In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
Moderatore: Emy77
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ellis
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In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
1) Disfattismo esagerato dopo la partita con Samoa: dico questo per un sillogismo molto semplice: se aver battuto Samoa non cambia in meglio la ns distanza nei confronti delle prime 8, è pur vero però che tra le negatività di quest'ultimo periodo i "disfattisti" hanno sempre messo anche il fatto che samoani e figiani ci avevano risorpassato nel ranking.
Allora, Samoa la tiravate in ballo quando ci stava davanti e ora che l'abbiamo asfaltata, nel risultato e nel gioco (non mi ricordo che siano mai entrati nei nostri 22 con l'ovale in mano in tutta la gara) non conta più ?????
Io sono convinto che se giocassimo (ora, tra un anno, tra due) un Tri-Natons noi, Fiji e Samoa lo vinceremmo per dispersione...
2) Meta tecnica e cartellino rosso: indiscutibili.
Chiaro che contro la Cattolica o contro la Nuova Zelanda del Presidentissimo Ultras non ce li avrebbero dati, questo è certo.
3) Vado controcorrente: a me piacciono i progressi dei trequarti negli ultimi anni; basta cominciare a giocarci ed avere più fiducia, nessun avversario (a parte Habana e pochi altri) ha tre gambe o 4 braccia....
4) Ri-vado controcorrente: a me Mallett non dispiace; ossia a volte fa cappellate e cmq non è il toccasana che attendiamo da una vita (almeno dai tempi di Coste...)ma è in linea con i suoi predecessori.
Cosa non va realmente.
5) Siamo imbarazzanti nel gioco al piede; ma imbarazzanti in un modo che npn ho riscontarto in nessuno dei vostri commenti; e per gioco al piede intendo tutto ciò che ha a che fare con l'ovale colpito con il piede da un qualsiasi azzurro in qualsiasi fase della gara.
A parte i piazzati e le trasformazioni, per i quali servirebbe la perizia di uno psicologo, visto che se un calciatore di qualsiasi squadra di Serie C toccasse il palo su una trasformazione in mezzo ai pali (vedi meta Garcia) o sbagliasse i piazzati sbagliati da Mc Lean, sarebbe lapidato dai compagni in sala mensa....
Ma il vero problema sono i calci in genere: su quelli liberi guadagniamo di media 7/8 metri in meno di qualsiasi avversario; il ping pong tattico prolungato si conclude sempre con una situazione peggiorativa (per l'Italia) rispetto a quella in cui lo stesso era cominciato.
Ma la ciliegina la tocchiamo con gli up&under: vi invito a notare la differenza di pressione che ricevono i nsotri sugli u&u avversari rispetto a quella che mettiamo noi agli altri: non arriviamo mai (e dico mai) a contendere un ovale all'avversario chiamato in causa da un nostro u&u (o da una nostra rimessa dai "22"): e se una parte di colpa (diciamo il 15%) è anche della lentezza dei nostri pressatori a saluire, il rimanente 85% è da impuatre alla cattiva esecuzione dei calci; non ho mai visto, dai tempi di Domingues, un nostro calcio salire così in cielo, da vederlo ridiscendere insieme alle maglie azzurre....
Infine i grub: ci riescono solo quando li facciamo con la doppia limitazione di accetare un guadagno linitato di campo e che siano indirizzati comunque in touche: non ricordo un grub che sia stato ripreso da un azzurro.
6) La nostra mischia è forte, ok; eppure mi appare evidente un grosso limite, che non ho capito se dipende di più dalla cattiva organizzazione o dalla esasperata fiducia che abbiamo nel pack (rispetto ai trequarti).
Il limite è questo: troppe energie spese e troppe rinunce ad alternative rispetto alla "caciotta" che portiamo a casa: perciò troppe persone a ripulire il pallone (ma se ce ne mettiamo di meno ce lo soffiano); troppo tempo per far uscire la palla (che paghi a caro prezzo quando gli avversari sono assorbiti e ci sarebbe il tempo e lo spazio per un attacco "serio"); mini-unit che perdono terreno anzichè guadagnarlo, troppe infrazioni, scarsissima capacità di ball-handling di tutta la mischia (escluso Parisse ma compresi Castro e Zanni....); senza contare che la touche è lacunosa.
