UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
Moderatore: Emy77
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VANZANDT
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UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
in riferimento a questo articolo, che mi pare sia passato tristemente in secondo piano
http://rugby1823.blogosfere.it/2010/03/ ... a-fir.html
sveglia!! stanno distruggendo il rugby italiano
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sveglia!! stanno distruggendo il rugby italiano
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AndreaB
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Re: UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
Niente che non si sapesse già e che non fosse già stato ampiamente dibattuto.
Non conosco a fondo il mondo nostrano del rugby, ma su una delle critiche ricorrenti agli organi federali, ovvero il "progetto statura" per le seconde e terze linee, faccio una osservazione ( credo di buon senso ): anche se le giovani generazioni si stanno alzando, la genetica media della "gens italica" non ci aiuta tantissimo, per cui, chi diventerà più di 1.90/ 2.00 metri bisogna trovarlo da ragazzetto, strapparlo al basket ed alla pallavolo e mettergli in mano una palla ovale.
Al tempo stesso gli si insegna le tecnica ... se poi le strutture e la "gente al comando" sia adeguata allo scopo, come ho già detto prima, non mi esprimo perchè sono ignorante in tale materia.
Ma a vedere il rugby di oggi, negare l' importanza delle dimensioni e soprattutto delle capacità atletiche di base mi sembra sciocco....o crediamo che il rugby sia ancora quello giocato da quei signori in bermuda, con i baffoni e dal fisico quasi da impiegato ?
Non conosco a fondo il mondo nostrano del rugby, ma su una delle critiche ricorrenti agli organi federali, ovvero il "progetto statura" per le seconde e terze linee, faccio una osservazione ( credo di buon senso ): anche se le giovani generazioni si stanno alzando, la genetica media della "gens italica" non ci aiuta tantissimo, per cui, chi diventerà più di 1.90/ 2.00 metri bisogna trovarlo da ragazzetto, strapparlo al basket ed alla pallavolo e mettergli in mano una palla ovale.
Al tempo stesso gli si insegna le tecnica ... se poi le strutture e la "gente al comando" sia adeguata allo scopo, come ho già detto prima, non mi esprimo perchè sono ignorante in tale materia.
Ma a vedere il rugby di oggi, negare l' importanza delle dimensioni e soprattutto delle capacità atletiche di base mi sembra sciocco....o crediamo che il rugby sia ancora quello giocato da quei signori in bermuda, con i baffoni e dal fisico quasi da impiegato ?
Il senno di poi è l' unica scienza esatta
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FOREVERugby
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Re: UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
Qualcuno riesce a pubblicarlo per intero? 
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Abr
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Re: UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
Un grosso problema molto sottostimato che affligge persino l'atletica e' la concorrenza sui giovani: anche il calcio sta targettando ragazzi "fisici", alti e forti, non piu' solo basket o volley, e col suo strapotere economico e d'immagine ... Vedi Balotelli ad es., non sarebbe potuto essere un buon 3/4?AndreaB ha scritto: anche se le giovani generazioni si stanno alzando, la genetica media della "gens italica" non ci aiuta tantissimo, per cui, chi diventerà più di 1.90/ 2.00 metri bisogna trovarlo da ragazzetto, strapparlo al basket ed alla pallavolo e mettergli in mano una palla ovale.
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Zeu
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Re: UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
Passerà un brutto quarto d'ora Simone Battaggia, collega de La Gazzetta dello Sport. Oggi, infatti, il quotidiano milanese ha dato, finalmente, voce a chi all'interno del mondo ovale non si limita ad applaudire Dondi e la sua ciurma di incapaci, ma, all'opposto, dice chiaro e tondo che così non va. Il più diretto e il più vero, ma non vi erano dubbi conoscendolo, è Stefano Bettarello che non le manda a dire: "In Fir c'è gente che non conosce il rugby". E il problema è che sono quelli che comandano.FOREVERugby ha scritto:Qualcuno riesce a pubblicarlo per intero?
"Meno politica e più meritocrazia. In Fir c'è gente che non conosce il rugby, si annulla dicendo sempre sì al presidente Dondi e si accontenta di un posto in tribuna al 6 Nazioni per poter dire di essere stato due file dietro al principe William". Mai verità fu più vera. I lacché federali si annidano in ogni dove e, per fortuna, finalmente qualcuno lo dice (e qualcuno glielo fa dire!).
