Mondiali Under 20 Giappone

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

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luponero.c
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Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da luponero.c »

stefanot ha scritto:Secondo me non e' un problema di numeri, semplicemente di allenamento: puoi avere 1 milione di tesserati, ma se la scuola rugby non si evolve e non da ai giovani una preparazione adeguata i risultati sarebbero sempre gli stessi. E non e' neanche un problema di essere titolari nel super10 o in altri campionati professionisti perche' altrimenti anche la nazionale maggiore dovrebbe giocarsela alla pari con le altre nazionali e questo non avviene.
Il problema STA TUTTO NEL METODO DI ALLENAMENTO E NEL FARE GIOCARE I GIOVANI IN UN CAMPIONATO DI ALTO LIVELLO: allenando meglio i giovani avremmo giovani piu' tecnici e piu' preparati, i club ne riconoscerebbero le qualita' e la superiorita' nei confronti di tanti stranieri che bazzicano nel nostro campionato e punterebbero sempre di piu' sui giovani. Pian piano avremmo un campionato con tanti italiani e pochi stranieri ma buoni.
Il problema non sta nel mettere paletti circa numero di italiani a referto, non serve a niente. Se investi di piu' nella scuola rugby giovanile questi problemi non ci sarebbero perche' avremmo un numero maggiore di giovani pronti per il professionismo qualitativamente superiori a tanti stranieri e la competizione non esisterebbe. E' qui che continuiamo a sbagliare: non tuteli i giovani mettendo limitazioni, ma solo allenandoli meglio!!!
Concordo in pieno, i numeri ormai ci sono ma è la scuola che manca. Per capire basterebbe visitare un'accademia oltre manica!
stefanot
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Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da stefanot »

ENDURISTA ha scritto:
stefanot ha scritto:Secondo me non e' un problema di numeri, semplicemente di allenamento: puoi avere 1 milione di tesserati, ma se la scuola rugby non si evolve e non da ai giovani una preparazione adeguata i risultati sarebbero sempre gli stessi. E non e' neanche un problema di essere titolari nel super10 o in altri campionati professionisti perche' altrimenti anche la nazionale maggiore dovrebbe giocarsela alla pari con le altre nazionali e questo non avviene.
Il problema STA TUTTO NEL METODO DI ALLENAMENTO E NEL FARE GIOCARE I GIOVANI IN UN CAMPIONATO DI ALTO LIVELLO: allenando meglio i giovani avremmo giovani piu' tecnici e piu' preparati, i club ne riconoscerebbero le qualita' e la superiorita' nei confronti di tanti stranieri che bazzicano nel nostro campionato e punterebbero sempre di piu' sui giovani. Pian piano avremmo un campionato con tanti italiani e pochi stranieri ma buoni.
Il problema non sta nel mettere paletti circa numero di italiani a referto, non serve a niente. Se investi di piu' nella scuola rugby giovanile questi problemi non ci sarebbero perche' avremmo un numero maggiore di giovani pronti per il professionismo qualitativamente superiori a tanti stranieri e la competizione non esisterebbe. E' qui che continuiamo a sbagliare: non tuteli i giovani mettendo limitazioni, ma solo allenandoli meglio!!!
Secondo me è meglio avere 1 milione di tesserati che averne 50.000. Sarebbe tutta un'altra storia.......è la legge dei numeri che mi porta a dire che alla fine dell'opera avrò almeno 50 elementi straordinariamente forti.
Lo stesso ragionamento lo puoi applicare al settore tecnico. Se abbiamo pochi tecnici, quelli dobbiamo usare.
Dove ci sono pochi praticanti è più facile arrivare ai vertici, quando poi arrivi al vertice è più difficile scalzarti.....

Allora guarda questa tabella presa dal sito IRB:

Ranking/Nazione/Numero giocatori registrati
1)NZL/139.968
2)RSA/511.561
3)AUS/82.818
4)IRE/114.627
5)ENG/698.163
6)WAL/47.000
7)ARG/91.459
8)FRA/282.121
9)FJI/22.605
10)SCO/32.817