7) Linee di corsa e capacità di fare il sostegno rappresentano un altro nostro grande problema; problema che hanno sia i trequarti che gli uomini di mischia e che tra l'altro crea una miscela esplosiva unendosi allo scarso ball-handling: se chi ha la palla la tratta male e chi riceve non si sa proporre come dovrebbe, è difficile pensare di fare meta.
Forse dovremo prendere un luminare del rugby non per metterlo ad allenare la nazionale A ma per metterlo a capo degli allenatori di rugby italiani....
A proposito, per i puristi: avete visto come ha passato la palla Habana in ocasione delle due mete contro di noi ?
In questo senso, tra i nostri, solo Parisse sta "studiando" in questa via di eclettismo e innovazione: gli altri sono rimasti alle capocciate....
Allora, Samoa la tiravate in ballo quando ci stava davanti e ora che l'abbiamo asfaltata, nel risultato e nel gioco (non mi ricordo che siano mai entrati nei nostri 22 con l'ovale in mano in tutta la gara) non conta più ?????
Io sono convinto che se giocassimo (ora, tra un anno, tra due) un Tri-Natons noi, Fiji e Samoa lo vinceremmo per dispersione...
2) Meta tecnica e cartellino rosso: indiscutibili.
Chiaro che contro la Cattolica o contro la Nuova Zelanda del Presidentissimo Ultras non ce li avrebbero dati, questo è certo.
3) Vado controcorrente: a me piacciono i progressi dei trequarti negli ultimi anni; basta cominciare a giocarci ed avere più fiducia, nessun avversario (a parte Habana e pochi altri) ha tre gambe o 4 braccia....
4) Ri-vado controcorrente: a me Mallett non dispiace; ossia a volte fa cappellate e cmq non è il toccasana che attendiamo da una vita (almeno dai tempi di Coste...)ma è in linea con i suoi predecessori.
Cosa non va realmente.
5) Siamo imbarazzanti nel gioco al piede; ma imbarazzanti in un modo che npn ho riscontarto in nessuno dei vostri commenti; e per gioco al piede intendo tutto ciò che ha a che fare con l'ovale colpito con il piede da un qualsiasi azzurro in qualsiasi fase della gara.
A parte i piazzati e le trasformazioni, per i quali servirebbe la perizia di uno psicologo, visto che se un calciatore di qualsiasi squadra di Serie C toccasse il palo su una trasformazione in mezzo ai pali (vedi meta Garcia) o sbagliasse i piazzati sbagliati da Mc Lean, sarebbe lapidato dai compagni in sala mensa....
Ma il vero problema sono i calci in genere: su quelli liberi guadagniamo di media 7/8 metri in meno di qualsiasi avversario; il ping pong tattico prolungato si conclude sempre con una situazione peggiorativa (per l'Italia) rispetto a quella in cui lo stesso era cominciato.
Ma la ciliegina la tocchiamo con gli up&under: vi invito a notare la differenza di pressione che ricevono i nsotri sugli u&u avversari rispetto a quella che mettiamo noi agli altri: non arriviamo mai (e dico mai) a contendere un ovale all'avversario chiamato in causa da un nostro u&u (o da una nostra rimessa dai "22"): e se una parte di colpa (diciamo il 15%) è anche della lentezza dei nostri pressatori a saluire, il rimanente 85% è da impuatre alla cattiva esecuzione dei calci; non ho mai visto, dai tempi di Domingues, un nostro calcio salire così in cielo, da vederlo ridiscendere insieme alle maglie azzurre....
Infine i grub: ci riescono solo quando li facciamo con la doppia limitazione di accetare un guadagno linitato di campo e che siano indirizzati comunque in touche: non ricordo un grub che sia stato ripreso da un azzurro.
6) La nostra mischia è forte, ok; eppure mi appare evidente un grosso limite, che non ho capito se dipende di più dalla cattiva organizzazione o dalla esasperata fiducia che abbiamo nel pack (rispetto ai trequarti).
