Uno che non ha capito nulla

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

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pavlon
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Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da pavlon »

TEONE ha scritto:
Cane_di_Pavlov ha scritto:
ItalianRugbyFriends ha scritto: detto ciò, negli ultimi due giorni ho sentito e letto tante cazzate antirugby, in primis Aldo Grasso su il Corriere.
L'articolo di Grasso è questo? Nel caso lo sia, mi spieghi le cazzate anti-rugby? Nel caso non lo sia, mi passi il link? ;)

http://www.corriere.it/sport/09_novembr ... aabc.shtml
beh..mi sembra evidente che tutto l'articolo trasudi di paternalismo e approssimazione.
Dice senza mezzi termini che gli 80.000 sono frutto di una moda momentanea e della tendenza tutta italiota a appassionarsi di cose fuggevoli.
Io sono d'accordo con Duccio.
E' un'accozzaglia di luoghi comuni, che trascura di considerare gli sforzi fatti dai ragazzi per stare in partita tutto il match e che omette di dire (volontariamente?) che almeno il 90% degli spettatori seguiva già il rugby da qualche tempo.
Boh..invece di incentivare vedo tanti giornalisti che, con la massima superficialità ed approssimazione, mirano a frenare il legittimo entusiasmo della gente scrivendo e parlando di cose che non sanno.
Come se poi il "pivello" che si appassiona al rugby per la prima volta facesse qualcosa di male.
Non so ... secondo me l'avete letto con l'ottica del tifoso di rugby (giustamente) esaltato dallo spettacolo di San Siro e quindi (giustamente) indispettito di fronte a quelli che vogliono rovinargli il bel ricordo.

Ma se lo si legge a mente fredda ... l'articolo non parla (e non ha alcuna intenzione di parlare) di rugby. L'articolo parla piuttosto della potenza della "macchina da evento" (la televisione), così brava a creare mode in quattro e quattro otto a fini di pubblicità e, allo stesso tempo, a distruggere quello che ha appena creato, relegandolo nel dimenticatoio, non appena occorra liberare spazio per la nuova moda del momento. Sì, forse l'analisi suona un po' superficiale ... ma ci sta un bel fondo di verità. Ma quanti VIP sono accorsi allo stadio non appena si sono resi conto che si trattava di un grande evento di moda? Non riusciamo nemmeno a contarli ... e tutti pronti ad ammettere che non ci capivano quasi nulla ... ma non per questo rinunciavano all'intervista.

Se vogliamo trovare una pecca all'analisi di Grasso ... una ci sta ed è bella evidente: in tutti gli altri casi, la moda scaturisce da sport "vincenti" (anche Azzurra arrivò in finale tra i challenger, se ricordo bene): è facile, troopo facile e molto italiano, saltare sul carro dei vincitori.
Al contrario, nel caso del rugby, l'onda mediatica è in crescita nonostante i risultati, nudi e crudi, non siano così entusiasmanti ... almeno, per il pubblico modaiolo. Come mai? Forse, anche per i modaioli, la bellezza del gioco va oltre al mero punteggio finale? Fosse che fosse che anche il più impreparato dei tifosi (rugbisticamente parlando) alla fine della partita di sabato, guardando Perugini, sentiva una voglia matta di fargli i complimenti e dargli una pacca sulla spalla?
pavlon
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Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da pavlon »

pavlon ha scritto:Se vogliamo trovare una pecca all'analisi di Grasso ... una ci sta ed è bella evidente:
Era così evidente che non era sfuggita neanche a Zeu ...
chiedo scusa se ho ribadito un concetto già espresso da un altro,
ma non mi ero accorto dell'intervento precedente (e sono lento a scrivere).
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jaco
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Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da jaco »

ellis ha scritto: Invece la questione politica c'entra eccome...

Mi spiego meglio: siccome già pretendere di leggere articoli non dico competenti ma almeno sensati su quotidiani "non sportivi" è già un'impresa impossibile, figuriamoci quando il quotidiano di cui si parla è, di fatto, un organo di partito.

