Provenienza giocatori di interesse federale

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

grubber
Messaggi: 2039
Iscritto il: 17 lug 2009, 16:55

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da grubber »

E infatti sono discussioni sterili come quasi tutte quelle fatte nel forum.

Quanto al discorso "...e allora avrebbero dovuto fare ecc... ecc...": la fir ha fatto una scelta diversa.
La Romania con una franchigia partecipa alla Challenge Cup, noi parteciperemo alla CL ed all'Heineken. Vedremo se tra noi e loro c'è veramente questa differenza
"Va bene ...stordito ! Appuntamento a Bologna ! 5 azioni in attacco e 5 in difesa a 5 metri dalla linea di meta senza scartare e senza cambi di direzione...dritto per dritto ...chi perde alla fine della serie fuori a vita dal forum ..ce le hai le palle per accettare o scapperai ancora ?...I miei bimbi ...chiedono la tua testa .." (Un simpatico utente del forum)

Il vantaggio di essere intelligente è che puoi sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile
stefanot
Messaggi: 1532
Iscritto il: 19 feb 2008, 13:59

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da stefanot »

giongeffri ha scritto:
porcorosso ha scritto: Ma va!!!
La FIR e i Club hanno perso 10 anni a grattarsi il pisello e adesso non abbiamo tempo da perdere... :roll:
Per raggiungere risultati serve una buona base e se si vuol sviluppare il movimento si deve partire dalle basi. Le due sole realtà alla quale la nostra federazione darà sostanza saranno due gocce nel mare (a prescindere da dove saranno collocate) e rallenteranno (se non soffocheranno) il resto del movimento che già non dispone di risorse e che si vedrà ulteriormente ridimensionato.
Non so davvero dove vediate il vantaggio di questa scelta.
Sbaglierò io e voi avrete ragione...
Saluti PR
EVVAI!!! Ricominciamo con la discussione principe dell'ormai defunto 3d "E' Celtic League", che è andata avanti per oltre 200 pagine, e che ultimamente era un pò passata di moda, causa maggiore appeal dei litigi su chi debba andarci in CL.

Vederla tornare alla ribalta è un pò come rivedere un vecchio amico che temevi di aver perso di vista :-] :-]

Per l'ennesima volta proverò a spiegare le motivazioni delle mie posizioni, per le quali questa scelta non è vantaggiosa, è semplicemente l'unica possibile.

Sai cosa sono il baseball e l'hockey? Sono sport di squadra che in Italia sono seguiti praticamente da nessuno, praticati da un numero decisamente poco elevato di persone, tant'è che sostanzialmente chi li pratica è considerato un simpatico originalone dalla massa della popolazione, radicati territorialmente soltanto in posti ben definiti e tutto sommato ristretti, e nei quali la nazionale italiana a livello internazionale conta sostanzialmente zero.

Sai qual'è l'UNICA differenza tra questi sport e il rugby? La nazionale.

I (relativi) successi della nazionale, avvenuti in un momento particolarmente favorevole per altre ragioni (quali la relativa crisi del calcio), hanno fatto si che il rugby diventasse un pò più popolare, che cominciassero a giocarci più bambini, che la gente cominciasse ad interessarsi un pochino di più con tutto quello che ne consegue, tra cui un minimo di risorse economiche in più.

Ma questo è un andamento che non è impossibile da invertire purtroppo. Come dimostra l'esempio della pallanuoto. Dopo l'epica vittoria della medaglia d'oro a Barcellona '92, la pallanuoto conobbe un periodo di splendore, la nazionale divenne stabilmente una delle migliori al mondo ed il campionato interno acquisì prestigio ed importanza. Però l'ambiente non seppe capitalizzare e reinvestire questa situazione, la nazionale cominciò a vincere un pò meno, poi sempre meno, partì una spirale negativa ed oggi la pallanuoto non se la fila nessuno, il campionato interno è di una mediocrità disarmante e viene sempre dominato da una squadra, l'unica che grazie ad un patron generoso può permettersi stranieri forti, e la nazionale non solo non vince più niente, ma è estremamente lontana da quelli che vincono.

Quindi il rugby italiano per crescere ha assolutamente bisogno di una nazionale forte. Solo che la nazionale è sempre meno forte. Da quando i campionati dei paesi nei quali il rugby è più popolare sono diventati professionistici, la spina dorsale della nostra nazionale è sempre stata composta, tranne rarissime eccezioni oggi pressochè assenti, da giocatori che militano all'estero, perchè solo li, giocando in un ambiente professionistico sul serio e con partite sempre ad alto livello possono far esplodere completamente il loro potenziale. E tra l'altro il gap tra quei campionati ed il nostro sta aumentando sempre più. Però da un pò di tempo all'estero i giocatori italiani ci van sempre meno, e la base dei giocatori da nazionale, che siano in grado di affrontare sul serio le migliori squadre d'Europa si restringe sempre più (non che sia mai stata particolarmente ampia). E comunque non ci si può contare all'infinito, no?

MA in Italia, almeno ora e in futuro prevedibile, non ci sono risorse ed interesse sufficienti per un campionato professionistico vero. Quindi non c'è altra scelta che fare un paio di squadre (quelle per le quali si trovano i soldi) ed iscriverle ad un campionato estero di livello. E' la CL, solo perchè la CL ci fa entrare. Fosse stato quello francese sarebbe stata la stessa cosa.

Questo non significa trascurare il movimento "dal basso" che anzi è e resta fondamentale. Ma al momento la priorità ASSOLUTA è che la nazionale ricominci a dare qualche soddisfazione e a prendersi qualche titolo sui giornali e qualche spazio in televisione. Perchè se si dedicano tutte le risorse che la FIR può trovare a far crescere le radici, ci vorranno parecchi anni perchè gli effetti benefici arrivino all'alto livello. E non ce li abbiano. Se la nazionale non comincia a far qualcosa di buono entro i mondiali del 2011, in Italia il rugby non se lo fila più nessuno. 2011 al massimo.

Certo, poi esiste la possibilità che abbia ragione MatR, autore di uno dei più bei post degli ultimi mesi. Magari a molti sta bene il modello "sport per pochi ma puri", da setta, fortemente localizzato, birra, pane e salame, e la nazionale che se la gioca con la Romania, la Georgia e il Marocco.

Posizione affascinante e legittima, che forse è pure giusta. Ma io voglio che la nazionale se la giochi con l'Inghilterra e la Francia, che nel massimo campionato italiano presto ci siano squadre di Torino, Milano, Napoli e Bari e che i quotidiani sportivi dedichino al rugby almeno lo spazio del basket.

Poi per carità, la CL dev'essere gestita bene ed il patetico spettacolo della FIR di questi mesi non lascia ben sperare. Quindi forse questo tentativo fallirà, ma almeno bisogna provarci, perchè se non è l'ultima spiaggia, è al massimo la penultima.

Per cui si. Tu sbagli. Ma forse noi non abbiamo ragione.