Il limite è questo: troppe energie spese e troppe rinunce ad alternative rispetto alla "caciotta" che portiamo a casa: perciò troppe persone a ripulire il pallone (ma se ce ne mettiamo di meno ce lo soffiano); troppo tempo per far uscire la palla (che paghi a caro prezzo quando gli avversari sono assorbiti e ci sarebbe il tempo e lo spazio per un attacco "serio"); mini-unit che perdono terreno anzichè guadagnarlo, troppe infrazioni, scarsissima capacità di ball-handling di tutta la mischia (escluso Parisse ma compresi Castro e Zanni....); senza contare che la touche è lacunosa.
7) Linee di corsa e capacità di fare il sostegno rappresentano un altro nostro grande problema; problema che hanno sia i trequarti che gli uomini di mischia e che tra l'altro crea una miscela esplosiva unendosi allo scarso ball-handling: se chi ha la palla la tratta male e chi riceve non si sa proporre come dovrebbe, è difficile pensare di fare meta.
Forse dovremo prendere un luminare del rugby non per metterlo ad allenare la nazionale A ma per metterlo a capo degli allenatori di rugby italiani....
A proposito, per i puristi: avete visto come ha passato la palla Habana in ocasione delle due mete contro di noi ?
In questo senso, tra i nostri, solo Parisse sta "studiando" in questa via di eclettismo e innovazione: gli altri sono rimasti alle capocciate....
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flankerino
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Re: In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
èllis, quoto in pieno !!!
P.s.: Sei sempre il meglio (anche se sei di L.) Te lo dice uno che di rugby ci capisce....
Ciao.
P.s.: Sei sempre il meglio (anche se sei di L.) Te lo dice uno che di rugby ci capisce....
Ciao.
Sex, ruck & rolling maul
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AINDA
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- Iscritto il: 20 giu 2009, 14:51
- Località: MISCHIA
Re: In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
ellis ha scritto:
5) Siamo imbarazzanti nel gioco al piede; ma imbarazzanti in un modo che npn ho riscontarto in nessuno dei vostri commenti; e per gioco al piede intendo tutto ciò che ha a che fare con l'ovale colpito con il piede da un qualsiasi azzurro in qualsiasi fase della gara.
A parte i piazzati e le trasformazioni, per i quali servirebbe la perizia di uno psicologo, visto che se un calciatore di qualsiasi squadra di Serie C toccasse il palo su una trasformazione in mezzo ai pali (vedi meta Garcia) o sbagliasse i piazzati sbagliati da Mc Lean, sarebbe lapidato dai compagni in sala mensa....
Ma il vero problema sono i calci in genere: su quelli liberi guadagniamo di media 7/8 metri in meno di qualsiasi avversario; il ping pong tattico prolungato si conclude sempre con una situazione peggiorativa (per l'Italia) rispetto a quella in cui lo stesso era cominciato.
Ma la ciliegina la tocchiamo con gli up&under: vi invito a notare la differenza di pressione che ricevono i nsotri sugli u&u avversari rispetto a quella che mettiamo noi agli altri: non arriviamo mai (e dico mai) a contendere un ovale all'avversario chiamato in causa da un nostro u&u (o da una nostra rimessa dai "22"): e se una parte di colpa (diciamo il 15%) è anche della lentezza dei nostri pressatori a saluire, il rimanente 85% è da impuatre alla cattiva esecuzione dei calci; non ho mai visto, dai tempi di Domingues, un nostro calcio salire così in cielo, da vederlo ridiscendere insieme alle maglie azzurre....
Infine i grub: ci riescono solo quando li facciamo con la doppia limitazione di accetare un guadagno linitato di campo e che siano indirizzati comunque in touche: non ricordo un grub che sia stato ripreso da un azzurro.
vuol dire che non hai letto i miei
AINDA
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"La rivoluzione è un atto di violenza" Sergio Parisse
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AINDA
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- Località: MISCHIA
Re: In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
@ellis .........e sulla mischia certamente ripuliamo male i raggruppamenti.........ma in generale la mischia non è usata al massimo delle sue potenzialita come diretta conseguenza della mancanza di un decente gioco al piede. gli avanti si sfiancano perchè sono usati senza razionalità ci si affida loro comunque e sempre così facendo si spunta l'arma. sono certo che se ci fosse un piede almeno all'altezza (marcato) sarebbe in grado di posizionarci molto meglio sul campo e così per ex un'arma come la rolling maul potrebbe essere devastante mentre ora è usata a sproposito per mancanza di alternative. il gioco al piede di questa squadra è veramente disastroso e porta gravi ripercussioni su altre fasi di gioco.
