sentiamo le proposte
Moderatore: Emy77
-
realista
- Messaggi: 209
- Iscritto il: 14 lug 2009, 23:02
Re: sentiamo le proposte
alla FIR potrebbero suggerire che le proposte costruttive del forum vengano messe per iscritto su carta crespata tre veli ed inoltrate per l'uso.

-
Shye
- Messaggi: 2892
- Iscritto il: 11 mar 2006, 0:00
Re: sentiamo le proposte
Guarda, io non sono nato in isola felice rugbistica e ti assicuro che fino a 10-15 anni il 95% degli italiani ancora non sapeva neanche la differenza tra rugby e football americano, fai un po' te. Probabilmente c'era più gente allo stadio nei 5-6 feudi storici, ma al di là di quello ti assicuro che c'era il vuoto.Bacioci ha scritto:Sì parlo dell'Italia. Non ho la controprova dei numeri, ma allo stadio c'era moooolta più gente di adesso (in campionato). I numeri dei praticanti erano forse meno, ma la qualità era molto più alta (tanto che le nazionali giovanili vincevano spesso contro le Unions, vincevano o arrivavano tra le prime 3 nei tornei Fira, ecc.).Shye ha scritto:Tantissima gente che seguiva il rugby negli anni 80?Bacioci ha scritto: 2) proprio pensando agli anni 80, in cui c'era tantissima gente che seguiva il rugby, dobbiamo ricordarci che si vedevano sì e no 10 partite all'anno. Eppure il livello del campionato era molto buono e c'era un movimento che generava giocatori di qualità in modo abbastanza costante.
Non parli dell'Italia, vero?
Il problema è che adesso la "folla" segue solo la nazionale, mentre lo zoccolo duro del movimento è, a mio parere, molto più piccolo di quello di 30 anni fa.
Mi ripeto, ma aldilà di tutto non sono i numeri che dobbiamo guardare o a cui dobbiamo puntare, perchè quelli di adesso sono più che sufficienti per avere un movimento potenzialmente di alto livello. Il problema è la qualità di questi numeri.
Sulle giovanili non ho dati precisi su cui discutere, forse hai ragione tu (anche se, tanto per fare un esempio, ricordo un Italia Under21 - Scozia Under20 10-72 del 2000), ma mi permetterei di dire che il professionismo probabilmente ha portato, nelle Unions, maggiore organizzazione e cura del dettaglio anche a livello giovanile.
Ovviamente hai ragione nel dire che poi è questione di qualità. Condivido in pieno il discorso di fondo, ma non rivedrei il passato con troppa nostalgia, sinceramente.
L'unica cosa che rimpiango, semmai, e che giustifica in parte i migliori risultati delle giovanili di allora è che non c'era il ricordo all'oriundo/equiparato facile.
Vincitore Trofeo Nostradamus 2007
'Difesa Piavesca'®
'Quoto col sangue'®
'Difesa Piavesca'®
'Quoto col sangue'®
-
tafano
- Messaggi: 1994
- Iscritto il: 28 set 2007, 15:24
- Contatta:
Re: sentiamo le proposte
Visto il thread riporto qui in sintesi un topic lanciato da me giorni fa, mi sembra inerente, mi scuso per la ripetizione con chi aveva già letto.
Parlo del problema visibilità, che esiste, sullo sviluppo non mi pronuncio, data la mia inesperienza.
http://www.youtube.com/user/ipl?blend=1&ob=4
Diretta su youtube dell'IPL, ovvero "indian premier league" di Cricket, guardate in basso a sinistra i numeri del contatore per capire il successo.
Ora, non so quanto potrebbe costare, penso ad un canale FIR su youtube con 2 dirette a settimana (anticipo + una del sabato) con archivio degli highlights + extra (interviste, momenti del terzo tempo, cazzeggio con i tifosi), con entrate costituite da minispot durante le dirette e banner fissi sulla pagina.
Libero dalle prese per il culo palinsestiche RAI, sarebbe visibile ovunque a livello mondiale (si ok, se ci fossero 100 persone out of Italy che lo guardano...magari) superando l'ostacolo visibilità delle TV locali.
Non risolve nulla nell'immediato, sarebbe guardato da noi appassionati, probabilmente lo guarderemmo in 10000, ma se funzionasse bene potrebbe ricreare nel tempo uno "zoccolo duro" di cui sopra qualcuno parlava e destare l'interesse di qualche sponsor, pure i club quindi potrebbe guadagnarci.