Bettarello non si limita a criticare, ma spiega cosa c'è di sbagliato in Federazione. Ed è quello che qui ripetiamo da tempo quando chiediamo un rinnovamento. Serve gente competente e appassionata, servono quei campioni e quegli uomini che, non essendo yes-men, sono stati messi a margine dai mediocri che temono per i loro voli gratis. Gente come Bettarello, ma anche Marzio Zanato o John Kirwan, Massimo Giovanelli e Andrea Cavinato, cui dovrebbe venir dato più spazio. Persone così a riformare la didattica, la struttura tecnica, l'eccellenza significherebbe uscire dal circolo vizioso e assurdo portato avanti da Franco Ascione e i suoi adepti. Come il famigerato progetto statura, cui Bettarello fa chiaramente riferimento. "Perché non è coltivato. I campioni del passato non sono integrati e non passano la loro conoscenza. La ricerca passa per un sistema amatoriale, gente che ha studiato ma che non riconosce la classe. Così chi esce dagli schemi viene corretto, non valorizzato. E si cerca solo gente grossa".
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Re: UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
C'è anche questo dello stesso giornalista (che non conoscevo ma che già mi sta simpatico):
http://archiviostorico.gazzetta.it/2010 ... 0071.shtml
Il campionato italiano rischia di morire
Su Facebook lo sfogo dei giocatori dei club esclusi: «La Celtic si fa. Dopo una vita nel rugby da settembre sono disoccupato» Il torneo interno sarà a 12, ma metà dei club hanno budget dimezzati. Treviso e Aironi però avranno bisogno di loro
SIMONE BATTAGGIA «Celtic League, è fatta. E io sono disoccupato». Così Federico Angeloni, 30enne terza linea, aquilano di L' Aquila, lunedì sera su Facebook dopo il via libera di Scozia, Irlanda e Galles all' entrata da settembre di Treviso e Aironi. Una battuta, che però nasconde un timore diffuso. Come vivrà il campionato italiano, con i migliori atleti e l' interesse di sponsor e media veicolato verso le due franchigie? «Io ho trent' anni e mi alleno 8-10 volte alla settimana - racconta Angeloni -, ma per il futuro devo iniziare a guardarmi intorno. Di una cosa sono sicuro: se il campionato perde valore, in 3-4 anni le celtiche non hanno più giocatori».
La catena
Il campionato dovrà vivere e avere qualità perché le due franchigie, da sole, non sopravvivono. Aironi e Treviso potranno tesserare 36 professionisti ma nei weekend «azzurri» si troveranno senza giocatori, e dovranno chiederli a squadre satelliti. Servirà quindi una catena di trasmissione tra i due livelli, ma sul suo funzionamento non si sa nulla. Poniamo il caso degli Aironi: si sa già che schiereranno gli Aironi 2, a Parma, e questo sarà il loro bacino. Ma potranno pescare anche da Noceto e Colorno, che fanno parte della franchigia e ambiscono al massimo campionato? E in Veneto? Padova vuole aiutare Treviso - ora comunque intenzionata a partecipare anche al torneo interno -, ma chi pagherà se il petrarchino in maglia Benetton si farà male? A lavorare La riforma dell' eccellenza è su carta già nove mesi. Dal 2010-11 il Super 10 diventerà un torneo a 12 su due gironi, con poule scudetto, salvezza e poi i playoff. I 18 eleggibili (16 di formazione italiana) su 22 a referto metteranno un limite - finalmente - all' inflazione di argentini. Il problema è che il Super 10, oggi, sta male. Per anni ha vissuto al di sopra dei propri mezzi e la crisi, portando via gli sponsor - l' unico sostentamento - ha dato una mazzata. Metà squadre, comprese Padova e Rovigo, hanno un budget dimezzato rispetto al 2009. «I problemi sono diffusi - spiega l' avvocato Stefano Di Salvatore, presidente dell' Associazione Italiana Rugbisti - e i segnali negativi. Roma, ad esempio, vorrebbe imporre la dilazione dei pagamenti a settembre. I giocatori hanno paura, sentono che le nuove opportunità saranno per pochi, e si preoccupa anche chi ha prospettive celtiche, perché chi si farà male si troverà nel dilettantismo puro. Un ragazzo mi ha chiesto "cosa mi consiglierebbe se fossi suo fratello?". Mi sono sentito in imbarazzo. A chi ha 26-27 anni dico di cercarsi un lavoro». La sfida Pur se confinata al Nord - Roma, esclusa dalla Fir a ottobre per «mancanza di requisiti economici», ha perso i primi due gradi di giudizio federali - la Celtic italiana probabilmente centrerà i propri obbiettivi: la Nazionale ne uscirà rafforzata, ci saranno le tv, arriverà il pubblico. La sfida è dare qualità al torneo interno. Entro fine mese un Consiglio Federale dovrà produrre la circolare informativa con le «istruzioni per l' uso» per il 2010-11. Ma serviranno soprattutto idee, sponsor, contratti tv consistenti, una linea tecnica, tutto ciò che il Super 10 non ha avuto. Il tempo stringe e fino ad ora, purtroppo, se ne è parlato poco.
