Addentriamoci nei dettagli....
Moderatore: Emy77
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ellis
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Addentriamoci nei dettagli....
Cosa secondo me non va.
In Italia non abbiamo abbastanza fondamentali tecnici che rientrano nel ball-handling: ogni italiano ne manca
rispetto ai pari livello delle altre nazioni rugbisticamente evolute: non ne hanno i primi 25, non ne hanno quelli della
nazionale A, non ne hanno i nostri atleti delle giovanili; persino nei tornei Old che faccio noto che i 45 enni inglesi, gallesi
e francesi ne hanno sempre più di noi.... Non si insegnano, non si riesce ad assimilarli, forse non è nel nostro DNA.... chi lo sa....
Non stiamo molto meglio negli altri fondamentali: linee di corsa, capacità di fare le cose in velocità, prese al volo, placcaggi in
avanzamento, sostegni, cambi di passo, finte e tanti altri.
In Italia i giocatori non sono capaci (quanto gli altri) di prendere la decisione giusta al momento giusto: si copre mal eil campo,
troppi giocatori impegnati sui punti d'incontro, difficoltà di proporre delle buone soluzioni per i ricicli, disorganizzazione nel fare la guardia sulle ruck.
Per non parlare dei placcaggi: a noi servono spesso 3 giocatori per placcarne uno avversario, qualora questo avversario abbia trovato il vantaggio;
e spesso tutti e tre fanno la stessa cosa, serbono tutti e tre solo per fermare o a volte solo arginare il rivale; nelle altre nazionali
qualora vadano due o tre giocatori a placcare un solo avversario è per organizzare un grillo talpa o cercare di fargli fare
un tenuto o almeno di impedirgli un riciclo: uno fa una cosa ed uno un'altra.
Ci eravamo illusi di avere una mischia che fa la differenza: un po' le nuove regole un po' la verità che viene sempre a galla, bè siamo
stati riportati sulla terra: anni ed anni di mini-unit non hanno dato i frutti che dovevano; le altre nazionali usano questa tattica solo a
5 metri dalla line adi meta a vversaria e quasi sempre, al contrario di noi, concludono le fasi con una segnatura.
Abbiamo un'ottima prima linea in mischia chiusa è vero ma paghiamo questa specializzazione con dei piloni che non sono nemmeno lontani parenti, nel gioco
aperto, degli Adam, degli Sheridan, degli Horan, dei due francesi.
I nostri giocatori di mischia si schierano spesso sui trequarti ed è lì che toccano la maggior parte dei loro palloni mentre nelle altre nazionali gli avanti
si vedono cercare di andare a ricevere i passaggi negli intervalli stretti: noi oggi l'abbiamo fatto una sola volta ed è nata la nostra meta.
Le nostre ali sono tutte coperte corte, non incidono mai; Canale fa una partita eccezionale all'anno (stavolta quella contro il Galles) e nelle altre è un
ectoplasma; Garcia non è presentabile; nel ruolo di mediano di mischia siamo messi male.
Insomma l'Italia è un paese rugbisticamente indietro rispetto ai colossi del rugby: e il professionismo ha accentuato questa differenza; siamo
migliorati nei confronti di Romania, Tonga, Fiji ma con chi ci precede la distanza è aumentata: oggi come oggi non è immaginabile una sconfitta
12-18 contro gli AB come a Rovigo nel 1979 nè una vittoria come quella in Francia nel 1997.
I saltuari e rari successi di questi 9 anni hanno meno valore di quello che TUTTI noi li abbiamo dato: vittorie occasionali, risicate, in mezzo ad un mare di sconfitte,
alcune delle quali imbarazzanti, nel frattempo non abbiamo mai passato un turno ai mondiali: persin0o il Canada c'è riuscito una volta.....
Se poi l'allenatore decide cose strane quali quella di Mauro, fa giocare in modo inverso il 10 e il 15, manda a casa con scuse assurde uno dei pochi giocatori sui
quali si dovrebbe puntare (dopo averlo mandato al patibolo per avergli fatto afre l'estremo e persin l'apertura senza mai schierato nel suo ruolo naturale di centro)......
In Italia non abbiamo abbastanza fondamentali tecnici che rientrano nel ball-handling: ogni italiano ne manca
rispetto ai pari livello delle altre nazioni rugbisticamente evolute: non ne hanno i primi 25, non ne hanno quelli della
nazionale A, non ne hanno i nostri atleti delle giovanili; persino nei tornei Old che faccio noto che i 45 enni inglesi, gallesi
e francesi ne hanno sempre più di noi.... Non si insegnano, non si riesce ad assimilarli, forse non è nel nostro DNA.... chi lo sa....