AINDA
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"La rivoluzione è un atto di violenza" Sergio Parisse
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yeti
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- Località: Saarbruecken (Germania)
Re: In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
Visto che hai parlato di calci a candela, riporto qui in-topic una mia idea che era OT in un altro 3d
"Sugli up-and-under ceffati dai calciatori italiani (anche uno completamente sbananato di Bergamirko) mi pare che ci sia un approccio "tecnico" errato che porta a questi errori. Ci ho fatto caso ad Ascoli: i nostri recuperano una presa, poi partono a cento all'ora come se dovessero sfondare a craniate il muro di Berlino, poi improvvisamente calciano. Il movimento è improvviso, non preparato, un po' frenetico e quindi viene come viene. A me pare di ricordare che i giocatori di altre nazionali nelle stesse condizioni controllano di più la corsa, ad una velocità di crociera abbastanza alta ma non al massimo, e poi effettuano un calcio in condizioni di non contrazione (visto che non accelerano) e quindi potendo controllare meglio il corpo e il gesto. Il calcio risulta più facile da realizzare e riesce meglio. Tanto un up-and-under al massimo deve essere di 35-40 metri, a quei livelli ci si arriva anche se non si corre a cento all'ora. Basta accelerare dopo il calcio, eventualmente. "
Come commentava il mio fido compare Giandolmen, al caffè Meletti e dopo la 18ma anisetta, pare che per noi i calci a candela siano l'opzione della "disperazione" (vorrei sfondare, ma me ne vedo troppi davanti, ziocàn, fammi dare una pedata, boooom!!) piuttosto che una vera opzione d'attacco o di pressione.
G.
"Sugli up-and-under ceffati dai calciatori italiani (anche uno completamente sbananato di Bergamirko) mi pare che ci sia un approccio "tecnico" errato che porta a questi errori. Ci ho fatto caso ad Ascoli: i nostri recuperano una presa, poi partono a cento all'ora come se dovessero sfondare a craniate il muro di Berlino, poi improvvisamente calciano. Il movimento è improvviso, non preparato, un po' frenetico e quindi viene come viene. A me pare di ricordare che i giocatori di altre nazionali nelle stesse condizioni controllano di più la corsa, ad una velocità di crociera abbastanza alta ma non al massimo, e poi effettuano un calcio in condizioni di non contrazione (visto che non accelerano) e quindi potendo controllare meglio il corpo e il gesto. Il calcio risulta più facile da realizzare e riesce meglio. Tanto un up-and-under al massimo deve essere di 35-40 metri, a quei livelli ci si arriva anche se non si corre a cento all'ora. Basta accelerare dopo il calcio, eventualmente. "
Come commentava il mio fido compare Giandolmen, al caffè Meletti e dopo la 18ma anisetta, pare che per noi i calci a candela siano l'opzione della "disperazione" (vorrei sfondare, ma me ne vedo troppi davanti, ziocàn, fammi dare una pedata, boooom!!) piuttosto che una vera opzione d'attacco o di pressione.
G.
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Leinsterugby
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Re: In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
considerazioni senza dubbio condivisibili: le mallettate però per ora hanno portato solo a cattivi risultati (vedi Masi-Bergamaschi)ellis ha scritto:
5) Ma la ciliegina la tocchiamo con gli up&under: vi invito a notare la differenza di pressione che ricevono i nsotri sugli u&u avversari rispetto a quella che mettiamo noi agli altri: non arriviamo mai (e dico mai) a contendere un ovale all'avversario chiamato in causa da un nostro u&u (o da una nostra rimessa dai "22"): e se una parte di colpa (diciamo il 15%) è anche della lentezza dei nostri pressatori a saluire, il rimanente 85% è da impuatre alla cattiva esecuzione dei calci; non ho mai visto, dai tempi di Domingues, un nostro calcio salire così in cielo, da vederlo ridiscendere insieme alle maglie azzurre....
riguardo agli Up and Under: Ramiro Pez li eseguiva piuttosto decentemente, visto che la meta di Saint Etienne nacque proprio da un suo bell'calcio sull'estremo scozzese
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zorrykid
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Re: In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
Si parlava, si parlava del problema del gioco al piede è che si stava sul thred "siamo ottimisti..." o un nome simile..
