diddi ha scritto:Chiedo scusa a Laporte.![]()
Mentre scrivevo che ignorava i miei interventi, lui rispondeva puntualmente a uno di questi.
Scusa ancora.
no problem !
Moderatore: Emy77
diddi ha scritto:Chiedo scusa a Laporte.![]()
Mentre scrivevo che ignorava i miei interventi, lui rispondeva puntualmente a uno di questi.
Scusa ancora.
E quante partite puoi andare a vedere in un week-end ???diddi ha scritto:]Se già prima andavi a vedere Rovigo-Petrarca di S10, andrai anche a vedere Rovigo-Petrarca di "serie A". Che tradizione hai rovinato?
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e qui sta il problema: ormai il 90% di chi scrive qui è, come me un fan del rugby da TV (anche eprchè dalle mie parti...). E allora sogna... sogna.. sogna....rivel1 ha scritto:io so che il super14 fa registrare uno share dello 0,00% circa... direi che è indicativo di quanto gliene freghi agli italiani del buon rugby, se in mezzo non c'è la nazionale
hakunamatata ha scritto:Quello riportato nell'articolo di Francesco Costantino sul penultimo numero de La Meta deve essere un "tipico caso di sana competizione tra Club che porta alla crescita di giovani italiani":turni ha scritto:PS: la metafora dell'orticello comincia ad essere abusata. Evviva l'orticello se crea sana competizione tra club in Italia, vale a dire se porta alla crescita di giovani italiani.
"
Ognuno con i suoi soldi fa quello che vuole.....i]
Previsione un pò facile... tra l'altro ci tengo a specificare che Rovigo aveva parecchio pubblico anche l'anno scorso, sia in casa che in trasferta, considerato come la squadra si esprimesse male e rischiasse di retrocedere.turni ha scritto:Per Rovigo il prossimo anno prevedo un boom ancor più significativo di quello di quest'anno. Tutto ciò, però, ha senso solo in ragione di quel radicamento territoriale che trovo ineludibile.
Magari li desse a chi schiera... Basta essere messi in lista gara! Non serve nemmeno entrare in campo...Squilibrio ha scritto:Faccio alcune considerazioni lette su questo topic
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3: Non è vero che la fir da 50000 euro a partita il prossimo anno a chi schiera più italiani del minimo, li da se si schierano per tutto il campionato.
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Huh, su questo hai ragione, i miei sono discorsi astratti e privi di dati certi. Per contro tu sostieni che per delle pie speranze non è il caso di sacrificare ciò che di buono già esiste, come per esempio il patrimonio "culturale" delle piazze storiche del rugby italiano.Laporte ha scritto:e qui sta il problema: ormai il 90% di chi scrive qui è, come me un fan del rugby da TV (anche eprchè dalle mie parti...). E allora sogna... sogna.. sogna....rivel1 ha scritto:io so che il super14 fa registrare uno share dello 0,00% circa... direi che è indicativo di quanto gliene freghi agli italiani del buon rugby, se in mezzo non c'è la nazionale
sì ma il problema è che il gap tra il budget delle nostre squadre migliori in S10 e quelle medie in CL è proprio dovuto agli scarsi introiti dei diritti tv...Laporte ha scritto:e qui sta il problema: ormai il 90% di chi scrive qui è, come me un fan del rugby da TV (anche eprchè dalle mie parti...). E allora sogna... sogna.. sogna....rivel1 ha scritto:io so che il super14 fa registrare uno share dello 0,00% circa... direi che è indicativo di quanto gliene freghi agli italiani del buon rugby, se in mezzo non c'è la nazionale
Molto interessante il tuo intervento ...diddi ha scritto: Su questa base, mi sento di condividere l'accorato appello di Mallett in favore delle selezioni per la CL (vedi link al blog di Alessandro Fusco postato da MT). Si tratta, in sostanza, di creare realtà societarie concorrenziali a livello europeo sia in campo economico che sportivo.
Il mio sogno non è entrare in CL, il mio sogno è un campionato italiano in cui le squadre italiane fanno a gara con quelle francesi, inglesi e celtiche per accaparrarsi i migliori giocatori, con cui rinforzare rose costituite in maggioranza da italiani formati dal vivaio interno, anche loro contesi tra le squadre a suon di soldoni; un campionato di altissimo livello, seguito con interesse da numerosi spettatori e dai media.
Ma non è quello che vedo.![]()
E allora cerco soluzioni. Ma soluzioni rapide, perché se dovesse finire questa fase di grazia in cui la Nazionale è quanto meno competitiva anche a livello 6 Nazioni e dovessimo risprofondare nel baratro dei -70 punti dall'Inghilterra, torneremmo ad essere i soliti 4 gatti. Questo sì, rispetto alle potenzialità del movimento, mi sembra deprimente.
Ho detto in tutte le salse che le due strade sono alternative, almeno nell'immediato.GiorgioXT ha scritto:Il problema è che la prima affermazione ( si alle franchigie per la CL) comporta la rinuncia per almeno 3-4 anni a quello che vorresti ... chi lo farebbe un "campionato di altissimo livello" ?