Hanno altre priorità quei quotidiani: non certo quelle di dare una corretta informazione, quanto di dare un'informazione di parte.

E' gente abituata a trattare gli argomenti con leggerezza, con scarsa capacità di analisi, scarsa capacità di porsi degli scrupoli, nessuna abitudine a ricercare posizioni equidistanti tra due schieramenti; lui ha trattato l'argomento dividendo calcio e rugby in modo manicheistico, come fosse una questione tra Berlusconi e Bersani.

Sapendo di esaltare una parte di italiani e far arrabbiare gli altri; lo fanno tutti i giorni in quei giornali, anche se chiamarli giornali è veramente un eufemismo.

Avrei pensato tutto questo anche se l'articolo di cui si parla l'avessimo letto su L'Unità, sia chiaro.
Guarda che IRF ha spiegato bene che uno accanto all'altro erano pubblicati due articoli: uno pro e uno contro.
Tralatro è una cosa che Feltri fa molto spesso sui più svariati argomenti (anche molto più importanti e delicati del rugby).
Non leggo quotidianamente "Il Giornale", ma dubito ci sia una linea editoriale votata contro il rugby (non ne vedo l'utilità, ma mi posso sbagliare).

Insomma siamo nel campo delle singole, libere opinioni... a me piacerebbe restassero tali anche in questo forum... comunque se si vuole trasformarle in questione politico-partitica liberissimi... questo è il mio ultimo intervento in questo topic, comunque volga la discussione.
Saluti
ellis
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Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da ellis »

jaco ha scritto:
ellis ha scritto: Invece la questione politica c'entra eccome...

Mi spiego meglio: siccome già pretendere di leggere articoli non dico competenti ma almeno sensati su quotidiani "non sportivi" è già un'impresa impossibile, figuriamoci quando il quotidiano di cui si parla è, di fatto, un organo di partito.

Hanno altre priorità quei quotidiani: non certo quelle di dare una corretta informazione, quanto di dare un'informazione di parte.

E' gente abituata a trattare gli argomenti con leggerezza, con scarsa capacità di analisi, scarsa capacità di porsi degli scrupoli, nessuna abitudine a ricercare posizioni equidistanti tra due schieramenti; lui ha trattato l'argomento dividendo calcio e rugby in modo manicheistico, come fosse una questione tra Berlusconi e Bersani.

Sapendo di esaltare una parte di italiani e far arrabbiare gli altri; lo fanno tutti i giorni in quei giornali, anche se chiamarli giornali è veramente un eufemismo.

Avrei pensato tutto questo anche se l'articolo di cui si parla l'avessimo letto su L'Unità, sia chiaro.
Guarda che IRF ha spiegato bene che uno accanto all'altro erano pubblicati due articoli: uno pro e uno contro.
Tralatro è una cosa che Feltri fa molto spesso sui più svariati argomenti (anche molto più importanti e delicati del rugby).
Non leggo quotidianamente "Il Giornale", ma dubito ci sia una linea editoriale votata contro il rugby (non ne vedo l'utilità, ma mi posso sbagliare).

Insomma siamo nel campo delle singole, libere opinioni... a me piacerebbe restassero tali anche in questo forum... comunque se si vuole trasformarle in questione politico-partitica liberissimi... questo è il mio ultimo intervento in questo topic, comunque volga la discussione.
Saluti
E' una tua libera scelta.

Non mi taglierò di certo le vene...
grubber
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Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da grubber »

E' solo, come detto nel titolo, "uno che non ha capito nulla". Basta.

