Attenzione anche alla sindrome da erba pakistanakkarli ha scritto:Attenzione alla sindrome da erba del vicino.Laporte ha scritto: L'esempio più simile a quello del Rugby è quello del Baseball.
Tempo da cambiare
Moderatore: Emy77
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EmmePi
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Re: Tempo da cambiare
Meglio non dialogare con il torinese maleducato che infesta il forum: non potresti mai sapere con quale dei suoi due o tre nick ti offenderà
Per chi fosse interessato, su Wikipedia è uscita la versione riveduta e corretta della pagina che illustra la Teoria della Relatività. L'ha redatta il mio droghiere lo scorso giovedì pomeriggio, turno di chiusura del negozio
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monk
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Re: Tempo da cambiare
Non mi sembra strano che l'Italia rimanga un po' indietro rispetto alle altre del 6n. Seguendo mio figlio nel minirugby di una piccola società (poi ci torno) ho avuto modo di vedere in un torneo nel Sud della Francia il livello di diffusione e competenza del rugby transapino: l'anno scorso lo schema italiano (c'erano anche società di caratura maggiore) era palla a Quello Grosso e tutti a spingere in una confusa maul. I francesi andavano a contatto, pulivano, aprivano e ...andavano in meta. Mi ha colpito il fatto che tutti i bambini francesi facevano le stesse cose alla stesso modo; passaggi, placcaggi, schieramento, pulizia. Parlando con genitori e dirigenti francesi ho saputo che i loro educatori sono tutti diplomati al corrispondente dell'ISEF, oltre a essere ex giocatori. I nostri allenatori ( e cara grazia che ci sono) sono per lo più ex giocatori appassionati, qualcuno capace "per istinto" di stare con i bambini, qualcuno anaffettivo, qualcuno proprio inadatto. Tutti lavoratori, che fanno salti mortali per arrivare in tempo all'allenamento, allenatori dopo un(a mio avviso )troppo veloce corso. Il problema è che solo chi ha giocato, secondo me, puo' allenare - gli ex giocatori che hanno voglia di allenare sono un numero comunque limitato - la loro preparazione non è ancora omogenea e diffusa: con le nuove regole del minirugby si è fatto un passo avanti, ma ci vorrà del tempo. Non sarebbe male se la Federazione monitorasse gli attuali giocatori che frequentano l'ISEF e comiciasse a formarli. Nella zona dove vivo il rugby è abbastanza diffuso, ma nonostante ciò non è raro vedere U15, U17 e 19 presentarsi alle partite in 14 o comunque in numero risicato: segno che il volano che fa sì che tutte le società abbiano tutte le categorie (presupposto indispensabile per il ricambio atutti i livelli) non è ancora attivo. Molte piccole/ medie società sono state gestite fino a poco tempo fa in modo "familiare" e si sono trovate a dover gestire 50/60 bambini, con genitori annessi, a volte risorse, a volte no... Problemi di spazi, economici ecc: anche qui ci vorrà del tempo. Ho visto che in Francia (non è una mania, ma conosco un pochino solo quella situazione) il rugby insieme ad altri sport, viene utilizzato cme attività di prevenzione nelle zone più a rischio sociale : un investimento nelle aree metropolitane di Napoli, Palermo ecc, collegate magari alla scuola (va be'...fantascienza) produrrebbe un ritorno a vari livelli proprio interessante, molto più che un mondiale.
Ho stufato abbastanza e mi son pure limitato, ma per formazione sono abitato ad affrontare le cose in modo sistemico, Non mi addentro in commenti "tennici" perchè ho cominciato a "giocare" come old da un anno a 45...