Certo è una prospettiva di medio periodo, il rugby in Italia non è come il cricket per l'India, ovvero lo sport nazionale
Parlo del problema visibilità, che esiste, sullo sviluppo non mi pronuncio, data la mia inesperienza.
http://www.youtube.com/user/ipl?blend=1&ob=4
Diretta su youtube dell'IPL, ovvero "indian premier league" di Cricket, guardate in basso a sinistra i numeri del contatore per capire il successo.
Ora, non so quanto potrebbe costare, penso ad un canale FIR su youtube con 2 dirette a settimana (anticipo + una del sabato) con archivio degli highlights + extra (interviste, momenti del terzo tempo, cazzeggio con i tifosi), con entrate costituite da minispot durante le dirette e banner fissi sulla pagina.
Libero dalle prese per il culo palinsestiche RAI, sarebbe visibile ovunque a livello mondiale (si ok, se ci fossero 100 persone out of Italy che lo guardano...magari) superando l'ostacolo visibilità delle TV locali.
Non risolve nulla nell'immediato, sarebbe guardato da noi appassionati, probabilmente lo guarderemmo in 10000, ma se funzionasse bene potrebbe ricreare nel tempo uno "zoccolo duro" di cui sopra qualcuno parlava e destare l'interesse di qualche sponsor, pure i club quindi potrebbe guadagnarci.
Certo è una prospettiva di medio periodo, il rugby in Italia non è come il cricket per l'India, ovvero lo sport nazionale
http://illinkpiubellodelmondo.com/ : un blog da non leggere.
-
Namor
- Messaggi: 375
- Iscritto il: 5 dic 2008, 12:19
Re: sentiamo le proposte
Ti quoto assolutamente,tafano.Youtube ha una visibilità tale,che tanti idioti facendo idiozie e filmandole,sono diventati famosissimi,a volte invitati in tv ed i loro canali sul tubo sono tempestati di visite e commenti.Questi individui offrono spettacoli beceri,cosa che non è il Super10 ,anzi credo che come alle volte mi è capitato di guardare le partite più disparate solo perchè aggratis in streaming,molte altre persone sarebbero incuriosite dal campionato italiano,anche solo perchè aggratis.Certo non sarebbe la panacea di tutti i mali ed il rimedio a tutto quello che la Fir non ha fatto,ma un buon inizio.Poi comunque l'Italia è il paese del nonsense,visto che Dhalia trasmette la NRL australiana in diretta... 
We will,we will RUCK you!
- Emy77
- Site Moderator

- Messaggi: 5445
- Iscritto il: 7 set 2004, 0:00
- Località: Una bergamasca a Genova
- Contatta:
Re: sentiamo le proposte
Prima di tutto, stretta di mano e complimenti per l'ottimo spunto di discussione!
Giustissima l'immagine della piramide che però sfortunatamente... non lo è! La nazionale è una punta di piramide che sta sospesa nel nulla, un bel po' sopra e del tutto staccata dal resto (tipo Stargate insomma): per il 99,qualcosa% degli italiani il rugby italico coincide solo con la nazionale e tra l'altro, a forza di sconfitte più o meno onorevoli, quei pochi che han provato ad avvicinarsi, appeal degli AB a San Siro a parte, si stanno giustamente e progressivamente rompendo le palle e passeranno presto ad altro, magari all'NFL (che su ESPN è una figata immensa). Per far sì che la piramide sia davvero tale e che la nazionale non sia un UFO ma sia realmente la punta di un movimento che ci sta dietro bisognerebbe partire dalla base e dunque investire prima di tutto sul rugby nelle scuole, sui settori giovanili, sulle società che lavorano sodo per crescere e per far crescere, su una politica che possa accorgersi dei giocatori promettenti sparsi per giovanili, serie A, serie B e serie C (ma nel rugby italiano esistono gli osservatori?), supportare le società che li seguono e guidarli in una crescita in ottica nazionale se davvero meritevoli, formare con competenza allenatori e tecnici a tutti i livelli, curare i campionati, fino ad arrivare ad un movimento armonico che funziona nei suoi vari passaggi e che lavora per formare potenziali giocatori per la nazionale, affinchè sia davvero l'espressione di tutto questo movimento.
Però... per fare tutto questo ci vuole fatica, ci vogliono soldi, ci vuole coordinamento, ci vuole organizzazione, ci vuole programmazione (questa sconosciuta) e, ancora di più ci vuole tempo, ci vogliono anni perchè un sistema così una volta messo a regime inizi a girare davvero come si deve e vada poi avanti praticamente da solo: vogliamo mettere com'è più facile organizzare tutto a spanne, trascurare tutto per potersi concentrare solo su una nazionale programmata giorno dopo giorno, partita dopo partita, senza uno straccio di programmazione a lungo termine (eppure la Francia qualcosina la dovrebbe insegnare) e infarcita di giocatori diventati italiani giusto in tempo per infilarsi quella maglia e sulla cui crescita non si è investito mezzo euro o mezzo minuto? E così si và avanti, test match dopo test match, 6N dopo 6N, senza rendersi conto che l'abisso tra noi e le altre nazionali che incontriamo è sempre più profondo e non per i 20-30-40 punti che si prendono, ma per tutto quello che ci sta dietro (e che poi si esemplifica nei risultati).