Quoto assolutamente. Voglio però aggiungere una cosa: l'esempio della pallanuoto può essere valido per tutti gli sport di squadra italiani dove è ormai da tanto tempo che non vinciamo niente: calcio, basket, pallavolo e via dicendo. In generale è tutto lo sport italiano (eccezion fatta per il nuoto) che non se la passa bene (vogliamo ricordare anche il penoso mondiale di atletica?). Da vedere se questa crisi generale è dovuta a mancanza di interesse, calo tesserati, ricambio generazionale o semplicemente mancanza di risorse dovuto alla crisi economica.
Il rugby tutto sommato non se la passa così male: dai rapporti che si possono leggere pare che questo sport sia in continua ascesa per quanto riguarda numero tesserati, squadre affiliate alla Fir e spettatori. Certo si tratta di cifre minime, ma è pur sempre qualcosa. Inoltre secondo me non si tratta unicamente di problema della base, perchè se hai una base piccola ma solida la nazionale può comunque vincere (il Galles ne è una prova). Secondo me quello che è mancato finora è stato sicuramente come dite voi un lavoro mancato sulla base e sulla promozione capillare del rugby in tutta la penisola, ma soprattutto una mancanza di investimenti per quanto riguarda scuola rugby e settore giovanile! Puoi aprire quante accadmie vuoi ma se ti arrivano giocatori da formare e non giovani con buona tecnica di base allora voglia hai a creare professionisti, se le squadre pescano in argentina giovani che dopo un paio di anni nelle giovanili diventano eleggibili per la nazionale, quanti giovani vuoi che inizino a praticare questo sport, se in campo vedi squadre con 1-2 italiani e una marea di stranieri anonimi in campo, quanti spettatori vuoi attirare?
Laporte
Messaggi: 8846
Iscritto il: 8 mar 2008, 10:01

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da Laporte »

giongeffri ha scritto:
porcorosso ha scritto: Ma va!!!
La FIR e i Club hanno perso 10 anni a grattarsi il pisello e adesso non abbiamo tempo da perdere... :roll:
Per raggiungere risultati serve una buona base e se si vuol sviluppare il movimento si deve partire dalle basi. Le due sole realtà alla quale la nostra federazione darà sostanza saranno due gocce nel mare (a prescindere da dove saranno collocate) e rallenteranno (se non soffocheranno) il resto del movimento che già non dispone di risorse e che si vedrà ulteriormente ridimensionato.
Non so davvero dove vediate il vantaggio di questa scelta.
Sbaglierò io e voi avrete ragione...
Saluti PR
EVVAI!!! Ricominciamo con la discussione principe dell'ormai defunto 3d "E' Celtic League", che è andata avanti per oltre 200 pagine, e che ultimamente era un pò passata di moda, causa maggiore appeal dei litigi su chi debba andarci in CL.

Vederla tornare alla ribalta è un pò come rivedere un vecchio amico che temevi di aver perso di vista :-] :-]

Per l'ennesima volta proverò a spiegare le motivazioni delle mie posizioni, per le quali questa scelta non è vantaggiosa, è semplicemente l'unica possibile.

Sai cosa sono il baseball e l'hockey? Sono sport di squadra che in Italia sono seguiti praticamente da nessuno, praticati da un numero decisamente poco elevato di persone, tant'è che sostanzialmente chi li pratica è considerato un simpatico originalone dalla massa della popolazione, radicati territorialmente soltanto in posti ben definiti e tutto sommato ristretti, e nei quali la nazionale italiana a livello internazionale conta sostanzialmente zero.

Sai qual'è l'UNICA differenza tra questi sport e il rugby? La nazionale.

I (relativi) successi della nazionale, avvenuti in un momento particolarmente favorevole per altre ragioni (quali la relativa crisi del calcio), hanno fatto si che il rugby diventasse un pò più popolare, che cominciassero a giocarci più bambini, che la gente cominciasse ad interessarsi un pochino di più con tutto quello che ne consegue, tra cui un minimo di risorse economiche in più.

Ma questo è un andamento che non è impossibile da invertire purtroppo. Come dimostra l'esempio della pallanuoto. Dopo l'epica vittoria della medaglia d'oro a Barcellona '92, la pallanuoto conobbe un periodo di splendore, la nazionale divenne stabilmente una delle migliori al mondo ed il campionato interno acquisì prestigio ed importanza. Però l'ambiente non seppe capitalizzare e reinvestire questa situazione, la nazionale cominciò a vincere un pò meno, poi sempre meno, partì una spirale negativa ed oggi la pallanuoto non se la fila nessuno, il campionato interno è di una mediocrità disarmante e viene sempre dominato da una squadra, l'unica che grazie ad un patron generoso può permettersi stranieri forti, e la nazionale non solo non vince più niente, ma è estremamente lontana da quelli che vincono.

Quindi il rugby italiano per crescere ha assolutamente bisogno di una nazionale forte. Solo che la nazionale è sempre meno forte. Da quando i campionati dei paesi nei quali il rugby è più popolare sono diventati professionistici, la spina dorsale della nostra nazionale è sempre stata composta, tranne rarissime eccezioni oggi pressochè assenti, da giocatori che militano all'estero, perchè solo li, giocando in un ambiente professionistico sul serio e con partite sempre ad alto livello possono far esplodere completamente il loro potenziale. E tra l'altro il gap tra quei campionati ed il nostro sta aumentando sempre più. Però da un pò di tempo all'estero i giocatori italiani ci van sempre meno, e la base dei giocatori da nazionale, che siano in grado di affrontare sul serio le migliori squadre d'Europa si restringe sempre più (non che sia mai stata particolarmente ampia). E comunque non ci si può contare all'infinito, no?

MA in Italia, almeno ora e in futuro prevedibile, non ci sono risorse ed interesse sufficienti per un campionato professionistico vero. Quindi non c'è altra scelta che fare un paio di squadre (quelle per le quali si trovano i soldi) ed iscriverle ad un campionato estero di livello. E' la CL, solo perchè la CL ci fa entrare. Fosse stato quello francese sarebbe stata la stessa cosa.

Questo non significa trascurare il movimento "dal basso" che anzi è e resta fondamentale. Ma al momento la priorità ASSOLUTA è che la nazionale ricominci a dare qualche soddisfazione e a prendersi qualche titolo sui giornali e qualche spazio in televisione. Perchè se si dedicano tutte le risorse che la FIR può trovare a far crescere le radici, ci vorranno parecchi anni perchè gli effetti benefici arrivino all'alto livello. E non ce li abbiano. Se la nazionale non comincia a far qualcosa di buono entro i mondiali del 2011, in Italia il rugby non se lo fila più nessuno. 2011 al massimo.

Certo, poi esiste la possibilità che abbia ragione MatR, autore di uno dei più bei post degli ultimi mesi. Magari a molti sta bene il modello "sport per pochi ma puri", da setta, fortemente localizzato, birra, pane e salame, e la nazionale che se la gioca con la Romania, la Georgia e il Marocco.

Posizione affascinante e legittima, che forse è pure giusta. Ma io voglio che la nazionale se la giochi con l'Inghilterra e la Francia, che nel massimo campionato italiano presto ci siano squadre di Torino, Milano, Napoli e Bari e che i quotidiani sportivi dedichino al rugby almeno lo spazio del basket.

Poi per carità, la CL dev'essere gestita bene ed il patetico spettacolo della FIR di questi mesi non lascia ben sperare. Quindi forse questo tentativo fallirà, ma almeno bisogna provarci, perchè se non è l'ultima spiaggia, è al massimo la penultima.

