RIVELAZIONI!!!!!!!!!!!!!! (Dove stiamo andando?)

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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bear8
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Messaggio da bear8 »

«Basta stranieri: vogliamo Munari ct» - Tribuna di Treviso
<BR> Dondi-Berbizier, ieri fumata nera. Da Innocenti e Giovanelli una proposta clamorosa «Per rilanciare l’Italia serve un uomo esperto e carismatico: Vittorio è quello giusto»
<BR>Ieri [mercoledì, ndr] a Roma, al momento della firma, in un hotel della capitale, Pierre Berbizier e il presidente Dondi non hanno trovato l’accordo. Troppa distanza sulle garanzie, oltre alla distanza fra la cifra chiesta dal coach transalpino (in pratica il compenso che percepisce come direttore commerciale di un’azienda) e l’offerta federale (i 250 mila euro lordi già compenso del ct Kirwan). Oggi ultimo faccia a faccia: se non sarà fumata bianca, Dondi contatterà Alain Gaillard, che ha come sponsor d’eccezione Georges Coste, l’ex ct della grande saga azzurra.
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<BR>E sulla scelta del prossimo coach azzurro interviene con decisione il CRRI (Comitato per il Rinnovamento del Rugby Italiano): ha perduto le elezioni, ma non per questo cessa la sua attività. Soprattutto non ha perso di vista il proprio programma, su Nazionale, club, vivai, e non solo. Tra i fondatori Marzio Innocenti, il candidato presidente sconfitto, che sul nuovo ct azzurro ha le idee chiare.
<BR>«La Nazionale è un falso problema. E’ la locomotiva che fa arrivare il denaro, che oggi non manca, e la FIR ha il dovere di farla rendere al massimo. Kirwan aveva le sue colpe, lo dissi al secondo anno di contratto, ma disponeva di giocatori non in grado di competere con le migliori squadre del mondo. L’attenzione si focalizza sul vertice, ma se non facciamo lievitare la base, non cresceremo mai. Gli stranieri che vengono da noi sono quarte scelte, e la strada di utilizzare equiparati e oriundi in serie è fallita clamorosamente. Non fanno la differenza, una volta c’erano Dominguez e Gardner. Noi continuiamo a proporre un lavoro immenso con i club e i giovani, solo così si potranno digerire pochissimi stranieri in azzurro».
<BR>A proposito di stranieri, il prossimo ct dovrebbe essere francese.
<BR>«Per noi la Nazionale doveva essere affidata a Vittorio Munari, che anche in questo momento storico è la scelta migliore. Un vantaggio politico, con un italiano in panchina, e pratico: conosce il rugby italiano, ha le qualità e la solidità per affrontare le difficoltà quotidiane e per difendere le scelte fatte».
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<BR>Detto da Lei, che con Munari ha avuto quantomeno un rapporto difficile, suona insolito.
<BR>«E’ stato mio allenatore e un amico. Poi le vicende della vita ci hanno allontanato, oggi l’amicizia non c’è più. Io e i miei compagni del vecchio Petrarca abbiamo però contribuito a dargli credibilità. Per questo siamo le persone che lo conoscono meglio e possiamo permetterci questa considerazione. Circondato dallo staff giusto, con i giocatori giusti, non necessariamente i migliori tecnicamente, ha l’astuzia e la capacità per far rendere al meglio la Nazionale. La proposta c’era già, l’abbiamo ridiscussa nel Comitato, restiamo dello stesso parere. Sia chiaro, Munari non dovrebbe essere l’allenatore in tuta, ma il manager tecnico che gestisce la squadra, che decide di andare in campo o di mettere qualcuno che segua la sua impostazione di gioco».
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<BR>E se sarà straniero?
<BR>«Gli occorrerà molto tempo per capire a fondo i problemi del nostro rugby. Sarà però un professionista, e non dovrà essere giudicato sulla base di simpatie personali, ma per i risultati».
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<BR>Ma con questa maggioranza è veramente impossibile aprire un dialogo?
<BR>«Certo che no. Non può essere tutto sbagliato. In campagna elettorale, tanti consensi a parole, poi il 20% nelle urne. Un mondo strano, ma Dondi cita passaggi del nostro programma, segno che lo apprezza. Vogliamo il bene del rugby italiano, le porte sono aperte. Ma il consenso non lo barattiamo con cariche o accordi: le nostre idee sono quelle, se si vuole sposarle siamo disponibili. Se poi, come sembra, Giovanelli, che ha fatto ricorso, entrerà in consiglio Federale, il dialogo sarebbe ancor più diretto».
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<BR>In questi giorni si discute anche di Celtic League, e si parla di molti soldi...
<BR>«Prima si è parlato di portare i migliori italiani all’estero, ora si ipotizza che alcuni club se ne vadano fuori. Non si possono risolvere i problemi con una scorciatoia. Come CRRI siamo contrari: questi soldi devono servire a far crescere vivai e giovanili, altrimenti ci guadagnano solo alcuni club, alcuni dirigenti, i procuratori. La A e le serie minori soffrono, nel Super 10 molti hanno un futuro incerto. Tra qualche anno il nostro rugby non deve essere composto di 2000 persone e 1000 equiparati. Se non c’è la base è la fine, ora ci sono i soldi per costruirla».
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<BR> Postato il Friday, 15 April @ 09:32:27 CEST di zony
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<BR>apparte il volere munari a ct,il resto mi pare interessante e finalmente non dettato da urla gladiatorie,ma impostato sù una base di dialogo anche con la maggioranza.
<BR>comunque io rimango dell\'idea che la forma attuale del s10 non sia sbagliata e per sopperire alla carenza tecnica dei giocatori,basterebbe far partire stè benedette accademie e,ovviamente,aspettare almeno 5 anni per i primi risultati.
<BR>ipotesi immediata di celtic league,senza i \"nuovi italiani\"(perchè non è con una decisione della fir,che domani mattina passa il lattaio con anche 2 bei\"mozzarelloni\" nostrani pronti per essere buttati nel campionato!),sarebbe l\'ennesimo errore,e probabilmente il definitivo.
<BR>da ridere il voler tesserare 120 giocatori con lo stipendio fir,più 10 accademie e poi antipasto,primo,secondo,contorno,frutta,dolce,caffe e ammazzacaffe con bevande incluse,per tutti!
<BR>gavazzi,sei un mito!
<BR>fate le cose con la testa e gestite il rebi come si deve e aspettate!aspettate!non continuate a partorire montagne che poi si rivelano solo topolini!
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<BR>ciaooo :-o
marcofk
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Messaggio da marcofk »