12)ITA/61.054
16)JAP/122.672

Non credo ci sia da aggiungere altro: abbiamo un terzo di giocatori in piu' del Galles eppure abbiamo perso contro di loro nelle ultime 2 edizioni del 6 nazioni; abbiamo il doppio dei giocatori della scozia eppure le abbiamo prese da loro nell'ultimo 6 nazioni. Il Giappone ha piu' tesserati di Australia, Irlanda ecc e il doppio rispetto a noi eppure siamo superiori a loro.
Il rugby italiano sta crescendo come numeri, ma questo non basta: anche se nel giro di qualche anno raggiugnessimo le cifre di Argentina e Irlanda ma continuassimo ad avere una scuola rugby cosi' antiquata non riusciremo mai a batterli. Inoltre vorrei aggiungere una cosa: la nazionale piu' forte era quella diCoste di 10 anni fa quando il numero di tesserati era ben inferiore eppure abbiamo battuto la Francia e ci siamo guadagnati l'ingresso nel 6 nazioni.
La differenza sta nei metodi di allenamento (dei giocatori, allenatori e arbitri) e nel far giocare i giocatori in un campionato d'elite vero.
mallet
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Iscritto il: 13 mar 2008, 11:24

Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da mallet »

stefanot ha scritto:
ENDURISTA ha scritto:
stefanot ha scritto:Secondo me non e' un problema di numeri, semplicemente di allenamento: puoi avere 1 milione di tesserati, ma se la scuola rugby non si evolve e non da ai giovani una preparazione adeguata i risultati sarebbero sempre gli stessi. E non e' neanche un problema di essere titolari nel super10 o in altri campionati professionisti perche' altrimenti anche la nazionale maggiore dovrebbe giocarsela alla pari con le altre nazionali e questo non avviene.
Il problema STA TUTTO NEL METODO DI ALLENAMENTO E NEL FARE GIOCARE I GIOVANI IN UN CAMPIONATO DI ALTO LIVELLO: allenando meglio i giovani avremmo giovani piu' tecnici e piu' preparati, i club ne riconoscerebbero le qualita' e la superiorita' nei confronti di tanti stranieri che bazzicano nel nostro campionato e punterebbero sempre di piu' sui giovani. Pian piano avremmo un campionato con tanti italiani e pochi stranieri ma buoni.
Il problema non sta nel mettere paletti circa numero di italiani a referto, non serve a niente. Se investi di piu' nella scuola rugby giovanile questi problemi non ci sarebbero perche' avremmo un numero maggiore di giovani pronti per il professionismo qualitativamente superiori a tanti stranieri e la competizione non esisterebbe. E' qui che continuiamo a sbagliare: non tuteli i giovani mettendo limitazioni, ma solo allenandoli meglio!!!
Secondo me è meglio avere 1 milione di tesserati che averne 50.000. Sarebbe tutta un'altra storia.......è la legge dei numeri che mi porta a dire che alla fine dell'opera avrò almeno 50 elementi straordinariamente forti.
Lo stesso ragionamento lo puoi applicare al settore tecnico. Se abbiamo pochi tecnici, quelli dobbiamo usare.
Dove ci sono pochi praticanti è più facile arrivare ai vertici, quando poi arrivi al vertice è più difficile scalzarti.....

Allora guarda questa tabella presa dal sito IRB:

Ranking/Nazione/Numero giocatori registrati
1)NZL/139.968
2)RSA/511.561
3)AUS/82.818
4)IRE/114.627
5)ENG/698.163
6)WAL/47.000
7)ARG/91.459
8)FRA/282.121
9)FJI/22.605
10)SCO/32.817

12)ITA/61.054
16)JAP/122.672

Non credo ci sia da aggiungere altro: abbiamo un terzo di giocatori in piu' del Galles eppure abbiamo perso contro di loro nelle ultime 2 edizioni del 6 nazioni; abbiamo il doppio dei giocatori della scozia eppure le abbiamo prese da loro nell'ultimo 6 nazioni. Il Giappone ha piu' tesserati di Australia, Irlanda ecc e il doppio rispetto a noi eppure siamo superiori a loro.
Il rugby italiano sta crescendo come numeri, ma questo non basta: anche se nel giro di qualche anno raggiugnessimo le cifre di Argentina e Irlanda ma continuassimo ad avere una scuola rugby cosi' antiquata non riusciremo mai a batterli. Inoltre vorrei aggiungere una cosa: la nazionale piu' forte era quella diCoste di 10 anni fa quando il numero di tesserati era ben inferiore eppure abbiamo battuto la Francia e ci siamo guadagnati l'ingresso nel 6 nazioni.
La differenza sta nei metodi di allenamento (dei giocatori, allenatori e arbitri) e nel far giocare i giocatori in un campionato d'elite vero.
ma la formazione dei tecnic non viene certificata da una commissioen federale che rilascia i tesserini? certo che se continua a consentire ad allenatori carampane di poter lavorare senza nemmeno sottostare ad un minimo di verifica (gli allenatori "anziani" possono avere il tesserino di 1-2-3 livello con la sola partecipazione ai corsi) poi non lamentiamoci.
questo è solo uno degli apetti dell'iter formativo federale che per quanto mi riguarda fa acqua da tutte le parti e porta a questi risultati incommentabili...
resta poi da chiarire qual'è l'iter formativo dei tecnici federali e sopratutto il loro curriculum perchè anche questo è un mistero..
giangi2
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Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da giangi2 »