http://archiviostorico.gazzetta.it/2010 ... 0071.shtml
Il campionato italiano rischia di morire
Su Facebook lo sfogo dei giocatori dei club esclusi: «La Celtic si fa. Dopo una vita nel rugby da settembre sono disoccupato» Il torneo interno sarà a 12, ma metà dei club hanno budget dimezzati. Treviso e Aironi però avranno bisogno di loro
SIMONE BATTAGGIA «Celtic League, è fatta. E io sono disoccupato». Così Federico Angeloni, 30enne terza linea, aquilano di L' Aquila, lunedì sera su Facebook dopo il via libera di Scozia, Irlanda e Galles all' entrata da settembre di Treviso e Aironi. Una battuta, che però nasconde un timore diffuso. Come vivrà il campionato italiano, con i migliori atleti e l' interesse di sponsor e media veicolato verso le due franchigie? «Io ho trent' anni e mi alleno 8-10 volte alla settimana - racconta Angeloni -, ma per il futuro devo iniziare a guardarmi intorno. Di una cosa sono sicuro: se il campionato perde valore, in 3-4 anni le celtiche non hanno più giocatori».
La catena
Il campionato dovrà vivere e avere qualità perché le due franchigie, da sole, non sopravvivono. Aironi e Treviso potranno tesserare 36 professionisti ma nei weekend «azzurri» si troveranno senza giocatori, e dovranno chiederli a squadre satelliti. Servirà quindi una catena di trasmissione tra i due livelli, ma sul suo funzionamento non si sa nulla. Poniamo il caso degli Aironi: si sa già che schiereranno gli Aironi 2, a Parma, e questo sarà il loro bacino. Ma potranno pescare anche da Noceto e Colorno, che fanno parte della franchigia e ambiscono al massimo campionato? E in Veneto? Padova vuole aiutare Treviso - ora comunque intenzionata a partecipare anche al torneo interno -, ma chi pagherà se il petrarchino in maglia Benetton si farà male? A lavorare La riforma dell' eccellenza è su carta già nove mesi. Dal 2010-11 il Super 10 diventerà un torneo a 12 su due gironi, con poule scudetto, salvezza e poi i playoff. I 18 eleggibili (16 di formazione italiana) su 22 a referto metteranno un limite - finalmente - all' inflazione di argentini. Il problema è che il Super 10, oggi, sta male. Per anni ha vissuto al di sopra dei propri mezzi e la crisi, portando via gli sponsor - l' unico sostentamento - ha dato una mazzata. Metà squadre, comprese Padova e Rovigo, hanno un budget dimezzato rispetto al 2009. «I problemi sono diffusi - spiega l' avvocato Stefano Di Salvatore, presidente dell' Associazione Italiana Rugbisti - e i segnali negativi. Roma, ad esempio, vorrebbe imporre la dilazione dei pagamenti a settembre. I giocatori hanno paura, sentono che le nuove opportunità saranno per pochi, e si preoccupa anche chi ha prospettive celtiche, perché chi si farà male si troverà nel dilettantismo puro. Un ragazzo mi ha chiesto "cosa mi consiglierebbe se fossi suo fratello?". Mi sono sentito in imbarazzo. A chi ha 26-27 anni dico di cercarsi un lavoro». La sfida Pur se confinata al Nord - Roma, esclusa dalla Fir a ottobre per «mancanza di requisiti economici», ha perso i primi due gradi di giudizio federali - la Celtic italiana probabilmente centrerà i propri obbiettivi: la Nazionale ne uscirà rafforzata, ci saranno le tv, arriverà il pubblico. La sfida è dare qualità al torneo interno. Entro fine mese un Consiglio Federale dovrà produrre la circolare informativa con le «istruzioni per l' uso» per il 2010-11. Ma serviranno soprattutto idee, sponsor, contratti tv consistenti, una linea tecnica, tutto ciò che il Super 10 non ha avuto. Il tempo stringe e fino ad ora, purtroppo, se ne è parlato poco.