Non stiamo molto meglio negli altri fondamentali: linee di corsa, capacità di fare le cose in velocità, prese al volo, placcaggi in
avanzamento, sostegni, cambi di passo, finte e tanti altri.
In Italia i giocatori non sono capaci (quanto gli altri) di prendere la decisione giusta al momento giusto: si copre mal eil campo,
troppi giocatori impegnati sui punti d'incontro, difficoltà di proporre delle buone soluzioni per i ricicli, disorganizzazione nel fare la guardia sulle ruck.
Per non parlare dei placcaggi: a noi servono spesso 3 giocatori per placcarne uno avversario, qualora questo avversario abbia trovato il vantaggio;
e spesso tutti e tre fanno la stessa cosa, serbono tutti e tre solo per fermare o a volte solo arginare il rivale; nelle altre nazionali
qualora vadano due o tre giocatori a placcare un solo avversario è per organizzare un grillo talpa o cercare di fargli fare
un tenuto o almeno di impedirgli un riciclo: uno fa una cosa ed uno un'altra.
Ci eravamo illusi di avere una mischia che fa la differenza: un po' le nuove regole un po' la verità che viene sempre a galla, bè siamo
stati riportati sulla terra: anni ed anni di mini-unit non hanno dato i frutti che dovevano; le altre nazionali usano questa tattica solo a
5 metri dalla line adi meta a vversaria e quasi sempre, al contrario di noi, concludono le fasi con una segnatura.
Abbiamo un'ottima prima linea in mischia chiusa è vero ma paghiamo questa specializzazione con dei piloni che non sono nemmeno lontani parenti, nel gioco
aperto, degli Adam, degli Sheridan, degli Horan, dei due francesi.
I nostri giocatori di mischia si schierano spesso sui trequarti ed è lì che toccano la maggior parte dei loro palloni mentre nelle altre nazionali gli avanti
si vedono cercare di andare a ricevere i passaggi negli intervalli stretti: noi oggi l'abbiamo fatto una sola volta ed è nata la nostra meta.
Le nostre ali sono tutte coperte corte, non incidono mai; Canale fa una partita eccezionale all'anno (stavolta quella contro il Galles) e nelle altre è un
ectoplasma; Garcia non è presentabile; nel ruolo di mediano di mischia siamo messi male.
Insomma l'Italia è un paese rugbisticamente indietro rispetto ai colossi del rugby: e il professionismo ha accentuato questa differenza; siamo
migliorati nei confronti di Romania, Tonga, Fiji ma con chi ci precede la distanza è aumentata: oggi come oggi non è immaginabile una sconfitta
12-18 contro gli AB come a Rovigo nel 1979 nè una vittoria come quella in Francia nel 1997.
I saltuari e rari successi di questi 9 anni hanno meno valore di quello che TUTTI noi li abbiamo dato: vittorie occasionali, risicate, in mezzo ad un mare di sconfitte,
alcune delle quali imbarazzanti, nel frattempo non abbiamo mai passato un turno ai mondiali: persin0o il Canada c'è riuscito una volta.....
Se poi l'allenatore decide cose strane quali quella di Mauro, fa giocare in modo inverso il 10 e il 15, manda a casa con scuse assurde uno dei pochi giocatori sui
quali si dovrebbe puntare (dopo averlo mandato al patibolo per avergli fatto afre l'estremo e persin l'apertura senza mai schierato nel suo ruolo naturale di centro)......
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garakh
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Re: Addentriamoci nei dettagli....
Qualche sera fa, su Sportitalia, ho seguito uno speciale sull'atletica.
Erano ospiti Gabriella Dorio, Elisa Cusma e il prof. Rondelli.
Quest'ultimo fece una considerazione riguardo alla mancanza di nuovi talenti in Italia.
Molti atleti promettenti, una volta assunti negli apparati dello stato (i gruppi militari sono la spina dorsale in molti sport in Italia) si adagiano e non si sacrificano più come facevano prima. Vivacchiano sui risultati delle giovanili e la conseguenza, come è ovvio, è la mediocrità a livello senior.
Un parallelo, in tal senso, lo si può fare con la nazionale di rugby.
