Perchè il rugby italiano abbia un futuro

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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AINDA
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Perchè il rugby italiano abbia un futuro

Messaggio da AINDA »

ripropongo, su indicazione di un utente, l'intervento postato sul 3d della partiata Australia-Italia


scusate se intervengo un'altra volta:

secondo me il problema non è stabilire se ci sono stati piccoli miglioramenti, se invece di 5 mete nè abbiamo beccate 3, se invece di essere stati asfaltati hanno messo l'asfalto solo sulle buche :-] ....etc.....


il punto è che bisogna stabilire un programma: ogni programma prevede una strada da percorre, prevede come percorerla stabilendo delle priorità. A mio avviso la crescita, a maggior ragione in uno sport non ancora affermato a livello di massa, passa attraverso pochi punti saldi che vanno rigorosamente rispettati e sono i paletti all'interno dei quali E' BENE esercitare il massimo di elasticità:
riepilogo le linee guida a mio modo di vedere:
1- è la nazionale italianaè non una squadra di trombati di mezzo mondo per cui, ad eccezzione di 1-2 giocatori che pur essendo italiani solo per vie traverse dimostrano attaccamento alla maglia (cioè danno il 100% sputando sangue) e grandi qualità (tali da essere veramente un valore aggiunto), tutti i componenti devono essere italiani, devono avere giocato qui a lungo, devono riconoscere l'italia come la bandiera per cui vogliono combattere.............al di là di tutte le menate regolamentari in materia di nazionalità rugbistica questo è un distinguo che non è da difficile fare..........l'unico posto dove la cosa potrebbe essere complicata è al bar....
2- massiccio investimento sulla formazione di base............bando a tutte le pratiche italiote di paraculamenti vari, sottoboschi federali e para-federali (chi vuol capire ha capito).........bisogna creare un'ambiente in cui i valori di riferimento siano capacità, dedizione al lavoro e obiettivi condivisi...per far questo si tolgono soldi ai posti di prestigio (l'allenatore della nazionale deve percepire al max 100.000 euros all'anno perchè per lui lavorare in un ambiente così strutturato deve essere una grande opportunità professionale prima che economica)...........per la formazione dei giovani a tutti i livelli si mettono sotto contratto tecnici (meglio se misti italiani stranieri....in questo caso lo scambio può essere proficuo) di provata qualità e competenza che condividano gli obiettivi ....se ci sono problemi di soldi per finanziari per sostenere questo aspetto si taglia tutta la parte della burocrazia federale..............in sostanza bisogna mettere in moto un meccanismo di circoli virtuosi che permetta di far capire a chi si dedica e chi si avvina al rugby che se c'è passione, voglia, dedizione, se il il sogno è quello di poter un giorno indossare la maglia azzurra, se il sogno è quello di VINCERE ci sono le strutture, le competenze perchè questo possa avvenire, perchè qualche dura sconfitta sia il primo passo per delle grandi vittorie e perchè queste possano essere poi viste come dei percorsi riconoscibili da chi le otterrà, perchè così ancora una volta si saranno creati dei circoli virtuosi in cui si potrà trasmettere ed incardinare una cultura che si alimenterà dal'alto verso il basso e viceversa, una cultura su cui chi si avvicina al rugby potrà proiettare i propri sogni sapendo che questi sogni un giorno potranno diventare realtà

detto questo( più avanti intendo completare il mio intervento) , i primi passi in questa direzione si fanno prendendo coscienza che gli unici punti da salvare allo stato attuale sono quelli per la maggior parte scritti in rosso nei miei due post precedenti........................e che di tutti il resto prima c'è nè si libera e meglio è rappresenta solo ed esclusivamente una perdita di tempo che non farà nascere niente di sano e duraturo per questo sport


penso infine, che invece di star a menarcela tanto sul mercenario o trombato di turno che passa per la NAZIONALE ITALIANA, sarebbe bene che cominciassimo a innondare i fax e le mail delle varie sedi della federazione di queste riflessioni (se condivise)

penso inoltre che faremo cosa giusta rendere note simili riflessioni a tutti quei rugbisti che hanno COMBATTUTO per la nazionale italiana, che hanno gettato in campo l'anima, perchè questi sono i primi a sapere che se non ci ancoriamo ad una cultura di questo sport non c'è futuro............non voglio vedere Garcia nè Occhiod'oro in nazionale per nessuna ragione al mondo.....al loro posto voglio giovani italiani che diano tutto come Favaro o Tebaldi per stare all'attualità


infine vorrei ricordare l'incitamento di G. Coste (un francese che con i suoi uomini ha datto tutto per la nazionale azzurra..e si è emozionato): combattere, combattere, combattere


saluti a tutti
AINDA
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Re: PERCHE' IL RUGBY ITALIANO ABBIA UN FUTURO.....

Messaggio da AINDA »

se volete leggere meglio andate qua
http://www.rugby.it/forum/viewtopic.php ... &start=180
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parabellum2
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Re: PERCHE' IL RUGBY ITALIANO ABBIA UN FUTURO.....

