no che poi qualcuno ci vede un incitamento al governo!!!!jattaforasteka ha scritto:avanti miei prodi!
INNO PER L' ITALRUGBY
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ItalianRugbyFriends
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Re: RE: song 4 pez...
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joe
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RE: Re: RE: song 4 pez...
Ma un po' di serietà.. ragazzi
. OT Più italiani meno rottami per la nostra nazionale OT.
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zorrykid
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Re: RE: Re: RE: song 4 pez...
Effettivamente le proposte devono provenire solamenente da autori con sangue italico. Se ad esempio propinate un Miguel Bosè, un Sandy Marton, Mal o Hether Parisi non sarete presi minimamente in considerazione. Solo italiani dello stivale e delle isole....joe ha scritto:Ma un po' di serietà.. ragazzi. OT Più italiani meno rottami per la nostra nazionale OT.
Vado bene per Rialto?- allblue
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Re: RE: Re: RE: song 4 pez...
eh no... la parisi e mal sono quantomeno equiparati!zorrykid ha scritto:Effettivamente le proposte devono provenire solamenente da autori con sangue italico. Se ad esempio propinate un Miguel Bosè, un Sandy Marton, Mal o Hether Parisi non sarete presi minimamente in considerazione. Solo italiani dello stivale e delle isole....joe ha scritto:Ma un po' di serietà.. ragazzi. OT Più italiani meno rottami per la nostra nazionale OT.
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falagar
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Salve a tutti, solo da pochi anni mi sono accostato a questo meraviglioso sport...
Le emozioni e le passioni che mi infode la nazionale (sia che vinca o perda) non le provo in nessun altro sport...
Penso che il "24 Maggio" (se si riesce a cantarlo bene, anche solo la prima strofa, e magari con accompagnamento di qualche strumento) sia un grande motivo: può cominciare in tono sommesso e finire con un grido di incitamento molto potente ":"Non passa lo straniero!" (magari durante una mischia!)... l'ideale per caricare i nostri!!
Pensatelo cantato da migliaia di tifosi... mi vengono già i brividi!
Abito a Roma ed ho saputo che Domenica 20 Gennaio ci saranno gli allenamenti presso l'impianto dell'acqua acetosa... sapete a che ora?
vorrei tanto andare a vederli e magari potremo allenarci amche noi per l'inno...
Le emozioni e le passioni che mi infode la nazionale (sia che vinca o perda) non le provo in nessun altro sport...
Penso che il "24 Maggio" (se si riesce a cantarlo bene, anche solo la prima strofa, e magari con accompagnamento di qualche strumento) sia un grande motivo: può cominciare in tono sommesso e finire con un grido di incitamento molto potente ":"Non passa lo straniero!" (magari durante una mischia!)... l'ideale per caricare i nostri!!
Pensatelo cantato da migliaia di tifosi... mi vengono già i brividi!
Abito a Roma ed ho saputo che Domenica 20 Gennaio ci saranno gli allenamenti presso l'impianto dell'acqua acetosa... sapete a che ora?
vorrei tanto andare a vederli e magari potremo allenarci amche noi per l'inno...
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pulici
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pilonefrustato
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propongo
TURANDOT
Atto III, Scena 1
Nessun dorma!... Nessun dorma!...
Tu pure, o Principessa,
nella tua fredda stanza
guardi le stelle che tremano
d'amore e di speranza!
Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua bocca lo dirò,
quando la luce splenderà!
Ed il mio bacio scoglierà
il silenzio che ti fa mia!
Dilegua, o notte! tramontate, stelle!
Tramontate, stelle! All'alba vincerò!
Vincerò! Vincerò!
magari anche modificata per la nostra Nazionale
TURANDOT
Atto III, Scena 1
Nessun dorma!... Nessun dorma!...
Tu pure, o Principessa,
nella tua fredda stanza
guardi le stelle che tremano
d'amore e di speranza!
Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua bocca lo dirò,
quando la luce splenderà!
Ed il mio bacio scoglierà
il silenzio che ti fa mia!
Dilegua, o notte! tramontate, stelle!
Tramontate, stelle! All'alba vincerò!
Vincerò! Vincerò!
magari anche modificata per la nostra Nazionale
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alarugby
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Sono in piena sintonia con l'amico Pullo.