Per cui si. Tu sbagli. Ma forse noi non abbiamo ragione.
Il problema nel tuo ragionamento è duplice

a) Non è garantito che avremo una nazionale più forte (Scozia Docet) e non è detto che porterà più attenzione. (Altrimenti il biliardo 5 birilli sarebbe sport nazionale).

b) Il resto del movimento SARA' tagliato fuori a giocare un campionato svuotato di interesse (Scozia Docet) . Se oggi avevamo 800 persone a partita nel super 10 e due colonne sulla Gazzetta della domenica, fra due anni forse la gazzetta metterà i risultati del campionato nelle brevi. Io non credo che vedremo milioni di persone appassionarsi per due squadre una di Viadana e una di Roma. Dunque anche mediaticamente sarà un flop. Diverso (forse) se una "nazionale" avesse giocato nella CL sullo stile dei prossimi "Argentina Jaguars" o Yaguaretes che di si voglia.

ma in nessun sport si è creato il movimento sui risultati della nazionale, ma il contrario. la Palalvolo aveva un numero di giocatori (non solo tesserati e non solo tesserati dalla FIPAV) elevato anche prima che arrivasse velasco. idem il Basket prima del successo di Nantes.
stefanot
Messaggi: 1532
Iscritto il: 19 feb 2008, 13:59

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da stefanot »

grubber ha scritto:E infatti sono discussioni sterili come quasi tutte quelle fatte nel forum.

Quanto al discorso "...e allora avrebbero dovuto fare ecc... ecc...": la fir ha fatto una scelta diversa.
La Romania con una franchigia partecipa alla Challenge Cup, noi parteciperemo alla CL ed all'Heineken. Vedremo se tra noi e loro c'è veramente questa differenza
A partire dalla stagione 2010-2011 parteciperemo anche noi alla Challenge con 4 franchigie composte dai migliori giocatori in italia!
grubber
Messaggi: 2039
Iscritto il: 17 lug 2009, 16:55

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da grubber »

stefanot ha scritto:
grubber ha scritto:E infatti sono discussioni sterili come quasi tutte quelle fatte nel forum.

Quanto al discorso "...e allora avrebbero dovuto fare ecc... ecc...": la fir ha fatto una scelta diversa.
La Romania con una franchigia partecipa alla Challenge Cup, noi parteciperemo alla CL ed all'Heineken. Vedremo se tra noi e loro c'è veramente questa differenza
A partire dalla stagione 2010-2011 parteciperemo anche noi alla Challenge con 4 franchigie composte dai migliori giocatori in italia!
Lo so, ma in queste ultime selezioni, se le cose vanno secondo i desideri della fir, ci saranno ben pochi nazionali, o meglio, ci saranno magari gli "aspiranti nazionali" e non i migliori giocatori in Italia in assoluto
"Va bene ...stordito ! Appuntamento a Bologna ! 5 azioni in attacco e 5 in difesa a 5 metri dalla linea di meta senza scartare e senza cambi di direzione...dritto per dritto ...chi perde alla fine della serie fuori a vita dal forum ..ce le hai le palle per accettare o scapperai ancora ?...I miei bimbi ...chiedono la tua testa .." (Un simpatico utente del forum)

Il vantaggio di essere intelligente è che puoi sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile
stefanot
Messaggi: 1532
Iscritto il: 19 feb 2008, 13:59

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da stefanot »

Laporte ha scritto:
giongeffri ha scritto:
porcorosso ha scritto: Ma va!!!
La FIR e i Club hanno perso 10 anni a grattarsi il pisello e adesso non abbiamo tempo da perdere... :roll:
Per raggiungere risultati serve una buona base e se si vuol sviluppare il movimento si deve partire dalle basi. Le due sole realtà alla quale la nostra federazione darà sostanza saranno due gocce nel mare (a prescindere da dove saranno collocate) e rallenteranno (se non soffocheranno) il resto del movimento che già non dispone di risorse e che si vedrà ulteriormente ridimensionato.
Non so davvero dove vediate il vantaggio di questa scelta.
Sbaglierò io e voi avrete ragione...
Saluti PR
EVVAI!!! Ricominciamo con la discussione principe dell'ormai defunto 3d "E' Celtic League", che è andata avanti per oltre 200 pagine, e che ultimamente era un pò passata di moda, causa maggiore appeal dei litigi su chi debba andarci in CL.

Vederla tornare alla ribalta è un pò come rivedere un vecchio amico che temevi di aver perso di vista :-] :-]

Per l'ennesima volta proverò a spiegare le motivazioni delle mie posizioni, per le quali questa scelta non è vantaggiosa, è semplicemente l'unica possibile.

Sai cosa sono il baseball e l'hockey? Sono sport di squadra che in Italia sono seguiti praticamente da nessuno, praticati da un numero decisamente poco elevato di persone, tant'è che sostanzialmente chi li pratica è considerato un simpatico originalone dalla massa della popolazione, radicati territorialmente soltanto in posti ben definiti e tutto sommato ristretti, e nei quali la nazionale italiana a livello internazionale conta sostanzialmente zero.

Sai qual'è l'UNICA differenza tra questi sport e il rugby? La nazionale.

I (relativi) successi della nazionale, avvenuti in un momento particolarmente favorevole per altre ragioni (quali la relativa crisi del calcio), hanno fatto si che il rugby diventasse un pò più popolare, che cominciassero a giocarci più bambini, che la gente cominciasse ad interessarsi un pochino di più con tutto quello che ne consegue, tra cui un minimo di risorse economiche in più.

Ma questo è un andamento che non è impossibile da invertire purtroppo. Come dimostra l'esempio della pallanuoto. Dopo l'epica vittoria della medaglia d'oro a Barcellona '92, la pallanuoto conobbe un periodo di splendore, la nazionale divenne stabilmente una delle migliori al mondo ed il campionato interno acquisì prestigio ed importanza. Però l'ambiente non seppe capitalizzare e reinvestire questa situazione, la nazionale cominciò a vincere un pò meno, poi sempre meno, partì una spirale negativa ed oggi la pallanuoto non se la fila nessuno, il campionato interno è di una mediocrità disarmante e viene sempre dominato da una squadra, l'unica che grazie ad un patron generoso può permettersi stranieri forti, e la nazionale non solo non vince più niente, ma è estremamente lontana da quelli che vincono.

Quindi il rugby italiano per crescere ha assolutamente bisogno di una nazionale forte. Solo che la nazionale è sempre meno forte. Da quando i campionati dei paesi nei quali il rugby è più popolare sono diventati professionistici, la spina dorsale della nostra nazionale è sempre stata composta, tranne rarissime eccezioni oggi pressochè assenti, da giocatori che militano all'estero, perchè solo li, giocando in un ambiente professionistico sul serio e con partite sempre ad alto livello possono far esplodere completamente il loro potenziale. E tra l'altro il gap tra quei campionati ed il nostro sta aumentando sempre più. Però da un pò di tempo all'estero i giocatori italiani ci van sempre meno, e la base dei giocatori da nazionale, che siano in grado di affrontare sul serio le migliori squadre d'Europa si restringe sempre più (non che sia mai stata particolarmente ampia). E comunque non ci si può contare all'infinito, no?