Messaggio da parabellum2 »

AINDA ha scritto:ripropongo, su indicazione di un utente, l'intervento postato sul 3d della partiata Australia-Italia


scusate se intervengo un'altra volta:

secondo me il problema non è stabilire se ci sono stati piccoli miglioramenti, se invece di 5 mete nè abbiamo beccate 3, se invece di essere stati asfaltati hanno messo l'asfalto solo sulle buche :-] ....etc.....


il punto è che bisogna stabilire un programma: ogni programma prevede una strada da percorre, prevede come percorerla stabilendo delle priorità. A mio avviso la crescita, a maggior ragione in uno sport non ancora affermato a livello di massa, passa attraverso pochi punti saldi che vanno rigorosamente rispettati e sono i paletti all'interno dei quali E' BENE esercitare il massimo di elasticità:
riepilogo le linee guida a mio modo di vedere:
1- è la nazionale italianaè non una squadra di trombati di mezzo mondo per cui, ad eccezzione di 1-2 giocatori che pur essendo italiani solo per vie traverse dimostrano attaccamento alla maglia (cioè danno il 100% sputando sangue) e grandi qualità (tali da essere veramente un valore aggiunto), tutti i componenti devono essere italiani, devono avere giocato qui a lungo, devono riconoscere l'italia come la bandiera per cui vogliono combattere.............al di là di tutte le menate regolamentari in materia di nazionalità rugbistica questo è un distinguo che non è da difficile fare..........l'unico posto dove la cosa potrebbe essere complicata è al bar....
2- massiccio investimento sulla formazione di base............bando a tutte le pratiche italiote di paraculamenti vari, sottoboschi federali e para-federali (chi vuol capire ha capito).........bisogna creare un'ambiente in cui i valori di riferimento siano capacità, dedizione al lavoro e obiettivi condivisi...per far questo si tolgono soldi ai posti di prestigio (l'allenatore della nazionale deve percepire al max 100.000 euros all'anno perchè per lui lavorare in un ambiente così strutturato deve essere una grande opportunità professionale prima che economica)...........per la formazione dei giovani a tutti i livelli si mettono sotto contratto tecnici (meglio se misti italiani stranieri....in questo caso lo scambio può essere proficuo) di provata qualità e competenza che condividano gli obiettivi ....se ci sono problemi di soldi per finanziari per sostenere questo aspetto si taglia tutta la parte della burocrazia federale..............in sostanza bisogna mettere in moto un meccanismo di circoli virtuosi che permetta di far capire a chi si dedica e chi si avvina al rugby che se c'è passione, voglia, dedizione, se il il sogno è quello di poter un giorno indossare la maglia azzurra, se il sogno è quello di VINCERE ci sono le strutture, le competenze perchè questo possa avvenire, perchè qualche dura sconfitta sia il primo passo per delle grandi vittorie e perchè queste possano essere poi viste come dei percorsi riconoscibili da chi le otterrà, perchè così ancora una volta si saranno creati dei circoli virtuosi in cui si potrà trasmettere ed incardinare una cultura che si alimenterà dal'alto verso il basso e viceversa, una cultura su cui chi si avvicina al rugby potrà proiettare i propri sogni sapendo che questi sogni un giorno potranno diventare realtà

detto questo( più avanti intendo completare il mio intervento) , i primi passi in questa direzione si fanno prendendo coscienza che gli unici punti da salvare allo stato attuale sono quelli per la maggior parte scritti in rosso nei miei due post precedenti........................e che di tutti il resto prima c'è nè si libera e meglio è rappresenta solo ed esclusivamente una perdita di tempo che non farà nascere niente di sano e duraturo per questo sport


penso infine, che invece di star a menarcela tanto sul mercenario o trombato di turno che passa per la NAZIONALE ITALIANA, sarebbe bene che cominciassimo a innondare i fax e le mail delle varie sedi della federazione di queste riflessioni (se condivise)

penso inoltre che faremo cosa giusta rendere note simili riflessioni a tutti quei rugbisti che hanno COMBATTUTO per la nazionale italiana, che hanno gettato in campo l'anima, perchè questi sono i primi a sapere che se non ci ancoriamo ad una cultura di questo sport non c'è futuro............non voglio vedere Garcia nè Occhiod'oro in nazionale per nessuna ragione al mondo.....al loro posto voglio giovani italiani che diano tutto come Favaro o Tebaldi per stare all'attualità


infine vorrei ricordare l'incitamento di G. Coste (un francese che con i suoi uomini ha datto tutto per la nazionale azzurra..e si è emozionato): combattere, combattere, combattere