La totale mancanza di rugby italiano in chiaro in tv segue la logica del "la nazionale tira, il resto amen": uno che dopo aver visto una partita di 6N e che volesse capire che campionati ci sono in Italia, chi è forte, insomma come funzionano le cose, non avrà grazia nemmeno di sentire i risultati del S10 letti durante un notiziario sportivo. Il livello del S10 è basso? Vero, ma se le cose funzionassero bene nel loro complesso, come tutti qui auspichiamo e proponiamo, il S10 migliorerebbe insieme a tutto il resto, o meglio, come conseguenza del miglioramento di tutto il resto. La Celtic in una fase diciamo di passaggio, cioè se questo modello venisse avviato, può essere anche mediaticamente una buona risorsa: son solo due squadre italiane, però il livello della competizione è alto, il fatto di un campionato internazionale attraente, insomma, si può spendere bene e può fare da apripista per il "nuovo rugby" a seguire, sia mediaticamente che economicamente se l'impresa dovesse funzionare. Allora però diventa d'obbligo, già da ora con la Celtic, la professionalità: da un certo livello in su non si deve e non si può più fare affidamento su volontariato, dilettantismo e buona volontà, se no non si và da nessuna parte.
Dunque, l'uovo oggi o la gallina domani? Battere, se e quando capita, la Scozia oggi senza il nulla sotto o essere nazionale più credibile, solida, competitiva domani o dopodomani?
C'è anche la terza opzione: accontentarsi di un rugby come sport poco più che di nicchia, basato su dilettantismo e volontariato, senza però a quel punto farsi venire il sangue amaro se la nazionale precipita nel ranking o se i campionati funzionano alla viva il parroco.
Dove la mettete voi la crocetta?
Giustissima l'immagine della piramide che però sfortunatamente... non lo è! La nazionale è una punta di piramide che sta sospesa nel nulla, un bel po' sopra e del tutto staccata dal resto (tipo Stargate insomma): per il 99,qualcosa% degli italiani il rugby italico coincide solo con la nazionale e tra l'altro, a forza di sconfitte più o meno onorevoli, quei pochi che han provato ad avvicinarsi, appeal degli AB a San Siro a parte, si stanno giustamente e progressivamente rompendo le palle e passeranno presto ad altro, magari all'NFL (che su ESPN è una figata immensa). Per far sì che la piramide sia davvero tale e che la nazionale non sia un UFO ma sia realmente la punta di un movimento che ci sta dietro bisognerebbe partire dalla base e dunque investire prima di tutto sul rugby nelle scuole, sui settori giovanili, sulle società che lavorano sodo per crescere e per far crescere, su una politica che possa accorgersi dei giocatori promettenti sparsi per giovanili, serie A, serie B e serie C (ma nel rugby italiano esistono gli osservatori?), supportare le società che li seguono e guidarli in una crescita in ottica nazionale se davvero meritevoli, formare con competenza allenatori e tecnici a tutti i livelli, curare i campionati, fino ad arrivare ad un movimento armonico che funziona nei suoi vari passaggi e che lavora per formare potenziali giocatori per la nazionale, affinchè sia davvero l'espressione di tutto questo movimento.
Però... per fare tutto questo ci vuole fatica, ci vogliono soldi, ci vuole coordinamento, ci vuole organizzazione, ci vuole programmazione (questa sconosciuta) e, ancora di più ci vuole tempo, ci vogliono anni perchè un sistema così una volta messo a regime inizi a girare davvero come si deve e vada poi avanti praticamente da solo: vogliamo mettere com'è più facile organizzare tutto a spanne, trascurare tutto per potersi concentrare solo su una nazionale programmata giorno dopo giorno, partita dopo partita, senza uno straccio di programmazione a lungo termine (eppure la Francia qualcosina la dovrebbe insegnare) e infarcita di giocatori diventati italiani giusto in tempo per infilarsi quella maglia e sulla cui crescita non si è investito mezzo euro o mezzo minuto? E così si và avanti, test match dopo test match, 6N dopo 6N, senza rendersi conto che l'abisso tra noi e le altre nazionali che incontriamo è sempre più profondo e non per i 20-30-40 punti che si prendono, ma per tutto quello che ci sta dietro (e che poi si esemplifica nei risultati).
