Innanzi tutto: quando ero bambino sapevo bene dove viveva il rugby. Tifavo Petrarca e mi rodeva quando vinceva il Rovigo (ah, la Sanson...GiorgioXT ha scritto:Rileggetevi tutti gli interventi di questo thread, di quello sul fallimento del Super 10, e in genere di quelli sulle selezioni.
Troverete una costante , ed una sola in mezzo a tante opinioni diverse : i Forumisti favorevoli alle selezioni e che sparano a zero sul Super 10 (dando retta alle indicazioni del nick e/o agli interventi) sono tutti di zone dove non ci sono squadre di S10 o legati a squadre di altre categorie.
Spero di sbagliarmi , ma questo significa anche che buona parte degli interventi sono fatti da persone che non conoscono la realtà dei club di S10 ed in particolare di quelli "storici" del Veneto ma non solo; facile quindi buttare via quello di cui non si conosce il valore.
Inoltre, capisco che sembri una bella opportunità arrivare di colpo grazie ad aiuti esterni ad un livello MAI raggiunto in epoca moderna . Ma nel Rugby , come nella vita le scorciatoie non pagano : l'abbiamo già vissuta questa esperienza con il Milan Rugby ..guarda un pò ... budget molto alto, i migliori giocatori italiani e qualche straniero di gran classe , calata dall'alto grazie ai soldi di Berlusconi (come sarebbero quelli della FIR) publicità e marketing anche migliore di quello che può fare la federazione ... e poi ? risultato ? macerie.
C'è una cosa che probabilmente si ignora : perchè il rugby ha avuto lo sviluppo che ha avuto a L'Aquila, Padova, Parma, Treviso e Rovigo ? non certo perchè è arrivato il "paperone" di turno ... ma per un lavoro continuo ed ininterrotto da parte dei club e delle persone che li animavano ed animano. E' solo questo lavoro che porta dei risultati (esempio positivo? : Benevento e le sue giovanili , esempio negativo ? Amatori Catania ed il suo disastro nonostante i favori della FIR...)
Questa del Superclub, come quella delle Selezioni è una scorciatoia. Potrà forse permettere di vincere qualche partita in più ma è una pesante ipoteca negativa sul futuro.
Il guaio del rugby di vertice in Italia è che nessuna società può/vuole competere economicamente con le massime realtà di alto livello europee. Puoi metterci tutta la buona volontà, la dedizione, la passione e l'organizzazione che vuoi, ma i giocatori più forti vanno dove ci sono i dindi, dato che lo fanno per lavoro, e tu devi arrangiarti coi resti. Se il Petrarca o il Rovigo (o tutte e due) riuscissero a tirare fuori un budget pari a quelli del Bristol, del Connacht o del Brive, allora sarei d'accordo nel mantenere l'attuale struttura. Dal momento che così non è e che non prevedo possa diventarlo in un prossimo futuro, la selezione non mi sembra una scorciatoia, ma l'unico modo per accedere ad armi più o meno pari al massimo livello.
Certo, se immagini la selezione come un nuovo Milan Rugby, capisco bene la tua posizione. Ma la FIR è un soggetto che certo non è sospetto di perdere interesse nel rugby in prospettiva. I suoi soldi non sono equiparabili a quelli di Berlusconi. Su questo punto sbagli di grosso.
Per quanto riguarda il parco giocatori disponibile per i club orfani del Super10, che cosa credi che cambi? L'italiano forte, invece di emigrare in Francia o in Inghilterra entrerà nella rosa della selezione. Tuttalpiù un'eventuale contrazione delle disponibilità economiche porterebbe a meno stranieri e più giovani. La visibilità del campionato potrebbe essere assicurata da un contratto collegato ai diritti della selezione e della Nazionale, dal momento che tutto sarebbe gestito dalla FIR.
Ammetto che quest'ultima non sembra per nulla un modello di gestione manageriale. Tuttavia se è l'unico soggetto disposto a mettere sul tavolo 8 milioni per fare una squadra di rugby in Italia, io ci sto.
Tanto Petrarca-Rovigo si giocherà ancora...
@ bogi: la questione degli spettatori di una eventuale franchigia per la Celtic è certamente un'incognita. Tuttavia non mi puoi dire che i confronti delle italiane con le massime realtà europee esistono già in HC e fanno pochi spettatori, perché la situazione è ben diversa. Un conto è andare a vedere la propia squadra infarcita di rincalzi per far rifiatare i titolari in vista del campionato che viene appallottolata da strapotenti corazzate, un altro assistere ad un incontro credibile tra formazioni di livello similmente alto, in grado di fornire un buono spettacolo che abbia un esito non scritto in partenza.
@ giandolmen: se alcuni clubs, magari anche in consorzio, aderissero all'iniziativa della FIR assicurando parte del budget e fornendo il loro know-how tecnico e gestionale, nessuno potrebbe essere più contento di me. Tuttavia esistono molti più club che franchige e la necessità di fare una scelta potrebbe avere conseguenze dolorose. Almeno la soluzione "FIR e basta" ha il pregio di trattare tutti gli altri allo stesso modo.