"La penna dolcissima intinta nell'arsenico" (Cit.)
- jaco
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Re: UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
...e quindi? Non capisco una cosa, scusate.Emy77 ha scritto:«I problemi sono diffusi - spiega l' avvocato Stefano Di Salvatore, presidente dell' Associazione Italiana Rugbisti - e i segnali negativi. Roma, ad esempio, vorrebbe imporre la dilazione dei pagamenti a settembre. I giocatori hanno paura, sentono che le nuove opportunità saranno per pochi, e si preoccupa anche chi ha prospettive celtiche, perché chi si farà male si troverà nel dilettantismo puro. Un ragazzo mi ha chiesto "cosa mi consiglierebbe se fossi suo fratello?". Mi sono sentito in imbarazzo. A chi ha 26-27 anni dico di cercarsi un lavoro».
Per non tornare al dilettantismo avremmo voluto continuare con questa brutta copia di professionismo, con giocatori che non vengono pagati?
E' meglio avere qualche "disoccupato" che sa di doversi trovare un altro lavoro oltre al rugby, o un "professionista" dimezzato che non sa se a fine anno avrà visto la metà dei suoi compensi?
Boh... mi sto sempre più convincendo (dopo moltissimissimissime perplessità iniziali) che questa della Celtic se ben messa in pratica sia un'ottima opportunità anche per il rugby di base... almeno per chi ha sempre lavorato e continuerà a lavorare bene ed onestamente (leggasi attenzione ai vivai e spese secondo le reali possibilità, non campagne faraoniche insostenibili)...
-
zorrykid
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Re: UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
Se c'era Pez non succedeva tutto sto casino... 
Vado bene per Rialto?- jaco
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Re: UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
eh... bei tempi quelli...zorrykid ha scritto:Se c'era Pez non succedeva tutto sto casino...
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MatR
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Re: UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
Il Gruppo RCS ha messo le mani nel rugby ormai da un paio d’anni. Se l’ha fatto, presumo che sia stato perché ci ha visto un potenziale di business a ragion veduta. Del resto, che piaccia o no, nel mondo del marketing in generale il rugby è considerato una delle migliori opportunità in prospettiva.
Con il primo giro di TM, RCS si è fatta le ossa: “come è che funziona ‘sta cosa?”
Con il secondo giro, RCS ha tastato il polso a Milano e a San Siro: progetto pilota.
Nel frattempo:
il 6 Nazioni comincia a mandare segnali espliciti in merito alla capienza del Flaminio, e compaiono annunci di accordi sull’ampliamento a 40mila persone: prospettiva credibile (viste le pressioni internazionali) a scadenza medio-breve;
Sky si è acchiappata le partite del 6N, e la Nazionale va ancora in chiaro su La7: audience generalista mantenuta, audience specialistica migliorata in qualità, insomma potenziale di audience sia in orizzontale che in verticale;
la Celtic League apre una finestra verso l’Italia, per di più all’ombra della stessa IRB che manda messaggi nemmeno tanto trasversali del tipo “il rugby SI DEVE espandere, non rompete e agite”: opportunità reale da sviluppare nel prossimo quadriennio.
Ora. Io non so niente, e non sono nessuno. Però provo a mettermi nei panni di RCS. E mi viene da rivedere la lista degli elementi necessari affinché questa scelta di acchiappare il rugby si riveli pagante. E spunta questo, e spunta quello… azz… ma siamo sicuri che questo movimento sia in grado di reggere a lungo termine? Non sarà che mi si rompe il giocattolo proprio sul più bello, proprio quando io comincerò a guadagnare davvero? Ehi… ma noi siamo proprietari di un giornale… non sarà forse il caso di far sapere che…? Magari far capire che…? Signorina, mi chiami il direttore della Gazzetta…
Con il primo giro di TM, RCS si è fatta le ossa: “come è che funziona ‘sta cosa?”