saluti a tutti
La programmazione si vede anche da piccoli dettagli. Ad esempio i prezzi dei biglietti per gli All Blacks a San Siro sono forse troppo onerosi, magari con una decente distribuzione di biglietti gratuiti nelle scuole medie e superiori di MIlano si poteva sperare di invogliare qualche ragazzino o ragazzo a scegliere il rugby come sport. Ergo, il movimento ne avrebbe comunque guadagnato in risorse umane da poter far crescere.
Ricordiamoci che in questo paese il calcio assorbe il 90 % dello spazio di trasmissione in chiaro dello sport in TV, il 50 e passa % delle pagine dedicate dai quotidiani sportivi. Solo su Internet c'è un gap minore, ma non è detto che se qualcuno non conosce il rugby possa facilmente essere invogliato dai miei commenti ( :-] ) ad andare a provarlo sul campo, mi pare ovvio che l'attrattiva nasca dalla visione dele partite.
Vedremo se SKY e la FIR ci abbiano guadagnato, oppure se hanno perso entrambi-

D'accordissimo con te circa la commistione di tecnici italiani e stranieri, almeno per quanto riguarda il settore giovanile della Nazionale e le tanto discusse Accademie. In alcuni aspetti del gioco siamo indietro di 40 anni e dobbiamo per forza confrontarci e servirci di qualcuno che all'estero è apprezzato (Cuttitta?) ma che di fronte ad un'incarico per la Nazionale non direbbe di no (mia convinzione). Ritengo che De Carli possa essere la persona giusta per un incarico simile, mi pare infatti gli sia stato affidato, cosi come loè di certo Properzi Curti. Probabilmente per i giovani 3/4 azzurri sarebbe il caso di bussare ai vicini francesi, escluso ovviamente Cariat :!:
Altrimenti, se sempre i soliti occupano le solite poltrone, rincorreremo l'elitè ad libitum senza mai raggiungerla.
La vedo dura sui soldi tolti ai posti di prestigio, ma nessuno può dire nulla se ci sono progetti chiari (ergo : gli obiettivi da ottenere) e le prestazioni da poter valutare : se non si ottengono risultati sul campo, il contratto non deve essere rinnovato.

Cmq non mi illudo che la FIR dia ascolto a noi.
L'Olimpico per il rugby? Ma non si gioca con le mani???
Si gioca con le mani, coi piedi, con la testa e con il cuore
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Re: PERCHE' IL RUGBY ITALIANO ABBIA UN FUTURO.....

Messaggio da parabellum2 »

Lo avevo scritto in un preedente post, rende + chiaro ciò che intendo per programmazione, dato per scontato che la SCUOLA deve avere una voce in capitolo nella formazione sportiva dei ragazzi (cosa che non fa da 30 anni circa)

"Interroghiamoci sul perchè non siamo un paese sportivo: al di fuori del calcio non siamo ai livelli d'eccellenza in nessun altro sport, di squadra e non.
Chiaramente il 90% dei bambini sceglie di giocare al calcio anche se è enormemente + difficile emergere (grazie a sta m*****a, si vede solo quello in tv !), ma a livello agonistico e non è l'unico sport che può garantirsi una copertura di strutture capillare su tutto il territorio.
Discorso ridotto per il basket, e cmq tutti noi amanti del rugby pregheremmo per avere un numero di tesserati di poco inferiore a quello della pallacanestro in Italia, anche se la Nazionale non è nel suo periodo d'oro di risultati e seguito. Stesso discorso per la pallavolo, stiamo scendendo di livello rispetto all'elitè mondiale.
Da qui in poi il vuoto quasi assoluto : atletica (nulli, ad eccezioni di qualche campione nel deserto), pallanuoto (in calo fortissimo da una decina d'anni), baseball, rugby , pugiltato (almeno a livello professionistico,a livello dilettantistico segue il discorso che faccio per la scherma).
Ci salviamo negli sport che sono definibili come "terapeutici", tipo il nuoto, oppure negli sport grazie ai quali si può aspirare a fare una carriera nei gruppi sportivi militari (scherma).
Se il calcio, e non è mia intenzione fare un discorso per denigrare il pallone, anche se lo considero alla stregua del "panem et circensi" dell'antica Roma, assorbe il 60% e oltre per centuale del movimento sportivo italiano, non ci si può fare un c4$$o. O si da importanza allo sport sin dall'infanzia oppure si rimane ad un livello basso, di movimento e di conseguenza di qualità. Per questo dico che la scuola deve promuovere lo sport, cosa che non fa da secoli! Poi ci sorprendiamo se i bambini stanno le ore su internet o davanti alla play, ma se non li educhiamo al sacrificio mai lo vorranno fare.
Io ho 24 anni e mi ricordo che fino a prima dell'infortunio che ho subito ho praticato agonisticamente sport come il tennis e il rugby, in cui le famiglie devono fare i salti mortali per sostenerti se non hanno grasse finanze, e se tu hai la fortuna di esplodere (e nel 90% dei casi non succede), quasi sempre hai dovuto trascurare gli studi ricorrendo ai vari "diplomifici".
Ci sono provincie in cui ci sono si e no 2 campi da rugby. Poi la Federazione sciolgie il contratto con LA7 e il rugby passa al satellite (lo hanno in molti, ma non tutti sono disposti a spendere soldi per una partita di uno sport di cui sanno a mala pena le regole), lasciando il calcio praticamente incontrastato in chiaro. Forse si sarebbero dovuti rendere conto che quei soldi persi non passando a SKY sarebbero rientrati, moltiplicati tante volte, nel giro di pochi anni, grazie alla visibilità e al conseguente aumento dei tesserati, bambini soprattutto. Anche questa è programmazione"
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AINDA
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Re: PERCHE' IL RUGBY ITALIANO ABBIA UN FUTURO.....