MA in Italia, almeno ora e in futuro prevedibile, non ci sono risorse ed interesse sufficienti per un campionato professionistico vero. Quindi non c'è altra scelta che fare un paio di squadre (quelle per le quali si trovano i soldi) ed iscriverle ad un campionato estero di livello. E' la CL, solo perchè la CL ci fa entrare. Fosse stato quello francese sarebbe stata la stessa cosa.

Questo non significa trascurare il movimento "dal basso" che anzi è e resta fondamentale. Ma al momento la priorità ASSOLUTA è che la nazionale ricominci a dare qualche soddisfazione e a prendersi qualche titolo sui giornali e qualche spazio in televisione. Perchè se si dedicano tutte le risorse che la FIR può trovare a far crescere le radici, ci vorranno parecchi anni perchè gli effetti benefici arrivino all'alto livello. E non ce li abbiano. Se la nazionale non comincia a far qualcosa di buono entro i mondiali del 2011, in Italia il rugby non se lo fila più nessuno. 2011 al massimo.

Certo, poi esiste la possibilità che abbia ragione MatR, autore di uno dei più bei post degli ultimi mesi. Magari a molti sta bene il modello "sport per pochi ma puri", da setta, fortemente localizzato, birra, pane e salame, e la nazionale che se la gioca con la Romania, la Georgia e il Marocco.

Posizione affascinante e legittima, che forse è pure giusta. Ma io voglio che la nazionale se la giochi con l'Inghilterra e la Francia, che nel massimo campionato italiano presto ci siano squadre di Torino, Milano, Napoli e Bari e che i quotidiani sportivi dedichino al rugby almeno lo spazio del basket.

Poi per carità, la CL dev'essere gestita bene ed il patetico spettacolo della FIR di questi mesi non lascia ben sperare. Quindi forse questo tentativo fallirà, ma almeno bisogna provarci, perchè se non è l'ultima spiaggia, è al massimo la penultima.

Per cui si. Tu sbagli. Ma forse noi non abbiamo ragione.
Il problema nel tuo ragionamento è duplice

a) Non è garantito che avremo una nazionale più forte (Scozia Docet) e non è detto che porterà più attenzione. (Altrimenti il biliardo 5 birilli sarebbe sport nazionale).

b) Il resto del movimento SARA' tagliato fuori a giocare un campionato svuotato di interesse (Scozia Docet) . Se oggi avevamo 800 persone a partita nel super 10 e due colonne sulla Gazzetta della domenica, fra due anni forse la gazzetta metterà i risultati del campionato nelle brevi. Io non credo che vedremo milioni di persone appassionarsi per due squadre una di Viadana e una di Roma. Dunque anche mediaticamente sarà un flop. Diverso (forse) se una "nazionale" avesse giocato nella CL sullo stile dei prossimi "Argentina Jaguars" o Yaguaretes che di si voglia.

ma in nessun sport si è creato il movimento sui risultati della nazionale, ma il contrario. la Palalvolo aveva un numero di giocatori (non solo tesserati e non solo tesserati dalla FIPAV) elevato anche prima che arrivasse velasco. idem il Basket prima del successo di Nantes.

Anche quello che dici tu è vero, forse non avremo fenomeni o una nazionale vincente, ma non dimentichiamoci che la Scozia ogni tanto qualche bella stoccata al 6 nazioni la piazza. Sicuramente avremo una nazionale più competitiva con un bacino di giocatori azzurrabili più ampio e non il solito cronico problema che abbiamo quando dobbiamo sostituire un giocatore che gioca all'estero!
Secondo non dimentichiamoci che la Scozia sta vivendo anche una crisi per quanto riguarda il numero di tesserati, cosa che noi non abbiamo. Inoltre i campionati nazionali di galles, scozia e irlanda credo (ma non vorrei sbagliarmi) che siano completamente dilettantistici e (sempre da quello che ho sentito io) sono comunque seguiti dalla gente soprattutto perchè i vari campioni delle franchigie che giocano in Mageners giocano anche il campionato locale (ma non vorrei dire una scemata, non ho trovato fonti a conferma di ciò).
Laporte
Messaggi: 8846
Iscritto il: 8 mar 2008, 10:01

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da Laporte »

stefanot ha scritto:
Laporte ha scritto:
Il problema nel tuo ragionamento è duplice

a) Non è garantito che avremo una nazionale più forte (Scozia Docet) e non è detto che porterà più attenzione. (Altrimenti il biliardo 5 birilli sarebbe sport nazionale).

b) Il resto del movimento SARA' tagliato fuori a giocare un campionato svuotato di interesse (Scozia Docet) . Se oggi avevamo 800 persone a partita nel super 10 e due colonne sulla Gazzetta della domenica, fra due anni forse la gazzetta metterà i risultati del campionato nelle brevi. Io non credo che vedremo milioni di persone appassionarsi per due squadre una di Viadana e una di Roma. Dunque anche mediaticamente sarà un flop. Diverso (forse) se una "nazionale" avesse giocato nella CL sullo stile dei prossimi "Argentina Jaguars" o Yaguaretes che di si voglia.

ma in nessun sport si è creato il movimento sui risultati della nazionale, ma il contrario. la Palalvolo aveva un numero di giocatori (non solo tesserati e non solo tesserati dalla FIPAV) elevato anche prima che arrivasse velasco. idem il Basket prima del successo di Nantes.

Anche quello che dici tu è vero, forse non avremo fenomeni o una nazionale vincente, ma non dimentichiamoci che la Scozia ogni tanto qualche bella stoccata al 6 nazioni la piazza. Sicuramente avremo una nazionale più competitiva con un bacino di giocatori azzurrabili più ampio e non il solito cronico problema che abbiamo quando dobbiamo sostituire un giocatore che gioca all'estero!
Secondo non dimentichiamoci che la Scozia sta vivendo anche una crisi per quanto riguarda il numero di tesserati, cosa che noi non abbiamo. Inoltre i campionati nazionali di galles, scozia e irlanda credo (ma non vorrei sbagliarmi) che siano completamente dilettantistici e (sempre da quello che ho sentito io) sono comunque seguiti dalla gente soprattutto perchè i vari campioni delle franchigie che giocano in Mageners giocano anche il campionato locale (ma non vorrei dire una scemata, non ho trovato fonti a conferma di ciò).
La scozia piazzava qualche stoccata (e che stoccate) anche prima. E oggi di solito le stoccate le piazza (ma non sempre) solo a noi...

Crisi dei tesserati scozzesi: sarà un caso, ma è stata avviata dopo la creazione delle franchigie, la depauperazione del campionato per club e l'abolizione del campionato dei distretti. Ossia proprio in concomitanza con la perdita di identità del campionato. (nel quale, almeno in Galles e Scozia NON giocano i campioni delle franchigie,salvo rarissimi ed occasionali casi, sei un po approssimativo). Ossia dopo l'avvio del processo che vogliamo fare noi.

Con un aggravante per noi: che gli scozzesi hanno cercato di creare 3 franchigie rappresentative delle tre zone più rappresentative (Glasow, Edinburgo e Borders) . Noi siamo forse a due che rappresentano aree risibili su un movimento già limitato geograficamente.
giongeffri
Messaggi: 3132
Iscritto il: 19 mag 2006, 11:38
Località: Roma

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da giongeffri »

Laporte ha scritto: Il problema nel tuo ragionamento è duplice

a) Non è garantito che avremo una nazionale più forte (Scozia Docet) e non è detto che porterà più attenzione. (Altrimenti il biliardo 5 birilli sarebbe sport nazionale).