Con il secondo giro, RCS ha tastato il polso a Milano e a San Siro: progetto pilota.
Nel frattempo:
il 6 Nazioni comincia a mandare segnali espliciti in merito alla capienza del Flaminio, e compaiono annunci di accordi sull’ampliamento a 40mila persone: prospettiva credibile (viste le pressioni internazionali) a scadenza medio-breve;
Sky si è acchiappata le partite del 6N, e la Nazionale va ancora in chiaro su La7: audience generalista mantenuta, audience specialistica migliorata in qualità, insomma potenziale di audience sia in orizzontale che in verticale;
la Celtic League apre una finestra verso l’Italia, per di più all’ombra della stessa IRB che manda messaggi nemmeno tanto trasversali del tipo “il rugby SI DEVE espandere, non rompete e agite”: opportunità reale da sviluppare nel prossimo quadriennio.
Ora. Io non so niente, e non sono nessuno. Però provo a mettermi nei panni di RCS. E mi viene da rivedere la lista degli elementi necessari affinché questa scelta di acchiappare il rugby si riveli pagante. E spunta questo, e spunta quello… azz… ma siamo sicuri che questo movimento sia in grado di reggere a lungo termine? Non sarà che mi si rompe il giocattolo proprio sul più bello, proprio quando io comincerò a guadagnare davvero? Ehi… ma noi siamo proprietari di un giornale… non sarà forse il caso di far sapere che…? Magari far capire che…? Signorina, mi chiami il direttore della Gazzetta…
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Shye
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Re: UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
jaco ha scritto:...e quindi? Non capisco una cosa, scusate.Emy77 ha scritto:«I problemi sono diffusi - spiega l' avvocato Stefano Di Salvatore, presidente dell' Associazione Italiana Rugbisti - e i segnali negativi. Roma, ad esempio, vorrebbe imporre la dilazione dei pagamenti a settembre. I giocatori hanno paura, sentono che le nuove opportunità saranno per pochi, e si preoccupa anche chi ha prospettive celtiche, perché chi si farà male si troverà nel dilettantismo puro. Un ragazzo mi ha chiesto "cosa mi consiglierebbe se fossi suo fratello?". Mi sono sentito in imbarazzo. A chi ha 26-27 anni dico di cercarsi un lavoro».
Per non tornare al dilettantismo avremmo voluto continuare con questa brutta copia di professionismo, con giocatori che non vengono pagati?
E' meglio avere qualche "disoccupato" che sa di doversi trovare un altro lavoro oltre al rugby, o un "professionista" dimezzato che non sa se a fine anno avrà visto la metà dei suoi compensi?
Boh... mi sto sempre più convincendo (dopo moltissimissimissime perplessità iniziali) che questa della Celtic se ben messa in pratica sia un'ottima opportunità anche per il rugby di base... almeno per chi ha sempre lavorato e continuerà a lavorare bene ed onestamente (leggasi attenzione ai vivai e spese secondo le reali possibilità, non campagne faraoniche insostenibili)...
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Re: UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
Certamente se l'articolo esce, il direttore è d'accordo. E se il direttore è d'accordo, è d'accordo anche la proprietà. E non mi pare che la gazza rompa spesso i maroni alle federazioni sportive, dunque qualcosina sotto deve esserci, magari non quello che ipotizzi tu, ma per pubblicare un pezzo che "attacca" l'intera politica e la struttura organizzativa di una federazione ci devono essere dietro buoni motivi. Mi pare infatti che i giornalisti italiani (senza voler necessariamente generalizzare) di solito non brillino per coraggio leonino...MatR ha scritto:Signorina, mi chiami il direttore della Gazzetta…
JFF: «Mi spieghi come si fa ad esaltarsi nel guardare una partita di uno sport dove sai di essere assolutamente inferiore agli avversari? E nel quale i cronisti continuano ad accennare a valori di sportività al limite del fastidio? E danno pure sempre ragione all'arbitro!»