Messaggio da AINDA »

parabellum2 ha scritto:
AINDA ha scritto:ripropongo, su indicazione di un utente, l'intervento postato sul 3d della partiata Australia-Italia


scusate se intervengo un'altra volta:

secondo me il problema non è stabilire se ci sono stati piccoli miglioramenti, se invece di 5 mete nè abbiamo beccate 3, se invece di essere stati asfaltati hanno messo l'asfalto solo sulle buche :-] ....etc.....


il punto è che bisogna stabilire un programma: ogni programma prevede una strada da percorre, prevede come percorerla stabilendo delle priorità. A mio avviso la crescita, a maggior ragione in uno sport non ancora affermato a livello di massa, passa attraverso pochi punti saldi che vanno rigorosamente rispettati e sono i paletti all'interno dei quali E' BENE esercitare il massimo di elasticità:
riepilogo le linee guida a mio modo di vedere:
1- è la nazionale italianaè non una squadra di trombati di mezzo mondo per cui, ad eccezzione di 1-2 giocatori che pur essendo italiani solo per vie traverse dimostrano attaccamento alla maglia (cioè danno il 100% sputando sangue) e grandi qualità (tali da essere veramente un valore aggiunto), tutti i componenti devono essere italiani, devono avere giocato qui a lungo, devono riconoscere l'italia come la bandiera per cui vogliono combattere.............al di là di tutte le menate regolamentari in materia di nazionalità rugbistica questo è un distinguo che non è da difficile fare..........l'unico posto dove la cosa potrebbe essere complicata è al bar....
2- massiccio investimento sulla formazione di base............bando a tutte le pratiche italiote di paraculamenti vari, sottoboschi federali e para-federali (chi vuol capire ha capito).........bisogna creare un'ambiente in cui i valori di riferimento siano capacità, dedizione al lavoro e obiettivi condivisi...per far questo si tolgono soldi ai posti di prestigio (l'allenatore della nazionale deve percepire al max 100.000 euros all'anno perchè per lui lavorare in un ambiente così strutturato deve essere una grande opportunità professionale prima che economica)...........per la formazione dei giovani a tutti i livelli si mettono sotto contratto tecnici (meglio se misti italiani stranieri....in questo caso lo scambio può essere proficuo) di provata qualità e competenza che condividano gli obiettivi ....se ci sono problemi di soldi per finanziari per sostenere questo aspetto si taglia tutta la parte della burocrazia federale..............in sostanza bisogna mettere in moto un meccanismo di circoli virtuosi che permetta di far capire a chi si dedica e chi si avvina al rugby che se c'è passione, voglia, dedizione, se il il sogno è quello di poter un giorno indossare la maglia azzurra, se il sogno è quello di VINCERE ci sono le strutture, le competenze perchè questo possa avvenire, perchè qualche dura sconfitta sia il primo passo per delle grandi vittorie e perchè queste possano essere poi viste come dei percorsi riconoscibili da chi le otterrà, perchè così ancora una volta si saranno creati dei circoli virtuosi in cui si potrà trasmettere ed incardinare una cultura che si alimenterà dal'alto verso il basso e viceversa, una cultura su cui chi si avvicina al rugby potrà proiettare i propri sogni sapendo che questi sogni un giorno potranno diventare realtà

detto questo( più avanti intendo completare il mio intervento) , i primi passi in questa direzione si fanno prendendo coscienza che gli unici punti da salvare allo stato attuale sono quelli per la maggior parte scritti in rosso nei miei due post precedenti........................e che di tutti il resto prima c'è nè si libera e meglio è rappresenta solo ed esclusivamente una perdita di tempo che non farà nascere niente di sano e duraturo per questo sport


penso infine, che invece di star a menarcela tanto sul mercenario o trombato di turno che passa per la NAZIONALE ITALIANA, sarebbe bene che cominciassimo a innondare i fax e le mail delle varie sedi della federazione di queste riflessioni (se condivise)

penso inoltre che faremo cosa giusta rendere note simili riflessioni a tutti quei rugbisti che hanno COMBATTUTO per la nazionale italiana, che hanno gettato in campo l'anima, perchè questi sono i primi a sapere che se non ci ancoriamo ad una cultura di questo sport non c'è futuro............non voglio vedere Garcia nè Occhiod'oro in nazionale per nessuna ragione al mondo.....al loro posto voglio giovani italiani che diano tutto come Favaro o Tebaldi per stare all'attualità