Che mi piace di sta Italia?
-Che agonisticamente non si molla più
-Finalmente un pubblico da primi posti del ranking mondiale
-Sembrano finite le invenzioni (Masi 10, Mauro 9,...)
-Mischie chiuse a livello di due anni fa
-Nazionale A che vince contro buone squadre
-San Siro
-Il panino salsiccia + tutto pigliato a San Siro
-Risultati che soddisfano e con qualche rimpianto. Si poteva avere un punteggio migliore con AB, si poteva beccare meno punti con SA
Che mi turba?
-Si prova poco o niente, sempre i soliti che giocano...
-... e alla fine è normale che si sia rotto Parisse
-Si muove poco poco il pallone, troppo pochi passaggi, diventi troppo prevedibile, diventa facile difendere su di noi
-Il gioco al piede, non ci siamo proprio
-Forse in serie C vedi sbagliare quei calci piazzati
-Non ha giocato mio Cugggino
-Giocato una sola partita con i Muccati altrimenti si arrivava tardi a San Siro
Che mi piace di sta Italia?
-Che agonisticamente non si molla più
-Finalmente un pubblico da primi posti del ranking mondiale
-Sembrano finite le invenzioni (Masi 10, Mauro 9,...)
-Mischie chiuse a livello di due anni fa
-Nazionale A che vince contro buone squadre
-San Siro
-Il panino salsiccia + tutto pigliato a San Siro
-Risultati che soddisfano e con qualche rimpianto. Si poteva avere un punteggio migliore con AB, si poteva beccare meno punti con SA
Che mi turba?
-Si prova poco o niente, sempre i soliti che giocano...
-... e alla fine è normale che si sia rotto Parisse
-Si muove poco poco il pallone, troppo pochi passaggi, diventi troppo prevedibile, diventa facile difendere su di noi
-Il gioco al piede, non ci siamo proprio
-Forse in serie C vedi sbagliare quei calci piazzati
-Non ha giocato mio Cugggino
-Giocato una sola partita con i Muccati altrimenti si arrivava tardi a San Siro
Vado bene per Rialto?-
Leinsterugby
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- Iscritto il: 25 nov 2008, 12:33
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Re: In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
a me oggi ha fatto imbestialire che sul sito della gazzetta manco hanno messo i risultati di super 10, su questo bisogna lavorare davvero tanto 
- PiVi1962
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Re: In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
Sui calci in generale si tratta innanzitutto di tecnica individuale da affinare: imparare a calciare dietro le spalle del difensore o fargli rimbalzare il pallone davanti quando è profondo; scelta della direzione di calcio e del tipo di calcio...
Invece anche se qui sono state lodate spesso le seconde linee, per me il nostro touch è stato pessimo.
Tutte le volte che ci sono stati touch "da vincere" in posizioni critiche per gli avversari ed in cui l'Italia è stata contrastata... tutte le volte è andata malaccio.
Lanci imprecisi (a quei livelli 50 cm di gittata sbagliati ssull'ultimo blocco di lancio sono un errore perché implicano un pallone sporcato o rubato), salti non a tempo, palloni schiaffeggiati con difficoltà verso il mediano di mischia. Il touch è un momento essenziale per il gioco dell'Italia e, da quando Bortolami ha iniziato ad appannarsi, mancano uomini e schemi opportuni. Con il ritorno dei touch in cui il numero di giocatori è fissato da chi batte, mi aspetto degli schemi più sofisticati e funzionali alle nostre capacità... cosa che però sinora non si è vista o si è vista poco e male.