NON DOBBIAMO, NON POSSIAMO E NON VOGLIAMO cantare un'altra canzone oltre all'Inno d'Italia ed al classico Italia - Italia - Italia che si sente sempre in occasione di una partita della Nazionale.
Non siamo anglosassoni. Rischieremo, con la mentalità latina, di far diventare uno stadio di Rugby in uno stadio di Calcio.
Questo sinceramente non mi andrebbe bene.
Ciao a tutti.
NON DOBBIAMO, NON POSSIAMO E NON VOGLIAMO cantare un'altra canzone oltre all'Inno d'Italia ed al classico Italia - Italia - Italia che si sente sempre in occasione di una partita della Nazionale.
Non siamo anglosassoni. Rischieremo, con la mentalità latina, di far diventare uno stadio di Rugby in uno stadio di Calcio.
Questo sinceramente non mi andrebbe bene.
Ciao a tutti.
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Zazza
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Quoto 100%.alarugby ha scritto: NON DOBBIAMO, NON POSSIAMO E NON VOGLIAMO cantare un'altra canzone oltre all'Inno d'Italia ed al classico Italia - Italia - Italia che si sente sempre in occasione di una partita della Nazionale.
Basta con le stupidaggini sulle proposte di canzoni che vanno bene cantate in corriera durante le gite parrocchiali.
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billingham
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vecchioubo
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Come?pulici ha scritto:PERCHE' COPIARE LE ALTRE NAZIONI CANTANDO UNA CANZONE CHE NON E' NELLE NOSTRE TRADIZIONI... NON SIAMO ABITUATI A CANTARE QUALCOS'ALTRO OLTRE ALL'INNO NAZIONALE MICA SIAMO ANGLOSASSONI...
facciamo piuttosto una bella spaghettata sugli spalti quello e' italian style
Ajo e ojo , con le vongole, pomodoro e basilico?
Bucatini all' amatriciana e trenette al pesto sono equiparabili?
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tombolino
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In tema di pasta ..................
Fonte: La Repubbica
Vita da superbambino l'ossessione del figlio perfetto
Circondato da baby sitter e pediatri è il figlio spesso unico di coppie quarantenni
Protetto dai pericoli, corre un solo rischio: non sapere affrontare il futuro
DICIASSETTE LUGLIO 2007, servizio nel tg delle otto di sera: la pasta corta ha superato nei consumi la pasta lunga. Gli italiani mangiano più maccheroni e meno spaghetti, i produttori si sono già adeguati: triplicati i fusilli. Motivo? I bimbi mangiano meglio la pasta corta, non sanno arrotolare le fettuccine. I genitori, docili, eseguono. Intervista ad un esperto. Un cuoco? Un critico gastronomico? Niente affatto: un gastroenterologo. Il medico compare sullo schermo in camice, dice che in effetti la digestione della pasta corta è più rapida. Stressa meno lo stomaco. Pazienza per le trenette al pesto, fine del servizio. Le esigenze del bambino e i consigli della scienza contro il piacere della carbonara: uno a zero, non c'è rivincita.
Il bambino perfetto ha monitorati anche i tempi di digestione. Brevi, perché alle tre comincia l'attività del pomeriggio e non può essere appesantito.
Canoa, pentathlon, cinese, violino. Mangia biologico, di preferenza. Non si ammala e se gli capita guarisce subito. E' vaccinato 13 volte nella vita, è sottoposto a cicli di antibiotici almeno quattro volte all'anno. E' sospettato di patologia ad ogni scarto dalla rotta prevista. Tre bambini vivaci su dieci sono sottoposti a test del deficit di attenzione, se faticano ad addormentarsi a luce spenta hanno probabilmente un disturbo del sonno. I distratti e i pigri non esistono più: solo principi di dislessia e specialisti pagati all'uopo per curarli.
I bambini perfetti imparano una lingua prima del compimento del terzo anno di età perché è ormai di conoscenza comune che i neuroni preposti al linguaggio si attivano entro quella data. Vanno dal dentista all'indomani della caduta dei denti di latte, subiscono interventi di correzione del palato 150 volte più di dieci anni fa.