Non sono d\'accordo: un movimento che annovera un totale di 10.000 giocatori adulti non può permettersi dieci squadre professionistiche. Qualunque sia la direzione da prendere, il super10 deve cambiare. Poi si può discutere se fare un campionato a 6 squadre (idea mia), fare 4 selezioni per la Celtic League o re-introdurre il semi-professionismo. Ogni idea può essere valida se ben implementata.
<BR>
<BR>Però:
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<BR>1- Le accademie sono utili, ma finchè si preferirà un ex giocatore sudafricano a un giovane italiano, non serviranno a niente.
<BR>2- I giocatori di vertice devono abituarsi a giocare a un livello al momento sconosciuto al rugby italiano: anche con le accademie il livello non salirà più di tanto se non esiste un confronto continuo con i più forti. La Heineken Cup così com\'è adesso è solo una perdita di tempo perchè solo il Benetton di tanto in tanto prova a vincere, ma molte squadre, anche inglesi e francesi, non solo le nostre, la prendono sottogamba. Mi pare che la squadra in testa al campionato francese sia stata fatta fuori senza complimenti nell\'HC quest\'anno...
<BR>3- La stagione è troppo lunga e spezzettata. Di conseguenza, invece di pagare stipendi per sì e no 6 mesi di attività i club devono pagarli per 10 (quando li pagano e quando li possono pagare).
<BR>4- Quasi tutti i club hanno difficoltà economiche più o meno gravi, mentre la federazione è una delle poche in Italia a non avere problemi di soldi: che si assumano il costo degli stipendi di un certo numero di giocatori mi sembra solo buon senso, non una cosa ridicola. Forse non sarà il caso che ne paghino 120, ma almeno i 30-60 nell\'orbita della nazionale ci stanno tutti.
<BR>5- In un altro thread si è ricordato un po\' i tempi passati quando il campionato era a due gironi al termine dei quali si giocavano la Poule Scudetto e la Poule Salvezza. Forse col senno di poi quella non era poi un\'idea così cattiva: almeno metà del campionato veniva disputata facendo giocare partite fra squadre dello stesso livello, cosa che aumentava la competitività delle partite (aiutando la crescita agonistica dei giocatori) e l\'interesse del pubblico (aiutando gli incassi...). D\'accordo, il passato è passato, ma forse quelli che hanno pensato una formula del genere non erano proprio degli sprovveduti...
"It ain't over till the fat man spins!" - David Gower, 2005
ilfilosofo
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Messaggio da ilfilosofo »