Però se qualcuno dà giudizi di altro genere, non parliamo di politica, per favore.
"Va bene ...stordito ! Appuntamento a Bologna ! 5 azioni in attacco e 5 in difesa a 5 metri dalla linea di meta senza scartare e senza cambi di direzione...dritto per dritto ...chi perde alla fine della serie fuori a vita dal forum ..ce le hai le palle per accettare o scapperai ancora ?...I miei bimbi ...chiedono la tua testa .." (Un simpatico utente del forum)

Il vantaggio di essere intelligente è che puoi sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile
gab
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Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da gab »

avevo sbagliato a pubblicarlo... era in questa discussione che volevo..

crescendo di dimensioni il rugby si sta iniziando a confrontare, inevitabilmente, con questioni che potrebbero anche travolgerlo, o s-travolgerlo.
1. le masse italiane, e non mi prendete per un elitario, non sono un gran che. la storia (e anche il presente) qualcosa ci dovrebbe insegnare. E purtroppo è esigua anche quella borghesia colta, che nelle grandi nazioni è la colonna vertebrale della società.
Ma non voglio fare il pistolotto sociologico, voglio solo dire che il circo mediatico che vive su questa gente, sa come sguazzarci. ci sono interessi enormi in ballo, e se è vero il rugby ha sponsor giganteschi (vi dice nulla il nome di Rupert Murdoch?), è anche vero in Italia si è formato nel corso dei decenni del dopoguerra un vero e proprio sistema politico - economico di cui il calcio è un pilastro. Berlusconi, in questo senso, non è l'inventore di tutto ciò (ricordatevi che l'Avellino in serie a di calcio ha coinciso, quasi alla lettera, con gli anni di 'fulgore' politico di Ciriaco De Mita), ma solo colui che l'ha perfezionato portandolo al massimo delle sue potenzialità.

Questo per me è il contesto. Ora poi, a dire che ci saranno precise manovre per screditare la disciplina che amiamo ce ne corre, almeno un po'. Ci sono anche quelli a cui il rugby non piace. Punto, vanno rispettati. Però va messo in conto che al minimo 'scandaletto' non ci saranno sconti, sia perché la 'ggente' ama crudelmente affossare quello che ha apprezzato fino a poco prima (anche perché così si trova la perfetta giustificazione del cinismo, l'atteggiamento che probabilmente più di altri marca questo paese impedendogli di crescere come potrebbe) sia perché la palla ovale, anche senza volerlo, è una delle poche potenziali alternative al pilastro del sistema. Il segnale di Firenze è un altro campanello.

Spero che i dirigenti della fir siano all’altezza dello scenario in cui dovranno agire. Ce la faranno?

Però voglio anche dare un segnale di speranza. C’è in Italia un bisogno di serietà, di lealtà, di rispetto che una parte della società sta disperatamente cercando. La palla ovale sembra fatta apposta per materializzare questo bisogno. E’ come un fiume carsico, la cui forza potrebbe essere molto più impetuosa e inarrestabile di quanto possa sembrare.
Voi che ne pensate?
blackjack
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Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da blackjack »

Al di là della mediocrità dell'articolo, vedo due segnali che mi preoccupano, uno esterno, l'altro interno
Quello esterno è il tentativo di accomunare agli altri (l'imperativo è vincere) uno sport che non è accomunabile, e non per quanto avviene in campo, ma per quanto avviene attorno al campo ; il problema è che se a Udine ci sono 20.000 spettatori e ne pigliamo una quarantina (e sono due ipotesi possibili) coloro che attaccano per tutelare i loro spazi e spazietti ci tritureranno mediaticamente.
Considerate anche che la RAI ha gettato la nazionale (come evento) nel cassonetto anni fa e ogni volta che si fa un certo share forse non le fa proprio piacere
Quello interno è la sindrome da accerchiamento che sta prendendo molta gente sul forum, come se vi fosse un complotto demo(calcistico) pluto(berlusconian) masso(rai) giudaico per togliere spazio e vivibilità al rugby.
Personalmente credo che sia stato un bellissimo evento, amplificato dal fatto che gli AB li trovi in cento pubblicità televisive, ma che sia il caso di metterlo in bacheca e rimetterci a lavorare per diffondere la cultura di questo sport, senza andare a polemizzare con gli altri.
Il giorno che in una giornata di S10 e serie A avessi 20.000 presenze di spettatori complessivi, ecco quello sarebbe un giorno dove festeggiare
"Qui ognuno festeggia il suo 17 giugno"
grubber
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Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da grubber »