A dodici anni eliminano le orecchie a sventola, un semplice intervento di otoplastica. A quattordici sono a dieta, a diciotto 25 ragazze su cento desiderano modificare (diminuire, assai più spesso aumentare) il seno: dieci lo fanno. Nella fascia d'età elementare le attività sportive che insidiano il calcio e la danza, per tradizione italica e sessista i più adatti a sviluppare scatto atletico nei maschi e grazia nelle femmine, avanzano le nuove discipline: rugby, scherma, golf, canoa (dove c'è acqua, ovviamente, e anche d'inverno). Pentathlon, caldamente consigliato dai pediatri per la completezza e autentico inferno dei genitori: occorrono attrezzature complete da equitazione, fioretto e spada, nuoto oltreché pomeriggi interi a disposizione per l'accompagnamento. La domenica le gare. I tornei in trasferta.
I bambini perfetti sono venuti al mondo con l'anestesia (epidurale, da vent'anni procedura di massa) e vivono anestetizzati dal dolore, preservati dai rischi, controllati a vista, accompagnati ovunque. Da baby sitter, in genere. Le madri lavorano. Sono figli del progresso della scienza e molto spesso di madri vicine ai 40; 35-45 per l'esattezza: destinati, altrettanto spesso, a restare figli unici. La "dittatura del figlio", quella di cui ormai si occupano anche le poste del cuore per via del fatto che ha soppiantato una qualsiasi anche blanda forma di intimità coniugale e di vita sociale, ne è la conseguenza diretta: dormono nel letto dei genitori, dettano la dieta e i tempi di vita, le amicizie. La maggior parte di frequentazioni fra adulti è conseguenza delle amicizie dei figli: compagni di scuola o di sport. Magari i genitori si sarebbe scelti comunque, forse no.
Roberto Volpi, demografo dell'infanzia e autore di I bambini inventati (sottotitolo: "la drammatizzazione della condizione infantile oggi in Italia") sta ora lavorando a un testo sulla tirannia della medicina sull'infanzia: L'amara medicina. Fa notare come alla sovrabbondanza di stimoli 'cultural' dei piccoli cresciuti come baby-manager non consegua un miglior rendimento scolastico dei medesimi: i nostri risultati nei test europei sono tra i peggiori. Crede che l'ansia da prestazione inculcata dai padri corrisponda più ad un'esigenza di gratificazione (o di compensazione delle frustrazioni) degli adulti che non ad una risorsa dei piccoli, che finiscono per somigliare a robottini identici e sostanzialmente incapaci di affrontare le vere difficoltà.
"E' chiaro che il figlio unico di genitori quarantenni è il destinatario di tutte le aspettative: o lui o nessun altro". Dice: "Non c'è più nessuna capacità di accettare l'idea di rischio. Dalla gravidanza in poi la nascita di un figlio è una questione affidata agli specialisti. Ecografie, diagnosi prenatali sofisticate che scongiurano la possibilità di anomalie e difetti. Parti pilotati e anestetizzati. Infanzie concepite come slalom tra timori da scongiurare: vaccini, profilassi, tutori. Per tutto si chiede il parere della scienza: dai giochi sicuri ai lettini anatomici. Tuttavia non ci sono studi che certifichino, per esempio, che le vaccinazioni antinfluenzali facciano diminuire il rischio di morte per influenza che negli anziani è rimasto identico, 5 per cento, prima e dopo le campagne di prevenzione. L'Unicef dice che l'Italia è al quarto posto tra i paesi per tasso di mortalità infantile dovuta a cause non naturali, prima fra i grandi paesi e molto avanti a Giappone e Stati Uniti: negli ultimi trent'anni le morti di bambini per cause violente si sono ridotte del 75 per cento ma la percezione è opposta. Di un pericolo in costante aumento".
Nelle catene di negozi per bambini interi reparti sono dedicati alla sicurezza: angoli di gomma per i tavoli e reggisportelli, cancelletti per le scale e cuscini antisoffocamento. La notizia di premi Nobel cresciuti orfani e fra gli stenti del vagabondaggio non inficia le vendite. I prodotti per sterilizzare gli alimenti sono il top di gamma. Le nonne dicevano che mangiare un po' di terra faceva bene agli anticorpi, roba dell'altro mondo nell'era Napisan. Vincenzo Calia, pediatra e direttore della rivista Un pediatra per amico: "L'Italia ha il più elevato numero di pediatri per abitante del mondo. Tuttavia il tasso di ospedalizzazione è doppio che in Inghilterra pur essendo le condizioni di salute le stesse. La medicalizzazione dell'infanzia è capillare. Il sabato e la domenica i pronto soccorso sono gironi infernali: la gente ci va per qualunque motivo e nessuno li scoraggia. Quando si decise di introdurre un ticket sui codici bianchi, quelli delle persone che non hanno niente, per demagogia e per interesse si stabilì che i bambini fossero tutti come minimo codice verde: è rimborsato, il bianco no. Inoltre è chiaro che l'eccesso di medici provoca un'offerta distorta: commercio di malattie. Si enfatizza una patologia per vendere la sua cura. Il fatto che i bimbi siano pochi e dunque pregiatissimi è il terreno ideale per coltivare l'ansia".