Marcofk, rimango esterrefatto da certe affermazioni, ti chiedo quindi di darmi la tua definizione di Sport.
<BR>Tu sostieni che in 76 anni, in certe parti d\'Italia, il rugby non ha attecchito, quindi, sempre secondo te, non potrà mai nascere crescere ed evolversi.
<BR>Forse è vero, il motivo è da ricondurre alla predisposizione genetica degli indigeni? Alla morfologia del territorio? Al cibo? Alle sorgenti d’acqua? Al clima?
<BR>Secondo il tuo ragionamento ci sono regioni predisposte, altre no e ti chiedo quale conformazione morfologica ha la città predisposta al rugby, in maniera che la FIR possa ottimizzare i costi.
<BR>La tua tesi è smentita dai fatti, i campioni sono prodotti da tutto il territorio nazionale ma con percentuali diverse imputabili al fatto che in certe regioni esistono strutture e organizzazioni efficienti che riescono a propagandare e a radunare molti più giovani potendo di fatto scoprire anche più talenti, è una questione statistica.
<BR>Questa è una certezza ed è confermata che le Campionesse d’Italia sono Messinesi, profondo sud qualcuno ci ha definito “sfigati del rugby” (Tete) e per questo motivo che noi giochiamo per passione e spesso con molta più grinta e spesso vinciamo anche nei salotti buoni del rugby.
<BR>Al tuo posto mi chiederei, se in 76 anni è esistita una gestione manageriale del movimento, cioè con programmi seri di sviluppo e con visioni meno limitate.
<BR>Mi firmo \"Sfigato ma cu cori\"
rebel
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Messaggio da rebel »

Scusa, Filosofo, puoi ripetere? Chi sono le campionesse d\'Italia? Le Messinesi? In quale sport? Stai parlando di Rugby? Hai sbagliato trhead?
gipe
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Messaggio da gipe »

non vorrei sbagliarmi, magari ho capito male, ma le campionesse d\'Italia di rugby seniores per la stagione 2003/04 sono quelle del Riviera del Brenta... profondo Veneto
<BR>saluti
marcofk
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Messaggio da marcofk »

Filosofo, rimango esterrefatto al tuo essere esterrefatto ed attribuirmi cose che non ho detto. Ho solo detto che in certe zone il rugby è uno sport più popolare che in altre, non ho detto che gli \"indigeni\" come li chiami TU hanno una predisposizione genetica avversa o amenità del genere. Ma chiedi a un bambino di Brindisi che sport vuole fare e lui ti dirà pallacanestro, nonostante il culo che si è fatto il professor Spalluto per reclutare rugbisti in erba (e farli allenare in un campo di atletica perchè campi da rugby non ce ne sono e i campi da calcio a Brindisi sono tutti in sterrato...), chiedilo a Bolzano e ti dirà hockey su ghiaccio o sci alpino e così via. Un\'accademia ha senso se ha un bacino di reclutamento sufficientemente vasto: se devi allenare 200 giocatori in un\'accademia quando l\'intera regione ne ha 300 crei una cattedrale nel deserto che va ad impoverire la già scarna realtà locale che si ritrova privata dei pochi giocatori buoni che si ritrova, col rischio che, alla fine molte squadre spariscano per mancanza di giocatori. A meno che credi che l\'accademia serva solo per allenare 4 o 5 giocatori... ma per 4-5 giocatori tanto vale mandarli ad un\'accademia di un\'altra regione.
<BR>
<BR>Quanto all\'attecchimento dico solo questo: per giocare a rugby ci vuole un campo come Dio comanda. Quante città ne hanno uno? Quante amministrazioni locali sono disposte a costruirne uno? Quanti di questi campi saranno usati per il rugby e messi a disposizione dei gruppi sportivi locali? Fino a che non ci sarà un nuovo periodo delle vacche grasse in Italia, dubito che il rugby crescerà molto dove non è già una realtà affermata.
"It ain't over till the fat man spins!" - David Gower, 2005
Turch
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Messaggio da Turch »

Sfigato del Rugby, io concordo con Marcofk.
<BR>Ci sono zone dell\'Italia in cui culturalmente si praticano determinati sport, questo non vuol dire che altri sport non possano \"attecchire\", ma per farlo avranno bisogno di tempo.
<BR>Per questo motivo non mi scandalizzarei se un\'accademia del rugby fosse in Veneto, una nel Bresciano e un\'altra verso Roma/L\'Aquila. Sono zone ricche di tradizione e in cui il movimento è ben radicato.
<BR>Vorrei anche sottolineare che le accademie sono luoghi dove riunire periodicamente i migliori giocatori, che senso ha fare un\'accademia per regione?? In Friuli VeneziaGiulia cosa ce ne facciamo di un\'accademia? E in Trentino AltoAdige?
<BR>Non a caso si parla di 3 accademie, non certo una ventina.
orme53
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Messaggio da orme53 »