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newrunner
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Re: Tempo da cambiare
Credimi hai buone idee e chiare ..io ho iniziato a 15 continuo da 41 anni ...ma hai notato una cosa intelligente nello schema descritto..e già dice molto...anche se credimi non è solo questo quello che tanti allenatori insegnano ..ma qualcosa condivido..bisogna aver giocato e se hai anche arbitrato e se hai fatto corsi per saper comunicare ai minori puoi diventare un buon educatore ...e allenatore...ciaomonk ha scritto:Non mi sembra strano che l'Italia rimanga un po' indietro rispetto alle altre del 6n. Seguendo mio figlio nel minirugby di una piccola società (poi ci torno) ho avuto modo di vedere in un torneo nel Sud della Francia il livello di diffusione e competenza del rugby transapino: l'anno scorso lo schema italiano (c'erano anche società di caratura maggiore) era palla a Quello Grosso e tutti a spingere in una confusa maul. I francesi andavano a contatto, pulivano, aprivano e ...andavano in meta. Mi ha colpito il fatto che tutti i bambini francesi facevano le stesse cose alla stesso modo; passaggi, placcaggi, schieramento, pulizia. Parlando con genitori e dirigenti francesi ho saputo che i loro educatori sono tutti diplomati al corrispondente dell'ISEF, oltre a essere ex giocatori. I nostri allenatori ( e cara grazia che ci sono) sono per lo più ex giocatori appassionati, qualcuno capace "per istinto" di stare con i bambini, qualcuno anaffettivo, qualcuno proprio inadatto. Tutti lavoratori, che fanno salti mortali per arrivare in tempo all'allenamento, allenatori dopo un(a mio avviso )troppo veloce corso. Il problema è che solo chi ha giocato, secondo me, puo' allenare - gli ex giocatori che hanno voglia di allenare sono un numero comunque limitato - la loro preparazione non è ancora omogenea e diffusa: con le nuove regole del minirugby si è fatto un passo avanti, ma ci vorrà del tempo. Non sarebbe male se la Federazione monitorasse gli attuali giocatori che frequentano l'ISEF e comiciasse a formarli. Nella zona dove vivo il rugby è abbastanza diffuso, ma nonostante ciò non è raro vedere U15, U17 e 19 presentarsi alle partite in 14 o comunque in numero risicato: segno che il volano che fa sì che tutte le società abbiano tutte le categorie (presupposto indispensabile per il ricambio atutti i livelli) non è ancora attivo. Molte piccole/ medie società sono state gestite fino a poco tempo fa in modo "familiare" e si sono trovate a dover gestire 50/60 bambini, con genitori annessi, a volte risorse, a volte no... Problemi di spazi, economici ecc: anche qui ci vorrà del tempo. Ho visto che in Francia (non è una mania, ma conosco un pochino solo quella situazione) il rugby insieme ad altri sport, viene utilizzato cme attività di prevenzione nelle zone più a rischio sociale : un investimento nelle aree metropolitane di Napoli, Palermo ecc, collegate magari alla scuola (va be'...fantascienza) produrrebbe un ritorno a vari livelli proprio interessante, molto più che un mondiale.
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Shye
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Re: Tempo da cambiare
Sì, ma nessuno mi dice mai cosa significa nel dettaglio "far crescere il movimento dal basso".dariodesio ha scritto:Non candidare l'Italia per i prossimi due mondiali, ad esempio, con una scelta demagogica, ma puntare a far crescere il movimento dal basso, a partire dai fondamentali, dalle scuole. Qualsiasi cosa, se nza pensare che la Celtic sia la panacea di tutti i mali...Shye ha scritto:Cosa dovrebbe fare Dondi?VLADICALCIAVOMEGLIOIO ha scritto: tutto giusto: ma perchè il 70% di chi partecipa al forum lo capisce e chi dovrebbe capirlo (nm, dondi etc) no?
cmq onore a te che continui a tifare....la squadra non si abbandona!
Mi suona un po' come "migliorare il mondo".
Che vuol dire?
Diffusione nelle scuole? Va bene..ma siamo sicuri che sia colpa della federazione e non dei governi?
Poi? Cos'altro?
Fatemi esempi precisi e se ne può discutere. Al momento il concetto è un po' troppo fumoso.
Quando al mondiale, persino Italia90 è stato gestito di merda, quindi non ho dubbi che combineremmo casini.
Ma che sia male per il movimento non saprei.
