rugby e 11 settembre
Moderatore: Emy77
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rugbyteacher
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rugby e 11 settembre
L'11 settembre di ogni anno prendo in mano questo articolo di Antonio Liviero (pubblicato un mese dopo l'attentato), ho voluto quest'anno condividerlo con voi, magari non tutti sanno che quel giorno i terrosti avevano fatto i conti senza uno di noi.
MARK BINGHAM DORME SULLA COLLINA
Volo United Airlines 93. E' passato un mese dal giorno del terrore e della devastazione, da quell'11 settembre martedi buio della storia. Tra le grida d'aiuto e le disperate telefonate d'amore uscite dalle Torri gemelle di Manhattan in fiamme e dagli aerei dirottati, c'era anche la voce di Mark Bingham il cui atto di coraggio attraverso satelliti della Cnn, ha commosso il mondo.
Mark si trovava sul quarto aereo preso di mira dai terroristi, quello precipitato tra i campi a Sud Ovest della Pennsylvania e presumibilmente diretto a Camp David. Mark era uno di Noi. UNO DEL RUGBY.
Aveva 31 anni giocava nel San Francisco Fog dopo essere stato per sette anni nell'altra squadra di Frisco, l'Olimpic, nella prima divisione Californiana. Mark aveva un lavoro: responsabile delle relazioni pubbliche in una società americana e per questo divideva il suo tempo tra N.Y. e San Francisco. Per questo quella mattina era sul volo United Airlines 93. Ma se il suo destino si è incrociato in modo così eroico con quello dei terroristi di Bin Laden, al punto da farne fallire l'obiettivo, forse era solo perchè Mark Bingham era un giocatore di Rugby.
Quando i tre pirati dell'aria con la bandana rossa e i coltelli in pugno hanno preso il controllo dell'aereo, gridando di avere una boma e di stare calmi altrimenti l'avrebbero fatta esplodere, tra i passeggeri sono cominciate le prime telefonate ad amici e familiari. E c'è voluto poco per intuire quale fosse il loro destino, dopo aver appreso degli altri aerei schiantati contro le Tori gemelle ed il pentagono. A bordo è stato subito panico.
Un passeggero ha perso la calma si è lanciato contro i dirottatori finendo accoltellato. Non è quello che ci vuole deve aver pensato Mark Bingham. Lo schema lui ce l'aveva chiaro in testa. Non cose da public relations ma da partita vera. Deve aver pensato ad una ruck tra le nuvole a quelle mischie compatte, rugose, piene di rabbia che servivano a fermare i panzer dello Standford e del Berkeley in certe torride sfide di campionato. Ma stavolta senza nessun arbitro della baia a fischiare cravatte, stamping e cazzotti da moltiplicare a più non posso. Questo deve aver pensato Mark. Che si è guardato attorno. Ha scelto tre o quattro passeggeri fisicamente ben messi, tra i quali Jeremy Glick, 31 anni come lui seconda linea della Rochester University, conosciuto per caso su quel volo.
Ha parlato a bassa voce come un capitano nello spoglaitoio. Hanno messo ai voti la tattica d'attacco. Solo il tempo di una telefonata d'addio alle persone più care. Mark ha chiamato la madre: "voglio che tu sappia che ti voglio bene". L'ha tranquillizzata: "sono qui con altri due ragazzi grandi e grossi, sopra il metro e novanta. Cercheremo di fermarli. Stai tranquilla torno a casa". Poi è bastato uno sguardo e sono partiti all'attacco. La mischia più dura della loro carriera, a novemila metri per disarmare i terroristi fermati al prezzo della vita.
E' passato un mese. Dove riposano Mark e Jeremy? E gli altri 14 rugbysti scomparsi nell'attentato? Tutti, tutti dormono sulla collina, direbbe Lee Masters. Quella collina in cui riposano Weeb Ellis e Maci Battaglini, Ivan Francescato e i grandi spiriti del rugby.