Bear : dimentichi un fattore importante per valutare se il top10 va bene o no, e questo fattore è purtroppo il vil denaro che la maggioranza dei club non ha e stanno andando verso il declino irreversibile proponendo un prodotto a mio parere scadente.
<BR>Il problema della nuova proposta è che si corre il concreto rischio che ancora una volta vogliano tutti legare il cavallo alla mangiatoia. Per capirci se le franchigie continuano ad aumentare (3 poi 4 forse 5) vuol dire che le fette di torta per ognuno sono più piccole e la biada mancante la devono trovare le franchigie in autonomia, ma se come succede ora tanti club hanno come entrate solo le quote delle coppe e della FIR, salvo qualche contributo pubblicoe come sponsor la pasticceria del corso dove vanno a bere il caffè i rugbysti in poco tempo siamo al punto di partenza.
<BR>
<BR>Per il filosofo, sappi che se io ti dono delle sementi perchè tu possa coltivarle e prosperare con la tua comunità, e tu hai a disposizione un campo di sabbia e non hai l\'acqua per irrigare ne converrai con me che stiamo perdendo tempo.
<BR>Metti invece a disposizione un campo fertile e l\'acqua, poi io ti darò le sementi
<BR>
<BR>sementi= €uro
<BR>sabbia=persone preparate
<BR>acqua=strutture
<BR>
<BR>Accidenti non avrò citato per caso una parabola
<BR>Guarda cosa combinano le birre del venerdì
Per noi lombardo occidentali, che abbiamo subito a suo tempo l'occupazione della serenissima, sa dis "sghei"!!!!
ilfilosofo
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Messaggio da ilfilosofo »

Marcofk scrive:
<BR>“Odio fare il pessimista, ma se il rugby non ha attecchito in 76 anni in Sardegna, Calabria, Basilicata, Molise, Puglia, Val D\'Aosta e Trentino Alto Adige sarà difficile convincere qualcuno a finanziare accademie in quelle regioni: chi ha soldi da spendere si aspetta di vederli fruttare. Filosofo, tu parti dal presupposto che il rugby è diffuso uniformemente su tutto il territorio nazionale e che certe regioni sono meno organizzate di altre. In realtà, a parte alcune realtà come Veneto, Brescia, Val Padana Occidentale, L\'Aquila e Catania (e forse anche Roma) il rugby è pressochè assente dal territorio.”
<BR>Mettiamola così volevi dire un concetto, mentre io ne ho intuito un altro, se rileggi ti renderai conto che la tua espressione lasciava adito a diverse interpretazioni.
<BR>Nella parte centrale della frase, metti in risalto un problema reale cioè la distribuzione poco omogenea del rugby sul territorio Nazionale.
<BR>Stento a credere che uno Sport (rugby, hockey su proto, tiro con l’arco.. ), non sia apprezzato se viene propinato all’interno di una comunità, (provincia, regione, nazione), convengo con te se si utilizza il metro di paragone tra le varie discipline sportive calcio/rugby, basket/pingpong.
<BR>Se in Puglia, Sicilia, Sardegna, come in altre regioni il nostro sport non ha avuto una diffusione eccellente il motivo si deve ricercare all’intero del sistema dirigenziale, infatti il divario regionale non è distribuito sul territorio a macchia di leopardo ma bensì in maniera netta tra Nord e Sud.
<BR>Cos’è che non ha funzionato?
<BR>Io ho un mio pensiero:
<BR>a)Il rugby è uno sport “professionistico” giovane, per questo motivo non possiamo accusare la classe dirigente passata per le politiche negative di sviluppo che hanno portato a questi risultati, ma dobbiamo stimolare quella attuale a perdere tempo e ad investire per il domani.
<BR>b) L’organigramma della FIR, (Federazione, Comitati regionali, referenti Provinciali) non è l’organizzazione vincente sul tutto il territorio, basta guardare i risultati di diffusione ottenuti nel nostro territorio.
<BR>Nel secondo punto io farei un approfondimento, proponendo le Accademie del rugby Regionali, con compiti e obbiettivi e stanziamenti finanziari diversi secondo le zone d’insediamento.
<BR>Oggi i comitati regionali rappresentano la libera espressione delle società locali è in quanto tali essenziali per la loro rappresentatività, io delegherei loro solo il compito di coordinamento territoriale relativo ai campionati, tesseramenti ecc. ecc.
<BR>Nei territori, (regioni), dove il rugby è poco sviluppato proporrei l’inserimento delle Accademie che avranno i compiti di stimolare il reclutamento giovanile, (istaurando rapporti con i provveditorati, organizzando manifestazioni) e di sviluppo del materiale umano già esistente, (allenatori, dirigenti e atleti), dipendendo direttamente dalla Federazione, che con piani triennali avrà l’onere di finanziare, (utilizzando investimenti decrescenti), e monitorare gli obiettivi assegnati al responsabile dell’Accademia.
<BR>Piano arduo ma fattibile se impostato con la giusta mentalità.
<BR>
orme53
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Messaggio da orme53 »