Il numero dei tesserati è importante, ma bisogna poi verificare:
- la loro qualità di partenza (per molti il rugby è la seconda/terza scelta dopo aver provato altri sport, in cui probabilmente non sono riusciti ad eccellere)
- la qualità degli insegnamenti che ricevono.
Secondo me il primo punto è notevolmente penalizzante rispetto alle nazioni evolute, dove il rugby è per molti la prima scelta.
ENDURISTA
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Iscritto il: 11 set 2008, 9:25
Località: noceto

Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da ENDURISTA »

stefanot ha scritto:
ENDURISTA ha scritto:
stefanot ha scritto:Secondo me non e' un problema di numeri, semplicemente di allenamento: puoi avere 1 milione di tesserati, ma se la scuola rugby non si evolve e non da ai giovani una preparazione adeguata i risultati sarebbero sempre gli stessi. E non e' neanche un problema di essere titolari nel super10 o in altri campionati professionisti perche' altrimenti anche la nazionale maggiore dovrebbe giocarsela alla pari con le altre nazionali e questo non avviene.
Il problema STA TUTTO NEL METODO DI ALLENAMENTO E NEL FARE GIOCARE I GIOVANI IN UN CAMPIONATO DI ALTO LIVELLO: allenando meglio i giovani avremmo giovani piu' tecnici e piu' preparati, i club ne riconoscerebbero le qualita' e la superiorita' nei confronti di tanti stranieri che bazzicano nel nostro campionato e punterebbero sempre di piu' sui giovani. Pian piano avremmo un campionato con tanti italiani e pochi stranieri ma buoni.
Il problema non sta nel mettere paletti circa numero di italiani a referto, non serve a niente. Se investi di piu' nella scuola rugby giovanile questi problemi non ci sarebbero perche' avremmo un numero maggiore di giovani pronti per il professionismo qualitativamente superiori a tanti stranieri e la competizione non esisterebbe. E' qui che continuiamo a sbagliare: non tuteli i giovani mettendo limitazioni, ma solo allenandoli meglio!!!
Secondo me è meglio avere 1 milione di tesserati che averne 50.000. Sarebbe tutta un'altra storia.......è la legge dei numeri che mi porta a dire che alla fine dell'opera avrò almeno 50 elementi straordinariamente forti.
Lo stesso ragionamento lo puoi applicare al settore tecnico. Se abbiamo pochi tecnici, quelli dobbiamo usare.
Dove ci sono pochi praticanti è più facile arrivare ai vertici, quando poi arrivi al vertice è più difficile scalzarti.....

Allora guarda questa tabella presa dal sito IRB:

Ranking/Nazione/Numero giocatori registrati
1)NZL/139.968
2)RSA/511.561
3)AUS/82.818
4)IRE/114.627
5)ENG/698.163
6)WAL/47.000
7)ARG/91.459
8)FRA/282.121
9)FJI/22.605
10)SCO/32.817