Certo, Del Fava compensa con una notevole presenza in campo aperto, dove siamo aiutati anche dalla mobilità di tutta la nostra prima linea, ma allora forse andrebbe sfruttata meglio con schemi che prevedano in attacco più spesso giocatori di prima linea schierati all'ala o con la creazione di due mini units ai lati di una ruck (a destra ed a sinistra) per creare più situazioni di incertezza per gli avversdari. Cosa che invece, per una serie di motivi non avviene ancora.
Insomma maul ok, mischia ordinata ok, difesa ok... touche pessima, attacco da migliorare per i nostri uomini di mischia, soprattutto i primi 5.
Una parola su Favaro... sarà forse piccolino e poco pesante, ma la sua esplosività mi ha ricordato Jerry Collins che, se non erro, giocò anche/addirittura qualche partita da numero 8 negli All Blacks. Mobilità ed aggressività contro peso: potrebbe essere un'arma in più da giocare in certe partite, magari quando ci fosse da recuperare nel punteggio.
Invece anche se qui sono state lodate spesso le seconde linee, per me il nostro touch è stato pessimo.
Tutte le volte che ci sono stati touch "da vincere" in posizioni critiche per gli avversari ed in cui l'Italia è stata contrastata... tutte le volte è andata malaccio.
Lanci imprecisi (a quei livelli 50 cm di gittata sbagliati ssull'ultimo blocco di lancio sono un errore perché implicano un pallone sporcato o rubato), salti non a tempo, palloni schiaffeggiati con difficoltà verso il mediano di mischia. Il touch è un momento essenziale per il gioco dell'Italia e, da quando Bortolami ha iniziato ad appannarsi, mancano uomini e schemi opportuni. Con il ritorno dei touch in cui il numero di giocatori è fissato da chi batte, mi aspetto degli schemi più sofisticati e funzionali alle nostre capacità... cosa che però sinora non si è vista o si è vista poco e male.
Certo, Del Fava compensa con una notevole presenza in campo aperto, dove siamo aiutati anche dalla mobilità di tutta la nostra prima linea, ma allora forse andrebbe sfruttata meglio con schemi che prevedano in attacco più spesso giocatori di prima linea schierati all'ala o con la creazione di due mini units ai lati di una ruck (a destra ed a sinistra) per creare più situazioni di incertezza per gli avversdari. Cosa che invece, per una serie di motivi non avviene ancora.
Insomma maul ok, mischia ordinata ok, difesa ok... touche pessima, attacco da migliorare per i nostri uomini di mischia, soprattutto i primi 5.
Una parola su Favaro... sarà forse piccolino e poco pesante, ma la sua esplosività mi ha ricordato Jerry Collins che, se non erro, giocò anche/addirittura qualche partita da numero 8 negli All Blacks. Mobilità ed aggressività contro peso: potrebbe essere un'arma in più da giocare in certe partite, magari quando ci fosse da recuperare nel punteggio.
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Laporte
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- Iscritto il: 8 mar 2008, 10:01
Re: In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
Domanda che ho gia fatto: ma in quell'azione: che fallo ha fatto il Samoano ?ellis ha scritto: 2) Meta tecnica e cartellino rosso: indiscutibili.
Chiaro che contro la Cattolica o contro la Nuova Zelanda del Presidentissimo Ultras non ce li avrebbero dati, questo è certo.
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maurizio59
- Messaggi: 364
- Iscritto il: 28 lug 2008, 10:43
Re: In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
Laporte ha scritto:Domanda che ho gia fatto: ma in quell'azione: che fallo ha fatto il Samoano ?ellis ha scritto: 2) Meta tecnica e cartellino rosso: indiscutibili.
Chiaro che contro la Cattolica o contro la Nuova Zelanda del Presidentissimo Ultras non ce li avrebbero dati, questo è certo.
Ma ci stava anche la meta tecnica? Tra McLean e la linea di meta c'era qualche altro samoano?
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nino22
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- Iscritto il: 24 gen 2005, 0:00
- Località: San Cataldo (CL)
Re: In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
Bella analisi, non condivido tutto però fa piacere discutere in questo modo e fa piacere leggere cose su cui si è d'accordo e cose su cui non si è d'accordo ben motivate e ben analizzare come qui, complimenti Ellis!ellis ha scritto:1) Disfattismo esagerato dopo la partita con Samoa: dico questo per un sillogismo molto semplice: se aver battuto Samoa non cambia in meglio la ns distanza nei confronti delle prime 8, è pur vero però che tra le negatività di quest'ultimo periodo i "disfattisti" hanno sempre messo anche il fatto che samoani e figiani ci avevano risorpassato nel ranking.