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AndreaB
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Re: UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
Esattojaco ha scritto:...e quindi? Non capisco una cosa, scusate.Emy77 ha scritto:«I problemi sono diffusi - spiega l' avvocato Stefano Di Salvatore, presidente dell' Associazione Italiana Rugbisti - e i segnali negativi. Roma, ad esempio, vorrebbe imporre la dilazione dei pagamenti a settembre. I giocatori hanno paura, sentono che le nuove opportunità saranno per pochi, e si preoccupa anche chi ha prospettive celtiche, perché chi si farà male si troverà nel dilettantismo puro. Un ragazzo mi ha chiesto "cosa mi consiglierebbe se fossi suo fratello?". Mi sono sentito in imbarazzo. A chi ha 26-27 anni dico di cercarsi un lavoro».
Per non tornare al dilettantismo avremmo voluto continuare con questa brutta copia di professionismo, con giocatori che non vengono pagati?
E' meglio avere qualche "disoccupato" che sa di doversi trovare un altro lavoro oltre al rugby, o un "professionista" dimezzato che non sa se a fine anno avrà visto la metà dei suoi compensi?
Boh... mi sto sempre più convincendo (dopo moltissimissimissime perplessità iniziali) che questa della Celtic se ben messa in pratica sia un'ottima opportunità anche per il rugby di base... almeno per chi ha sempre lavorato e continuerà a lavorare bene ed onestamente (leggasi attenzione ai vivai e spese secondo le reali possibilità, non campagne faraoniche insostenibili)...
Tanto se prima giravano "parecchi" soldi nel campionato " d' eccellenza italiano", credo che venissero impiegati per tesserare frotte di stranieri, o sbaglio ?
E poi che c' è di strano a 26-27 anni nel cercare un lavoro ? Fai come fanno tanti altri: è più o meno l' età che finisci gli studi e ti guardi intorno, oppure se avevi già smesso di studiare, cerchi un lavoro "serio", che diventi la principale occupazione della vita, pur continuando a giocare a rugby.
Credo che la cosa fondamentale sarà sostenere i vivai ... se poi "meriti" il professionismo lo sai a 20 -22 anni ... dobbiamo riempire le file di due franchigie, non di cinque o sei !
Sennò continui a livello semi-pro ... o qualcuno pensava che il campionato di eccellenza italiana sarebbe potuto diventare un "datore di lavoro" munifico, su cui basare la propria vita professionale e magari anche la pensione ?
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MarcantonioFranceschini
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Re: UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
E, infatti, RCS è già stata fatta uscire dal mondo del rugby. Non saranno loro a organizzare i prossimi test match.MatR ha scritto: Ora. Io non so niente, e non sono nessuno. Però provo a mettermi nei panni di RCS. E mi viene da rivedere la lista degli elementi necessari affinché questa scelta di acchiappare il rugby si riveli pagante. E spunta questo, e spunta quello… azz… ma siamo sicuri che questo movimento sia in grado di reggere a lungo termine? Non sarà che mi si rompe il giocattolo proprio sul più bello, proprio quando io comincerò a guadagnare davvero? Ehi… ma noi siamo proprietari di un giornale… non sarà forse il caso di far sapere che…? Magari far capire che…? Signorina, mi chiami il direttore della Gazzetta…
- jaco
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Re: UN PO' DI VERITA' PUO' FAR BENE
Ah... beh... allora ecco perchè...MarcantonioFranceschini ha scritto:E, infatti, RCS è già stata fatta uscire dal mondo del rugby. Non saranno loro a organizzare i prossimi test match.MatR ha scritto: Ora. Io non so niente, e non sono nessuno. Però provo a mettermi nei panni di RCS. E mi viene da rivedere la lista degli elementi necessari affinché questa scelta di acchiappare il rugby si riveli pagante. E spunta questo, e spunta quello… azz… ma siamo sicuri che questo movimento sia in grado di reggere a lungo termine? Non sarà che mi si rompe il giocattolo proprio sul più bello, proprio quando io comincerò a guadagnare davvero? Ehi… ma noi siamo proprietari di un giornale… non sarà forse il caso di far sapere che…? Magari far capire che…? Signorina, mi chiami il direttore della Gazzetta…