rianimation ha scritto:dinamite ha scritto:copernico ha scritto:Secondo me basta usare solo un po di buon senso.Se uno è in ferie lo comunica e non penso che se salta un 'allenamento lo cacciano dall'accademia.Per la logistica la Fir ha sempre detto che per le spese di viaggio o alloggio ci pensava lei.Cerchiamo un po di ottimismo ragazzi che non guasta mai!!!!!!!!!!!!
Non è questione di ottimismo, ma di serietà: o nella comunicazione viene scritto che l'allenamento è facoltativo (per quelli che sono in Italia, o che non sono in vacanza, o che hanno voglia di farsi un allenamento, ecc.) oppure se scrivi che queste sedute sono fatte per testare se il lavoro estivo viene svolto (a proposito, chi ha visto la "scheda di lavoro" avrà potuto constatare che il lavoro non è certo di mantenimento, ma i ragazzi dovrebbero allenarsi molto duramente sei giorni su sette sia a luglio che ad agosto) ed allora è inutile andare a chiedere alla FIR di essere esonerati perchè si è in vacanza.
Ciò non vuol dire che sia giusto o sbagliato aver inserito il lavoro estivo e/o i sei allenamenti (per quattro ore) a 300/500/1000 Km. da dove uno si trova, ma delle due l'una: o è sintomo di una mancanza di organizzazione e programmazione; o, come penso, è solo un "alzare la posta" per vedere chi è veramente interessato. Saluti.
penso che tu stia parlando dei ragazzi del 1994 che dovranno affrontare forse per la prima volta un'anno di accademia con 4 ore di allenamento al giorno per quattro giorni più l'allenamento con i club di appartenenza ,la partita la domenica gli eventuali incontri infrasettimanali tra accademie tornei internazionali e incontri con squadre di club nazionali e non ,attività scolastica in scuole pubbliche che pretendono un percorso scolastico identico per tutti gli alunni e non importa se per tre o quattro o anche per dieci giorni di seguito sono impegnati sui campi da rugby ma i compiti devono sempre essere svolti senza esoneri .
direi che se un ragazzo è motivato per affrontare tutto questo poco interessa di perdere giorni di vacanza...ma se pensano di non aver voglia di fare un allenamento oppure di fare le meritate vacanze, e le famiglie che ambiscono ad avere un proprio figlio nelle accademie senza pensare che non sarà dura anche per loro bèh secondo me è meglio che si mettano intorno ad un tavolo e ridiscutano la cosa perchè non è "alzare la posta" ma rendersi conto che la posta è già molto alta e sarà una avventura dura, ricca di significati ma dura molto dura per tutti...
saluti
Anche se la descrizione della vita d'accademia mi pare un poco esagerata, hai ragione, evidentemente non sono abbastanza "duro", quindi chiederò a mio figlio di riconsiderare attentamente la cosa!
Quello che intendevo peraltro, è che essendo a conoscenza di due precedenti esperienze di ragazzi del '92, non ho mai sentito parlare di allenamento estivo pre-accademia, nè di 6 test fisici durante l'estate che di fatto, vista l'età dei ragazzi non permettono (anche alla famiglia?) di andare in vacanza se non a cavallo di ferragosto, senza contare che a quanto ne so, l'anno scorso i corsi scolastici al Maria Luigia erano adeguati ai ragazzi che entravano, mentre quest'anno i posti acconci non ci sono (!).
In pratica, la percezione che ho avuto della cosa, è la stessa di quando al termine di una trattativa, dopo aver finalmente raggiunto un accordo, la controparte tira fuori una richiesta dell'ultimo minuto (anche gravosa); e quando per mantenere in vita l'accordo, accetti
obtorto collo la detta clausola, la controparte ti chiede qualcos'altro ... ecco la sensazione è un po' questa.
Non so come la pensi tu, ma a mio avviso ciò non ha a che fare con la durezza, ma ripeto con la "correttezza" e/o con il sollecito della "motivazione", cioè mi permetto di insistere, con il fatto di ... "alzare la posta".
Detto ciò, ognuno è libero di accettare le sfide che vuole, e probabilmente la motivazione di mio figlio supererà tutti gli ostacoli che gli si frappongono all'entrata in accademia, il problema è che i sacrifici, come dicevi giustamente tu, non saranno solo dell'atleta ma di tutta la famiglia ... quando ce n'è una. Saluti.