La totale mancanza di rugby italiano in chiaro in tv segue la logica del "la nazionale tira, il resto amen": uno che dopo aver visto una partita di 6N e che volesse capire che campionati ci sono in Italia, chi è forte, insomma come funzionano le cose, non avrà grazia nemmeno di sentire i risultati del S10 letti durante un notiziario sportivo. Il livello del S10 è basso? Vero, ma se le cose funzionassero bene nel loro complesso, come tutti qui auspichiamo e proponiamo, il S10 migliorerebbe insieme a tutto il resto, o meglio, come conseguenza del miglioramento di tutto il resto. La Celtic in una fase diciamo di passaggio, cioè se questo modello venisse avviato, può essere anche mediaticamente una buona risorsa: son solo due squadre italiane, però il livello della competizione è alto, il fatto di un campionato internazionale attraente, insomma, si può spendere bene e può fare da apripista per il "nuovo rugby" a seguire, sia mediaticamente che economicamente se l'impresa dovesse funzionare. Allora però diventa d'obbligo, già da ora con la Celtic, la professionalità: da un certo livello in su non si deve e non si può più fare affidamento su volontariato, dilettantismo e buona volontà, se no non si và da nessuna parte.
Dunque, l'uovo oggi o la gallina domani? Battere, se e quando capita, la Scozia oggi senza il nulla sotto o essere nazionale più credibile, solida, competitiva domani o dopodomani?
C'è anche la terza opzione: accontentarsi di un rugby come sport poco più che di nicchia, basato su dilettantismo e volontariato, senza però a quel punto farsi venire il sangue amaro se la nazionale precipita nel ranking o se i campionati funzionano alla viva il parroco.
Dove la mettete voi la crocetta?
"La penna dolcissima intinta nell'arsenico" (Cit.)
-
TommyHowlett
- Messaggi: 3686
- Iscritto il: 7 apr 2004, 0:00
- Località: Porto Viro
Re: sentiamo le proposte
?????????Bacioci ha scritto: ...
2) proprio pensando agli anni 80, in cui c'era tantissima gente che seguiva il rugby, dobbiamo ricordarci che si vedevano sì e no 10 partite all'anno. Eppure il livello del campionato era molto buono e c'era un movimento che generava giocatori di qualità in modo abbastanza costante.
...
Non confondiamo gli stadi pieni di Padova, Rovigo, Treviso e L'Aquila con il seguito generale del rugby, che, Veneto e qualche altra piccola realtà (sempre L'Aquila) a parte, era nullo o poco più. Poi magari il livello del campionato era pure molto buono, ma essendo mancate le possibilità di confronto con altri campionati, risulta difficile averne prova; sicuramente il fatto che il potenziale delle squadre più forti era legato alla presenza o meno di 1 (uno) o al massimo due stranieri, certamente di eccelsa qualità rispetto a quelli odierni ma pur sempre in numero di uno o due, la dice lunga sul valore complessivo del rugby italiano anni '80. Infine la nazionale di allora lottava ad armi pari con Romania e URSS, le prendeva di brutto dalla Francia "A" e nemmeno si sognava di chiedere di giocare contro le "5 nations".
Non so se i miei giocatori bevono whisky. So che bevendo frappé non si vincono molte partite.
-
VANZANDT
- Messaggi: 5236
- Iscritto il: 17 feb 2010, 16:41
Re: sentiamo le proposte
riflessione giusta ma in ritardo di un decennio. il periodo perfetto (a dispetto della solita solfa che bisognava ottenere risultati in fretta) era quello a partire dal 6n, si poteva far decollare veramente il rugby italiano a patto che alla guida ci fossero persone capaci e con la volontà di farlo ora probabilmente avremmo raccolto i primi risultati invece si è preferito l'uovo oggi e i risultati sono sotto gli ochhi di tutti. ora non so se c'è qualcuno che crede che le stesse persone che hai gestito sciaguratamente i 10 anni di 6n riusciranno a fare qualcosa di meglio con la storia celtic ed infatti grosso modo la stasso gestendo come hanno fatto in passato. la differenza della celtic è che una parola importante ce l'hanno i due club ma credo che prima di tutto, anche loro, cercheranno risultati in fretta quindi cercheranno le scappatoie per imbarcare di tutto e di più. in ultima analisi qualsisasi forma di cambiamento o solo di scelto che non sia un vivacchiare passa attraverso l'azzeramento della FIR. temo però che tra 10 anni avremo ancora il nostro ascione.Emy77 ha scritto:................................