12)ITA/61.054
16)JAP/122.672

Non credo ci sia da aggiungere altro: abbiamo un terzo di giocatori in piu' del Galles eppure abbiamo perso contro di loro nelle ultime 2 edizioni del 6 nazioni; abbiamo il doppio dei giocatori della scozia eppure le abbiamo prese da loro nell'ultimo 6 nazioni. Il Giappone ha piu' tesserati di Australia, Irlanda ecc e il doppio rispetto a noi eppure siamo superiori a loro.
Il rugby italiano sta crescendo come numeri, ma questo non basta: anche se nel giro di qualche anno raggiugnessimo le cifre di Argentina e Irlanda ma continuassimo ad avere una scuola rugby cosi' antiquata non riusciremo mai a batterli. Inoltre vorrei aggiungere una cosa: la nazionale piu' forte era quella diCoste di 10 anni fa quando il numero di tesserati era ben inferiore eppure abbiamo battuto la Francia e ci siamo guadagnati l'ingresso nel 6 nazioni.
La differenza sta nei metodi di allenamento (dei giocatori, allenatori e arbitri) e nel far giocare i giocatori in un campionato d'elite vero.
Storia e tradizione, questo è nel dna di Scozia e Galles. Cose che noi, rugbysticamente parlando, abbiamo dolo in minima parte. Non ultimo loro hanno un fortissimo senso di appartenenza, cosa che noi proprio non abbiamo.La nazionale di Coste è stata il frutto di una congiunzione astrale fantastica, un lampo nel buio cosmico del rugby italiano......(azzzzz,certe volte mi faccio paura da solo :-] )
4 Ruote spostano un corpo....ma due muovono l' anima
ayr
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Iscritto il: 30 gen 2006, 0:00

Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da ayr »

giangi2 ha scritto:Il numero dei tesserati è importante, ma bisogna poi verificare:
- la loro qualità di partenza (per molti il rugby è la seconda/terza scelta dopo aver provato altri sport, in cui probabilmente non sono riusciti ad eccellere)
in generale e' sempre stato cosi' in Italia: a parte qualche "piccola" eccezione in poche aree geografiche, i rugbysti provengono in gran parte da altri sport (in realta' credo che sia in aumento la percentuale di rugbysti "nati" come atleti nel minirugby, visti i numeri...) per cui l'aumento negli anni del numero di tesserati avrebbe dovuto aumentare la selezione e quindi aumentare il numero di atleti con buone qualita' di partenza...

...tutto sta' nel decidere QUALI sono le buone qualita' di partenza che vogliamo e fare una selezione su quelle...

......a qualcuno e' sorto il dubbio che le qualita' di partenza scelte dai selezionatori talvolta possano essere quelle sbagliate... :roll:
GiorgioXT
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Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da GiorgioXT »

ENDURISTA ha scritto: Storia e tradizione, questo è nel dna di Scozia e Galles. Cose che noi, rugbysticamente parlando, abbiamo dolo in minima parte. Non ultimo loro hanno un fortissimo senso di appartenenza, cosa che noi proprio non abbiamo.La nazionale di Coste è stata il frutto di una congiunzione astrale fantastica, un lampo nel buio cosmico del rugby italiano......(azzzzz,certe volte mi faccio paura da solo :-] )
No, non è stata una congiunzione astrale , è stato semplicemente il risultato di un periodo in cui :
-Il campionato italiano aveva una importanza notevole
-I giocatori erano per la massima parte italiani (= numeri su cui lavorare) con innesti di stranieri di eccellenza assoluta (=alta qualità da copiare sul campo)
-I tecnici dei club spesso erano il massimo assoluto (Carwin James a rovigo ... Villepreux a TV più tardi..)
-I club erano rappresentazioni del territorio con radici ben fonde e non entità astratte piovute dall'alto, come poi fece il Milan rugby con le annesse conseguenze.
In parole povere, Coste aveva dei concorrenti che non avevano ancora preso la strada del professionismo che li avrebbe poi fatti accelerare a dismisura, ma aveva anche molti più giocatori italiani sul campo da poter vedere e provare .

Per restare ai numeri, fate il confronto fra i giocatori SENIOR delle varie federazioni ... i 60,000 e passa tesserati italiano sono pesantemente "drogati" dai numeri delle scuole e di quelli "pro-obbligatorietà" ...
mallet
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Iscritto il: 13 mar 2008, 11:24

Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da mallet »

violaalessandro ha scritto:
giangi2 ha scritto:Il numero dei tesserati è importante, ma bisogna poi verificare:
- la loro qualità di partenza (per molti il rugby è la seconda/terza scelta dopo aver provato altri sport, in cui probabilmente non sono riusciti ad eccellere)
in generale e' sempre stato cosi' in Italia: a parte qualche "piccola" eccezione in poche aree geografiche, i rugbysti provengono in gran parte da altri sport (in realta' credo che sia in aumento la percentuale di rugbysti "nati" come atleti nel minirugby, visti i numeri...) per cui l'aumento negli anni del numero di tesserati avrebbe dovuto aumentare la selezione e quindi aumentare il numero di atleti con buone qualita' di partenza...

...tutto sta' nel decidere QUALI sono le buone qualita' di partenza che vogliamo e fare una selezione su quelle...