La nazionale, che è la punta dell'iceberg, è stata l'unica responsabile dell'aumento netto dei praticanti negli ultimi dieci anni.
Ovvero la punta che trascina la base.
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EmmePi
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Re: Tempo da cambiare
Un esempio di tentativo di far crescere il movimento "dal basso" può essere quello che farà l'IRB in Kenia in occasione del mondiale under 20.
Lancerà un progetto in cui investe una somma considerevole (se non vado errato più di un milione di dollari) per portare il rugby nelle scuole.
Conta di avvicinare almeno 100.000 (sì, centomila) bambini al rugby.
Ora, il kenia non è che parta proprio da zero. Nel Seven credo sia abbastanza in alto nel ranking. Credo che questa azione, se fatta seriamente, possa dare i suoi frutti
Lancerà un progetto in cui investe una somma considerevole (se non vado errato più di un milione di dollari) per portare il rugby nelle scuole.
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Shye
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Re: Tempo da cambiare
Ok, poniamo che domani Dondi investa un milione di euro per far crescere il rugby nelle scuole.EmmePi ha scritto:Un esempio di tentativo di far crescere il movimento "dal basso" può essere quello che farà l'IRB in Kenia in occasione del mondiale under 20.
Lancerà un progetto in cui investe una somma considerevole (se non vado errato più di un milione di dollari) per portare il rugby nelle scuole.
Conta di avvicinare almeno 100.000 (sì, centomila) bambini al rugby.
Ora, il kenia non è che parta proprio da zero. Nel Seven credo sia abbastanza in alto nel ranking. Credo che questa azione, se fatta seriamente, possa dare i suoi frutti
Anche ipotizzando che gli diano l'autorizzazione per fare una cosa simile, quanti di questi soldi pensi che finiranno nelle tasche della catena alimentare dei vari politici di qualsiasi livello e quanti per il vero scopo?
Inoltre c'è da convincere tutto il sistema scolastico (i genitori, i professori, i presidi, i bidelli, i cancellini, ecc) che è giusto fare ore di rugby a scuola.
In un paese dove l'ora di religione cattolica era obbligatoria fino a pochi anni fa, niente è scontato e tutto è da conquistare.
Non dico che sia sbagliato, eh..anzi. Magari. Dico solo che siamo in Italia. Tutti gli sport sono gestiti male dal sistema scolastico.
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EmmePi
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Re: Tempo da cambiare
No,no, era un esempio così. Anch'io credo sia impossibile da importare un modello simile.Shye ha scritto:Ok, poniamo che domani Dondi investa un milione di euro per far crescere il rugby nelle scuole.EmmePi ha scritto:Un esempio di tentativo di far crescere il movimento "dal basso" può essere quello che farà l'IRB in Kenia in occasione del mondiale under 20.
Lancerà un progetto in cui investe una somma considerevole (se non vado errato più di un milione di dollari) per portare il rugby nelle scuole.
Conta di avvicinare almeno 100.000 (sì, centomila) bambini al rugby.
Ora, il kenia non è che parta proprio da zero. Nel Seven credo sia abbastanza in alto nel ranking. Credo che questa azione, se fatta seriamente, possa dare i suoi frutti
Anche ipotizzando che gli diano l'autorizzazione per fare una cosa simile, quanti di questi soldi pensi che finiranno nelle tasche della catena alimentare dei vari politici di qualsiasi livello e quanti per il vero scopo?
Inoltre c'è da convincere tutto il sistema scolastico (i genitori, i professori, i presidi, i bidelli, i cancellini, ecc) che è giusto fare ore di rugby a scuola.
In un paese dove l'ora di religione cattolica era obbligatoria fino a pochi anni fa, niente è scontato e tutto è da conquistare.
Non dico che sia sbagliato, eh..anzi. Magari. Dico solo che siamo in Italia. Tutti gli sport sono gestiti male dal sistema scolastico.
La scuola italiana è troppo "ingessata" e poi, ricordo male o vogliono mettere come "facoltativa" perfino l'ora (un'ora!) di ginnastica delle medie inferiori?