La vera ragione per cui un bimbo su tre finisce di notte al pronto soccorso (ci sono folle la notte, a Roma, al Bambino Gesù) è per traumi causati non dalla mancanza di salvasportello ma dal fatto che i piccini si sono lanciati da un armadio (da un letto, da un divano) e fratturati o contusi pensando di essere come Batman. Pensavano di poter volare, ecco. I cartoni, la tv: il tema è sconfinato ma la questione del modello è chiara. Il regalo più grande sarebbe spiegargli fin da piccoli non solo che volare è impossibile ma che persino camminare è piuttosto difficile: si cade, spesso. Spesso cadere è utile. Farsi male serve. Sentire dolore aiuta: per esempio a sentire meglio il piacere.
Da adolescenti, poi, gli ex bambini perfetti vengono portati in massa da neuropsichiatri dell'età evolutiva: in prevalenza per sanare lo scarto tra il peso delle attese e le loro effettive possibilità. Ferita del sé grandioso, si chiama. Se alimenti un senso del sé grandioso prima o poi si sfracella. Nell'uso di droghe, per dire: un modo per dimenticare il fallimento del progetto. L'alternativa è restare da mamma fino a trent'anni: nemmeno questa un'idea particolarmente felice. Scrive la madre (separata) di un figlio preadolescente: "Ci siamo iscritti entrambi a un corso per imparare ad accettare le sconfitte. E' un'iniziativa del nostro comune, si chiama "Gli ultimi saranno i primi. Bella, sa?". Ecco, un bel corso a pagamento magari Vangeli alla mano. I figli perfetti a scuola di imperfezione, fra un corso di cinese il lunedì e uno di tai chi il giovedì. A lezione per arrivare ultimi e insieme campetti da allenamento sportivo a porte chiuse, se possibile. Moltissimi club già lo fanno visto che i genitori, dalle tribune, urlano "ammazzalo". Poi telefonano agli allenatori - non solo Previti - per far giocare i figli titolari. I coach, esausti, chiudono i cancelli alle famiglie. Meazza del resto era orfano.
di CONCITA DE GREGORIO
Fonte: La Repubbica
Vita da superbambino l'ossessione del figlio perfetto
Circondato da baby sitter e pediatri è il figlio spesso unico di coppie quarantenni
Protetto dai pericoli, corre un solo rischio: non sapere affrontare il futuro
DICIASSETTE LUGLIO 2007, servizio nel tg delle otto di sera: la pasta corta ha superato nei consumi la pasta lunga. Gli italiani mangiano più maccheroni e meno spaghetti, i produttori si sono già adeguati: triplicati i fusilli. Motivo? I bimbi mangiano meglio la pasta corta, non sanno arrotolare le fettuccine. I genitori, docili, eseguono. Intervista ad un esperto. Un cuoco? Un critico gastronomico? Niente affatto: un gastroenterologo. Il medico compare sullo schermo in camice, dice che in effetti la digestione della pasta corta è più rapida. Stressa meno lo stomaco. Pazienza per le trenette al pesto, fine del servizio. Le esigenze del bambino e i consigli della scienza contro il piacere della carbonara: uno a zero, non c'è rivincita.
Il bambino perfetto ha monitorati anche i tempi di digestione. Brevi, perché alle tre comincia l'attività del pomeriggio e non può essere appesantito.
Canoa, pentathlon, cinese, violino. Mangia biologico, di preferenza. Non si ammala e se gli capita guarisce subito. E' vaccinato 13 volte nella vita, è sottoposto a cicli di antibiotici almeno quattro volte all'anno. E' sospettato di patologia ad ogni scarto dalla rotta prevista. Tre bambini vivaci su dieci sono sottoposti a test del deficit di attenzione, se faticano ad addormentarsi a luce spenta hanno probabilmente un disturbo del sonno. I distratti e i pigri non esistono più: solo principi di dislessia e specialisti pagati all'uopo per curarli.