Allora, Samoa la tiravate in ballo quando ci stava davanti e ora che l'abbiamo asfaltata, nel risultato e nel gioco (non mi ricordo che siano mai entrati nei nostri 22 con l'ovale in mano in tutta la gara) non conta più ?????
Io sono convinto che se giocassimo (ora, tra un anno, tra due) un Tri-Natons noi, Fiji e Samoa lo vinceremmo per dispersione...
2) Meta tecnica e cartellino rosso: indiscutibili.
Chiaro che contro la Cattolica o contro la Nuova Zelanda del Presidentissimo Ultras non ce li avrebbero dati, questo è certo.
3) Vado controcorrente: a me piacciono i progressi dei trequarti negli ultimi anni; basta cominciare a giocarci ed avere più fiducia, nessun avversario (a parte Habana e pochi altri) ha tre gambe o 4 braccia....
4) Ri-vado controcorrente: a me Mallett non dispiace; ossia a volte fa cappellate e cmq non è il toccasana che attendiamo da una vita (almeno dai tempi di Coste...)ma è in linea con i suoi predecessori.
Cosa non va realmente.
5) Siamo imbarazzanti nel gioco al piede; ma imbarazzanti in un modo che npn ho riscontarto in nessuno dei vostri commenti; e per gioco al piede intendo tutto ciò che ha a che fare con l'ovale colpito con il piede da un qualsiasi azzurro in qualsiasi fase della gara.
A parte i piazzati e le trasformazioni, per i quali servirebbe la perizia di uno psicologo, visto che se un calciatore di qualsiasi squadra di Serie C toccasse il palo su una trasformazione in mezzo ai pali (vedi meta Garcia) o sbagliasse i piazzati sbagliati da Mc Lean, sarebbe lapidato dai compagni in sala mensa....
Ma il vero problema sono i calci in genere: su quelli liberi guadagniamo di media 7/8 metri in meno di qualsiasi avversario; il ping pong tattico prolungato si conclude sempre con una situazione peggiorativa (per l'Italia) rispetto a quella in cui lo stesso era cominciato.
Ma la ciliegina la tocchiamo con gli up&under: vi invito a notare la differenza di pressione che ricevono i nsotri sugli u&u avversari rispetto a quella che mettiamo noi agli altri: non arriviamo mai (e dico mai) a contendere un ovale all'avversario chiamato in causa da un nostro u&u (o da una nostra rimessa dai "22"): e se una parte di colpa (diciamo il 15%) è anche della lentezza dei nostri pressatori a saluire, il rimanente 85% è da impuatre alla cattiva esecuzione dei calci; non ho mai visto, dai tempi di Domingues, un nostro calcio salire così in cielo, da vederlo ridiscendere insieme alle maglie azzurre....
Infine i grub: ci riescono solo quando li facciamo con la doppia limitazione di accetare un guadagno linitato di campo e che siano indirizzati comunque in touche: non ricordo un grub che sia stato ripreso da un azzurro.
6) La nostra mischia è forte, ok; eppure mi appare evidente un grosso limite, che non ho capito se dipende di più dalla cattiva organizzazione o dalla esasperata fiducia che abbiamo nel pack (rispetto ai trequarti).
Il limite è questo: troppe energie spese e troppe rinunce ad alternative rispetto alla "caciotta" che portiamo a casa: perciò troppe persone a ripulire il pallone (ma se ce ne mettiamo di meno ce lo soffiano); troppo tempo per far uscire la palla (che paghi a caro prezzo quando gli avversari sono assorbiti e ci sarebbe il tempo e lo spazio per un attacco "serio"); mini-unit che perdono terreno anzichè guadagnarlo, troppe infrazioni, scarsissima capacità di ball-handling di tutta la mischia (escluso Parisse ma compresi Castro e Zanni....); senza contare che la touche è lacunosa.