Una volta entrati nel 6 Nazioni, dopo un iniziale periodo di entusiasmo, molti giocatori che hanno indossato e che indossano la maglia azzurra, non hanno sentito la necessità e il dovere di migliorare tecnicamente il loro gioco. In una competizione in cui ti confronti ogni anno con squadre più forti, un simile atteggiamento non solo è dannoso, ma anche illogico.
La FIR, a sua volta, si è adagiata allo stesso modo, non gettando le basi per migliorare di numero e tecnicamente i giovani che dovrebbero assicurare il ricambio. E snocciolare, come fa la FIR, l'aumento del numero di tesserati non significa che, una volta persa l'inerzia dell'interesse mediatico sul rugby causa scarsità di risultati, gli stessi tesserati non possano svanire come neve al sole.
Erano ospiti Gabriella Dorio, Elisa Cusma e il prof. Rondelli.
Quest'ultimo fece una considerazione riguardo alla mancanza di nuovi talenti in Italia.
Molti atleti promettenti, una volta assunti negli apparati dello stato (i gruppi militari sono la spina dorsale in molti sport in Italia) si adagiano e non si sacrificano più come facevano prima. Vivacchiano sui risultati delle giovanili e la conseguenza, come è ovvio, è la mediocrità a livello senior.
Un parallelo, in tal senso, lo si può fare con la nazionale di rugby.
Una volta entrati nel 6 Nazioni, dopo un iniziale periodo di entusiasmo, molti giocatori che hanno indossato e che indossano la maglia azzurra, non hanno sentito la necessità e il dovere di migliorare tecnicamente il loro gioco. In una competizione in cui ti confronti ogni anno con squadre più forti, un simile atteggiamento non solo è dannoso, ma anche illogico.
La FIR, a sua volta, si è adagiata allo stesso modo, non gettando le basi per migliorare di numero e tecnicamente i giovani che dovrebbero assicurare il ricambio. E snocciolare, come fa la FIR, l'aumento del numero di tesserati non significa che, una volta persa l'inerzia dell'interesse mediatico sul rugby causa scarsità di risultati, gli stessi tesserati non possano svanire come neve al sole.
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rask
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- Iscritto il: 5 mar 2006, 0:00
- Località: teramo
Re: Addentriamoci nei dettagli....
Complimenti ad ellis per l'analisi.
Mi preme far notare, che a mio giudizio, l'involuzione non è solo frutto delle ELV o del professionismo. Fino a qualche anno fa inventavamo schemi di touche, aggiravamo le moule avversarie senza affrontarle davanti, qualcosa riuscivamo a proporre.
Credo che ci sia stata una profonda involuzione negli ultimi due anni perchè sono state privilegiate alcune fasi di gioco, come la difesa del vantaggio o lo schieramento della seconda linea di difesa e l'efficacia del triangolo arretrato.
Il problema è che moooolte cose sono state lasciate marcire...quelle che tu elenchi.
A mio giudizio non si può andare avanti a settori. La squadra in campo è un sistema che va curato in ogni suo aspetto, sennò si fanno figure ridicole...
Mi preme far notare, che a mio giudizio, l'involuzione non è solo frutto delle ELV o del professionismo. Fino a qualche anno fa inventavamo schemi di touche, aggiravamo le moule avversarie senza affrontarle davanti, qualcosa riuscivamo a proporre.
Credo che ci sia stata una profonda involuzione negli ultimi due anni perchè sono state privilegiate alcune fasi di gioco, come la difesa del vantaggio o lo schieramento della seconda linea di difesa e l'efficacia del triangolo arretrato.
Il problema è che moooolte cose sono state lasciate marcire...quelle che tu elenchi.
A mio giudizio non si può andare avanti a settori. La squadra in campo è un sistema che va curato in ogni suo aspetto, sennò si fanno figure ridicole...
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Mator
- Messaggi: 226
- Iscritto il: 11 set 2003, 0:00
Re: Addentriamoci nei dettagli....
Ad oggi stiamo ancora "sfruttando" l'inerzia positiva della precedente gestione, ma temo che ora si sia arrivati al capolinea.garakh ha scritto:...
E snocciolare, come fa la FIR, l'aumento del numero di tesserati non significa che, una volta persa l'inerzia dell'interesse mediatico sul rugby causa scarsità di risultati, gli stessi tesserati non possano svanire come neve al sole.