Sì, è vero, c'è il discorso dei crediti, ma parlando in linea generale chi fa sport, in Italia, è penalizzato dalla scuola
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MatR
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- Iscritto il: 14 nov 2008, 9:32
Re: Tempo da cambiare
Anche io penso che il parallelo con la pallavolo sia calzante: ho già proposto le mie argomentazioni nel topic "Tanto siamo fregati con Mallett" e non sto a tediarvi di nuovo, anche perché ripeterei cose già dette da altri anche qui.Laporte ha scritto: L'entusiamo per un mondiale se non trova capoillare possibilità di attecchire non farà mai mettere radici.
L'esempio più simile a quello del Rugby è quello del Baseball.
E' fuor di dubbio che volley e basket hanno più presenza a scuola, ma è una semplice conoscenza. L'unico sport che sta nella culla di ogni italiano è il calcio. Il volley nelle scuole italiane non è certo paragonabile al rugby in quelle inglesi, eppure campioni del mondo lo siamo diventati.
Il baseball non ha attecchito in nessun Paese europeo: è proprio fuori da ogni orizzonte culturale che non sia americano. Il baseball non credo facesse un milione di telespettatori il sabato pomeriggio come ha fatto il rugby da Twickenham; non è mai entrato negli spot pubblicitari (almeno così mi pare di ricordare); non dimentichiamo che a novembre abbiamo avuto 3 TM in tre città diverse e tutti hanno portato allo stadio 30mila persone o giù di lì - e anche questi TM sanno tanto di prova generale per la candidatura mondiale.
Insomma: il rugby parte da una capillarità inferiore a quella del volley, ma ben superiore a quella del baseball.
Capitolo traino: io sono uno di quelli che alla pallavolo ci è arrivato grazie ai mondiali del '78. Grazie a quelli, io ho cominciato a giocare e poi a allenare, e ancora oggi la mia vita è influenzata da ciò che seminai allora. E quando sono andato a vedere la mia prima partita, Messico-Finlandia, non sapevo nulla di volley. Ma proprio niente.
Credo che un Mondiale in Italia sarebbe un bel colpo promozionale: è vero che il 2015 è dietro l'angolo, ma è anche vero che se al più tardi nel 2010 andiamo in Celtic, il Mondiale in Italia arriverebbe dopo già 5 stagioni in cui il rugby internazionale è di casa da noi. Se già oggi la Nazionale fa 30mila spettatori allo stadio in Italia e attira 8mila appassionati a Londra, è lecito aspettarsi che dopo 5 anni di CL e adeguato lavoro promozionale un Mondiale in Italia sia del tutto lecito e in grado di avere successo.
Va da sè che nessun tassello da solo può risolvere la situazione: non un Mondiale in Italia in sè, non una CL in sè. Bisogna lavorarci intorno, alacremente. Ma un conto è costruire una casa intorno al pilastro portante del S10, un conto è farlo intorno a una CL o/e a un Mondiale.