Dunque, l'uovo oggi o la gallina domani? Battere, se e quando capita, la Scozia oggi senza il nulla sotto o essere nazionale più credibile, solida, competitiva domani o dopodomani?
?
-
Satiro
- Messaggi: 1424
- Iscritto il: 1 nov 2006, 18:54
- Località: Roma
Re: sentiamo le proposte
Emy77 ha scritto:Prima di tutto, stretta di mano e complimenti per l'ottimo spunto di discussione!
"gli uomini si dividono in due categorie...quelli con la pistola carica e quelli che scavano....TU SCAVI"
- diddi
- Messaggi: 2482
- Iscritto il: 28 feb 2006, 0:00
- Località: Roma
Re: sentiamo le proposte
Guarda, se le franchige pensassero di sopravvivere alla CL con i giocatori della tipologia che hanno ingaggiato fino a ieri per il S10, allora sì che starebbero (e staremmo) freschi!VANZANDT ha scritto:...una parola importante ce l'hanno i due club ma credo che prima di tutto, anche loro, cercheranno risultati in fretta quindi cercheranno le scappatoie per imbarcare di tutto e di più...
Qui ci vogliono giocatori che sappiano stare in campo contro i nazionali irlandesi, gallesi e scozzesi e contro quelli che loro ingaggiano (Howlett, De Villiers, Nacewa, CJ Van der Linde, Jerry Collins, ecc... e scusate se è poco!).
No, qui non si può "imbarcare di tutto e di più", qui bisogna andare col coltello tra i denti, fare proposte sensate a giocatori funzionali allo scopo, tagliare chi non può produrre e investire su chi potrebbe farlo in futuro.
Ma sono sicuro che Benetton e Aironi non hanno bisogno dei miei consigli.
Peterino
Chi sa fa, chi non sa insegna a fare
Chi sa fa, chi non sa insegna a fare
-
Squilibrio
- Messaggi: 5150
- Iscritto il: 28 lug 2006, 20:35
Re: sentiamo le proposte
Emy vado controcorrente rispetto al tuo pensioero dicendo che ai neofiti (a parma sono in molti) piace il rugby e non distinguono molto il basso o l'alto livello non essendo dei tecnici, il problema invece è un altro:
io neofita non so quando c'è la partita di rugby a parma, non leggo la gazzetta di parma e se la leggo non arrivo allo sport (chiaramente noi a parma guardiamo nell'ordine la pagina dei morti, lettere al direttore, cronaca locale e se ci rimane tempo la pagina dello sport) quindi non so dove e a che ora si gioca (spesso sulla gazzetta esiste l'articolo ma manca orario e data o capita che l'orario sia sbagliato), almeno una volta anche con meno soldi in centro si vedeva qualche locandina adesso no.
Altro problema è il prezzo del biglietto che arriva a costare 20 euro contro il bucuresti (meno di 100 spettatori giocatori compresi) che rende difficile ad una famiglia seguire costantemente le partite.
Del campionato frammentato non c'è bisogno di aggiungere altro (lo ha voluto la fir e lo hanno voluto i club più forti in passato con il silenzio del resto d'italia quindi colpevoli tutti) ma il punto più grosso e il nostro fracassarci i maroni da soli che da ottimi vip quali siamo non di meglio da fare che sputtanare la nostra società, la nostra squadra e tutto il resto in perfetto stile calcistico.
Se alla fine siamo noi i primi a impedire la vendita del nostro prodotto anche se qualcuno vuole entrare nel nostro negozio non possiamo poi lamentarci se andiamo in bancarotta
io neofita non so quando c'è la partita di rugby a parma, non leggo la gazzetta di parma e se la leggo non arrivo allo sport (chiaramente noi a parma guardiamo nell'ordine la pagina dei morti, lettere al direttore, cronaca locale e se ci rimane tempo la pagina dello sport) quindi non so dove e a che ora si gioca (spesso sulla gazzetta esiste l'articolo ma manca orario e data o capita che l'orario sia sbagliato), almeno una volta anche con meno soldi in centro si vedeva qualche locandina adesso no.
Altro problema è il prezzo del biglietto che arriva a costare 20 euro contro il bucuresti (meno di 100 spettatori giocatori compresi) che rende difficile ad una famiglia seguire costantemente le partite.
Del campionato frammentato non c'è bisogno di aggiungere altro (lo ha voluto la fir e lo hanno voluto i club più forti in passato con il silenzio del resto d'italia quindi colpevoli tutti) ma il punto più grosso e il nostro fracassarci i maroni da soli che da ottimi vip quali siamo non di meglio da fare che sputtanare la nostra società, la nostra squadra e tutto il resto in perfetto stile calcistico.