No, non è garantito, ma è possibile. Non ho mai detto che la CL sia una sicurezza.

Mentre invece sono abbastastanza sicuro che una nazionale (relativamente) forte porti interesse. Lo dimostra la storia degli ultimi anni.
Laporte ha scritto:
b) Il resto del movimento SARA' tagliato fuori a giocare un campionato svuotato di interesse (Scozia Docet) . Se oggi avevamo 800 persone a partita nel super 10 e due colonne sulla Gazzetta della domenica, fra due anni forse la gazzetta metterà i risultati del campionato nelle brevi. Io non credo che vedremo milioni di persone appassionarsi per due squadre una di Viadana e una di Roma. Dunque anche mediaticamente sarà un flop. Diverso (forse) se una "nazionale" avesse giocato nella CL sullo stile dei prossimi "Argentina Jaguars" o Yaguaretes che di si voglia.

ma in nessun sport si è creato il movimento sui risultati della nazionale, ma il contrario. la Palalvolo aveva un numero di giocatori (non solo tesserati e non solo tesserati dalla FIPAV) elevato anche prima che arrivasse velasco. idem il Basket prima del successo di Nantes.
Premetto che non hai tutti i torti. E' chiaro che il campionato nazionale non avrà gran spazio. Dubito anche che ci saranno milioni di persone che si appassioni alle sorti dei Pretoriani o degli Aironi. Però, se la FIR e le franchigie sapranno "vendersi" bene secondo me la possibilità di generare interesse esiste.

Poi il discorso della "nazionale" in CL secondo me è giusto. Anche io avrei preferito le selezioni in CL. Ma questo ormai è un discorso che appartiene al passato. Diciamo che nel momento in cui si è deciso (per un motivo o per l'altro) di NON fare le selezioni, la scelta delle franchigie è la meno peggio. Meno peggio andare in CL con loro che non andarci affatto.

Come puoi vedere continuo a parlare di possibilità e speranze. Non ho nessuna garanzia certa che la CL risolva i problemi, anzi nemmeno la garanzia che risolva almeno UN problema. Però so che il modello di sviluppo con il S10 come eccellenza ha fallito.
Sono un fungo.. uacciuà... velenoso uacciuà...
stefanot
Messaggi: 1532
Iscritto il: 19 feb 2008, 13:59

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da stefanot »

giongeffri ha scritto:
Laporte ha scritto: Il problema nel tuo ragionamento è duplice

a) Non è garantito che avremo una nazionale più forte (Scozia Docet) e non è detto che porterà più attenzione. (Altrimenti il biliardo 5 birilli sarebbe sport nazionale).


No, non è garantito, ma è possibile. Non ho mai detto che la CL sia una sicurezza.

Mentre invece sono abbastastanza sicuro che una nazionale (relativamente) forte porti interesse. Lo dimostra la storia degli ultimi anni.
Laporte ha scritto:
b) Il resto del movimento SARA' tagliato fuori a giocare un campionato svuotato di interesse (Scozia Docet) . Se oggi avevamo 800 persone a partita nel super 10 e due colonne sulla Gazzetta della domenica, fra due anni forse la gazzetta metterà i risultati del campionato nelle brevi. Io non credo che vedremo milioni di persone appassionarsi per due squadre una di Viadana e una di Roma. Dunque anche mediaticamente sarà un flop. Diverso (forse) se una "nazionale" avesse giocato nella CL sullo stile dei prossimi "Argentina Jaguars" o Yaguaretes che di si voglia.

ma in nessun sport si è creato il movimento sui risultati della nazionale, ma il contrario. la Palalvolo aveva un numero di giocatori (non solo tesserati e non solo tesserati dalla FIPAV) elevato anche prima che arrivasse velasco. idem il Basket prima del successo di Nantes.
Premetto che non hai tutti i torti. E' chiaro che il campionato nazionale non avrà gran spazio. Dubito anche che ci saranno milioni di persone che si appassioni alle sorti dei Pretoriani o degli Aironi. Però, se la FIR e le franchigie sapranno "vendersi" bene secondo me la possibilità di generare interesse esiste.

Poi il discorso della "nazionale" in CL secondo me è giusto. Anche io avrei preferito le selezioni in CL. Ma questo ormai è un discorso che appartiene al passato. Diciamo che nel momento in cui si è deciso (per un motivo o per l'altro) di NON fare le selezioni, la scelta delle franchigie è la meno peggio. Meno peggio andare in CL con loro che non andarci affatto.

Come puoi vedere continuo a parlare di possibilità e speranze. Non ho nessuna garanzia certa che la CL risolva i problemi, anzi nemmeno la garanzia che risolva almeno UN problema. Però so che il modello di sviluppo con il S10 come eccellenza ha fallito.

Sinceramente non sono d'accordo sulle selezioni in Magners: la federazione non può accentrare tutti i poteri e non si può creare dualismo federazione-club con questi ultimi "costretti" a dare il meglio delle loro risorse a tali selezioni venedno depauperati senza avere un forte ritorno. Mi pare giusto che anche i club facciano parte del progetto e siano responsabilizzati delle sorti di queste due squadre in Magners. Inoltre avere franchigie e non selezioni ha portato alla creazione di sinergie tra club cosa prima impensabile e porterà i club a concentrarsi maggiormente sulla formazione dei giovani visto non solo le restrizioni che ci saranno nel campionato domestico ma anche nella Magners. Se i club non fossero stati coinvolti mi dite chi avrebbe avuto interesse a dare giovani alla Magners e a formarli (al professionismo e non solo al semi-professionismo del campionato domestico)
Inoltre direi che il fatto che la Federazione non abbia l'onere di investire pesantemente nella Magners fa sì che possa spendere in altri progetti quale sviluppo movimento, settore giovanile con accademie e potenziamento scuola rugby ecc..
porcorosso
Messaggi: 1810
Iscritto il: 22 mar 2008, 8:43
Località: Venessia

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da porcorosso »

giongeffri ha scritto:
porcorosso ha scritto: Ma va!!!
La FIR e i Club hanno perso 10 anni a grattarsi il pisello e adesso non abbiamo tempo da perdere... :roll:
Per raggiungere risultati serve una buona base e se si vuol sviluppare il movimento si deve partire dalle basi. Le due sole realtà alla quale la nostra federazione darà sostanza saranno due gocce nel mare (a prescindere da dove saranno collocate) e rallenteranno (se non soffocheranno) il resto del movimento che già non dispone di risorse e che si vedrà ulteriormente ridimensionato.
Non so davvero dove vediate il vantaggio di questa scelta.
Sbaglierò io e voi avrete ragione...
Saluti PR
EVVAI!!! Ricominciamo con la discussione principe dell'ormai defunto 3d "E' Celtic League", che è andata avanti per oltre 200 pagine, e che ultimamente era un pò passata di moda, causa maggiore appeal dei litigi su chi debba andarci in CL.