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cussino
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- Iscritto il: 2 ago 2006, 9:48
Re: Tempo da cambiare
Dopo quello che ho scritto ieri ho notato con piacere che si è aperto un bel dibattito e ho letto cose tutte giuste e sensate. 2 mi sembrano le cose che sono emerse più chiare e cioè la totale assenza della scuola nella formazione dei ragazzi e come fare per allargare la base. Per ciò che riguarda la scuola credo che sia proprio una battaglia persa, i professori osteggiano tutti coloro che fanno sport al motto di "come puoi studiare se passi tutto il tuo tempo libero su di un campo di rugby" (è successo a mio figlio lo scorso anno al liceo classico e per altro è stato pure promosso!!!! non riesco proprio a capire quale ostacolo possa rappresentare lo sport verso lo studio se uno passa due ore la sera ad allenarsi...............boh, proprio non capisco), sull'allargamento della base, visto che la scuola è un ostacolo, non restano che le società con la loro forza, con la loro costanza nel ricercare forze nuove e soprattutto, credo, la Nazionale con la televisione, con il marketing e via dicendo. E' su queste considerazioni che, penso, Dondi si sia mosso nell'avviare la partecipazione italiana alla Celtic League (giusta o sbagliata che sia) e nel lanciare la scommessa dei mondiali. Altro argomento fondamentale è quello degli allenatori o educatori come si chiamano in Francia, se non erro. Nella mia società di appartenenza a Roma tutti gli allenatori che abbiamo sono professori ISEF ed ex giocatori e i 2 responsabili tecnici lo fanno addirittura per mestiere. Una volta al mese fanno riunioni di coordinamento per impostare i vari lavori con i ragazzi ed onestamente devo dire che i risultati di questo si vedono. I numeri di chi si è avvicinato al rugby è aumentato (noi quest'anno abbiamo un 35% di iscritti reali in più e soprattutto abbiamo perso solo 2 ragazzi che hanno smesso). Mi auguro che anche per le altre società i numeri siano più o meno questi. Il vero problema per noi a Roma deriva dalle poche strutture esistenti e quindi dalle difficoltà che si hanno per raggiungere i luoghi di allenamento ( i tempi di spostamento a volte sono biblici) per cui molte famiglie scelgono lo sport per i figli secondo convenienza, questo sport lo può fare vicino casa per cui lo porto lì ecc ecc. Tanto per rendervi l'idea di come funzionano le cose a Roma vi dico che io abito in un quartiere di circa 350mila abitanti dove non c'è nessun impianto dedicato al rugby (calcio, nuoto, pallacanestro, pallavolo, tennis...quanti ne volete), a circa 8 Km ci sono 3 impianti di rugby con 4 società che ne usufruiscono. Voi direte beh sono solo 8 Km (16 se ci mettete il ritorno), ci vuole tra andata e ritorno circa un'ora e mezza quando va bene in macchina .....in autobus è meglio non parlarne. Beh ho divagato ma tutto questo aveva il fine di dimostrare che se la scuola non diventa, come nei paesi anglosassoni, un polo di diffusione dello sport oltre che prettamente educativo la base del rugby non potrà mai contare su numeri che possano indurre ad essere ottimisti. L'esempio del progetto in Kenia, conoscendo bene quella realtà per averci lavorato per anni, è un progetto sicuramente destinato al successo perchè lì il modello scolastico è quello anglosassone e i ragazzi a scuola hanno modo di fare tutti gli sport..............magari lì il problema è farceli andare a scuola!!! Buona giornata a tutti
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stefanot
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- Iscritto il: 19 feb 2008, 13:59
Re: Tempo da cambiare
Ragazzi, volley e basket sono cosi' presenti nelle scuole perche' ogni scuola ha un misero campetto per far svolgere educazione fisica agli studenti e cosa ci vuole a mettere su un paio di canestri o una rete da pallavolo? Talvolta ci sono anche porte da calcetto, ma non sempre (almeno parlo per esperienza personale). Figuriamoci se le scuole poi hanno i soldi per fare un campo da calcio o da rugby!
Non credo che investire soldi nelle scuole possa dare questi gran risultati: credo sia molto piu' saggio e proficuo che la Fir vada a parlare con le varie amministrazioni provinciali e regionali e cerchi di diffondere una cultura rugbystica all'interno degli ambienti politici; una volta ottenuto l'appoggio di tali enti si puo' parlare di finanziare la costituzione di nuove societa' sportive e campi da rugby magari grazie anche allo stanziamento di fondi pubblici.
Non credo che investire soldi nelle scuole possa dare questi gran risultati: credo sia molto piu' saggio e proficuo che la Fir vada a parlare con le varie amministrazioni provinciali e regionali e cerchi di diffondere una cultura rugbystica all'interno degli ambienti politici; una volta ottenuto l'appoggio di tali enti si puo' parlare di finanziare la costituzione di nuove societa' sportive e campi da rugby magari grazie anche allo stanziamento di fondi pubblici.
