Rugby-Tv ha scritto:
Oggi sul gazettino parlano della candidatura del Benetton e Dogi?
dopo posto l'articolo.
Ecco l'articolo:
Treviso
Benetton capofila di un progetto che unisce il management e le risorse di Treviso, la tradizione e il vivaio di Padova, la passione e il pubblico di Rovigo, l’appeal turistico e il marketing di Venezia. In una parola i moderni Dogi. Eredi nell’era del rugby professionistico di quelli che infiammavano gli stadi dell’era dilettantistica (anni ’70-’90). Sintesi di tutta la potenza di fuoco che il Veneto con la sua storia e i suoi risultati (35 scudetti e la maggioranza degli italiani di formazione in Nazionale) sa esprimere in questa disciplina.
È il succo del progetto della franchigia di Celtic League presentato ieri (ultimo giorno utile) dal presidente del Benetton Treviso, Amerino Zatta, a quello della Fir Giancarlo Dondi. I posti per entrare nel campionato celtico dal 2010/11 per l’Italia sono due. Le candidate in lizza sono cinque oltre a Treviso: i Pretoriani di Roma, l’Spqr-Lupi del centro-sud (presentata ieri anche questa), gli Aironi di Viadana, la Via Emilia di Parma e Calvisano-Brescia per il nord-ovest. Venerdì il consiglio federale si riunirà per discutere sulle credenziali chieste dalla Celtic a ogni candidato (dieci in tutto: stadio da almeno 5 mila posti, aeroporto, tradizione, risultati, budget da 8 milioni di euro, eccetera). La decisione sulle due prescelte avverrà entro luglio. Poi ci sarà un anno di rodaggio prima di entrare nel torneo con le dieci squadre di Scozia, Galles e Irlanda.
La grande novità della proposta è che Treviso non corre più da sola, come aveva dichiarato all’inizio. Il club più organizzato e vincente d’Italia (19 finali e 10 scudetti su 22 dell’era play off) si propone come capofila e catalizzatore delle altre realtà venete. Mette a disposizione il suo «know-how», come ama definirlo Zatta, perchè la candidatura del Veneto unito (benedetta sul fronte politico anche dal sindaco Giampaolo Gobbo e dalla Lega Nord) diventi vincente. Mettendo bene in chiaro però, con un’altra frase cara al presidente, che «el can de tre paròni xe morto de fame». E che quindi le redini, la cabina di regia, devono restare a Treviso. Riusciranno gli altri partner ad accettarlo, capendo che per loro ci sono comunque spazi immensi di gratificazione e realizzazione, trasformando il progetto in realtà? Vedremo. Qui come sempre il Veneto dei campanili è il più grande nemico di se stesso.
«Treviso con la candidatura formalizzata ieri - precisa Zatta - ha dato la disponibilità a essere il punto di riferimento per questo tipo di franchigia. Pensa e crede che sia opportuno realizzarla in collaborazione con altre società venete. Che non sono soltanto Padova, Rovigo e Venezia, ma tutte quelle del territorio che riterranno di far parte del progetto. Ci vorrà del tempo per metterle insieme e affinare una collaborazione. Ma Treviso dà la sua disponibilità per andare in tale direzione. Compresa la possibilità di giocare i match di Celtic anche al Battaglini, al Plebiscito, o a Mestre se sorgerà uno stadio adeguato».
Il presidente non si sbilancia su quando trapelato dal colloquio con Dondi, ma pone l’accento sulla garanzia di solidità che al progetto Benetton Dogi (invece di Benetton Treviso) dà proprio il sostegno di uno sponsor così di peso. «È un’azienda che da trent’anni - conclude Zatta - investe nel rugby e continua a credere in questa disciplina. Spero che la Fir al momento di scegliere, con il criterio del buon senso che da sempre afferma di avere come linea guida, tenga conto di una realtà del genere».
Ivan Malfatto