......a qualcuno e' sorto il dubbio che le qualita' di partenza scelte dai selezionatori talvolta possano essere quelle sbagliate... :roll:
credo sia un po un discorso a vuoto.
ci sono realta con meno tesserati e sicuramente con meno mezzi che stanno emergendo ed altre, come la nostra, che stanno subendo un momento di provonda involuzione.
io credo che la differenza sia tutta nel metodo e faccio quest avalutazione.
abbiamo soto gli occhi i risulatti del lavoro in accadedia alla luce dei quali possiamo solo dire che vi devono esser state delle grosse lacune nella preparazione di questi ragazzi.
le lacune si evidenziano proprio nei momenti di confronto con giocatori e formazioni di pari età e dove quindi alcuni aspetti del professionismo non si sono sicuramente appalesati.
ora dire che la colpa debba ricadere sui ragazzi e sulle società di appartenenza mi sembra alquanto opinabile.
se le società hanno mezzi limitati o non hanno volontà di partecipare a situazioni di confronto di alto livello è un loro problema come mi sembra assurdo pretendere che i ragazzi debbano andarsi a cercare situazioni di confronto all'estero per crescere.
pensiamo invece a quello che dovrebbe esser il ruolo dei formatori dell'accademia ed in generale di tutto lo staff federale.

forse dovrebbero loro andarsi a cercare momenti di confronto
forse dovrebbero loro crescere e confrontarsi con realtà diverse
forse per alcuni aspetti (vedi ad esempio la pesistica) si dovrebbe ricorrere a dei professionisti e non dei pseudo campioni del settore magari scartati dalla loro stessa federazione.

la differenza tecnica e muscolare dei pari età delle ns. nazionali minori si sta evidenziano un po dovunque come la loro poca tenuta psicologica in situazioni stressanti..sempre colpa dei club? ne siamo certi?
ENDURISTA
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Iscritto il: 11 set 2008, 9:25
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Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da ENDURISTA »

GiorgioXT ha scritto:
ENDURISTA ha scritto: Storia e tradizione, questo è nel dna di Scozia e Galles. Cose che noi, rugbysticamente parlando, abbiamo dolo in minima parte. Non ultimo loro hanno un fortissimo senso di appartenenza, cosa che noi proprio non abbiamo.La nazionale di Coste è stata il frutto di una congiunzione astrale fantastica, un lampo nel buio cosmico del rugby italiano......(azzzzz,certe volte mi faccio paura da solo :-] )
No, non è stata una congiunzione astrale , è stato semplicemente il risultato di un periodo in cui :
-Il campionato italiano aveva una importanza notevole
-I giocatori erano per la massima parte italiani (= numeri su cui lavorare) con innesti di stranieri di eccellenza assoluta (=alta qualità da copiare sul campo)
-I tecnici dei club spesso erano il massimo assoluto (Carwin James a rovigo ... Villepreux a TV più tardi..)
-I club erano rappresentazioni del territorio con radici ben fonde e non entità astratte piovute dall'alto, come poi fece il Milan rugby con le annesse conseguenze.
In parole povere, Coste aveva dei concorrenti che non avevano ancora preso la strada del professionismo che li avrebbe poi fatti accelerare a dismisura, ma aveva anche molti più giocatori italiani sul campo da poter vedere e provare .

hehehehe.....quoto al 100%, anche se qualcosa di "magico" in quel periodo c'era sicuramente, oltre a una voglia sfrenata di chi scendeva in campo di vendere cara la pelle, sempre e comunque!

Per restare ai numeri, fate il confronto fra i giocatori SENIOR delle varie federazioni ... i 60,000 e passa tesserati italiano sono pesantemente "drogati" dai numeri delle scuole e di quelli "pro-obbligatorietà" ...
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stefanot
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Iscritto il: 19 feb 2008, 13:59

Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da stefanot »

Il problema credo sia il fatto che mentre negli altri paesi si e' passati al professionismo puro (dove per professionismo si intende non solo lo status dei giocatori ma anche metodi di allenamento, gestione eccetera), in Italia siamo rimasti al dilettantismo. I numeri sono cresciuti ma abbiamo perso quei campioni che prima giocavano da noi e abbiamo continuato ad allenare i nostri giovani e a preparare gli allenatori senza cambiare nulla. Il risultato e' che abbiamo una scuola rugby obsoleta, dei metodi di gestione e di allenamento antiquati. 10 anni fa abbiamo raggiunto l'apice del nostro movimento, ma invece di continuare ad aggiornarci ci siamo seduti e il divario con le altre nazioni e' aumentato esponenzialmente.
Aprire un'accademia non serve se in questa non viene insegnato un rugby moderno o non si sperimentano nuovi metodi di allenamento. Per questo io sarei dell'idea che queste accademie devono essere gestite da francesi o inglesi ovvero da chi conosce bene questo sistema e lo sa sfruttare bene in maniera professionale.
copernico
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Iscritto il: 12 mar 2009, 12:47

Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da copernico »

Gli unici ragazzi che hanno un confronto con i francesi durante l'anno sono quelli che fanno parte dell'accademia.Infatti vengono fatti dei raduni presso le accademie francesi dove oltre alla partita finale i ragazzi svolgono gli allenamenti insieme ai ragazzi francesi, e quindi anche i tecnici federali hanno la possibilità di lavorare insieme ai tecnici francesi.Nei tecnici considero anche preparatori atletici e fisici(per la palestra).Qualche club va a giocare delle partite all'estero,ma restano fini al solo confronto,perchè non c'è la possibilità,o la disponibilità di poter stare all'estero più di un giorno o due.La federazione potrebbe cominciare a fare lo stesso esperimento anche con le varie zonali,magari quando i ragazzi non hanno impegni di studio.
EmmePi
Messaggi: 3287
Iscritto il: 14 apr 2008, 12:28

Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da EmmePi »

Scusate se torno ai mondiali, ed in particolare al nostro prossimo avversario.

Abbiamo letto i dati fisici impressionanti dei ragazzi delle Fiji, però mi chiedo perchè diciamo che i due piloni da 1,95 sono degli extraterrestri, sono dei mostri, sono impressionanti, e quando un pilone da più di 1,90 indossa invece la maglia azzurra diciamo "Nooo, è troppo alto, lo metteranno in difficoltà, è una seconda linea, ecc..."
Meglio non dialogare con il torinese maleducato che infesta il forum: non potresti mai sapere con quale dei suoi due o tre nick ti offenderà
Per chi fosse interessato, su Wikipedia è uscita la versione riveduta e corretta della pagina che illustra la Teoria della Relatività. L'ha redatta il mio droghiere lo scorso giovedì pomeriggio, turno di chiusura del negozio
mallet
Messaggi: 275
Iscritto il: 13 mar 2008, 11:24

Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da mallet »

EmmePi ha scritto:Scusate se torno ai mondiali, ed in particolare al nostro prossimo avversario.

Abbiamo letto i dati fisici impressionanti dei ragazzi delle Fiji, però mi chiedo perchè diciamo che i due piloni da 1,95 sono degli extraterrestri, sono dei mostri, sono impressionanti, e quando un pilone da più di 1,90 indossa invece la maglia azzurra diciamo "Nooo, è troppo alto, lo metteranno in difficoltà, è una seconda linea, ecc..."
perchè il pilone fijano avrà avuto la fortuna di trovare un tecnico chiaroveggente che si è messo li di buona volontà..ha sviluppato skill personalizzate e quindi la pertica riesce ad entare parallelo al terreno..poi se è proprio uno molto ma molto fortunato ha anche un preparatore atletico che gli ha fatto sviluppare massa muscolare quanto basta ed avanza per sostenere ed utilizzare le sue lunghe leve (ed a prima vista parrebbe proprio di si)

il perticone nostrano ha cotanta fortuna?
copernico
Messaggi: 240
Iscritto il: 12 mar 2009, 12:47

Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da copernico »

No al perticone nostrano gli hanno insegnato briscola e tre sette e fisicamente si prepara con le ginnaste e a volte con le giocatrici di softbal.Speriamo che qualcuno della federazione abbia letto i tuoi post e magari chiami un allenatore preparato ad insegnare al poveretto come si fa a spingere in mischia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
tonione
Messaggi: 5991
Iscritto il: 2 mar 2005, 0:00
Località: treviso

Re: Mondiali Under 20 Giappone

Messaggio da tonione »

pur concedendo ai figiani una notevole crescita delle abilità in mischia non direi che si tratta di una peculiarità da imparare da loro. se uno vuole essere un mischiaiolo di livello cerca la scuola Inglese, Argentina, Sud Africana non sicuramente quella di Figi. indi per cui, le pertiche mandiamole tendenzialmente dal numero 4 in su.
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