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rude1962
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Re: Tempo da cambiare
Guarda che per elementari e medie basterebbero un set di conetti per delimitare i campi. Purtroppo per ignoranza sportiva il Rugby è considerato sport violento ed è mal visto da docenti e dirigenti (ne so per certo). La classe di mio figlio (5 elementare - Brianza) è da due anni che utilizza un esperto esterno che propone Pallavolo, Pallamano e Baseball !!!! Ma di Rugby nemmeno a parlarne. Le strutture si possono trovare, i soldi non sono un problema (l'esperto di cui sopra è giustamente pagato mentre con il progetto Rugby scolastico della FIR e di alcune società è possibile avere corsi di Rugby all'interno delle scuole in maniera gratuita). Quello che è difficile da cambiare è la mentalità della gente comune, l'Italia non possiede alcuna cultura sportiva che si possa dire tale (dovreste vedere le facce delle mamme quando mio figlio invita qualche amichetto a provare al campo..)stefanot ha scritto:Ragazzi, volley e basket sono cosi' presenti nelle scuole perche' ogni scuola ha un misero campetto per far svolgere educazione fisica agli studenti e cosa ci vuole a mettere su un paio di canestri o una rete da pallavolo? Talvolta ci sono anche porte da calcetto, ma non sempre (almeno parlo per esperienza personale). Figuriamoci se le scuole poi hanno i soldi per fare un campo da calcio o da rugby!
Non credo che investire soldi nelle scuole possa dare questi gran risultati: credo sia molto piu' saggio e proficuo che la Fir vada a parlare con le varie amministrazioni provinciali e regionali e cerchi di diffondere una cultura rugbystica all'interno degli ambienti politici; una volta ottenuto l'appoggio di tali enti si puo' parlare di finanziare la costituzione di nuove societa' sportive e campi da rugby magari grazie anche allo stanziamento di fondi pubblici.
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Shye
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Re: Tempo da cambiare
E' proprio questo il problema..rude1962 ha scritto: Quello che è difficile da cambiare è la mentalità della gente comune, l'Italia non possiede alcuna cultura sportiva che si possa dire tale (dovreste vedere le facce delle mamme quando mio figlio invita qualche amichetto a provare al campo..)
D'altronde non è un ostacolo insormontabile, nemmeno gli altri sport si sono sviluppati a scuola, ma semmai a scuola ci sono arrivati DOPO che sono diventati sport di massa.
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rugby59
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Re: Tempo da cambiare
Adesso tutti parlano di mandare a casa Mallet, ma tutti gli altri? Come mai non ci sono abbastanza giocatori "Italiani" in giro? Che cosa hanno fatto in tutto questo tempo i saputoni che da più di dieci anni bivaccano in Federazione? Sono loro che avrebbero dovuto gettare le basi e creare una fascia di rugbysti che potessero andare a testa alta con la maglia azzurra. I responsabili ed i direttori sportivi - sempre gli stessi da diecia anni e più a questa parte - sono la causa di questo sfacelo, non Mallet o i giocatori!!!!
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mariovitello
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- Iscritto il: 8 set 2006, 21:24
- Località: Milano
Re: Tempo da cambiare
E' vero, dallo scorso settembre la mia società ha cercato di avviare una introduzione del minirugby nelle scuole, il risultato è stato di freddezza totale. Dai dirigenti scolastici fino ai genitori, nell'immaginifico popolare, siamo ancora quelli che si picchiano e tornano a casa pesti. Addirittura quando ho iniziato a parlare dei valori del nostro sport sono stato guardato come un marziano: mi sto convincendo che prima di promuovere il minirugby dovrei fare delle sedute di cultura sportiva! Eppure io ho 50 anni ed ho iniziato a giocare a rugby a 15 anni (non ho ancora smesso, gioco come Old), che i miei genitori fossero degli extraterrestri ?
moriremo... ma non di sete!!
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JM4
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- Iscritto il: 1 lug 2008, 15:07
Re: Tempo da cambiare
Viendolo desde afuera, y con todo respeto, voy a darles mi opinion sobre lo que yo pienso que le pasa a Italia en el 6N y en los torneos que juega, Heineken Cup,Challengue,RWC,etc.Y por lo que leo es una opinion generalizada.