L'attuale penosa situazione, in termini di gioco e risultati, unita alla scomparsa del rugby in chiaro, determineranno un brusco ridimensionamento del movimento.
Ovviamente spero di cannare completamente questa previsione.
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Malakian
- Messaggi: 221
- Iscritto il: 19 nov 2005, 0:00
- Località: Mondovì (Cn)
Re: Addentriamoci nei dettagli....
Mah, a me sembra che la crescita rispetto all'ingresso nel sei Nazioni ci sia stata. Per tre anni di fila, dal 2006 all'anno scorso, sono state 2 o 3 le partite del Sei Nazioni in cui non siamo stati in partita, 2/3 su 15. Poi mancanza di killer instinct, scarsa attitudine internazionale dei giocatori, mancanze tecniche in ruoli chiave ci hanno permesso di vincere solo 4 partite. Ricordi i sei Nazioni di Brad Johnstone o Kirwan, in cui ogni singola partita era un'asfaltata da almeno 20 punti. Quest'anno siamo purtroppo tornati un po' lì, anche se io penso che questa disfatta sia dovuta ad una serie di circostanze sfavorevoli, scelte sbagliate, scarsa capacità di adattare le capacità dei nostri giocatori alle nuove regole, mancanza di morale.
Mi pare che in generale, comunque, un po' di giocatori di livello ci siano, purtroppo sono troppo pochi e fino a che il bacino di giocatori di buon livello internazionale da cui pescare non sarà di 40/50 giocatori almeno, e non 10 non potremo competere stabilmente con le altre Nazionali che stanno sopra di noi nel ranking (a parte le isolane).
Sul piano tecnico/tattico, mi pare che le carenze principali siano state:
- la touche disastrosa;
- un pacchetto "messo" sotto, anche in mischia chiusa, in tutte le partite, tranne col galles (non ho proprio capito la folle scelta di schierare un Castro purtroppo non in condizione per 80 minuti nelle prime 3 partite);
- la lentezza infinita con cui il pallone usciva dai raggruppamenti, dando tutto il tempo alla difesa di ripiazzarsi (non mi ricordo un pick and go in 5 partite di torneo);
. il movimento "orizzontale" del pallone, che tante volte mi pare sia arrivato all'ala, ma con una perdita di metri;
- la scarsa lucidità di scelta in alcuni momenti del match (mi ricordo un paio di occasioni in cui, sotto non di molto nel punteggio, si è andati in touche senza ottenere punti invece che calciare);
Penso che Mallet e lo staff siano responsabili in parte di tutto ciò. E' ovvio che Mallet non possa pretendere di giocare con l'Italia come faceva con gli Springboks o lo Stade Francais. Mi metto nei panni di uno dei nostri nazionali e mi immagino come ci si possa sentire quando, alla vigilia del match con la Scozia (battuta 2 volte negli ultimi 3 tornei) ci si sente dire DAL PROPRIO ALLENATORE di essere inferiori. Ora, non discuto che il nostro movimento sia ancora "immaturo" rispetto a quello scozzese, ma in ogni caso sono 10/15 anni che a livello di nazionale, con la Scozia più o meno ce la giochiamo sempre, e negli ultimi anni anche a livello giovanile. Per me questo significa che non siamo poi così inferiori. Ma anche ammettendo che lo siamo, MAI NELLA VITA un allenatore deve dirlo prima di un match, né tantomeno usarlo come scusa in seguito ad una sconfitta. Che razza di motivazioni dai alla squadra?
Oltretutto, dopo il suicidio tecnico di schierare una colonna del nostro rugby ed esporlo all'umiliazione di giocare mediano di mischia in una maniera imbarazzante a Twickenham all'esordio Mallet e lo staff (cavoli com'è possibile che Tronky non si sia reso conto del disastro imminente?!?!) avrebbero solo da coprirsi il capo di cenere e fare un bel bagno di umiltà invece di scaricare le colpe a destra e a manca.
Detto questo, i limiti del nostro movimento ci sono, ed evidenti, i giovani, anche discreti, che si sono visti ( Rubini e Quartaroli su tutti) sono ancora fisicamente inadatti ad un Sei Nazioni. Per questo hanno bisogno di fare tanta esperienza nei club ( e da qui la necessità di imporre almeno 15 giocatori di formazione italiana(o meglio eleggibili per la Nazionale) a referto) e, i più promettenti, insieme ad alcuni stranieri di alto livello e giocatori italiani di esperienza, in Celtic League.