I bambini perfetti imparano una lingua prima del compimento del terzo anno di età perché è ormai di conoscenza comune che i neuroni preposti al linguaggio si attivano entro quella data. Vanno dal dentista all'indomani della caduta dei denti di latte, subiscono interventi di correzione del palato 150 volte più di dieci anni fa.
A dodici anni eliminano le orecchie a sventola, un semplice intervento di otoplastica. A quattordici sono a dieta, a diciotto 25 ragazze su cento desiderano modificare (diminuire, assai più spesso aumentare) il seno: dieci lo fanno. Nella fascia d'età elementare le attività sportive che insidiano il calcio e la danza, per tradizione italica e sessista i più adatti a sviluppare scatto atletico nei maschi e grazia nelle femmine, avanzano le nuove discipline: rugby, scherma, golf, canoa (dove c'è acqua, ovviamente, e anche d'inverno). Pentathlon, caldamente consigliato dai pediatri per la completezza e autentico inferno dei genitori: occorrono attrezzature complete da equitazione, fioretto e spada, nuoto oltreché pomeriggi interi a disposizione per l'accompagnamento. La domenica le gare. I tornei in trasferta.
I bambini perfetti sono venuti al mondo con l'anestesia (epidurale, da vent'anni procedura di massa) e vivono anestetizzati dal dolore, preservati dai rischi, controllati a vista, accompagnati ovunque. Da baby sitter, in genere. Le madri lavorano. Sono figli del progresso della scienza e molto spesso di madri vicine ai 40; 35-45 per l'esattezza: destinati, altrettanto spesso, a restare figli unici. La "dittatura del figlio", quella di cui ormai si occupano anche le poste del cuore per via del fatto che ha soppiantato una qualsiasi anche blanda forma di intimità coniugale e di vita sociale, ne è la conseguenza diretta: dormono nel letto dei genitori, dettano la dieta e i tempi di vita, le amicizie. La maggior parte di frequentazioni fra adulti è conseguenza delle amicizie dei figli: compagni di scuola o di sport. Magari i genitori si sarebbe scelti comunque, forse no.
Roberto Volpi, demografo dell'infanzia e autore di I bambini inventati (sottotitolo: "la drammatizzazione della condizione infantile oggi in Italia") sta ora lavorando a un testo sulla tirannia della medicina sull'infanzia: L'amara medicina. Fa notare come alla sovrabbondanza di stimoli 'cultural' dei piccoli cresciuti come baby-manager non consegua un miglior rendimento scolastico dei medesimi: i nostri risultati nei test europei sono tra i peggiori. Crede che l'ansia da prestazione inculcata dai padri corrisponda più ad un'esigenza di gratificazione (o di compensazione delle frustrazioni) degli adulti che non ad una risorsa dei piccoli, che finiscono per somigliare a robottini identici e sostanzialmente incapaci di affrontare le vere difficoltà.
"E' chiaro che il figlio unico di genitori quarantenni è il destinatario di tutte le aspettative: o lui o nessun altro". Dice: "Non c'è più nessuna capacità di accettare l'idea di rischio. Dalla gravidanza in poi la nascita di un figlio è una questione affidata agli specialisti. Ecografie, diagnosi prenatali sofisticate che scongiurano la possibilità di anomalie e difetti. Parti pilotati e anestetizzati. Infanzie concepite come slalom tra timori da scongiurare: vaccini, profilassi, tutori. Per tutto si chiede il parere della scienza: dai giochi sicuri ai lettini anatomici. Tuttavia non ci sono studi che certifichino, per esempio, che le vaccinazioni antinfluenzali facciano diminuire il rischio di morte per influenza che negli anziani è rimasto identico, 5 per cento, prima e dopo le campagne di prevenzione. L'Unicef dice che l'Italia è al quarto posto tra i paesi per tasso di mortalità infantile dovuta a cause non naturali, prima fra i grandi paesi e molto avanti a Giappone e Stati Uniti: negli ultimi trent'anni le morti di bambini per cause violente si sono ridotte del 75 per cento ma la percezione è opposta. Di un pericolo in costante aumento".