Vederla tornare alla ribalta è un pò come rivedere un vecchio amico che temevi di aver perso di vista :-] :-]
Sono contento che tu sia contento, e per questo ti risponderò :rotfl: :-] :rotfl:
giongeffri ha scritto:Per l'ennesima volta proverò a spiegare le motivazioni delle mie posizioni, per le quali questa scelta non è vantaggiosa, è semplicemente l'unica possibile.

Sai cosa sono il baseball e l'hockey? Sono sport di squadra che in Italia sono seguiti praticamente da nessuno, praticati da un numero decisamente poco elevato di persone, tant'è che sostanzialmente chi li pratica è considerato un simpatico originalone dalla massa della popolazione, radicati territorialmente soltanto in posti ben definiti e tutto sommato ristretti, e nei quali la nazionale italiana a livello internazionale conta sostanzialmente zero.
Non so se tu parli di Hockey su pista o su ghiaccio (che sono diffusi solo localmente e che non sono filati da nessuno) in ogni caso l'Hockey su pista (sono un ex) è diffuso solo nella provincia di Vicenza (4-5 squadre di serie A1 e una vagonata nelle serie inferiori) nella Versiglia, in Puglia e in Piemonte. Pur non vincendo un mondiale da qualche edizione siamo sempre al Top con Portogallo (sport nazionale) Spagna Argentina... Questo per dirti che non servono per forza agenti esterni o una diffusione capillare per poter far bene. Servono metodo e capacità innanzitutto.
giongeffri ha scritto:
Sai qual'è l'UNICA differenza tra questi sport e il rugby? La nazionale.

I (relativi) successi della nazionale, avvenuti in un momento particolarmente favorevole per altre ragioni (quali la relativa crisi del calcio), hanno fatto si che il rugby diventasse un pò più popolare, che cominciassero a giocarci più bambini, che la gente cominciasse ad interessarsi un pochino di più con tutto quello che ne consegue, tra cui un minimo di risorse economiche in più.

Ma questo è un andamento che non è impossibile da invertire purtroppo. Come dimostra l'esempio della pallanuoto. Dopo l'epica vittoria della medaglia d'oro a Barcellona '92, la pallanuoto conobbe un periodo di splendore, la nazionale divenne stabilmente una delle migliori al mondo ed il campionato interno acquisì prestigio ed importanza. Però l'ambiente non seppe capitalizzare e reinvestire questa situazione, la nazionale cominciò a vincere un pò meno, poi sempre meno, partì una spirale negativa ed oggi la pallanuoto non se la fila nessuno, il campionato interno è di una mediocrità disarmante e viene sempre dominato da una squadra, l'unica che grazie ad un patron generoso può permettersi stranieri forti, e la nazionale non solo non vince più niente, ma è estremamente lontana da quelli che vincono.

Quindi il rugby italiano per crescere ha assolutamente bisogno di una nazionale forte. Solo che la nazionale è sempre meno forte. Da quando i campionati dei paesi nei quali il rugby è più popolare sono diventati professionistici, la spina dorsale della nostra nazionale è sempre stata composta, tranne rarissime eccezioni oggi pressochè assenti, da giocatori che militano all'estero, perchè solo li, giocando in un ambiente professionistico sul serio e con partite sempre ad alto livello possono far esplodere completamente il loro potenziale. E tra l'altro il gap tra quei campionati ed il nostro sta aumentando sempre più. Però da un pò di tempo all'estero i giocatori italiani ci van sempre meno, e la base dei giocatori da nazionale, che siano in grado di affrontare sul serio le migliori squadre d'Europa si restringe sempre più (non che sia mai stata particolarmente ampia). E comunque non ci si può contare all'infinito, no?

MA in Italia, almeno ora e in futuro prevedibile, non ci sono risorse ed interesse sufficienti per un campionato professionistico vero. Quindi non c'è altra scelta che fare un paio di squadre (quelle per le quali si trovano i soldi) ed iscriverle ad un campionato estero di livello. E' la CL, solo perchè la CL ci fa entrare. Fosse stato quello francese sarebbe stata la stessa cosa.
E' chiaro che i successi della nazionale siano il traino del movimento ma lo step successivo era quello di migliorare il S10 e bisognava iniziare 10 anni fa. Non s'è fatto ma questo resta imprescindibilmente il passaggio successivo, mentre quello che si opera oggi è una cesura tra nazionale e campionato interno.

I soldi per fare meglio si potevano trovare come si son trovati per la CL e le casse della FIR dovrebbero essere aperte proprio per questo scopo promozione del rugby e miglioramento del rugby!!! Non sterili accademie.
giongeffri ha scritto:
Questo non significa trascurare il movimento "dal basso" che anzi è e resta fondamentale. Ma al momento la priorità ASSOLUTA è che la nazionale ricominci a dare qualche soddisfazione e a prendersi qualche titolo sui giornali e qualche spazio in televisione. Perchè se si dedicano tutte le risorse che la FIR può trovare a far crescere le radici, ci vorranno parecchi anni perchè gli effetti benefici arrivino all'alto livello. E non ce li abbiano. Se la nazionale non comincia a far qualcosa di buono entro i mondiali del 2011, in Italia il rugby non se lo fila più nessuno. 2011 al massimo.
In sostanza però, e lo dicono Ascione e Dondi in primis il S10 verrà lasciato depauperire a beneficio delle due squadre FIR (perchè è questo che vogliono).
Quali sono poi le iniziative per non trascurare il movimento dal basso??????
Niente è stato messo in cantiere se non 4 accademie che faranno la fine di quella di Tirrenia: Raccomandazioni.
giongeffri ha scritto:
Certo, poi esiste la possibilità che abbia ragione MatR, autore di uno dei più bei post degli ultimi mesi. Magari a molti sta bene il modello "sport per pochi ma puri", da setta, fortemente localizzato, birra, pane e salame, e la nazionale che se la gioca con la Romania, la Georgia e il Marocco.

Posizione affascinante e legittima, che forse è pure giusta. Ma io voglio che la nazionale se la giochi con l'Inghilterra e la Francia, che nel massimo campionato italiano presto ci siano squadre di Torino, Milano, Napoli e Bari e che i quotidiani sportivi dedichino al rugby almeno lo spazio del basket.

Poi per carità, la CL dev'essere gestita bene ed il patetico spettacolo della FIR di questi mesi non lascia ben sperare. Quindi forse questo tentativo fallirà, ma almeno bisogna provarci, perchè se non è l'ultima spiaggia, è al massimo la penultima.

Per cui si. Tu sbagli. Ma forse noi non abbiamo ragione.
A me piace il pane e salame ma preferirei un buon filetto costoso. Il guaio è che stiamo andando in un ristorante molto costoso e dalla dubbia qualità (mi riferisco al passo fatto e non alla CL) se beccheremo una sola saremo più poveri e con un c a z z o di cera in mano.
Saluti Affettuosi PR
Porcorosso - Mediano da Salotto
porcorosso
Messaggi: 1810
Iscritto il: 22 mar 2008, 8:43
Località: Venessia

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da porcorosso »

Scusate ho fatto confusione coi quote. Riposto correttamente.
giongeffri ha scritto:
porcorosso ha scritto: Ma va!!!
La FIR e i Club hanno perso 10 anni a grattarsi il pisello e adesso non abbiamo tempo da perdere... :roll:
Per raggiungere risultati serve una buona base e se si vuol sviluppare il movimento si deve partire dalle basi. Le due sole realtà alla quale la nostra federazione darà sostanza saranno due gocce nel mare (a prescindere da dove saranno collocate) e rallenteranno (se non soffocheranno) il resto del movimento che già non dispone di risorse e che si vedrà ulteriormente ridimensionato.
Non so davvero dove vediate il vantaggio di questa scelta.
Sbaglierò io e voi avrete ragione...
Saluti PR
EVVAI!!! Ricominciamo con la discussione principe dell'ormai defunto 3d "E' Celtic League", che è andata avanti per oltre 200 pagine, e che ultimamente era un pò passata di moda, causa maggiore appeal dei litigi su chi debba andarci in CL.

