione allora potremo avere obbiettivi di alto livello.

…. perché chi combatterà ivi sarà per noi per sempre fratello e, per quanto sia di umile campionato,
questo giorno lo eleverà al disopra di qualsiasi professionista..
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Milena
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Re: RE: Re: Il rugby italiano è pronto al grande salto?
Rivalità implicita ed indiretta......questo intendevo forse nn mi ero spiegata bene....secondo me c'è....Radagast ha scritto: Nb. il problema è tutto nostro, non esiste reale concorrenza con il calcio, quando (e se) collettivamente opteremo per una diffusione della visione allora potremo avere obbiettivi di alto livello.
Ultima modifica di Milena il 16 ago 2006, 12:09, modificato 1 volta in totale.
- Tanu
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RE: Re: Il rugby italiano è pronto al grande salto?
scusa Andrea ma non ho capito una cosa: venerdì sera in pizzeria ci siete o no coi sopravvissuti (al Ferragosto) del minirugby???
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Milena
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RE: Re: Il rugby italiano è pronto al grande salto?
TANU! non andiamo Off Topic!
Andrea mandagli un pvt o un sms...su ....grazie...
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MiLeNa
- Tanu
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RE: Re: Il rugby italiano è pronto al grande salto?
EH VA BEH, ERA UN 3D COSI' INTIMISTA........ VISTO CHE ALLE MAIL PRIVATE NON RISPONDE, PROVAVO DAL FORUM...
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gepop
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RE: Re: Il rugby italiano è pronto al grande salto?
purtroppo molto ignoranti credono che il rugby sia come il football americano o anche peggio...cazzotti, pugni e che si giochi solo per farsi male, anche se a rugby non si è mai visto uno che si rompe tibia e perone, molti genitori costringono i loro figli a rinunciare al rugby proprio per paura degli infortuni....allora forse farebbero meglio a legarli a una sedia e non farli uscire neanche di casa...
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Milena
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RE: Re: Il rugby italiano è pronto al grande salto?
EH VA BEH, ERA UN 3D COSI' INTIMISTA........ VISTO CHE ALLE MAIL PRIVATE NON RISPONDE, PROVAVO DAL FORUM...
Ma da che pulpito....tu invece sei uno che risponde sempre alle mail vero.....(ihih)
Sei perdonato...non verrai epurato.....ma lasciarci un commento su cosa ne pensi?
Il popolo chiede lintervento del Grande capo Jedi Tanu Pal.mi.Otto
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teodoro
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RE: Re: Il rugby italiano è pronto al grande salto?
secondo me,al cosiddetto Grande Salto non siamo ancora pronti...per quanto la nostra nazionale possa giocare bene e soprattutto vincere,il Super 10 deve essere il motore del cambiamento..piu giocatori italiani,meno stranieri ma con piu qualità(lo so,è un discorso vecchio!)...la gente esterna al rugby difficilmente dice..ohhh,oggi mi vado proprio a vedere Petrarca-Calvisano(esempio stupido,intendo qualsiasi partita)..manca la propaganda..il solo mezzo per diffondere il rugby,è la tv..inutile dirlo,ma è cosi!
per fare il grande salto ci vuole il sostegno(economico e fisico) del pubblico,cosa che in italia non c'è..nel S10 abbiamo una media di 2500-3500 persone,con punte di 7000 nel Catania della prima stagione in S10..troppo pochi....se queste persone riempissero gli stadi andrebbe tutto bene,ma purtroppo non è cosi!quindi non c'è il problema della disponibilità dei posti..non so,io sono pessimista su questo argomento!
per fare il grande salto ci vuole il sostegno(economico e fisico) del pubblico,cosa che in italia non c'è..nel S10 abbiamo una media di 2500-3500 persone,con punte di 7000 nel Catania della prima stagione in S10..troppo pochi....se queste persone riempissero gli stadi andrebbe tutto bene,ma purtroppo non è cosi!quindi non c'è il problema della disponibilità dei posti..non so,io sono pessimista su questo argomento!
Rugby is life..play it!
- Tanu
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Re: RE: Re: Il rugby italiano è pronto al grande salto?
Ma da che pulpito....tu invece sei uno che risponde sempre alle mail vero.....(ihih)
Sei perdonato...non verrai epurato.....ma lasciarci un commento su cosa ne pensi?