Cosa c'entra Pluto con Berlusconi? O forse ti riferivi ad Emilio Fede? :-]
"Va bene ...stordito ! Appuntamento a Bologna ! 5 azioni in attacco e 5 in difesa a 5 metri dalla linea di meta senza scartare e senza cambi di direzione...dritto per dritto ...chi perde alla fine della serie fuori a vita dal forum ..ce le hai le palle per accettare o scapperai ancora ?...I miei bimbi ...chiedono la tua testa .." (Un simpatico utente del forum)

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blackjack
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Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da blackjack »

Faccio parte del Pluto fan club ... domani ti becchi una querela per averlo paragonato a Emilio Fede :rotfl:
"Qui ognuno festeggia il suo 17 giugno"
grubber
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Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da grubber »

grubber ha scritto:Cosa c'entra Pluto con Berlusconi? O forse ti riferivi ad Emilio Fede? :-]
Vabbè, chiedo scusa per la battutaccia a tutti i "politicamente sensibili". :oops:
"Va bene ...stordito ! Appuntamento a Bologna ! 5 azioni in attacco e 5 in difesa a 5 metri dalla linea di meta senza scartare e senza cambi di direzione...dritto per dritto ...chi perde alla fine della serie fuori a vita dal forum ..ce le hai le palle per accettare o scapperai ancora ?...I miei bimbi ...chiedono la tua testa .." (Un simpatico utente del forum)

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franky52
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Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da franky52 »