Vederla tornare alla ribalta è un pò come rivedere un vecchio amico che temevi di aver perso di vista :-] :-]
Sono contento che tu sia contento, e per questo ti risponderò :rotfl: :-] :rotfl:
giongeffri ha scritto:Per l'ennesima volta proverò a spiegare le motivazioni delle mie posizioni, per le quali questa scelta non è vantaggiosa, è semplicemente l'unica possibile.

Sai cosa sono il baseball e l'hockey? Sono sport di squadra che in Italia sono seguiti praticamente da nessuno, praticati da un numero decisamente poco elevato di persone, tant'è che sostanzialmente chi li pratica è considerato un simpatico originalone dalla massa della popolazione, radicati territorialmente soltanto in posti ben definiti e tutto sommato ristretti, e nei quali la nazionale italiana a livello internazionale conta sostanzialmente zero.
Non so se tu parli di Hockey su pista o su ghiaccio (che sono diffusi solo localmente e che non sono filati da nessuno) in ogni caso l'Hockey su pista (sono un ex) è diffuso solo nella provincia di Vicenza (4-5 squadre di serie A1 e una vagonata nelle serie inferiori) nella Versiglia, in Puglia e in Piemonte. Pur non vincendo un mondiale da qualche edizione siamo sempre al Top con Portogallo (sport nazionale) Spagna Argentina... Questo per dirti che non servono per forza agenti esterni o una diffusione capillare per poter far bene. Servono metodo e capacità innanzitutto.
giongeffri ha scritto:
Sai qual'è l'UNICA differenza tra questi sport e il rugby? La nazionale.

I (relativi) successi della nazionale, avvenuti in un momento particolarmente favorevole per altre ragioni (quali la relativa crisi del calcio), hanno fatto si che il rugby diventasse un pò più popolare, che cominciassero a giocarci più bambini, che la gente cominciasse ad interessarsi un pochino di più con tutto quello che ne consegue, tra cui un minimo di risorse economiche in più.

Ma questo è un andamento che non è impossibile da invertire purtroppo. Come dimostra l'esempio della pallanuoto. Dopo l'epica vittoria della medaglia d'oro a Barcellona '92, la pallanuoto conobbe un periodo di splendore, la nazionale divenne stabilmente una delle migliori al mondo ed il campionato interno acquisì prestigio ed importanza. Però l'ambiente non seppe capitalizzare e reinvestire questa situazione, la nazionale cominciò a vincere un pò meno, poi sempre meno, partì una spirale negativa ed oggi la pallanuoto non se la fila nessuno, il campionato interno è di una mediocrità disarmante e viene sempre dominato da una squadra, l'unica che grazie ad un patron generoso può permettersi stranieri forti, e la nazionale non solo non vince più niente, ma è estremamente lontana da quelli che vincono.

Quindi il rugby italiano per crescere ha assolutamente bisogno di una nazionale forte. Solo che la nazionale è sempre meno forte. Da quando i campionati dei paesi nei quali il rugby è più popolare sono diventati professionistici, la spina dorsale della nostra nazionale è sempre stata composta, tranne rarissime eccezioni oggi pressochè assenti, da giocatori che militano all'estero, perchè solo li, giocando in un ambiente professionistico sul serio e con partite sempre ad alto livello possono far esplodere completamente il loro potenziale. E tra l'altro il gap tra quei campionati ed il nostro sta aumentando sempre più. Però da un pò di tempo all'estero i giocatori italiani ci van sempre meno, e la base dei giocatori da nazionale, che siano in grado di affrontare sul serio le migliori squadre d'Europa si restringe sempre più (non che sia mai stata particolarmente ampia). E comunque non ci si può contare all'infinito, no?

MA in Italia, almeno ora e in futuro prevedibile, non ci sono risorse ed interesse sufficienti per un campionato professionistico vero. Quindi non c'è altra scelta che fare un paio di squadre (quelle per le quali si trovano i soldi) ed iscriverle ad un campionato estero di livello. E' la CL, solo perchè la CL ci fa entrare. Fosse stato quello francese sarebbe stata la stessa cosa.
E' chiaro che i successi della nazionale siano il traino del movimento ma lo step successivo era quello di migliorare il S10 e bisognava iniziare 10 anni fa. Non s'è fatto ma questo resta imprescindibilmente il passaggio successivo, mentre quello che si opera oggi è una cesura tra nazionale e campionato interno.

I soldi per fare meglio si potevano trovare come si son trovati per la CL e le casse della FIR dovrebbero essere aperte proprio per questo scopo promozione del rugby e miglioramento del rugby!!! Non sterili accademie.
giongeffri ha scritto:
Questo non significa trascurare il movimento "dal basso" che anzi è e resta fondamentale. Ma al momento la priorità ASSOLUTA è che la nazionale ricominci a dare qualche soddisfazione e a prendersi qualche titolo sui giornali e qualche spazio in televisione. Perchè se si dedicano tutte le risorse che la FIR può trovare a far crescere le radici, ci vorranno parecchi anni perchè gli effetti benefici arrivino all'alto livello. E non ce li abbiano. Se la nazionale non comincia a far qualcosa di buono entro i mondiali del 2011, in Italia il rugby non se lo fila più nessuno. 2011 al massimo.
In sostanza però, e lo dicono Ascione e Dondi in primis il S10 verrà lasciato depauperire a beneficio delle due squadre FIR (perchè è questo che vogliono).
Quali sono poi le iniziative per non trascurare il movimento dal basso??????
Niente è stato messo in cantiere se non 4 accademie che faranno la fine di quella di Tirrenia: Raccomandazioni.
giongeffri ha scritto:
Certo, poi esiste la possibilità che abbia ragione MatR, autore di uno dei più bei post degli ultimi mesi. Magari a molti sta bene il modello "sport per pochi ma puri", da setta, fortemente localizzato, birra, pane e salame, e la nazionale che se la gioca con la Romania, la Georgia e il Marocco.

Posizione affascinante e legittima, che forse è pure giusta. Ma io voglio che la nazionale se la giochi con l'Inghilterra e la Francia, che nel massimo campionato italiano presto ci siano squadre di Torino, Milano, Napoli e Bari e che i quotidiani sportivi dedichino al rugby almeno lo spazio del basket.

Poi per carità, la CL dev'essere gestita bene ed il patetico spettacolo della FIR di questi mesi non lascia ben sperare. Quindi forse questo tentativo fallirà, ma almeno bisogna provarci, perchè se non è l'ultima spiaggia, è al massimo la penultima.