Per quanto riguarda le accademie, concordo con chi dice che i tecnici dovrebbero essere stranieri; se ci sono soldi da spendere vadano spesi lì, per assicurarsi alcuni tra gli allenatori giovanili migliori al mondo, e vedrete che il ball handling, la velocità, l'attitudine dei nostri giocatori fra 10 anni non avrà nulla da invidiare a quella degli anglosassoni o dei francesi.
Mi pare che in generale, comunque, un po' di giocatori di livello ci siano, purtroppo sono troppo pochi e fino a che il bacino di giocatori di buon livello internazionale da cui pescare non sarà di 40/50 giocatori almeno, e non 10 non potremo competere stabilmente con le altre Nazionali che stanno sopra di noi nel ranking (a parte le isolane).
Sul piano tecnico/tattico, mi pare che le carenze principali siano state:
- la touche disastrosa;
- un pacchetto "messo" sotto, anche in mischia chiusa, in tutte le partite, tranne col galles (non ho proprio capito la folle scelta di schierare un Castro purtroppo non in condizione per 80 minuti nelle prime 3 partite);
- la lentezza infinita con cui il pallone usciva dai raggruppamenti, dando tutto il tempo alla difesa di ripiazzarsi (non mi ricordo un pick and go in 5 partite di torneo);
. il movimento "orizzontale" del pallone, che tante volte mi pare sia arrivato all'ala, ma con una perdita di metri;
- la scarsa lucidità di scelta in alcuni momenti del match (mi ricordo un paio di occasioni in cui, sotto non di molto nel punteggio, si è andati in touche senza ottenere punti invece che calciare);
Penso che Mallet e lo staff siano responsabili in parte di tutto ciò. E' ovvio che Mallet non possa pretendere di giocare con l'Italia come faceva con gli Springboks o lo Stade Francais. Mi metto nei panni di uno dei nostri nazionali e mi immagino come ci si possa sentire quando, alla vigilia del match con la Scozia (battuta 2 volte negli ultimi 3 tornei) ci si sente dire DAL PROPRIO ALLENATORE di essere inferiori. Ora, non discuto che il nostro movimento sia ancora "immaturo" rispetto a quello scozzese, ma in ogni caso sono 10/15 anni che a livello di nazionale, con la Scozia più o meno ce la giochiamo sempre, e negli ultimi anni anche a livello giovanile. Per me questo significa che non siamo poi così inferiori. Ma anche ammettendo che lo siamo, MAI NELLA VITA un allenatore deve dirlo prima di un match, né tantomeno usarlo come scusa in seguito ad una sconfitta. Che razza di motivazioni dai alla squadra?
Oltretutto, dopo il suicidio tecnico di schierare una colonna del nostro rugby ed esporlo all'umiliazione di giocare mediano di mischia in una maniera imbarazzante a Twickenham all'esordio Mallet e lo staff (cavoli com'è possibile che Tronky non si sia reso conto del disastro imminente?!?!) avrebbero solo da coprirsi il capo di cenere e fare un bel bagno di umiltà invece di scaricare le colpe a destra e a manca.
Detto questo, i limiti del nostro movimento ci sono, ed evidenti, i giovani, anche discreti, che si sono visti ( Rubini e Quartaroli su tutti) sono ancora fisicamente inadatti ad un Sei Nazioni. Per questo hanno bisogno di fare tanta esperienza nei club ( e da qui la necessità di imporre almeno 15 giocatori di formazione italiana(o meglio eleggibili per la Nazionale) a referto) e, i più promettenti, insieme ad alcuni stranieri di alto livello e giocatori italiani di esperienza, in Celtic League.
Per quanto riguarda le accademie, concordo con chi dice che i tecnici dovrebbero essere stranieri; se ci sono soldi da spendere vadano spesi lì, per assicurarsi alcuni tra gli allenatori giovanili migliori al mondo, e vedrete che il ball handling, la velocità, l'attitudine dei nostri giocatori fra 10 anni non avrà nulla da invidiare a quella degli anglosassoni o dei francesi.
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rask
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Re: Addentriamoci nei dettagli....
E' chiaro che c'è stata una crescita rispetto al 2000, ma anche una pericolosa inversione della tendenza dal mondiale in poi.