Se alla fine siamo noi i primi a impedire la vendita del nostro prodotto anche se qualcuno vuole entrare nel nostro negozio non possiamo poi lamentarci se andiamo in bancarotta
-
VANZANDT
- Messaggi: 5236
- Iscritto il: 17 feb 2010, 16:41
Re: sentiamo le proposte
diddi ha scritto:Guarda, se le franchige pensassero di sopravvivere alla CL con i giocatori della tipologia che hanno ingaggiato fino a ieri per il S10, allora sì che starebbero (e staremmo) freschi!VANZANDT ha scritto:...una parola importante ce l'hanno i due club ma credo che prima di tutto, anche loro, cercheranno risultati in fretta quindi cercheranno le scappatoie per imbarcare di tutto e di più...
Qui ci vogliono giocatori che sappiano stare in campo contro i nazionali irlandesi, gallesi e scozzesi e contro quelli che loro ingaggiano (Howlett, De Villiers, Nacewa, CJ Van der Linde, Jerry Collins, ecc... e scusate se è poco!).
No, qui non si può "imbarcare di tutto e di più", qui bisogna andare col coltello tra i denti, fare proposte sensate a giocatori funzionali allo scopo, tagliare chi non può produrre e investire su chi potrebbe farlo in futuro.
Ma sono sicuro che Benetton e Aironi non hanno bisogno dei miei consigli.
la vera discriminante sarà vedere quanti giocatori FORMATI DAL MOVIMENTO ITALIANO (roba vera non giochi di parole) saranno in campo nei XV delle due formazione.......tra qualche mese lo vedremo. sono scettico ma sarei contento di essere smentito.
-
nino22
- Messaggi: 3298
- Iscritto il: 24 gen 2005, 0:00
- Località: San Cataldo (CL)
Re: sentiamo le proposte
Proposte??
Eccole, del resto non mi sono mai tirato indietro.
- Le accademie cosi strutturate imho non hanno futuro, zero spirito di appartenenza, cosa secondo me fondamentale nel gioco del rugby, poi un vivaio strutturato del tipo u15 poi u17 ecc. ecc. è tutta un altra cosa, allora meglio ispirarsi al modello inglese, ogni team di alto livello ed anche non ha la sua accademia, la FIR deve investire su di esse aiutando principalmente con strutture, mezzi e personale umano.
- La Celtic è fatta, ormai ci siamo e non possiamo tirarci indietro, ma non tralasciamo il rugby di base, un bel campionato a 14 squadre, andata + ritorno + playoff, obbligo di x italiani (equiparati esclusi) in campo e stabilire un minimo di U20 in campo.
- La circolazione dei giocatori dal campionato italiano alla Celtic era fondamentale ...
- Stop alla politica del kilo rugby su tutto il movimento, i giocatori vanno scelti perchè bravi non xchè 90-60-90
- Programmare un programma serio di formazione (a costo di importare formatori stranieri) per gli allenatori italiani, se i nostri arrivano in nazionale che peccano di fondamentali un motivo ci sarà
Può bastare??
Vado a cena .....
Eccole, del resto non mi sono mai tirato indietro.
- Le accademie cosi strutturate imho non hanno futuro, zero spirito di appartenenza, cosa secondo me fondamentale nel gioco del rugby, poi un vivaio strutturato del tipo u15 poi u17 ecc. ecc. è tutta un altra cosa, allora meglio ispirarsi al modello inglese, ogni team di alto livello ed anche non ha la sua accademia, la FIR deve investire su di esse aiutando principalmente con strutture, mezzi e personale umano.
- La Celtic è fatta, ormai ci siamo e non possiamo tirarci indietro, ma non tralasciamo il rugby di base, un bel campionato a 14 squadre, andata + ritorno + playoff, obbligo di x italiani (equiparati esclusi) in campo e stabilire un minimo di U20 in campo.
- La circolazione dei giocatori dal campionato italiano alla Celtic era fondamentale ...
- Stop alla politica del kilo rugby su tutto il movimento, i giocatori vanno scelti perchè bravi non xchè 90-60-90
- Programmare un programma serio di formazione (a costo di importare formatori stranieri) per gli allenatori italiani, se i nostri arrivano in nazionale che peccano di fondamentali un motivo ci sarà
Può bastare??
Vado a cena .....
-
GiorgioXT
- Messaggi: 5452
- Iscritto il: 19 mag 2004, 0:00
Re: sentiamo le proposte
Ne ho scritte tante di proposte, ma non mi tiro indietro .
