JosephK. ha scritto:Dopo la premessa torno al discorso light vs touch. Per me i tuoi figli si divertirebbero molto di più con il light (falli provare) o con una versione del light adattata. Io ho giocato a light persino durante un matrimonio e si è unita anche la sposa... Fai te...
Fa paura il tocco sotto la vita? Usiamo il tocco a due mani dalle spalle in giù, secondo me questo è il punto meno determinante. Invece determinante in positivo, come detto sopra, sono il gioco al piede e l'azione che continua se l'ovale cade.
Poi sono d'accordo quando si sostiene che il touch e il light possono essere giocati insieme, il touch da chi vuole completamente evitare qualsivoglia possibilità di "incontri" anche minimissimimissimi e il light da chi si vuole divertire con qualcosa di più (giudizio personale) vario e completo. Solo mi fa un po' strano che mentre il light sia praticamente la versione "ufficiale" del tocco da allenamento anche nel "rugby a 15 con placcaggio", non sia quasi per nulla giocato dai "toccatori" non "rugbysti a 15" che si accontentano di una versione (altro giudizio personale) meno bello, meno ricco di situazioni, oltre che meno avvicinabile al rugby a 15...
Per quello che ho visto io nella mia molto limitata esperienza, non esiste una "versione "ufficiale" del tocco da allenamento nel "rugby a 15 con placcaggio""; sotto ogni campanile ogni squadra gioca con le sue varianti.
E' qundi pressoché impossibile giocare al tocco tra squadre diverse senza finire "a calci e sputi" (lasciatemi spazio per un po' di cabaret) ed è questo il motivo principale per cui i tornei misti sono molto più divertenti per la parte "birra e salsicce" che non per quella agonistica.
L'intento di chi ha codificato il light rugby (correggimi lele se sbaglio) non era quello di creare regole al tocco per chi gioca con contatto, ma più che altro quello di avvicinare il più possibile chi per età, problemi fisici o personali non può "permettersi" il contatto. Persone che in genere già gravitano intorno a società di rugby (genitori ed ex giocatori).
I "toccatori" non è che si accontentano del touch per paura del contatto; semplicemente c'è un regolamento internazionale codificato, tornei internazionali con quelle regole ed uno sport con quelle caratteristiche (che, come giustamente Diddi sottolinea, privilegiano dinamica e tecnica). Spesso i praticanti provengono da altri sport. Certo, a me piacerebbe poter calciare, ma non si può. Però non direi che sia meno divertente né tanto meno ricco di situazioni.
Quanto all'interscambio tra le varie discipline, il rugby light è un esperimento che sta muovendo i primi passi; non è che sia giocato ovunque. E' capitato qui a milano di fare allenamenti insieme al touch, ma non esistono ad esempio tornei. Di sicuro non c'è alcuna volontà di tenere le distanze.
Ritornando invece sul passaggio dal touch al contatto, è chiaro che tutto è possibile con impegno e curiosità. Come è chiaro che si possono praticare entrambe le discipline. Però l'obiezione su bambini e neofiti una sua validità ce l'ha, e me l'ha fatta chi si occupa di minirugby, e credo anche sia una delle ragioni per cui la maggior parte delle società di rugby non vede il touch come complementare per il reclutamento.