infine vorrei ricordare l'incitamento di G. Coste (un francese che con i suoi uomini ha datto tutto per la nazionale azzurra..e si è emozionato): combattere, combattere, combattere


saluti a tutti
La programmazione si vede anche da piccoli dettagli. Ad esempio i prezzi dei biglietti per gli All Blacks a San Siro sono forse troppo onerosi, magari con una decente distribuzione di biglietti gratuiti nelle scuole medie e superiori di MIlano si poteva sperare di invogliare qualche ragazzino o ragazzo a scegliere il rugby come sport. Ergo, il movimento ne avrebbe comunque guadagnato in risorse umane da poter far crescere.
Ricordiamoci che in questo paese il calcio assorbe il 90 % dello spazio di trasmissione in chiaro dello sport in TV, il 50 e passa % delle pagine dedicate dai quotidiani sportivi. Solo su Internet c'è un gap minore, ma non è detto che se qualcuno non conosce il rugby possa facilmente essere invogliato dai miei commenti ( :-] ) ad andare a provarlo sul campo, mi pare ovvio che l'attrattiva nasca dalla visione dele partite.
Vedremo se SKY e la FIR ci abbiano guadagnato, oppure se hanno perso entrambi-

D'accordissimo con te circa la commistione di tecnici italiani e stranieri, almeno per quanto riguarda il settore giovanile della Nazionale e le tanto discusse Accademie. In alcuni aspetti del gioco siamo indietro di 40 anni e dobbiamo per forza confrontarci e servirci di qualcuno che all'estero è apprezzato (Cuttitta?) ma che di fronte ad un'incarico per la Nazionale non direbbe di no (mia convinzione). Ritengo che De Carli possa essere la persona giusta per un incarico simile, mi pare infatti gli sia stato affidato, cosi come loè di certo Properzi Curti. Probabilmente per i giovani 3/4 azzurri sarebbe il caso di bussare ai vicini francesi, escluso ovviamente Cariat :!:
Altrimenti, se sempre i soliti occupano le solite poltrone, rincorreremo l'elitè ad libitum senza mai raggiungerla.
La vedo dura sui soldi tolti ai posti di prestigio, ma nessuno può dire nulla se ci sono progetti chiari (ergo : gi obiettivi da ottnere) e le prestazioni da poter valutare : se non si ottengono risultati sul campo, il contratto non deve essere rinnovato.

Cmq non mi illudo cehe la FIR dia ascolto a noin.


La Fir aprirà gli occhi quando le persone che in questi anni, bene o male, si sono avvicinate al rugby se nè disinteresseranno....quando finirà l'interesse dei media, i pochi sponsor se nè andranno e gli spazi di promozione idem.....................
a quel punto forse facendo tabula rasa si ripartirà dal basso con nuove direttive........forse
il problema dei biglietti è in generale secondario a mio avviso, anche se per la partita con gli AB, visto che sono conosciuti anche da chi non sa niente di rugby, si potevano applicare prezzi bassi e portare u n sacco di gente allo stato......................ma il vero problema è come vegono utilizzati questi soldi che si ricavano dagli incassi e altri introiti
A parte quello che ho scritto nel primo post (formazione assumendo tecnici capaci e motivati...)........ci vuole l'intelligenza e la volontà di capire che il rugby va sviluppato dal basso, è non illusoriamente dall'alto cercando di fare di una nazionale che nazionale non è, bensì una squadra di mercenari e trombati, uno specchietto per le allodole per attirare interesse sul movimento e che si sta rivelando per quello che è cioè un fallimento..
bisogna fare una cernita delle risorse e decidere come spendere la grana
la grana si spende per ex costruendo campetti da rugby (non pomposi ma semplici e funzionali....un bel prato che sia tale, tenuto bene...al max qualche doccia ma anche no se si deve rinunciare ad un prato tenuto bene....i ragazzi se si divertono se stanno in un ambiente ricco umanamente la doccia se la fanno a casa tranquilli) in accordo con amministrazioni locali e scuole.......ci si mettono insegnanti veri, persone con statura morale e tecnica non paraculati para-federali e compagnia bella.......si portano i ragazzini al campo e soprattutto ci si impegna a tenerlo bello curato e funzionale.......si portano in giro sotto l'egida della federazione personaggi veri (mi viene in mente Coste ma c'è nè sono tanti altri) che vanno in giro per i campatti a raccontare una cultura ad appassionare i ragazzini a cose vere........poi questi si appasssionano e se hanno vicino gente competente crescono, gente che insegni i fondamentali e non che mandi in palestra ragazzini di 15 anni tanto per capirci....................
si spendano meno soldi per fare spot ai rugbisti fighette.............e di più sui giovani potenzialmene interessati ad uno sport per certi versi ancora unico...........bisogna coltivare questa fantasia di tanti bei campetti verdi di rugby popolati da ragazzini ed istruttori degni di questo nome.....................poi pian piano sono convinto, che se così incardinato, quel sogno di fantasia possa diventare realtà..............in fondo cos'era l'italia del rugby quando Coste la prese in mano .........un sogno
se ci fosse la volontà si può
da lì si parte
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Re: PERCHE' IL RUGBY ITALIANO ABBIA UN FUTURO.....

