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non ci credo!
hai messo quelle venute mosse perchè sei modesto, umile e ti vergogni quando ti fanno i complimenti
nono ho messo le uniche scattate... purtroppo non avevo la macchina foto con me e nemmeno testa l'aveva portata, e così abbiam fatto col telefonino, che non è esattamente la stessa cosa
Ed in omaggio aggiungo l' articolo del mio amico Tazio su catchweb.net :
(MT, si può inserire in pagina principale?)
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Che "tutto è relativo" si sa ormai dalla prima metà del novecento, sia perché Einstein è una fonte estremamente attendibile, sia perché si tratta di un concetto di una comodità impagabile in ogni sistema democratico.
A volte però è importante ricollocare la scala dei valori in un contesto più oggettivo, indispensabile alla maturazione della capacità di giudizio di ciascun individuo.
Solitamente, gli appassionati di rugby che vogliono soddisfare la propria sete di giustizia hanno a disposizione uno strumento infallibile: assistere a una partita di coppa europea.
L'unico problema è partire da casa un po' prima, in modo da concedersi il tempo per qualche esercizio di training autogeno che disponga positivamente lo spirito a digerire una probabile sconfitta.
Rispetto al super 10 sembra proprio un mondo alla rovescio.
Le nostre squadre migliori, spesso abituate a tornare negli spogliatoi con un bottino di guerra generoso, si prendono sberle, persino irriverenti, da quaranta o cinquanta punti alla volta.
Insomma, chi attacca si trova a difendere, chi è forte diventa vulnerabile, chi sa essere fantasioso e spumeggiante subisce un processo di imbalsamazione e così via.
La colpa è forse di un professionismo ancora un po' sui generis, in cui budget piuttosto magrolini costringono a ricorrere all'arte di arrangiarsi, invece che ai meccanismi metodici dei "club-azienda" francesi e britannici.
Tutto sommato però va bene così, diversamente non si potrebbe più tirare in ballo il Rinascimento e la memorabile fantasia degli italiani, popolo di poeti e navigatori.
Per quanto l'Albi non si presentasse a Viadana con credenziali irresistibili, si trattava pur sempre di una formazione francese e si poteva dunque pensare all'epilogo cui già il turno precedente di coppa ci aveva abituati.
Invece Viadana estrae dal cilindro una piccola magia che regala una serata di rugby da non dimenticare.
Intelligentemente l'Arix capisce che non potrà contare sul gioco alla mano spavaldo, che spesso è un'arma vincente in campionato.
A un atteggiamento tipicamente fantasioso si sostituisce una manovra più concreta, basata sulla pazienza, sul costante lavoro degli avanti e sulla grande attenzione dei trequarti a non lasciarsi sfuggire i pochi spazi a disposizione.
L'Albi sblocca il punteggio al quindicesimo minuto con un piazzato ma L'Arix non si fa scoraggiare.
Trascorre poco tempo e Benatti, assolutamente in grande spolvero, realizza una splendida meta che manda in delirio il pubblico.
Viadana sembra avere la situazione sotto controllo, anche se spreca diverse promettenti giocate a causa della scarsa precisione nel trattare la palla con le mani, complice l'umidità.
Desta una certo scalpore la capigliatura del trequarti francese Fili, che sfoggia una vistosa cresta di colore rosso vivo.
Non c'è il tempo di chiedersi se il look così minaccioso sia un reale pericolo per l'Arix, che lo stesso Fili rompe un placcaggio e si fa trenta metri di corsa in apnea, con tre o quattro cambi di direzione che lasciano sul posto altrettanti difensori.
L'Albi si trova così la strada spianata e l'ultimo passaggio vincente consente a Sanchou di piazzare una meta in mezzo ai pali.
A seguire Hugh e Howarth realizzano un piazzato per parte e il primo tempo termina senza ulteriori scossoni.
Nella ripresa Viadana parte col piede giusto e, finalmente, trova una delle azioni più congeniali al proprio attacco.
Si attende qualche fuoco d'artificio di Pedersen e invece, da un'ottima azione alla mano, esce Pace che sfugge a un avversario e strabilia tutti, difesa dell'Albi compresa.
Viene placcato senza palla ma trova il tempo di calciare a seguire per Mariani che si trova pronto all'appuntamento, realizzando la meta decisiva.
Sul 17 a 10 per Viadana i francesi commettono un errore tattico incomprensibile.
Quando manca ancora tempo al termine dell'incontro, per due volte l'Albi si trova a disposizione un agevole calcio piazzato.
Anzichè realizzare punti sicuri, il quindici transalpino decide per la giocata in touche ed entrambe le situazioni vengono risolte dalla difesa dell'Arix.
A punire questa scelta un po' presuntuosa ci pensa così Howarth, che pone il definitivo sigillo all'incontro con due piazzati.
Negli ultimi minuti i francesi, che notoriamente "quando perdono s'incazzano", si abbandonano a qualche scorrettezza di troppo.
Approfittando della somiglianza tra il dialetto della bassa e l'idioma transalpino, qualcuno del pubblico reagisce con un rocambolesco e improbabile "andì a la maison!".
Invece alla "maison" gli unici tre tifosi dell'Albi giunti a Viadana non sembrano voler tornare così velocemente....
Dicono di essere stati ospitati benissimo, sono ricoperti di gadget dell'Arix e dimostrano nuovamente che il rugby fa storia a sé e che proprio nella sconfitta se ne scoprono i valori di cristallina sportività.
Raccontano che in questo sport si vince in parte col professionismo, ma soprattutto con un altro paio di attributi il cui nome francese scopriamo essere molto simile a quello italiano...
Sono loro stessi a ipotizzare che, tra non molto, l'Italia darà filo da torcere alla Francia anche nel 6 nazioni.
A questa affermazione qualcuno si inorgoglisce e si associa all'ipotesi che, nell'anno dei mondiali, il rugby internazionale si tingerà un po' più di azzurro.
Un sorriso positivo lascia trasparire la convinzione che l'occasione giusta sarà proprio la prossima e che inglesi e francesi l'avranno da vedere.
A giudicare dagli altri risultati di coppa non si direbbe, ma dopo una vittoria così è lecito volare un po' con la fantasia.
Eh già... aveva ragione Tonino Guerra: l'ottimismo è davvero il profumo della vita!
Tazio
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