Emergenza campionati. Possibile che nessuno si renda conto?

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

Shye
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Messaggio da Shye »

River12 ha scritto: Ma guarda, che tu fai una perfetta analisi del problema e io sono d'accordo con te, tanto è vero che ancora ADESSO c'è gente che non sa la differenza tra rugby e football.
E quindi?
Rimaniamo così, che tanto non c'è speranza?
..no, ovviamente no.
Ci sono tante cose che si possono fare; selezioni, maggior numero di italiani in squadra, maggiori contributi alle società, creazione di accademie regionali, introduzione di ore di rugby nelle scuole, sovvenzioni ai comuni per costruire campi di rugby, ecc, ecc, ecc

Ma tutto questo presuppone $$$

La federazione ha il secondo bilancio tra la federazioni italiane, ma è indietro rispetto a quelle di rugby straniere. Possono e devono investire molto di più nei vivai e nella formazione degli allenatori, ma non possono fare tutto loro..

Da che mondo è mondo quelli che fanno muovere gli sport ad alto livello sono gli imprenditori. Nel rugby ce ne sono pochi. Perchè?
Perchè c'è poco pubblico e poco interesse generale, ovviamente (parlo dei club).

Quindi? E' un gatto che si morde la coda. I soldi non arrivano se non c'è interesse, ma se non ci sono soldi è dura creare interesse.
La gente verrebbe in massa a vedere l'HC se Treviso lottasse per vincerla, ma per farlo c'è bisogno di un investimento consistente.

In una situazione di stallo del genere credo che la cosa più intelligente, nel breve periodo, sia sfruttare l'appeal della nazionale. Come dici tu, da quando siamo nel 6 nazioni i tesserati sono quasi raddoppiati.
Questo, se non altro, allarga la base e la cultura rugbistica della gente 'comune'.

Fatto quello, si possono fare le selezioni per la Celtic, ad esempio. Ma, anche ammesso che ci vogliano, chi paga? Se metti insieme le selezioni con i giocatori che ci sono ORA, non cambia granchè. Se metti in campo una squadra seria (richiamando tutti gli italiani), dubito che possa pagare tutto la federazione.
Succede in paesi piccoli che girano intorno al rugby.
Noi, a mio parere, dobbiamo seguire i modelli inglesi e francesi che, anche se sono lontani anni luce da noi, sono simili a noi come dimensioni potenziali. In inghilterra, ad esempio, le accademie sono tirate sù dai club..


insomma, per farla breve, mi sta bene pensare a cosa può fare la federazione. Ma per risolvere il problema ci vogliono soprattutto soldi che arrivano se c'è interesse. E l'unico modo per creare interesse in questo preciso momento è solo la nazionale

Ho scritto un poema, ma spero che ora si capisca cosa intendo..
River12
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Messaggio da River12 »

Beh.
Ora che hai spiegato il tuo punto di vista, è molto più chiaro, per quanto non sia d'accordo.

Ad ogni modo, il discorso partiva dalla scarsa qualità dei campionati, anche perchè organizzati male, e si è arrivati a parlare di come migliorare tutto il rugby fino alla nazionale.

In ogni caso, per la nazionale si spendono molti soldi, dico solo che dovrebbero essere investiti diversamente, non che non debbano più essere usati.

Io ho iniziato a giocare a rugby nella prima metà degli anni '90. Intorno al '93 o '94.
Ho iniziato perchè ogni sabato su raitre, trasmettevano una partita di campionato, mio padre le guardava, si è appassionato da puro amatore e mi ha detto: "Perchè non provi?"
Ora che il rugby sta andando "un po' meglio", come me, ce ne potrebbero essere tanti altri, ma a stento si vede rugby in tv, che non siano canali in scuro, decodificati pay per view, o partite di 6N su La7.

Inosmma... un po' più di qua, un po' più di là... qualcosa potrebbe muoversi.
Dio inventò la birra per impedire agli avanti di conquistare il mondo.
saccottino
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Iscritto il: 1 ago 2006, 17:13

Messaggio da saccottino »

A parte tutti i discorsi sulla Nazionale, sono anche io dell'idea che i campionati vadano riformati. C'è troppo divario tra le squadre delle varie categorie, e ciò non fa bene alla competizione.
In serie A l'anno prossimo si fa una divisione interessante, dove nella A1 parteciperanno squadre quasi interamente professionistiche, mentre nella A2 ci saranno formazioni con ancora qualche dilettante. Però la serie B è troppo estesa, 48 squadre sono troppe: ogni weekend si vedono risultati allucinanti. E tra girone e girone c'è una grande differenza nel livello medio delle partecipant. E la serie C è ancora peggio: tra regione e regione c'è un abisso!
x esempio la C sarda non vale i gironi elite del veneto o dell'emilia, che intelligentemente hanno diviso i propri campionati. Di conseguenza agli spareggi da anni la vincente della serie C sarda perde puntualmente. Prima invece un paio di formazioni facevano la C1 (che era interregionale) e potevano fare una certa esperienza.
Partiamo con le riforme dal basso, cioè una bella ripartizione gerarchica dei campionati: A1, A2, B1, B2, C1 e C2. la D magari non è necessaria x ora. Cosi facendo la competitività dei campionati si alzerà e ogni squadra incontrerà società che hanno medesimi mezzi e organizzazione, evitando scontri assolutamente impari che non creano interesse o pubblico: io spettatore difficilmente andrò a vedere una squadra che ogni domenica prende mazzate e si gioca alla pari 4-5 partite all'anno
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