Messaggio da parabellum2 »

Perdona l'ignoranza, ma Coste che io sappia ricopre un incarico federale di tipo tecnico (?) già da qualche anno, ma non ho mai capito di cosa si tratti. Cercherò di informarmi meglio.
L'Olimpico per il rugby? Ma non si gioca con le mani???
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Re: PERCHE' IL RUGBY ITALIANO ABBIA UN FUTURO.....

Messaggio da AINDA »

parabellum2 ha scritto:Perdona l'ignoranza, ma Coste che io sappia ricopre un incarico federale di tipo tecnico (?) già da qualche anno, ma non ho mai capito di cosa si tratti. Cercherò di informarmi meglio.

si lavora per la federazione, deve aver avuto dei problemi personali che lo ha limitato nell'esercizio del suo incarico, ma penso sia ancora lì...........Coste era un'esempio per farmi capire
AINDA
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Re: PERCHE' IL RUGBY ITALIANO ABBIA UN FUTURO.....

Messaggio da MatR »

AINDA ha scritto: si tolgono soldi ai posti di prestigio (l'allenatore della nazionale deve percepire al max 100.000 euros all'anno perchè per lui lavorare in un ambiente così strutturato deve essere una grande opportunità professionale prima che economica)
Hai scritto cose che in linea di principio sono sostanzialmente tutte condivisibili, ma scusa se non riesco a trattenere un sorriso di fronte a questa affermazione: allenare l'Italia di rugby deve essere una grande opportunità professionale? Per chi??? Per me forse, che in passato ho fatto l'allenatore di pallavolo...
A parte l'assurdità dell'affermazione applicata all'Italia, il concetto non vale nemmeno per la Nuova Zelanda. Non vale per nessun posto di lavoro al mondo. Non esiste che la gente sia pagata in opportunità, proprio non esiste che "ti dò pochi soldi però ti faccio crescere professionalmente": guarda caso, i posti di lavoro qualificanti e professionalizzanti sono anche i meglio pagati.
Perché la qualità di un'organizzazione deriva dalla qualità delle persone che ci lavorano.
E se vuoi persone di qualità le devi pagare tanto, ed è giusto che sia così.
Ergo, un ambiente per cui è un onore lavorare è anche un ambiente che paga begli stipendi.


Solo gli apprendisti li paghi con pochi soldi e tanta esperienza (e tanti calci in c...). Ma gli apprendisti non ti portano nessun valore aggiunto. Appunto.
AINDA ha scritto: per la formazione dei giovani a tutti i livelli si mettono sotto contratto tecnici (meglio se misti italiani stranieri....in questo caso lo scambio può essere proficuo) di provata qualità e competenza che condividano gli obiettivi ....se ci sono problemi di soldi per finanziari per sostenere questo aspetto si taglia tutta la parte della burocrazia federale
Quanto c'è da tagliare? Giacché dire che la burocrazia è tutta inutile è demagogia pura. e allora, qual è la percentuale di burocrazia federale ridodante? Quindi quanti soldi si possono togliere da qui e mettere là? Tu lo sai? Io no, e finché non conosco i numeri credo che certi discorsi sono destinati a restare esercizi retorici e nulla più.
ayr
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Iscritto il: 30 gen 2006, 0:00

OT?

Messaggio da ayr »

www.corriere.it ha scritto:
Troppi oriundi in nazionale? Ma l’azzurro ormai è open
Lo sport italiano vince anche grazie ai naturalizzati

MILANO — Dopo l’oriundo è ormai passato anche lo stra­niero, e la battaglia iniziata da Azeglio Vicini, c.t. azzurro dal­l’ 86 al ’91, su Il Riformista , ri­schia di essere di retroguardia. Il mondo è cambiato e il luogo di nascita conta sempre di me­no, e se l’uomo che guidò l’Ita­lia nelle notti magiche del­­l’estate 1990 può avere ancora nella testa, per banali questio­ni anagrafiche, i flop calcistici delle nazionali a denominazio­ne d’origine meno controllata di sempre (1958: eliminati in qualificazione dall’Irlanda del Nord, 1962: cacciati al primo turno dopo la storica scazzotta­ta con Cile), va pur detto che l’Italia ha vinto il Mondiale nel ’34 con gli argentini Orsi e Monti e quello di 3 anni fa in Germania con l’altro argenti­no Camoranesi.