Italia no tiene grandes jugadores, ya que el rugby no es tan tradicional. De donde surgen los buenos jugadores? de las inferiores, de las juveniles. Uds llevan jugadores Argentinos,Australianos,Fijianos a los 18 años, los hacen ser de ``formazione italiana`` y juegan para su seleccion. Son los mejores jugadores de su seleccion, de hecho los mejores son Castrogiovani y Parisse(argentinos). No seria mejor, invertir plata, dinero, en las juveniles, y que los jugadores nacidos en italia tengan desde jovenes esa atencion, dedicacion, y le enseñen lo necesario para tener una seleccion con una identidad propia???
Hay jugadores que nunca podrian jugar en otro seleccionado, Griffen jamas hubiese jugado en los All Blacks, lko mismo que Mac Lean en Australia o Gonzalo Garcia en los Pumas.
Italia necesita mas Bergamascos, Perugini, Bortolami, jugadores que sientan el pais. No que jueguen solo al rugby, por dar un ejemplo boludo, cuando juegan el mundial de futbol por que pais se creen que hinchan Castrogiovani o Mac Lean por ejemplo? Castro por Argentina y Mac Lean por Australia! Perugini,Festucia,Bortolami,Bergamasco,Reato,Zanni, Toniolati,Marcato,Bergamasco, Masi, ITALIA NECESITA DE ITALIANOS. Son un gran pais, muy querido, necesitan hacer un click urgente y darse cuenta de sus falencias. Sus equipos juegan la heineken cup con jugadores argentinos de 3er nivel, por ejemplo en Treviso juegan Sbaraglini, Di Santo, Mulieri, Vidal que en Argentina no los conoce nadie! Al unico que se conoce es a Hevia porque fue Pumita U21. Nadie mas...Tiene que pomner los pies sobre la tierra, darse cuenta de sus problemas y limitaciones y empezar desde abajo, desde las divisiones menores, desde los chicos de 8,9,10 , 12, 15, 16 años y ir formando a esos jugadores que son el futuro. Saludos a todos
Italia no tiene grandes jugadores, ya que el rugby no es tan tradicional. De donde surgen los buenos jugadores? de las inferiores, de las juveniles. Uds llevan jugadores Argentinos,Australianos,Fijianos a los 18 años, los hacen ser de ``formazione italiana`` y juegan para su seleccion. Son los mejores jugadores de su seleccion, de hecho los mejores son Castrogiovani y Parisse(argentinos). No seria mejor, invertir plata, dinero, en las juveniles, y que los jugadores nacidos en italia tengan desde jovenes esa atencion, dedicacion, y le enseñen lo necesario para tener una seleccion con una identidad propia???
Hay jugadores que nunca podrian jugar en otro seleccionado, Griffen jamas hubiese jugado en los All Blacks, lko mismo que Mac Lean en Australia o Gonzalo Garcia en los Pumas.
Italia necesita mas Bergamascos, Perugini, Bortolami, jugadores que sientan el pais. No que jueguen solo al rugby, por dar un ejemplo boludo, cuando juegan el mundial de futbol por que pais se creen que hinchan Castrogiovani o Mac Lean por ejemplo? Castro por Argentina y Mac Lean por Australia! Perugini,Festucia,Bortolami,Bergamasco,Reato,Zanni, Toniolati,Marcato,Bergamasco, Masi, ITALIA NECESITA DE ITALIANOS. Son un gran pais, muy querido, necesitan hacer un click urgente y darse cuenta de sus falencias. Sus equipos juegan la heineken cup con jugadores argentinos de 3er nivel, por ejemplo en Treviso juegan Sbaraglini, Di Santo, Mulieri, Vidal que en Argentina no los conoce nadie! Al unico que se conoce es a Hevia porque fue Pumita U21. Nadie mas...Tiene que pomner los pies sobre la tierra, darse cuenta de sus problemas y limitaciones y empezar desde abajo, desde las divisiones menores, desde los chicos de 8,9,10 , 12, 15, 16 años y ir formando a esos jugadores que son el futuro. Saludos a todos