Potremmo continuare la discussione all'infinito, ma il nodo cruciale rimane il budget delle squadre Italiane, difficilmente con 4.000.000 di euro (che da quello che si dice se lo può permettere solo il Viadana) si può pensare di affrontare singolarmente una competizione estera, pertanto l'unica strada percorribile rimane la costituzione di franchigie federali. Sono d'accordissimo inoltre sulla trasformazione del campionato Italiano di top ten in campionato di serie A con rose prevalentemente Italiane.diddi ha scritto:Ho detto in tutte le salse che le due strade sono alternative, almeno nell'immediato.GiorgioXT ha scritto:Il problema è che la prima affermazione ( si alle franchigie per la CL) comporta la rinuncia per almeno 3-4 anni a quello che vorresti ... chi lo farebbe un "campionato di altissimo livello" ?
A dirla tutta, la mia "pia speranza" legata alla CL è:
- costituzione di franchige federali e ingresso in CL ALLE CONDIZIONI LORO (regola 5.3 "A maximum of two Non-European Players are permitted in a Team’s match squad"), cioè con alte quote di giocatori di formazione interna
- trasformazione del S10 in una serie A tra squadre con rose a prevalente composizione di giocatori italiani
- rapporto di interscambio tra club e franchige, per cui queste ultime possono attingere dai primi i giocatori che fosse opportuno o necessario integrare in rosa (è espressamente previsto nello statuto CL sotto la figura dei cosiddetti "Permit Players" - regola 5.4 "A Team may play Permit Players from a non-Magners League Team within the same Union. A Non-European Player may not play on Permit and a Permit Player may only play for one Team in the Tournament in any one season.")
- miglioramento della concorrenzialità in campo internazionale a livello di club e maggiore interesse mediatico per il fenomeno rugby anche tra i non addetti in tutto l'arco dell'anno, non solo a febbraio/marzo
- ampliamento del parco giocatori italiano e conseguente rafforzamento dei club.
Sono il primo ad ammettere che gli snodi sono complicati e che molte cose possono non funzionare.
Ma considero anche che le "celtiche" si trovavano di fronte ad un problema simile al nostro: i numeri del movimento non consentivano di affrontare la concorrenza internazionale. Se però l'esiguità del materiale umano a disposizione, nel loro caso, era un problema strutturale, per noi si tratta di un problema legato alla mancata diffusione del gioco. Le potenzialità del mercato italiano (come di quello tedesco o russo) sono enormi; ma la situazione attuale è quella di un ristretto circolo per iniziati, che va aprendosi, ma non trova sponda adeguata che nei successi (che poi sono in verità "onorevoli" sconfitte) della Nazionale.
La CL, nella mia ipotesi che ammetto tutta da verificare, potrebbe essere il catalizzatore per traghettare l'Italia dalla "minorità" all'avanguardia. Non so nemmeno io se funzionerà, ma mi sembra chiaro che l'attuale S10 è uno strumento insufficiente. Sarò prontissimo a ricredermi quando Treviso acquisterà Dan Carter, Padova risponderà strappando Wilkinson ai Falcons e la Capitolina porterà a Roma Castrogiovanni (si fa per dire, ovvio).
Assolutamente no, a mio parere. Quella che proponi sarebbe la soluzione più ragionevole, alla luce di quanto ho cercato di argomentare nei messaggi precedenti.Bacioci ha scritto:Sicuro che con 4 milioni non si può competere? Io credo di sì...
Lo dimostrano i risultati di TV e Viadana in Hcup (manifestazione che mediamente è di livello superiore alla CL): non hanno quasi mai "svaccato", e sono sempre state in partita (con vittoria di Treviso a Newport che fa la CL...).
Quando parlate di selezioni io mi chiedo sempre se pensate che esistono delle cose chiamate contratti che le società firmano con i giocatori e che li vincolano reciprocamente. Cosa facciamo? Li consideriamo carta straccia?
E poi, perchè non possono partecipare dei club (che hanno già tutta la struttura pronta)?
Fare delle selezioni vuol dire creare tutto ex novo. Non siamo angosassoni. Noi viviamo di tradizioni. Perchè sfasciare tutto solo per copiare gli altri.
Ci sono delle squadre che in modo esplicito si sono dichiarate pronte per fare il salto. Facciamoglielo fare questo salto e, piuttosto, diamo loro un supporto per far sì che possano far giocare il maggior numero di italiani possibile. La Fir potrebbe supportare queste squadre, con la clausola dello sviluppo del made in Italy, e con le risorse che risparmierebbe (costa meno un supporto esterno che la creazione ex novo di due selezioni), potrebbe aiutare a sviluppare il rugby locale che deve lavorare con l'obiettivo sportivo di primeggiare in Italia (esattamente come adesso) più l'obiettivo più generale di portare il maggior numero di giocatori possibili ad essere competitivi per il livello superiore (con ricompense economiche che, potrebbero riequilibrare le mancate entrate derivanti da un campionato con meno appeal mediatico).
Sono tanto fuori dalla realtà?...
Continuiamo a paragonare LItalia, doev il rugby è giocato da 4 gatti con paesi con tradizione e seguito. L'Italai è un paese doev il rugby se si concentrasse in sue città perderebbe il 90% del seguito....diddi ha scritto:Laporte ha scritto:orivel1 ha scritto:io so che il super14 fa registrare uno share dello 0,00% circa... direi che è indicativo di quanto gliene freghi agli italiani del buon rugby, se in mezzo non c'è la nazionale
4) la concentrazione delle forze disponibili ha dato risultati positivi in termini di livello professionale degli atleti su altre piazze (Irlanda e Galles; anche la Scozia, quando ha avuto problemi, ha fatto ricorso alla chiusura di una franchigia, cioè ha ulteriormente concentrato le proprie forze).