MARK BINGHAM DORME SULLA COLLINA
Volo United Airlines 93. E' passato un mese dal giorno del terrore e della devastazione, da quell'11 settembre martedi buio della storia. Tra le grida d'aiuto e le disperate telefonate d'amore uscite dalle Torri gemelle di Manhattan in fiamme e dagli aerei dirottati, c'era anche la voce di Mark Bingham il cui atto di coraggio attraverso satelliti della Cnn, ha commosso il mondo.
Mark si trovava sul quarto aereo preso di mira dai terroristi, quello precipitato tra i campi a Sud Ovest della Pennsylvania e presumibilmente diretto a Camp David. Mark era uno di Noi. UNO DEL RUGBY.
Aveva 31 anni giocava nel San Francisco Fog dopo essere stato per sette anni nell'altra squadra di Frisco, l'Olimpic, nella prima divisione Californiana. Mark aveva un lavoro: responsabile delle relazioni pubbliche in una società americana e per questo divideva il suo tempo tra N.Y. e San Francisco. Per questo quella mattina era sul volo United Airlines 93. Ma se il suo destino si è incrociato in modo così eroico con quello dei terroristi di Bin Laden, al punto da farne fallire l'obiettivo, forse era solo perchè Mark Bingham era un giocatore di Rugby.
Quando i tre pirati dell'aria con la bandana rossa e i coltelli in pugno hanno preso il controllo dell'aereo, gridando di avere una boma e di stare calmi altrimenti l'avrebbero fatta esplodere, tra i passeggeri sono cominciate le prime telefonate ad amici e familiari. E c'è voluto poco per intuire quale fosse il loro destino, dopo aver appreso degli altri aerei schiantati contro le Tori gemelle ed il pentagono. A bordo è stato subito panico.
Un passeggero ha perso la calma si è lanciato contro i dirottatori finendo accoltellato. Non è quello che ci vuole deve aver pensato Mark Bingham. Lo schema lui ce l'aveva chiaro in testa. Non cose da public relations ma da partita vera. Deve aver pensato ad una ruck tra le nuvole a quelle mischie compatte, rugose, piene di rabbia che servivano a fermare i panzer dello Standford e del Berkeley in certe torride sfide di campionato. Ma stavolta senza nessun arbitro della baia a fischiare cravatte, stamping e cazzotti da moltiplicare a più non posso. Questo deve aver pensato Mark. Che si è guardato attorno. Ha scelto tre o quattro passeggeri fisicamente ben messi, tra i quali Jeremy Glick, 31 anni come lui seconda linea della Rochester University, conosciuto per caso su quel volo.
Ha parlato a bassa voce come un capitano nello spoglaitoio. Hanno messo ai voti la tattica d'attacco. Solo il tempo di una telefonata d'addio alle persone più care. Mark ha chiamato la madre: "voglio che tu sappia che ti voglio bene". L'ha tranquillizzata: "sono qui con altri due ragazzi grandi e grossi, sopra il metro e novanta. Cercheremo di fermarli. Stai tranquilla torno a casa". Poi è bastato uno sguardo e sono partiti all'attacco. La mischia più dura della loro carriera, a novemila metri per disarmare i terroristi fermati al prezzo della vita.
E' passato un mese. Dove riposano Mark e Jeremy? E gli altri 14 rugbysti scomparsi nell'attentato? Tutti, tutti dormono sulla collina, direbbe Lee Masters. Quella collina in cui riposano Weeb Ellis e Maci Battaglini, Ivan Francescato e i grandi spiriti del rugby.
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pinghial
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RE: rugby e 11 settembre
ho i brividi..