Al di là delle notazioni tecnico-tattiche spiegate da ellis, noto che per la prima volta il pubblico e i giornalisti, entrano con decisione nel campo di gioco. Prima il rugby era considerata una festa, un happening quasi turistico. La nazionale le prendeva, ma ciò che importava era la presenza nel 6N, il confronto con la storia, con la cultura sportiva anglosassone, il canto dell'inno ecc.
Per lunghi anni Dondi ha riscosso in tutti i sensi la rendita della presenza nel torneo più nobile di tutti e non ha mai dovuto dar conto di ciò che accadeva in campo. Le cose importanti erano altre: la crescita del movimento, il numero dei tesserati, gli sponsor, l'ampliamento dello stadio e tutte i movimenti gravitazionali intorno al XV azzurro.
Oggi il pubblico chiede di curare il centro di tutto questo universo perchè ha chiara l'impressione che per sorreggere tutto quello che si è costruito attorno c'è bisogno di materia sostanziosa.
Non a caso Dondi è in difficoltà quando deve dare risposte a domande tecniche e Mallet è piccato come se volesse dire "Ma qui la stampa non doveva essere incompetente?"
L'ingresso nel 6N è stato un successo enorme, ma dopo dieci anni non basta più. Ieri al Flaminio si sono visti dei vuoti e se non si interviene decisamente su quello che accade in campo, si rischia la criptazione del movimento. Penso che prima dell'organizzzazione dei mondiali bisogna pensare a giocare meglio a rugby. Non ho la ricetta su come fare e leggo interessato le proposte di tutti. Qualcuno dirà che i dirigenti federali non hanno potere su una presa mancata di Griffen, ma io dico che non ha senso cambiare l'arredamento della casa quando le fondamenta sono lesionate.
Per fortuna oggi il pubblico e la stampa non hanno voglia di fare festa.
Al di là delle notazioni tecnico-tattiche spiegate da ellis, noto che per la prima volta il pubblico e i giornalisti, entrano con decisione nel campo di gioco. Prima il rugby era considerata una festa, un happening quasi turistico. La nazionale le prendeva, ma ciò che importava era la presenza nel 6N, il confronto con la storia, con la cultura sportiva anglosassone, il canto dell'inno ecc.
Per lunghi anni Dondi ha riscosso in tutti i sensi la rendita della presenza nel torneo più nobile di tutti e non ha mai dovuto dar conto di ciò che accadeva in campo. Le cose importanti erano altre: la crescita del movimento, il numero dei tesserati, gli sponsor, l'ampliamento dello stadio e tutte i movimenti gravitazionali intorno al XV azzurro.
Oggi il pubblico chiede di curare il centro di tutto questo universo perchè ha chiara l'impressione che per sorreggere tutto quello che si è costruito attorno c'è bisogno di materia sostanziosa.
Non a caso Dondi è in difficoltà quando deve dare risposte a domande tecniche e Mallet è piccato come se volesse dire "Ma qui la stampa non doveva essere incompetente?"
L'ingresso nel 6N è stato un successo enorme, ma dopo dieci anni non basta più. Ieri al Flaminio si sono visti dei vuoti e se non si interviene decisamente su quello che accade in campo, si rischia la criptazione del movimento. Penso che prima dell'organizzzazione dei mondiali bisogna pensare a giocare meglio a rugby. Non ho la ricetta su come fare e leggo interessato le proposte di tutti. Qualcuno dirà che i dirigenti federali non hanno potere su una presa mancata di Griffen, ma io dico che non ha senso cambiare l'arredamento della casa quando le fondamenta sono lesionate.
Per fortuna oggi il pubblico e la stampa non hanno voglia di fare festa.
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cusdenver
- Messaggi: 45
- Iscritto il: 22 mar 2009, 10:46
Re: Addentriamoci nei dettagli....
condivido tutte le considerazioni tecniche espresse.
ho trovato soprattutto imbarazzante l'assoluta passività nei placcaggi di ieri,non c'è mai stato un placcaggio che non facesse superare ai galletti la linea del vantaggio.
non sono mai stato un grande appassionato di Berbizier così come non sono un fan sfegatato di Mallett,però perlomeno il primo non spostava di ruolo i giocatori (non capisco proprio come un centro dalla caratura di Masi debba fare il tour dei 3/4 per vedere canale,o peggio ancora Garcia,nel suo ruolo) per non parlare di quanto sia inutile la presenza di Pratichetti,un'ala relativamente lenta e goffa che in difesa non è nemmeno una saracinesca.