Il popolo chiede lintervento del Grande capo Jedi Tanu Pal.mi.Otto[/quote]
ehm, tralasciando le diatribe personali con Milena, credo che il rugby a fatica stia crescendo. Io posso parlare per la nostra piccola realtà: se penso che 4 anni fa il Monza era defunto e quello che è oggi, beh direi che il rugby qua è cresciuto e tanto. Ma ci sono tantissime realtà che stanno lavorando benissimo sul territorio (parlo di realtà "nuove", non le solite conosciute ai più) e mi vengono in mente Vicenza, Reggio Emilia, Ragusa, Asti, Biella, Colleferro e tante altre. Credo che vadano incoraggiate le Società che operano nel territorio per la diffusione della cultrua rugbistica, ovvero che vanno e lavorano nelle scuole non per una mera opera di reclutamento, ma per diffondere il verbo del rugby: più gente conosce il rugby, meno ostacoli )anche psicologici come fa giustamente notare l'amico di Milazzo) alla diffusione.
Un ultimo spunto di riflessione: noi lavoriamo già con le prime elementari e molti ci danno dei pazzi, che dovremmo focalizzarci sulle medie etc etc.
Io sono e resto convinto che un buon atleta lo peschi a 6 anni: se inizi a fare proselitismo a 12 anni, i talenti se li becca qualcun'altro (inteso come altro sport): o no?
Sei perdonato...non verrai epurato.....ma lasciarci un commento su cosa ne pensi?
Il popolo chiede lintervento del Grande capo Jedi Tanu Pal.mi.Otto[/quote]
ehm, tralasciando le diatribe personali con Milena, credo che il rugby a fatica stia crescendo. Io posso parlare per la nostra piccola realtà: se penso che 4 anni fa il Monza era defunto e quello che è oggi, beh direi che il rugby qua è cresciuto e tanto. Ma ci sono tantissime realtà che stanno lavorando benissimo sul territorio (parlo di realtà "nuove", non le solite conosciute ai più) e mi vengono in mente Vicenza, Reggio Emilia, Ragusa, Asti, Biella, Colleferro e tante altre. Credo che vadano incoraggiate le Società che operano nel territorio per la diffusione della cultrua rugbistica, ovvero che vanno e lavorano nelle scuole non per una mera opera di reclutamento, ma per diffondere il verbo del rugby: più gente conosce il rugby, meno ostacoli )anche psicologici come fa giustamente notare l'amico di Milazzo) alla diffusione.
Un ultimo spunto di riflessione: noi lavoriamo già con le prime elementari e molti ci danno dei pazzi, che dovremmo focalizzarci sulle medie etc etc.
Io sono e resto convinto che un buon atleta lo peschi a 6 anni: se inizi a fare proselitismo a 12 anni, i talenti se li becca qualcun'altro (inteso come altro sport): o no?
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Cane_di_Pavlov
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RE: Re: Il rugby italiano è pronto al grande salto?
Io allla correlazione risultati-sviluppo (o a quella tv-sviluppo) ci credo poco.
Il risultato (o la tv) possono essere una prima scintilla, ma tutto si perde e va a ramengo se dietro c'è il vuoto spinto.
Il rugby italiano, a parte qualche rara eccezione, si basa troppo sul volontariato, sull'improvvisazione: è una cosa bellissima questa, ma che fa un pochino a pugni con il desiderio di far diventare il rugby uno sport di massa.
Il risultato (o la tv) possono essere una prima scintilla, ma tutto si perde e va a ramengo se dietro c'è il vuoto spinto.
Il rugby italiano, a parte qualche rara eccezione, si basa troppo sul volontariato, sull'improvvisazione: è una cosa bellissima questa, ma che fa un pochino a pugni con il desiderio di far diventare il rugby uno sport di massa.
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lulu84
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RE: Re: Il rugby italiano è pronto al grande salto?
io son la prima che dico che il rugby è poco seguito..ma da una parte è meglio...rischierebbe di diventare infangato come il calcio!
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astronaut84
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Re: RE: Re: Il rugby italiano è pronto al grande salto?
Secondo me non rischia poi così tanto,alla fine la gente resterà sempre, sempre e solo azzeccata al calcio anche se il rugby avrà un pò più di visibilità.lulu84 ha scritto:io son la prima che dico che il rugby è poco seguito..ma da una parte è meglio...rischierebbe di diventare infangato come il calcio!

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lulu84
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Re: RE: Re: Il rugby italiano è pronto al grande salto?
dipende da com'è nata la passione per il rugby...è ovvio che se uno viene dal calcio segue entrambe...io che son di famiglia rugbistica del calcio non mi interessa nulla...(con questo non voglio che chi viene dal calcio non ha il mio stesso grado di passioneastronaut84 ha scritto:Secondo me non rischia poi così tanto,alla fine la gente resterà sempre, sempre e solo azzeccata al calcio anche se il rugby avrà un pò più di visibilità.lulu84 ha scritto:io son la prima che dico che il rugby è poco seguito..ma da una parte è meglio...rischierebbe di diventare infangato come il calcio!
mi son spiegata?