Squilibrio ha scritto:Premetto che non sono leghista ne razzista ma tu hai proprio citato due esempi di due società sportive che in un paese normale sarebbero fallite per i debiti cioè roma e lazio con quest'ultima che continua a vivere grazie ad un accordo con l'agenzia delle entrate che si permette alla fine allo stato di recuperare soldi che col fallimento non sarebbero mai rientrati ma sono sempre soldi sottratti alle persone oneste.
OT
L'accordo con l'Ade della Lazio consente al fisco di recuperare tutti i soldi + interessi sottratti alle persone oneste.
La Lazio paga, e pagherà, una rata di 6 milioni annui fino al 2023.
Cosa che non si puo' dire per quanto riguarda Parma (vedi alla voce
franchigie per la celtic), Bologna, Fiorentina, Napoli, Torino, Palermo,e altre squadre regolarmente fallite e rinate con una semplice passata nella lavatrice del Lodo Petrucci.
EOT
Comunque la questione stadio del rugby é una questione che dura dal primo minuto della prima partita della nazionale nel 6 nazioni.
E parte da molti presupposti che trovano scarso riscontro nella realtà.
Innanzitutto le immense opportunità del centro nord a offrire una platea sconfinata alla nazionale italiana. A parte San Siro (82 995) e il Delle Alpi (67 229) nell'intero Nord si arriva al massimo a 39 211 spettatori del Bentegodi (cfr. osservatoriosport del ministero dell'interno). Alla fine della fiera soltanto 7 mila spettatori in più del Flaminio ma con un'ampia pista di atletica tra le tribune e il terreno. Marassi di Genova, rinnovato, lascia entrare soltanto 36 703 spettatori. Il dall'Ara di Bologna, con la sua bella pistona d'atletica arriva a 36 532 spettatori.
Scendendo verso sud arriviamo a Firenze, dove troviamo lo stadio Artemio Franchi, con i suoi 46 389 spettatori.
Anche in questo caso opera dell'architetto Nervi, che lo costrui' nel 1929. Un gioiello di modernità, senza dubbio. La cui visibilità dalle curve, per chi ci é già stato, non é sicuramente tra le migliori d'europa.
Andrebbe anche precisato che Firenze manca di un aeroporto di grande livello internazionale che comunque puo' essere messo tra le note negative. Visto che si fanno le pulci al Flaminio, perché non farle anche alle altre soluzioni ?
Per trovarte stadi più capienti del Flaminio si dovrebbe scendere ancora a Sud, verso Napoli (60 200 spettatori) o Bari (58 270).
Tralaltro, la cosa curiosa é che, anche in relazione alla obbligata convivenza con una squadra calcistica, in tutta Italia, la soluzione più interessante, secondo i criteri universalmente messi in ballo a ogni pié sospinto, é proprio quella di Bari.
Stadio molto bello, costruito nel 1990, progettato dal nostro architetto più famoso, Renzo Piano. Ha una capienza che sfiora i 60mila spettatori, circa 25 mila spettatori in più del Flaminio. Ci gioca una sola squadra di calcio, neanche troppo importante che non dovrebbe porre problemi a condividere il palcoscenico con la nazionale di rugby.
Nessuno pero', fa mai il nome di Bari come possibile sede del 6 nazioni. Perché ?
Magari perché in fondo questo argomento storico del rugby italiano é null'altro che un pretesto, o un argomento di facciata.
Si legge e si ascolta di tutto, da Bologna a Firenze per passare allo stadio del Giglio di reggio Emilia (29.650).
Gli stadi di Firenze e Bolgona sono tra i più anziani d'Italia, basta vedere dalla televisione la loro "modernità" e la precarietà della visibilità dell'avvenimento sportivo. Eppure continuano a essere inseriti in ogni discorso che si rispetti sulla necessità della nazionale italiana di rugby di avere una sede "adeguata".
Alla fine si arriva anche al problema annoso dei parcheggi e dei bagni del Flaminio. Ho avuto l'onore e il piacere di "pisciare" a TWickenham e allo Stade de France dove per un totale complessivo di 163 000 spettatori (82 000 + 81 000) ci saranno si e no, 2000 posti macchina (che costano quanto il prezzo del biglietto).
Ebbene sia i cessi della perfida Albione che quelli di Saint-Denis erano belle cloache ignobili.
Quest'anno provo Croke Park, vi diro'...
Io credo, tutto sommato, che l'unica cosa in cui il rugby italiano eccelle oggi, é il tiro al piccione contro il Flaminio (e la città di Roma in seconda battuta). Che sia uno stadio che puo' essere migliorato é pacifico, che necessiti un restyling, anche. Ma che sia una specie di buco nero in cui regolarmente la federazione viene a regolare i suoi conti di natura politica, che nulla hanno a che vedere con le ragioni della discussione, é ormai pacifico.
Come lo é il fatto che ipotizzare la costruzione di uno stadio da 50 000 posti per 3, massimo 6,partite l'anno é un controsenso economico e logico.
Non ricordo chi posto', qualche tempo fa una classifica della federazione neozelandese in cui erano listati i 10 migliori stadi di rugby.
C'era il Flaminio.
Guardaunpo'.