Positivi perlomeno gli esordi dei giovani,in particolare di Rubini, e al 9 abbiamo avuto una buona dose di sfiga,con i mediani di ruolo fuori griffen ha giocato benino (i passaggi in avanzamento si contano sulla dita di una mano) e canavosio proprio male (perennemente in ritardo sui punti d'incontro).
Impressionante il confronto con le altre nazionali sul ritmo di gioco,siamo lenti e parecchio.
Parisse dà sicurezza ma si staccasse quel pallone dalle manine ogni tanto...o quando lo fa non lo dovesse fare obbligatoriamente dietro alla schiena.
Invoco caldamente che i papabili per la nazionale vengano coinvolti nei progetti per la celtic,questo 6 nazioni ha dimostrato che più i giocatori si conoscono e meglio giocano assieme (vedi irlanda,galles e scozia che a mio avviso è migliorata parecchio)
I giocatori della nazionale si erano montati la testa per 3 vittorie,tra feste,calendari,sponsors etc,speriamo che tornino con i piedi per terra e si mettano di nuovo a spingere con grinta.
ho trovato soprattutto imbarazzante l'assoluta passività nei placcaggi di ieri,non c'è mai stato un placcaggio che non facesse superare ai galletti la linea del vantaggio.
non sono mai stato un grande appassionato di Berbizier così come non sono un fan sfegatato di Mallett,però perlomeno il primo non spostava di ruolo i giocatori (non capisco proprio come un centro dalla caratura di Masi debba fare il tour dei 3/4 per vedere canale,o peggio ancora Garcia,nel suo ruolo) per non parlare di quanto sia inutile la presenza di Pratichetti,un'ala relativamente lenta e goffa che in difesa non è nemmeno una saracinesca.
Positivi perlomeno gli esordi dei giovani,in particolare di Rubini, e al 9 abbiamo avuto una buona dose di sfiga,con i mediani di ruolo fuori griffen ha giocato benino (i passaggi in avanzamento si contano sulla dita di una mano) e canavosio proprio male (perennemente in ritardo sui punti d'incontro).
Impressionante il confronto con le altre nazionali sul ritmo di gioco,siamo lenti e parecchio.
Parisse dà sicurezza ma si staccasse quel pallone dalle manine ogni tanto...o quando lo fa non lo dovesse fare obbligatoriamente dietro alla schiena.
Invoco caldamente che i papabili per la nazionale vengano coinvolti nei progetti per la celtic,questo 6 nazioni ha dimostrato che più i giocatori si conoscono e meglio giocano assieme (vedi irlanda,galles e scozia che a mio avviso è migliorata parecchio)
I giocatori della nazionale si erano montati la testa per 3 vittorie,tra feste,calendari,sponsors etc,speriamo che tornino con i piedi per terra e si mettano di nuovo a spingere con grinta.
CusDenver ex Volenterosasecondalinea.
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ilcavigliatore
- Messaggi: 355
- Iscritto il: 1 feb 2006, 0:00
- Località: parigi
Re: Addentriamoci nei dettagli....
I dettagli, aritmicamente parlando non spiegano tutto.
La nostra meta era molto bella. L'unica bella azione praticamente.
La touche inguardabile, era andata bene col galles.
Gioco manovrato, fin troppo col galles, poco ieri..
mallett ha detto "l'italia ha dato il meglio col galles, il peggio con la francia"
Questi cambi drammatici in poco tempo o addirittura nella stessa partita evidenziano che il problema maggiore é la testa
..venivamo da una buona partita e ci siamo seduti, forse volendolo..la francia ha fatto il percorso inverso ..
La nostra meta era molto bella. L'unica bella azione praticamente.
La touche inguardabile, era andata bene col galles.
Gioco manovrato, fin troppo col galles, poco ieri..
mallett ha detto "l'italia ha dato il meglio col galles, il peggio con la francia"
Questi cambi drammatici in poco tempo o addirittura nella stessa partita evidenziano che il problema maggiore é la testa
..venivamo da una buona partita e ci siamo seduti, forse volendolo..la francia ha fatto il percorso inverso ..
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stilicone
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- Iscritto il: 22 nov 2008, 19:40
Re: Addentriamoci nei dettagli....
Qui ho letto molte cose condivisibili.
Vorrei dire a Ellis che le differenze di conoscenza del gioco (che effettivamente si vedono bene; le vedo anch'io che sono un profano), nascono semplicemente dal fatto che là si gioca a rugby fin da piccoli, magari su tutti i prati.