In Sudafrica, tra giugno e lu­glio, agli ordini di Lippi ci sarà quasi sicuramente Giuseppe Rossi, nato a Teaneck, nel New Jersey, e potrebbero es­serci i brasiliani Amauri, da Ca­rapicuíba, e Thiago Motta, da São Bernardo do Campo. Di questi ultimi due Vicini fareb­be volentieri a meno, ma sem­bra più in linea con i tempi Ri­no Gattuso, che della naziona­le, come del Milan, è molto più di un giocatore, quando af­ferma: «Se anche loro voglio­no venire con noi è positivo, vuol dire che l’azzurro piace, attira...».

Sui campi di tutto il mondo e di tutti gli sport si vedono da tempo svedesi e finlandesi di pelle nera, tedeschi scuri co­me turchi e francesi perlome­no sorprendenti. La Francia, per altro, fu il primo, vero esempio di nazionale di calcio multirazziale: nel ’98, quando i Bleus vinsero la Coppa del Mondo, i francesi tutti d’un pezzo, cioè nati in Francia da genitori francesi, era­no Barthez, Petit, Blanc e il bretone Guivarc’h. Poi c’erano un arme­no (Djorkaeff), un al­gerino (Zidane), un ar­gentino (Trezeguet), un senegalese (De­sailly), un paio di caraibici (Henry e Thuram) e un altro paio di baschi (De­schamps e Lizarazu). L’Italia dell’atletica si è ap­puntata con orgoglio sul pet­to le medaglie conquistate nel salto in lungo da Fiona May, inglese di Slough, tifa per Andrew Howe, nato a Los Angeles, per le cubane Libania Grenot e Magdelin Martinez. E un motivo d’or­goglio delle squadre azzur­re è la canoista Josefa Idem, da Goch, Germa­nia. Atleti di sport indivi­duali si potrebbe obietta­re. Ma se le preoccupazio­ni di Vicini riguardano lo «spirito di corpo», elemen­to importante negli sport di squadra, l’esempio del rugby dovrebbe tranquillizzarlo. Die­go Dominguez, il fuoriclasse numero 1 del nostro rugby, era nato a Cordoba e aveva gio­cato nelle giovanili argentine prima di scegliere la maglia az­zurra. E con quella sulle spalle non si è mai tirato indietro. Tanti altri argentini sono oggi nella squadra del c.t. Nick Mal­­lett, e con loro giocano un neo­zelandese e un australiano. L’inno di Mameli è la prima co­se che imparano e tutti, a pre­scindere dal paese di prove­nienza, lo cantano con impe­gno e sufficiente passione.

E non è neppure il caso di fare gli schizzinosi: tutti quanti, e in tutti gli sport, arruolano oriun­di. E se il Sudafrica, campione del mondo e maggior produt­tore di rugbisti «fisici», ha affi­dato il ruolo di pilone sinistro a Tendai Mtawarira, sopranno­minato The Beast, la bestia, e nato ad Harare, nello Zimba­bwe, la questione può conside­rarsi chiusa. Vicini potrebbe avere però ragione in un caso. Non sareb­be bello se Amauri, di lui in so­stanza si parla, scegliesse l’Ita­lia solo perché non lo ha volu­to il Brasile. Ma all’attaccante andrebbe comunque concesso il beneficio del dubbio. Per cri­ticarlo ci sarà sempre tempo dopo il Mondiale sudafricano.

Domenico Calcagno
20 agosto 2009
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Re: PERCHE' IL RUGBY ITALIANO ABBIA UN FUTURO.....

Messaggio da Rovigoto18 »

il problema è DONDI che con la sua celtic vuole stravolgere il campionato italiano.. è una stronzata assurda, bisogna ribellarci a questo buffone..
A NOI ROSSOBLU.. LA CELTIC NON VA GIU..
Laporte
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Re: PERCHE' IL RUGBY ITALIANO ABBIA UN FUTURO.....

Messaggio da Laporte »

Rovigoto18 ha scritto:il problema è DONDI che con la sua celtic vuole stravolgere il campionato italiano.. è una stronzata assurda, bisogna ribellarci a questo buffone..
quoto: ma a me sembra che l'idea celtic sia rrivata da chi oggi o è fuori o è proprio scomparso dal super-10...

Comqune non lamentiamoci, che l'Atletica a presidenti sta messa peggio.
luca63
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Re: PERCHE' IL RUGBY ITALIANO ABBIA UN FUTURO.....

Messaggio da luca63 »

Rovigoto18 ha scritto:il problema è DONDI che con la sua celtic vuole stravolgere il campionato italiano.. è una stronzata assurda, bisogna ribellarci a questo buffone..
Caro concittadino - se lo sei veramente ... - l'idea Celtic non è di Dondi, è prima di tutto di Calvisano (Gavazzi) e di Treviso che a suo tempo uscirono dalla Lega proprio per questo motivo ...

Dondi propose "Partecipiamo alla Heineken Cup con le franchigie ... " proposta sdegnosamente rifiutata dai club ... soluzione: e allora andate in Celtic se volete ... questo è quanto ...