Prima di tutto un appunto : giustissimo l'esempio della pallanuoto che ha avuto da sempre l'accento sulla tecnica da noi italiani
ma può anche contare su tradizione e diffusione , perché due bimbi su tre in piscina ci vanno ("perché fa bene...") e di questi 1 su tre viene a contatto con l'agonismo o la pallanuoto ... sono numeri importanti , che noi ci sognamo...
Super10 : non e' più brutto degli altri campionati, ed e' pure meno scontato come risultati . Il problema e' che da anni non esiste nessuna promozione degli eventi, anzi , da parte FIR vi e' disprezzo
e svalutazione del prodotto ... La TV , anche via Web , deve essere il veicolo per far conoscere ed avvicinare il pubblico ... non più di 4 stagioni fa c'erano più stranieri che italiani in un Flaminio con ampi spazi vuoti... e visto che
la nazionale fa da 10 anni più o meno gli stessi risultati ... non sono questi a trainare, ma se calcoliamo
l'investimento in promozione della nazionale... abbiamo la risposta.
Prima di tutto un appunto : giustissimo l'esempio della pallanuoto che ha avuto da sempre l'accento sulla tecnica da noi italiani
ma può anche contare su tradizione e diffusione , perché due bimbi su tre in piscina ci vanno ("perché fa bene...") e di questi 1 su tre viene a contatto con l'agonismo o la pallanuoto ... sono numeri importanti , che noi ci sognamo...
Super10 : non e' più brutto degli altri campionati, ed e' pure meno scontato come risultati . Il problema e' che da anni non esiste nessuna promozione degli eventi, anzi , da parte FIR vi e' disprezzo
e svalutazione del prodotto ... La TV , anche via Web , deve essere il veicolo per far conoscere ed avvicinare il pubblico ... non più di 4 stagioni fa c'erano più stranieri che italiani in un Flaminio con ampi spazi vuoti... e visto che
la nazionale fa da 10 anni più o meno gli stessi risultati ... non sono questi a trainare, ma se calcoliamo
l'investimento in promozione della nazionale... abbiamo la risposta.
-
GiorgioXT
- Messaggi: 5452
- Iscritto il: 19 mag 2004, 0:00
Re: sentiamo le proposte
Continuo ...
Le accademie servono, ma dove non ci sono club che fanno formazione o dove sono troppo deboli ! fare una accademia a parma, roma o mogliano è semplicemente stupido ... spedisci i tuoi tecnici in giro ad aiutare , ma anche ad imparare da quello che si fa sul campo, e potrai formare molti più giocatori.
Per farli crescere poi, questi devono giocare tutti, giocare il più possibile ed al più alto livello di difficoltà possibile , per questo servono campionati competitivi ed affollati - non limitare il confronto a poche realtà - servono soldi ? certo! ma sarebbero bene investiti.
Io sono convinto che sarebbe possibile creare un circolo virtuoso di sviluppo, basato dei concetti semplici e verificabili : crescita reale dei vivai , premiare chi lavora meglio, sostenere e promuovere i campionati nazionali ed interni - possibile che nemmeno una volta, nemmeno per pochi secondi si sia detto al pubblico di Udine o a quello di Ascoli che ogni week-end si gioca a rugby anche nella loro città (o vicino)?
La questione è che prima di tutto deve cambiare l'atteggiamento della dirigenza, che vede il rugby al di sotto della nazionale non come la base che sostiene la piramide, ma come dei vagoni che appesantiscono inutilmente la corsa della Locomotiva Nazionale verso migliori e progressivi destini ... e le ultime decisioni lo confermano purtroppo....
Io sono del tutto convinto che non solo il S10 o campionato d'eccellenza possa sfondare sul video, ma anche la serie A e perfino le giovanili ! noi sottovalutiamo la capacità di attrazione del nostro sport - specie in presenza di così poche alternative.
Certo non si avrà l'audience immediata, ma una canale web dedicato o uno sul digitale terrestre funzionerebbero eccome.
Le accademie servono, ma dove non ci sono club che fanno formazione o dove sono troppo deboli ! fare una accademia a parma, roma o mogliano è semplicemente stupido ... spedisci i tuoi tecnici in giro ad aiutare , ma anche ad imparare da quello che si fa sul campo, e potrai formare molti più giocatori.
Per farli crescere poi, questi devono giocare tutti, giocare il più possibile ed al più alto livello di difficoltà possibile , per questo servono campionati competitivi ed affollati - non limitare il confronto a poche realtà - servono soldi ? certo! ma sarebbero bene investiti.