7) Linee di corsa e capacità di fare il sostegno rappresentano un altro nostro grande problema; problema che hanno sia i trequarti che gli uomini di mischia e che tra l'altro crea una miscela esplosiva unendosi allo scarso ball-handling: se chi ha la palla la tratta male e chi riceve non si sa proporre come dovrebbe, è difficile pensare di fare meta.
Forse dovremo prendere un luminare del rugby non per metterlo ad allenare la nazionale A ma per metterlo a capo degli allenatori di rugby italiani....
A proposito, per i puristi: avete visto come ha passato la palla Habana in ocasione delle due mete contro di noi ?
In questo senso, tra i nostri, solo Parisse sta "studiando" in questa via di eclettismo e innovazione: gli altri sono rimasti alle capocciate....
1) D'accordo, salire posizioni nel ranking è positivo sempre, chiunque si superi, davvero poco da discutere, contava il risultato, contava i punteggio per superare Samoa, obbiettivo centrato, l'importante è questo.
Quella del vincere per dispersione non l'ho capita però ...
2)D'accordo, ma preferisco non fare polemiche
3) Non sono completamente d'accordo, sulla carta qualche cosa di interessante c'è, a livello di elementi + che altro, ma è evidente che quando la palla passa in mano ai 3/4 non riusciamo a guadagnare metri, allora visto che siamo inferiori in questo reparto, per gioco ma anche per fondamentali, non vedo xchè intestardirci sul voler giocare molto coi 3/4, molto meglio un piano di gioco diverso, molto + basato sull'avanzamento al piede tanto per mettere il dito della piaga ...... nessuno ha 3 gambe ma hai visto come giocano i 3/4 irlandesi? Non hanno 3 gambe ma sembrano giochino un altro sport questo è certo ... i nostri difensivamente sono alla pari con tutti ma offensivamente non ci siamo proprio ......
4) Non sono per niente d'accordo, troppe cappellate, poca umiltà nell'ammettere i propri errori, troppo testardo su alcune cose, poca fiducia ai giovani ed agli italiani
5) D'accordo, Gower non è cose sua calciare, del resto è un centro, McLean l'ho trovato involuto ... Bergamirco già il fatto che sia costretto lui a calciare perchè il meno peggio, deve far capire la nostra situazione, il meglio è Tebaldi, calcia bene dal box, non capisco xchè nn provano a farlo piazzare, e con quel drop mi ha infiammato il cuore, proprio il drop imho in alcune nostre fasi di gioco andrebbe cercato ogni tanto ....
Nonostante ciò, ovvero che ai piedi siamo scarsi, vista la nostra carenza fra i 3/4 non possiamo pretendere di risalire il campo alla mano, mi viene difficile ricordare i nostri 3/4 prendere la linea del vantaggio, rompere un placcaggio guadagnando quei 3/4 mt, quando si gioca alla mano spesso i nostri si isolano (una volta per colpa loro, l'altra per sostegni che arrivano tardi), ed ecco che bisogna affidarsi ahime ai piedi, allenandosi, cercando nuova gente ma non vedo soluzioni.
Aggiungo che senza qualcuno che fa avanzare la squadra a colpi di piede, mette dentro i calci sfruttiamo davvero poco il vantaggio di avere una mischia cosi forte.
6) D'accordo e la cosa + bella e che abbiamo validi ricambi, anche se la touche non mi è sembrata un disastro
7) D'accordo in parte, è verissimo quello che dici e del resto l'ho gia detto sopra, ma ritengo che se manchiamo in fondamentali, se i nostri son + scarsi non dobbiamo intestardirci nel giocare alla Habana, bensì sfruttare al massimo cio che abbiamo, cercando di limitare i nostri punti deboli ed esaltare i nostri punti di forza.
Visto il topic titola in cosa c'è da essere contenti ed in cosa ............ io sono molto contento per Tebaldi, è giovane, non ha paura in campo, sa prendersi responsabilita, calcia bene dal box ed è capace di droppare, dobbiamo dare fiducia a questo ragazzo mantenendo la concorenza di Picone e Semenzato sempre sul suo colo, solo cosi può crescere davvero.
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eroszag
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Re: In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
Sarò scemo, ma io ieri i servizi sulle partite del super 10 li ho letti...