Comunque non credo sia facile distruggere il rugby italiano, soprattutto quello delle piccole società, delle club house, del dilettantismo, del lavoro sulla base fatto col volontariato ... Quella è la passione, ragazzi, e quella non la distruggi ... C'era prima, c'è adesso, ci sarà sempre ...

In fondo, "Who cares Celtic League ...?"
Rovigoto18
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Re: PERCHE' IL RUGBY ITALIANO ABBIA UN FUTURO.....

Messaggio da Rovigoto18 »

luca63 ha scritto:
Rovigoto18 ha scritto:il problema è DONDI che con la sua celtic vuole stravolgere il campionato italiano.. è una stronzata assurda, bisogna ribellarci a questo buffone..
Caro concittadino - se lo sei veramente ... - l'idea Celtic non è di Dondi, è prima di tutto di Calvisano (Gavazzi) e di Treviso che a suo tempo uscirono dalla Lega proprio per questo motivo ...

Dondi propose "Partecipiamo alla Heineken Cup con le franchigie ... " proposta sdegnosamente rifiutata dai club ... soluzione: e allora andate in Celtic se volete ... questo è quanto ...

Comunque non credo sia facile distruggere il rugby italiano, soprattutto quello delle piccole società, delle club house, del dilettantismo, del lavoro sulla base fatto col volontariato ... Quella è la passione, ragazzi, e quella non la distruggi ... C'era prima, c'è adesso, ci sarà sempre ...

In fondo, "Who cares Celtic League ...?"
La passione dei polesani per il rugby è difficile da distruggere.. anch perchè oltre a Rovigo, Badia, Villadose e Frassinelle sono sorte altre realtà come Delta rugby e Lendinara che forse entreranno in serie C.. rimane il fatto che i vertici federali così fcendo fanno nulla per incoraggiare il movimento, facendo la celtic otterranno il contrario di quello che vogliono coiè un rugby italiano competitivo..
A NOI ROSSOBLU.. LA CELTIC NON VA GIU..
GiorgioXT
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Re: PERCHE' IL RUGBY ITALIANO ABBIA UN FUTURO.....

Messaggio da GiorgioXT »

luca63 ha scritto:
Rovigoto18 ha scritto:il problema è DONDI che con la sua celtic vuole stravolgere il campionato italiano.. è una stronzata assurda, bisogna ribellarci a questo buffone..
Caro concittadino - se lo sei veramente ... - l'idea Celtic non è di Dondi, è prima di tutto di Calvisano (Gavazzi) e di Treviso che a suo tempo uscirono dalla Lega proprio per questo motivo ...

Dondi propose "Partecipiamo alla Heineken Cup con le franchigie ... " proposta sdegnosamente rifiutata dai club ... soluzione: e allora andate in Celtic se volete ... questo è quanto ...
"
No, non è andata così, e la Celtic League del 2006 come proposta dai club (e dagli irlandesi che temevano lo sganciarsi dei gallesi attirati dalla Anglo-Welsh cup) era una cosa completamente diversa e senza contatti con l'attuale.
Gavazzi e Zatta volevano partecipare alla CL e farsi finanziare dalla FIR, la FIR non voleva tirare fuori i soldi per due club ma alla fine pose il veto anche alla partecipazione "a carico loro" delle società.
luca63
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Re: PERCHE' IL RUGBY ITALIANO ABBIA UN FUTURO.....

Messaggio da luca63 »

GiorgioXT ha scritto:
luca63 ha scritto:
Rovigoto18 ha scritto:il problema è DONDI che con la sua celtic vuole stravolgere il campionato italiano.. è una stronzata assurda, bisogna ribellarci a questo buffone..
Caro concittadino - se lo sei veramente ... - l'idea Celtic non è di Dondi, è prima di tutto di Calvisano (Gavazzi) e di Treviso che a suo tempo uscirono dalla Lega proprio per questo motivo ...

Dondi propose "Partecipiamo alla Heineken Cup con le franchigie ... " proposta sdegnosamente rifiutata dai club ... soluzione: e allora andate in Celtic se volete ... questo è quanto ...
"
No, non è andata così, e la Celtic League del 2006 come proposta dai club (e dagli irlandesi che temevano lo sganciarsi dei gallesi attirati dalla Anglo-Welsh cup) era una cosa completamente diversa e senza contatti con l'attuale.
Gavazzi e Zatta volevano partecipare alla CL e farsi finanziare dalla FIR, la FIR non voleva tirare fuori i soldi per due club ma alla fine pose il veto anche alla partecipazione "a carico loro" delle società.
Non ti risulta, comunque, che Dondi avesse proposto di di andare in CL con le franchigie ? E che i club abbiano rifiutato ?

Treviso, comunque, non ha cambiato orientamento ... Vuole sempre andare in CL da e sola con i soldi della Federazone (per i giocatori di interesse nazionale ...) :D :D
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