Ci sono anche giornalisti che di rugby ne capiscono e che scrivono su giornali che non tutti i giorni hanno la pagina dello sport.
Prima dei test match italiani e prima dei match del 6 nazioni una mezza pagina c'è sempre!
Da Il Manifesto:
Tutti neri a San Siro
L'Italia ospita la Nuova Zelanda, una leggenda mai così abbordabile
San Siro esaurito per una partita di rugby è una notizia. Non è male per un test match di autunno che non mette in palio null'altro che non sia un po' di gloria, e il cui risultato finale nessuno osa mettere in discussione. E' un paradosso, se pensiamo che a richiamare 80 mila spettatori è uno sport avaro di soddisfazioni per i colori azzurri, disciplina più perdente che vincente in un'epoca in cui solo chi vince ha diritto di ribalta. Diamo il giusto merito agli All Blacks, che stanno al mondo ovale come il Brasile a quello calcistico: sono insieme marchio di garanzia, leggenda, colore (nero), tradizione, prestigio.
I tour di autunno sono un ponte tra i due emisferi. A Sud la stagione rugbistica volge al termine: archiviati il Super14 e il Tri Nations, appena conclusi i campionati delle province in Nuova Zelanda e Sudafrica. A Nord la stagione è cominciata da poco ma tra due mesi parte il Sei Nazioni. Il mese di novembre serve alle nazionali europee per rodare, sperimentare, cercare soluzioni in vista del torneo più amato; le grandi dell'emisfero Sud, invece, vengono in tour per chiudere in bellezza, inseguendo Grandi Slam come è capitato lo scorso anno proprio ai neozelandesi.
Lascate perdere ogni confronto con i vecchi tour di una volta, quelli erano un'altra cosa. Se volete, leggetevi Il libro della gloria di Lloyd Jones (Einaudi) che narra la storia degli Originals, gli All Blacks che sbarcarono in Gran Bretagna nell'autunno del 1905 e stupirono tutti, perdendo un solo match, 830 punti segnati e solo 39 al passivo. Persero con il Galles ma fu un imbroglio perché la meta segnata da Bob Deans, e annullata dall'arbitro, era buona. Deans, sul letto di morte a soli 23 anni per una peritonite fulminante, pronunciò la sua ultima frase: «I did score that try in Cardiff». Da allora nessuno ha più osato dubitarne. Ecco, confrontate gli Originals, o gli Invincibles del 1924 - 32 match tutti vinti, tour durato 5 mesi, si viaggiava in nave - con i roboanti test match di oggi, quattro o cinque partite se va bene, calendari stabiliti in automatico tra un anno e l'altro, e capite che almeno qui non c'è partita.
Comunque sia è Italia-Nuova Zelanda. E se il risultato non è in discussione perché mai, nei precedenti 11 incontri disputati, gli azzurri sono andati vicini alla vittoria, è anche vero che gli All Blacks che scenderanno in campo non sono affatto un'armata invincibile. L'estate trascorsa ha segnato uno dei punti più bassi nella storia dei tutti neri. Hanno perso in casa con la Francia, e nel Tri Nations sono sempre stati sconfitti (tre volte su tre) dagli Springboks, una striscia negativa che non ha precedenti. Hanno conquistato la Bledisloe Cup battendo l'Australia a Tokyo ma una settimana fa contro il Galles se la sono vista brutta: vittoria di misura (19 a 12). A cinque minuti dalla fine un intercetto gallese ha messo Alun-Wyn Jones nelle condizioni di andare in fuga solitaria verso i pali neozelandesi: un trequarti avrebbe fatto meta cambiando probabilmente il destino del match, ma Alun-Wyn Jones è un seconda linea di quasi due metri e le gambe lo hanno tradito. Tra due anni la Nuova Zelanda ospiterà i mondiali, vinti una volta sola, nel 1987, e anche allora gli All Blacks giocavano in casa. Di lì in poi troppe delusioni e beffe. Graham Henry, che guida la squadra dal 2003, poco amato perché antipaticissimo, non ha scelta: o vince la prossima World Cup o sarà silurato con ignominia. Poiché il tour neozed prevede l'Inghilterra tra una settimana, poi la Francia e infine i Barbarians, contro l'Italia sarà in campo una formazione che rimaneggiata è dir poco: più o meno cinque titolari, il resto sono riserve che di questi tempi non sono granché. In panchina Richie McCaw, capitano carismatico, squalificato Dan Carter, tre esordienti assoluti: gli All Blacks restano una squadra molto forte ma tutt'altro che inavvicinabile.
Insomma, varrebbe la pena provarci, anche perché a giugno, a Christchurch, finì 27 a 6 per loro, risultato che la dice lunga sui limiti attuali dei tuttineri. Non che l'Italia di Nick Mallet sia reduce da un periodo felice: cucchiaio di legno al Sei Nazioni 2009, federazione sotto accusa, movimento diviso per le vicende legate alla Celtic League, campionato nazionale di eccellenza giunto alla sua ultima stagione, poi si vedrà. Lo scorso autunno l'Italia dei test fu inguardabile; oggi si attendono se non miracoli almeno segnali di ripresa. Tra una settimana ci sono gli Springboks ad Udine (scelta perché Firenze si è rifiutata di ospitare la partita al Franchi per colpa del pallone), ed è un match per noi proibitivo, poi Samoa ad Ascoli. Intanto bisogna partire con il piede giusto: qui, oggi, nella Scala del calcio. (Peter Freeman)

Domani il resoconto del Match.
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tonione
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Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da tonione »

sarà che per me "l'uno che non ha capito nulla" di questo mese non può che essere Dickinson, mmm, l'Ebeneze scrooge dell'arbitraggio mondiale, poi ho visto tutti gli articoli inseriti in questa discussione e infine mi sono letto quasi tutti i post,nelle varie discussioni, che riguardano questa partita. per me è un bene che saltino fuori queste voci ignoranti del rugby. sono sempre vissuto in una scelta di gusto, per me il rugby è meglio degli altri sport, in un certo senso non mi sento minacciato da chi il rugby non lo capisce, non lo apprezza, oppure semplicemente non sa cos'è. io li ascolto, li leggo, ne sono contornato da sempre.un Grasso che borbotta qualcosa sul rugby è sempre meglio di un Variale che non ne borbotterebbe per niente.