Io sono convinto che sarebbe possibile creare un circolo virtuoso di sviluppo, basato dei concetti semplici e verificabili : crescita reale dei vivai , premiare chi lavora meglio, sostenere e promuovere i campionati nazionali ed interni - possibile che nemmeno una volta, nemmeno per pochi secondi si sia detto al pubblico di Udine o a quello di Ascoli che ogni week-end si gioca a rugby anche nella loro città (o vicino)?
La questione è che prima di tutto deve cambiare l'atteggiamento della dirigenza, che vede il rugby al di sotto della nazionale non come la base che sostiene la piramide, ma come dei vagoni che appesantiscono inutilmente la corsa della Locomotiva Nazionale verso migliori e progressivi destini ... e le ultime decisioni lo confermano purtroppo....
Io sono del tutto convinto che non solo il S10 o campionato d'eccellenza possa sfondare sul video, ma anche la serie A e perfino le giovanili ! noi sottovalutiamo la capacità di attrazione del nostro sport - specie in presenza di così poche alternative.
Certo non si avrà l'audience immediata, ma una canale web dedicato o uno sul digitale terrestre funzionerebbero eccome.
-
Laporte
- Messaggi: 8846
- Iscritto il: 8 mar 2008, 10:01
Re: sentiamo le proposte
Un threda coem questo merita rispetto. Dunque per adesso non esprimo ancora le mie proposte. Devo però anticipare, che putroppo il rapporto con i media è diverso da quello dedli anni '80. negli anni '80 la TV (Finivest, TMC, ma anche la RAI e sopratutto la indimenticabiel Capodistria) portarono in TV molto sport , sopratutto favoriro la diffusione di alcuni sport.
Cambiò il mondo. Prima di allora, ad esempio le partite di coppa di calcio andavano in onda (una sola) in differita il mercoledì notte. Le dirette erano riservate a semifinali (se c'erano le Italiane) e finali (senza dimenticare che la finale di coppa campioni del 1978-79 se non erro fu trasmessa partire dal 30', per una tribuna politica....)
Con i nuovi network, molto sport, sopratutto, Basket, Volley, FA ma anche rugby arrivarono in TV. E questo ne favorì la diffusione. Sopratutto di quelli radicati nelel scuole e/o con risultati sportivi interessanti per le nostre squadre. Purtoppo il rugby (ma neppure il FA) avevano una delel due caratteristiche e si persero per strada.
Oggi questo non è più possbile. Masediaset fa solo calcio e mottomondiale, la RAI fa reality e calcio e F1. Insomma solo gli sport imperanti. Che danno audience certa. Buona per i pubblicitari
TMC non c'è più , (la 7 è un'altra cosa) , capodistria si vede solo in friuli-VG (forse) ed è stata ridimensionata.
Sulle TV generaliste ormai passa solo più quello che da audience certa e non solo nello sport. La possibilità di appasionare chui per caso passa su un canale TV sono meno che zero...
Occorrono strade nuove. Quali non so, ma bisogna prendere atto che occorrono schemi nuovi che pensare a schenmi mediatici da anni '80 non serve. occorre pensare ai mass media del 2015 non del 1985.
IMHO
Cambiò il mondo. Prima di allora, ad esempio le partite di coppa di calcio andavano in onda (una sola) in differita il mercoledì notte. Le dirette erano riservate a semifinali (se c'erano le Italiane) e finali (senza dimenticare che la finale di coppa campioni del 1978-79 se non erro fu trasmessa partire dal 30', per una tribuna politica....)
Con i nuovi network, molto sport, sopratutto, Basket, Volley, FA ma anche rugby arrivarono in TV. E questo ne favorì la diffusione. Sopratutto di quelli radicati nelel scuole e/o con risultati sportivi interessanti per le nostre squadre. Purtoppo il rugby (ma neppure il FA) avevano una delel due caratteristiche e si persero per strada.
Oggi questo non è più possbile. Masediaset fa solo calcio e mottomondiale, la RAI fa reality e calcio e F1. Insomma solo gli sport imperanti. Che danno audience certa. Buona per i pubblicitari
TMC non c'è più , (la 7 è un'altra cosa) , capodistria si vede solo in friuli-VG (forse) ed è stata ridimensionata.
Sulle TV generaliste ormai passa solo più quello che da audience certa e non solo nello sport. La possibilità di appasionare chui per caso passa su un canale TV sono meno che zero...
Occorrono strade nuove. Quali non so, ma bisogna prendere atto che occorrono schemi nuovi che pensare a schenmi mediatici da anni '80 non serve. occorre pensare ai mass media del 2015 non del 1985.
IMHO