Per cui si. Tu sbagli. Ma forse noi non abbiamo ragione.
A me piace il pane e salame ma preferirei un buon filetto costoso. Il guaio è che stiamo andando in un ristorante molto costoso e dalla dubbia qualità (mi riferisco al passo fatto e non alla CL) se beccheremo una sola saremo più poveri e con un c a z z o di cera in mano.
Saluti Affettuosi PR
Porcorosso - Mediano da Salotto
luqa
Messaggi: 1908
Iscritto il: 26 lug 2006, 12:54

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da luqa »

Il paragone con il ristorante non è a mio parere opportuno: non andiamo a "mangiar" , andiamo "a scuola".
Si, l'obiettivo delle squadre in CL "dovrebbe" essere quello di abituare i nostri giocatori migliori a giocare a livelli di intensità agonistica, attenzione mentale e preparazione fisica pari a quello degli atleti dei club/franchige di eccellenza delle altre nazionali del 6N.

Perché l'obiettivo reale è avere 50-60 giocatori in competizione tra loro per il posto in nazionale che non siano sottoposti ai vincoli dei club stranieri, ma non abbiano i limiti tecnici ma soprattutto agonistici che il nostro campionato attuale permette.
Questo per avere una nazionale più foert che faccia da richiamo maggiore.

Che poi serva anche un impegno maggiore nel settore giovanile con un maggior reclutamento, migliori tecnici e campionati interni più competitivi non ci piove.
Ma non può escludere la necessità di metetre i nostri a confronti con i migliori.

Per capire il problema:

se ci accorgessimo di avere ricercatori che non sono all'altezza di quelli di altri paesi, e ci accorgessimo che ciò accade perché ci sono pochi studenti universitari, che seguono corsi poco accurati, e il cui accesso a professioni e ricerca èp soggetto a nepotismo e "marchette", e ci accorgessimo che i migliori vanno all'estero e volessimo cambiare l'andazzo, dovremmo:

1. aumentare il numero di studenti delle superiori;
2. migliorare i contenuti delle superiori
3. ridurre il tasso di abbandono dell'università
4. rendere più completa, valida la formazione universitaria
5. cambiare il modo di selezionare i ricercatori
6. far lavorare i nostri ricercatori e i nostri studenti a contatto/confronto con team internazionali, in progetti internazionali
7. assumere buoni docenti stranieri
8. riportare in Italia le "cime" (non di rapa)
9. Acettare anche il contributo di studenti dei paesi in via di sviluppo

Ora, se qualcuno vuole tradurre in rugbese---
Laporte
Messaggi: 8846
Iscritto il: 8 mar 2008, 10:01

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da Laporte »

giongeffri ha scritto:
Laporte ha scritto: Il problema nel tuo ragionamento è duplice

a) Non è garantito che avremo una nazionale più forte (Scozia Docet) e non è detto che porterà più attenzione. (Altrimenti il biliardo 5 birilli sarebbe sport nazionale).


No, non è garantito, ma è possibile. Non ho mai detto che la CL sia una sicurezza.

Mentre invece sono abbastastanza sicuro che una nazionale (relativamente) forte porti interesse. Lo dimostra la storia degli ultimi anni.
Laporte ha scritto:
b) Il resto del movimento SARA' tagliato fuori a giocare un campionato svuotato di interesse (Scozia Docet) . Se oggi avevamo 800 persone a partita nel super 10 e due colonne sulla Gazzetta della domenica, fra due anni forse la gazzetta metterà i risultati del campionato nelle brevi. Io non credo che vedremo milioni di persone appassionarsi per due squadre una di Viadana e una di Roma. Dunque anche mediaticamente sarà un flop. Diverso (forse) se una "nazionale" avesse giocato nella CL sullo stile dei prossimi "Argentina Jaguars" o Yaguaretes che di si voglia.

ma in nessun sport si è creato il movimento sui risultati della nazionale, ma il contrario. la Palalvolo aveva un numero di giocatori (non solo tesserati e non solo tesserati dalla FIPAV) elevato anche prima che arrivasse velasco. idem il Basket prima del successo di Nantes.
Premetto che non hai tutti i torti. E' chiaro che il campionato nazionale non avrà gran spazio. Dubito anche che ci saranno milioni di persone che si appassioni alle sorti dei Pretoriani o degli Aironi. Però, se la FIR e le franchigie sapranno "vendersi" bene secondo me la possibilità di generare interesse esiste.

Poi il discorso della "nazionale" in CL secondo me è giusto. Anche io avrei preferito le selezioni in CL. Ma questo ormai è un discorso che appartiene al passato. Diciamo che nel momento in cui si è deciso (per un motivo o per l'altro) di NON fare le selezioni, la scelta delle franchigie è la meno peggio. Meno peggio andare in CL con loro che non andarci affatto.

Come puoi vedere continuo a parlare di possibilità e speranze. Non ho nessuna garanzia certa che la CL risolva i problemi, anzi nemmeno la garanzia che risolva almeno UN problema. Però so che il modello di sviluppo con il S10 come eccellenza ha fallito.
Il tuo ottimimsmo rasenta l'illusione. beato te.
GiorgioXT
Messaggi: 5452
Iscritto il: 19 mag 2004, 0:00

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da GiorgioXT »

[quote: giongeffri]Quindi il rugby italiano per crescere ha assolutamente bisogno di una nazionale forte. Solo che la nazionale è sempre meno forte. Da quando i campionati dei paesi nei quali il rugby è più popolare sono diventati professionistici, la spina dorsale della nostra nazionale è sempre stata composta, tranne rarissime eccezioni oggi pressochè assenti, da giocatori che militano all'estero, perchè solo li, giocando in un ambiente professionistico sul serio e con partite sempre ad alto livello possono far esplodere completamente il loro potenziale. [/quote]

Quello che ha fatto crescere il rugby negli ultimi 3 anni è stata la nazionale da sola o il fatto che per la prima volta questo sport è stato non solamente trasmesso in chiaro su una rete nazionale, ma promosso con una campagna pubblicitaria capillare, diffusa e ben fatta ?

E' verissimo che in federazione ci si senta "sull'orlo del baratro", con una nazionale che non dà risultati e il terrore che la gente si disinteressi di questo sport... il guaio è che loro cercano soluzioni a breve-brevissimo termine per salvarsi , e non a medio termine per il futuro del rugby.
grubber
Messaggi: 2039
Iscritto il: 17 lug 2009, 16:55

Re: Provenienza giocatori di interesse federale

Messaggio da grubber »

E' tutto normale.
Qualsiasi cambiamento di portata paragonabile all'ingresso in CL con tutte le sue conseguenze, provoca reazioni del genere. Anzi, dato che il malcontento era profondo anche prima, c'era da aspettarsi anche di peggio.
"Va bene ...stordito ! Appuntamento a Bologna ! 5 azioni in attacco e 5 in difesa a 5 metri dalla linea di meta senza scartare e senza cambi di direzione...dritto per dritto ...chi perde alla fine della serie fuori a vita dal forum ..ce le hai le palle per accettare o scapperai ancora ?...I miei bimbi ...chiedono la tua testa .." (Un simpatico utente del forum)

Il vantaggio di essere intelligente è che puoi sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile
Rispondi