quello del Giornale invece vuole vincere... inviamogli tutti un gratta e vinci, chissà che magari vince e trova pace.
franky52
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Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da franky52 »

Peter Freeman, su Il Manifesto di Domenica 15/11, ha scritto: Turbo-rugby a San Siro, l'Italia fa soffrire gli All Blacks
Nel tempio del calcio, gli azzurri cedono 20-6 tra show-biz e proteste
Se volevate farvi un'idea di che cosa può diventare il turbo-rugby del nuovo millennio, Italia-Nuova Zelanda a San Siro fa al caso vostro. 80 mila spettatori, cosa mai vista in Italia, evento costruito fin nei minimi dettagli e promosso dal gruppo Rcs. Un successo in termini commerciali ma anche molti spunti meritevoli di riflessione. Pregi e difetti, ovviamente. Cresce a dismisura l'elemento roboante e fracassone, cafone anche, a misura del pubblico che verrà, non certo degli appassionati che per tanti anni si sono sobbarcati trasferte avventurose, guidati soltanto dalla loro passione. San Siro è perfetta per questo. Qui il silenzio - parte integrante di una partita di rugby - è bandito. Se non è lo speaker petulante è l'altoparlante che bombarda musica, e se non è la musica è il pubblico che fischia per disturbare quando il cecchino avversario deve calciare tra i pali. Nel rugby non si dovrebbe mai fare, ma a San Siro (non solo qui, in verità) questa regola elementare del fair play non vale, non è rispettata. Show-biz, insomma. L'ingresso delle squadre in campo, momento rituale, è riempito prima da uno stacco micidiale haevy-metal, poi dai Carmina burana, per l'occasione mai così «carmina burina». Eppure 80 mila spettatori meriterebbero di più, di meglio. Più rispetto, considerazione, riconoscimento di ciò che il rugby è e può continuare ad essere.
Anche la partita poteva dare di più e premiare quanto di buono gli azzurri hanno fatto vedere in campo. E' finita 20 a 6 per gli All Blacks ma il risultato giusto doveva essere 20 a 13. Se così non è stato è perché l'arbitro, l'australiano Dickinson, negli ultimi minuti del match ha tollerato ciò che in nessun altro caso sarebbe stato consentito. Ha permesso cioè alla mischia neozelandese, chiusa nei propri 22 metri, di commettere falli a ripetizione, senza concedere, come prevede il regolamento, la meta tecnica che avrebbe dato agli azzurri sette punti che non avrebbero cambiato la sostanza del risultato ma che sarebbero stati giusti, sacrosanti, moralmente e sportivamente ineccepibili.
«Non sono io che devo criticare l'arbitro, ma mi chiedo che cosa sarebbe successo a ruoli invertiti, con i neozelandesi in attacco», ha detto il ct Nick Mallett, neppure troppo deluso considerato la prova complessiva degli azzurri. Mai era accaduto che una sfida tra l'Italia e la squadra più famosa del mondo si concludesse con tanta sofferenza da parte dei tuttineri. 20 a 6 e una sola marcatura per uno squadrone abituato a seppellirci di mete. La Nuova Zelanda vista ieri in campo - zeppa di riserve perché i titolari sono stati tenuti a riposo in vista del match di sabato prossimo con l'Inghilterra - non era davvero granché. I suoi punti deboli superavano di gran lunga i punti di forza. Priva di una regia all'altezza (quando manca Dan Carter sono dolori, sia nei calci tattici che in quelli piazzati), incapace di un gioco alla mano degno della sua tradizione, soccombente nelle mischie ordinate. I punti di forza: l'esperienza, il mestiere delle armi, la capacità di chiudersi e difendere a ridosso della propria linea di meta, la malizia e la tecnica nel superare la linea del vantaggio, l'abilità nel vedere i buchi, anche quelli più piccoli, tra le linee avversarie.