Nelle catene di negozi per bambini interi reparti sono dedicati alla sicurezza: angoli di gomma per i tavoli e reggisportelli, cancelletti per le scale e cuscini antisoffocamento. La notizia di premi Nobel cresciuti orfani e fra gli stenti del vagabondaggio non inficia le vendite. I prodotti per sterilizzare gli alimenti sono il top di gamma. Le nonne dicevano che mangiare un po' di terra faceva bene agli anticorpi, roba dell'altro mondo nell'era Napisan. Vincenzo Calia, pediatra e direttore della rivista Un pediatra per amico: "L'Italia ha il più elevato numero di pediatri per abitante del mondo. Tuttavia il tasso di ospedalizzazione è doppio che in Inghilterra pur essendo le condizioni di salute le stesse. La medicalizzazione dell'infanzia è capillare. Il sabato e la domenica i pronto soccorso sono gironi infernali: la gente ci va per qualunque motivo e nessuno li scoraggia. Quando si decise di introdurre un ticket sui codici bianchi, quelli delle persone che non hanno niente, per demagogia e per interesse si stabilì che i bambini fossero tutti come minimo codice verde: è rimborsato, il bianco no. Inoltre è chiaro che l'eccesso di medici provoca un'offerta distorta: commercio di malattie. Si enfatizza una patologia per vendere la sua cura. Il fatto che i bimbi siano pochi e dunque pregiatissimi è il terreno ideale per coltivare l'ansia".
La vera ragione per cui un bimbo su tre finisce di notte al pronto soccorso (ci sono folle la notte, a Roma, al Bambino Gesù) è per traumi causati non dalla mancanza di salvasportello ma dal fatto che i piccini si sono lanciati da un armadio (da un letto, da un divano) e fratturati o contusi pensando di essere come Batman. Pensavano di poter volare, ecco. I cartoni, la tv: il tema è sconfinato ma la questione del modello è chiara. Il regalo più grande sarebbe spiegargli fin da piccoli non solo che volare è impossibile ma che persino camminare è piuttosto difficile: si cade, spesso. Spesso cadere è utile. Farsi male serve. Sentire dolore aiuta: per esempio a sentire meglio il piacere.
Da adolescenti, poi, gli ex bambini perfetti vengono portati in massa da neuropsichiatri dell'età evolutiva: in prevalenza per sanare lo scarto tra il peso delle attese e le loro effettive possibilità. Ferita del sé grandioso, si chiama. Se alimenti un senso del sé grandioso prima o poi si sfracella. Nell'uso di droghe, per dire: un modo per dimenticare il fallimento del progetto. L'alternativa è restare da mamma fino a trent'anni: nemmeno questa un'idea particolarmente felice. Scrive la madre (separata) di un figlio preadolescente: "Ci siamo iscritti entrambi a un corso per imparare ad accettare le sconfitte. E' un'iniziativa del nostro comune, si chiama "Gli ultimi saranno i primi. Bella, sa?". Ecco, un bel corso a pagamento magari Vangeli alla mano. I figli perfetti a scuola di imperfezione, fra un corso di cinese il lunedì e uno di tai chi il giovedì. A lezione per arrivare ultimi e insieme campetti da allenamento sportivo a porte chiuse, se possibile. Moltissimi club già lo fanno visto che i genitori, dalle tribune, urlano "ammazzalo". Poi telefonano agli allenatori - non solo Previti - per far giocare i figli titolari. I coach, esausti, chiudono i cancelli alle famiglie. Meazza del resto era orfano.
di CONCITA DE GREGORIO
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Spartachetto
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- Località: Rieti
Il Piave mormorava,
calmo e placido, al passaggio
dei primi fanti, il ventiquattro maggio;
l'esercito marciava
per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera...
Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava, e andare avanti!
S'udiva intanto dalle amate sponde,
sommesso e lieve il tripudiar dell'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero,
il Piave mormorò:
«Non passa lo straniero!»
calmo e placido, al passaggio
dei primi fanti, il ventiquattro maggio;
l'esercito marciava
per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera...
Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava, e andare avanti!
S'udiva intanto dalle amate sponde,
sommesso e lieve il tripudiar dell'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero,
il Piave mormorò:
«Non passa lo straniero!»