Qua, io sono arrivato a (quasi) 50 anni senza mai prendere in mano una palla ovale. E sono di un capoluogo di provincia del Nord, e ho un alto tasso di scolarità. Niente zone depresse, intendo.
Io sono del basket. Anni fa, lanciarono una specie di programma governativo che si chiamava "Un canestro in ogni cortile".
Poi non so i dettagli concreti di quel progetto, e non so se si sia risolto in una sparata, o se abbia avuto una buona riuscita.
Però so che, effettivamente, adesso tutti hanno avuto bene o male la possibilità di lanciare la spicchia verso il canestro.
E le squadre italiane (al di là di certe tristezze negli ultimi anni) hanno spesso fatto la loro porca figura.
Ci vorrebbe un'idea simile nel rugby (oltre a molte altre cose, che mancano).
Sul sito della Fir non la vedo. (voglio dire: poi magari enunci un progetto pomposissimo, ma nella pratica la realizzazione è miserrima; però, se almeno ti sei posto il problema, qualcosa ne sortirà...)
Vorrei dire a Ellis che le differenze di conoscenza del gioco (che effettivamente si vedono bene; le vedo anch'io che sono un profano), nascono semplicemente dal fatto che là si gioca a rugby fin da piccoli, magari su tutti i prati.
Qua, io sono arrivato a (quasi) 50 anni senza mai prendere in mano una palla ovale. E sono di un capoluogo di provincia del Nord, e ho un alto tasso di scolarità. Niente zone depresse, intendo.
Io sono del basket. Anni fa, lanciarono una specie di programma governativo che si chiamava "Un canestro in ogni cortile".
Poi non so i dettagli concreti di quel progetto, e non so se si sia risolto in una sparata, o se abbia avuto una buona riuscita.
Però so che, effettivamente, adesso tutti hanno avuto bene o male la possibilità di lanciare la spicchia verso il canestro.
E le squadre italiane (al di là di certe tristezze negli ultimi anni) hanno spesso fatto la loro porca figura.
Ci vorrebbe un'idea simile nel rugby (oltre a molte altre cose, che mancano).
Sul sito della Fir non la vedo. (voglio dire: poi magari enunci un progetto pomposissimo, ma nella pratica la realizzazione è miserrima; però, se almeno ti sei posto il problema, qualcosa ne sortirà...)
MEMENTO MAROCCO.
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turinexile
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Re: Addentriamoci nei dettagli....
D'accordissimo con l'analisi di Ellis. Vivendo all'estero non ho la possibilità di analizzare i campionati italiani, ma mi sembra di capire che uno dei motivi delle nostre lacune nei 3/4 è il nostro punto di forza: la mischia. Mi sembra di aver capito che in Italia si preferisca il gioco lento e di forza, il tipo di gioco che l'IRB vuole eliminare tramite le ELV.
La mancanza di 3/4 di talento può anche essere causata da mancanza di giochi alternativi: rugby 7, touch (specie per i più piccoli) e via dicendo. Tramite questi sport si impara a correre attraverso gli spazi e non contro i giocatori. S'impara così a fare lo Shane Williams invece che il Gonzalo Canale (più che prendere la linea del vantaggio cerca sempre di sfondare il centro opposto).
Ci sono molti problemi a livello micro (stile di gioco) e a livello macro (come si organizza la federazione), ma senza un piano a lungo termine con obiettivi specifici risolviamo ben poco. Mi sembra invece che si prediliga fare lvaori di tamponamento/contenimento (ie: licenziare il tecnico attuale) piuttosto che pianificare e fare le cose bene.
La mancanza di 3/4 di talento può anche essere causata da mancanza di giochi alternativi: rugby 7, touch (specie per i più piccoli) e via dicendo. Tramite questi sport si impara a correre attraverso gli spazi e non contro i giocatori. S'impara così a fare lo Shane Williams invece che il Gonzalo Canale (più che prendere la linea del vantaggio cerca sempre di sfondare il centro opposto).
Ci sono molti problemi a livello micro (stile di gioco) e a livello macro (come si organizza la federazione), ma senza un piano a lungo termine con obiettivi specifici risolviamo ben poco. Mi sembra invece che si prediliga fare lvaori di tamponamento/contenimento (ie: licenziare il tecnico attuale) piuttosto che pianificare e fare le cose bene.