Gli All Blacks di San Siro erano una squadra di medio livello che probabilmente non avrebbe superato il test contro squadre europee più titolate. A suo merito il fatto di avere annusato da subito l'aria che tirava ed essersi regolata di conseguenza: di qui anche la scelta di calciare tra i pali ogni qual volta era possibile. Luke Mc Allister, promosso per l'occasione cecchino titolare, ne ha calciati ben nove, alcuni da distanza proibitiva, mettendo a segno 15 punti che alla fine hanno fatto la differenza tra le due squadre.
L'Italia è piaciuta per lo spirito, il coraggio, la voglia di non lasciare il match nelle mani degli avversari. Ha dominato in mischia, con Castrogiovanni su tutti, costringendo più volte il pacchetto neozelandese ad arretrare, ha difeso, placcato, aggredito. Le è mancato il guizzo, l'invenzione, la capacità di chiudere le poche azioni da meta a disposizione. Un paio di volte ci è andata vicina, ma una volta Craig Gower si è lasciato sfuggire l'ovale dalle mani, poi è stato Gonzalo Canale, ben liberato da un riverse pass dell'italo-australiano, a farsi bloccare a un metro dalla linea di meta. E' andata in vantaggio per prima (piazzato di Gower al 3') poi ha sofferto il gioco neozelandese, senza peraltro farsene travolgere. La meta neozelandese di Corey Flynn alla mezz'ora è giunta grazie ad un soprannumero sulla linea dell'out. Troppi falli da parte degli azzurri hanno consentito agli All Blacks di allungare con i penalty chiudendo il primo tempo avanti 14 a 3.
Il secondo tempo è scivolato via senza che la Nuova Zelanda riuscisse a decollare, neppure quando si è trovata con un uomo in più (cartellino giallo a Gonzalo Garcia). Poi il thriller degli ultimi dieci minuti, con gli All Blacks chiusi nei loro 22 e una serie infinita di mischie (dieci consecutive) con introduzione degli azzurri, tutte interrotte per irregolarità. Per quattro volte l'arbitro ha fischiato il fallo degli avanti All Blacks, poi ha estratto un cartellino giallo per il pilone Tialata, mai però ha preso la decisione giusta: concedere la meta tecnica come avviene in questi casi. Fischio finale con gli avanti delle due squadre esausti e incattiviti. Graham Henry, coach degli All Blacks, ha poi chiamato in causa la «mancanza di regole certe» sulle mischie chiuse, divenute «zona grigia». La replica di Mallett è stata inequivocabile: «No, non sono d'accordo. Se l'arbitro fischia quattro falli di seguito la zona grigia non esiste: o è fallo o non lo è».
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Laporte
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Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da Laporte »

Emy77 ha scritto:
grubber ha scritto:
kkarli ha scritto:...perché ci sono più possibilità di quanto appare che convergano una serie di interessi, i quali tutti assieme potrebbero portare a un impiego di San Siro meno sporadico. Ma bisogna battere il ferro finché è caldo, e molto forte.
Non credo che veramente sia possibile...
Già un test all'anno (ma fai tornare gli All Blacks?) sarebbe un mezzo miracolo

Il problema secondo me è che solo con gli AB si può riempire: chi non aveva mai visto una partita in vita sua sabato c'era per vedere dal vivo la Haka, mica sarebbe mai venuto a vedere il SAF campione del mondo, figuriamoci altre squadre.
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Brava Emy, Sei la migliore.
Laporte
Messaggi: 8846
Iscritto il: 8 mar 2008, 10:01

Re: Uno che non ha capito nulla

Messaggio da Laporte »

A chi parla di querele direi di stare attenti. Siamo su un forum, frequentato parecchio e i giornalisti sono permalosi.

Ed in ogni caso, ha detto cose discutibili e provocatorie, ma ahimè vere per aqlcuni aspetti, magari marginali.
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