bobo, condivido il tuo intervento,
<BR>e per dare un contributo a sgombrare il campo propongo sin da ora di non mettere nelle discussioni sto benedetto scudetto vinto nei lontani anni 70 anche perchè in questi anni il movimento è cresciuto (grazie anche a quei tempi), ma converrai con me che purtroppo la società detentrice di questo scudetto ha avuto un andamento inversamente proporzionale alla crescita del rugby e purtroppo ha perso la visibilita come club di riferimento. Perciò dico (i napoletani mi perdonino) scurdammoce o passato che il mondo va avanti
Per noi lombardo occidentali, che abbiamo subito a suo tempo l'occupazione della serenissima, sa dis "sghei"!!!!
Turch
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Messaggio da Turch »

Ma siamo sicuri che se in Calabria (regione a caso) non ha attecchito il rugby è colpa dei \"capoccia\" della federazione?
<BR>Non è che forse nessuno in Clabria si è messo d\'impegno per creare un movimento?
<BR>Noi a Pordenone abbiamo problemi con le giovanili, lavorando un anno (di nostra iniziativa), organizzando un torneo con le scuole superiori della zona e poi chiedendo aiuto al CIV abbiamo creato un bel movimentino, ieri all\'allenamento dell\'under 19 c\'erano circa 15 ragazzi nuovi! Tutti provenienti dalla stessa scuola.
<BR>Il problema, come si dice è alla base, ma se alla base non ci sono persone di buona volontà che al sabato pomeriggio vanno gratuitamente al campo da gioco ad insegnare il rugby ai ragazzini, che rompono le balle ad amici e conoscenti per avere qualche migliaio di euro di sponsorizzanzione non si va da nessuna parte.
<BR>Quindi non diciamo solo che è a casusa della federazione che il rugby si è sviluppato a macchia di leopardo!
orme53
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Messaggio da orme53 »

filosofo scrive: La proposta di gavazzi per me è un progetto prematuro per l\'attuale mondo del rugby nazionale, vogliono costruire un colosso dai piedi d\'argilla
<BR>
<BR>Probabilmente visto dalla tua ottica (leggi realtà) è così, ma vista dall\' ottica di Gavazzi che sicuramente ha valutato le sue risorse con quello che lo circonda soprattutto strutture, persone e capacità economiche che sa reperire deve vedere un futuro roseo (beato lui)
Per noi lombardo occidentali, che abbiamo subito a suo tempo l'occupazione della serenissima, sa dis "sghei"!!!!
orme53
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Messaggio da orme53 »

Turch, colpito nel segno, e aggiungerei coi pochi soldi raccolti rompendo i maroni agli amici prima di darli al primo oriundo di passaggio, si acquista un pulmino per fare il giro dei paesi limitrofi raccogliendo ragazzini entusiasti. E vedere poi con gli anni i soldi e lo straniero sparire come sono arrivati e invece uno dei bambini che non mancava mai alla fermata del pulmino indossare ora con orgoglio la maglia della nazionale.
<BR>Ad ognuno le proprie soddisfazioni
Per noi lombardo occidentali, che abbiamo subito a suo tempo l'occupazione della serenissima, sa dis "sghei"!!!!
ilfilosofo
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Messaggio da ilfilosofo »

Turch, il tuo pensiero conferma il fatto che quando ci si mette d\'impegno le cose riescono, non penso però che in un contesto professionale ci si debba aggrappare solo al volontariato, questo andava bene nel passato oggi la FIR NON PUò ESIMERSI DAL SUO COMPITO STUDIARE UN PIANO SERIO DI SVILUPPO E INVESTIRE RISORSE UMANE E FINANZIARIE.
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