- Emy77
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Ilgorgo
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Ci furono molti rugbisti anche tra le vittime degli attentati del 2002 a Bali. Nove degli undici membri di una squadra inglese di seven (c'era un torneo nella città) scomparvero. La moglie di uno di loro, ferita anch'essa, ha organizzato una partita per raccogliere fondi per la medicina che cura le ustioni. Si è svolta proprio sabato scorso, hanno giocato matt Dawson ed altri campioni
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WhitiTeRa
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...quando sono cadute quelle torri tante sicurezze che uno poteva avere sono venute giu' con esse.Chi di noi oggigiorno in tutta coscienza puo' negare di non guardare con diffidenza chi gli sta' intorno..e' stata una tragedia che ci ha spezzato il fiato e di fatto segato le gambe...Per chiunque sia morto per quell'atto di violenza senza pari,che fosse rugbysta,calciatore o coltivatore di patate....
Io gli/le mando un pensiero che mi viene dal cuore...
e la paura di avere avuto la mia mamma appena scesa da un aereo proprio quel giorno, me la posso ricordare solo io....
...Quando beccheranno quell'Usama....gli starebbe bene una bella azione di STAMPING qua' e la'........
Io gli/le mando un pensiero che mi viene dal cuore...
e la paura di avere avuto la mia mamma appena scesa da un aereo proprio quel giorno, me la posso ricordare solo io....
...Quando beccheranno quell'Usama....gli starebbe bene una bella azione di STAMPING qua' e la'........
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patriarcabg
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Penso che sia importante "IL RICORDO".Bigio ha scritto:Ci furono anche alcuni biologi...scusate..non capisco il senso di questo tread1
bgo
Certamente non ci sono differenze tra le persone decedute, ma visto che parliamo di rugby ci stà anche quanto scritto da <<rugbyteacher>>, per il resto
NON DIMENTICHIAMO!
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karlkarlo
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beju
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straquoto non al 100% di piu!!karlkarlo ha scritto:....Quoto al 100%...megan ha scritto:se volete fare uno stamping al colpevole di tutto quanto.....basta andare alla casa bianca e chiedere di george w., dovreste trovarlo in casa.
Spero solo di non morire prima che la gente si accorga della verità.
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Rojo
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spero tu parli per te stessoWhitiTeRa ha scritto:...quando sono cadute quelle torri tante sicurezze che uno poteva avere sono venute giu' con esse.Chi di noi oggigiorno in tutta coscienza puo' negare di non guardare con diffidenza chi gli sta' intorno..e' stata una tragedia che ci ha spezzato il fiato e di fatto segato le gambe...Per chiunque sia morto per quell'atto di violenza senza pari,che
per la verità ci sono state e ci continuano ad essere purtroppo cose ben peggiori dell'11 settembre ma sembra che i morti americane contino più la mia solidarietà preferisco sinceramente dirigerla verso altri popoli colpiti da ben più gravi tragedie
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lupomar
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Ilgorgo
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Nel senso che la politica usa degli ultimi decenni ha provocato la reazione dei terroristi o nel senso che bush e la rice hanno studiato a tavolino insieme a macchia nera e l'idraulico tubi l'attacco alle torri gemelle?megan ha scritto:se volete fare uno stamping al colpevole di tutto quanto.....basta andare alla casa bianca e chiedere di george w., dovreste trovarlo in casa.
Spero solo di non morire prima che la gente si accorga della verità.
Nel primo caso sono in parte d'accordo, nel secondo decisamente no
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Cicca
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Il topic stà prendendo una piega politica nella quale mi ci butterei a capofitto subito anche io, convintissimo complottista della prima ora....
Ma il regolamento del forum non lo consente, e quindi, prima che si scatenino inutili flame, chiudo il topic, ricordando tutti i morti, rugbysti e non, di tutti gli attentati, compiuti da parte di Osama, o della CIA (ma non sono la stessa cosa...?!?!)
Ma il regolamento del forum non lo consente, e quindi, prima che si scatenino inutili flame, chiudo il topic, ricordando tutti i morti, rugbysti e non, di tutti gli attentati, compiuti da parte di Osama, o della CIA (ma non sono la stessa cosa...?!?!)