GiorgioXT ha scritto:Ale_86 ha scritto:
Pienamente d'accordo, soprattutto su questa parte. Non é che le societá con penalizzazione siano "cattive" e "perfide" perché non vogliono investire sui giovani. É che per quenti sforzi facciano non é mai abbastanza.
No. è proprio il contrario , fare le giovanili vuole dire costi, tempi e personale da trovare, se non le faccio posso dedicarmi solo alla prima squadra , non è un vantaggio da poco, a cominciare dall'immediatamente ridurre a quasi niente il problema del campo da gioco. Detto brutalmente, se ho minirugby completo +u16+u18 mi servono tre campi, due sono comunque pochi e con altrettanti spogliatoi ... se li delego a qualcun'altro me ne basta uno, e con i soldi risparmiati mi compro il giocatore forte.
Ae per fare le giovanili vincenti mi vado a cercare i ragazzi in tutta italia ho soltanto sfruttato il lavoro degli altri , magari valorizzerò uno o due ragazzi, ma è molto di più quello che tolgo agli altri che quello che dò.
In entrambe i casi non avrò dato proprio nulla allo sviluppo del mio sport, se per sviluppo pensiamo ad uno sport che nel tempo si rinforza e progredisce.
Io non capisco proprio come si possa pensare ad un futuro del rugby in una nazione come la nostra prescindendo da due condizioni basilari : la realtà che ci dice che il rugby viene promosso e giocato dai club,
e non da altri, e dal merito sportivo, per cui chi lavora bene viene promosso e chi no punito.
Giorgio, io condivido la maggior parte dei principi che tu difendi, seppur per qualcuno in modalitá diversa. Peró ho l'impressione che la tua visuale sia un pó oscurata dal fatto di conoscere bene la realtá petrarchina, che non é la regola ma l'eccezione. Siccome io ho la visuale distorta dalla parte opposta (conosco principalmente le piccole societá), vorrei sottolineare due punti (sonocose giá dette qua e lá, spero di farne un riassunto decente), e poi magari potrai capire perché la penso in un certo modo, e suggerirmi qualcosa per ovviare a queste difficoltá. Ne sarei estremamente felice
Primo, le deleghe non sono "me ne frego delle giovanili e mi dedico solo alla prima squadra". Per il 90% delle societá che conosco e che usano le deleghe (prima fra tutte quella da cui provengo), il problema é sempre stato che, a fronte di interventi massicci (a proprie spese/tramite volontariato) nelle scuole e promozione nel territorio, capita spesso che in una categoria - la generazione "sfigata" per la quale non sei riuscito a portare un buon gruppo da una classe o due a giocare - ti titrovi con 12/14 giocatori.
Con le regole attuali, 12/14 giocatori vuol dire non fare la squadra (quando ero io in giovanile, ho giocato spesso e volentieri in due o tre in meno). Vuol dire che questi ragazzini o se ne vanno a venti/trenta chilometri alla societá piú vicina, o (molto piú probabilmente) se ne stanno a casa o scelgono altri sport. Ora, un'altra societá vicina, perché magari in una cittá piú popolosa, ha il problema opposto, cioé ha 28/29 ragazzini (non abbastanza per fare due squadre, ma troppi per farli giocare sempre nella stessa). Vuol dire che 4/5 di questi ragazzini non giocheranno di certo ogni domenica, o giocheranno scampoli di partita. Unendo le due squadre (cioé mandando i propri 11/12 a giocare per la societá piú popolosa tramite delega) praticamente fai giocare 15 ragazzini in piú. É un guadagno netto.
Secondo, una piccola societá spende facilissimamente piú del 70% del proprio budget nelle giovanili, e il resto ce lo mette in volontariato. D´altro canto, per raccogliere quei 500/1000 euro di sponsorizzazione (di cui appunto almeno 700 destinati alle giovanili), hai bisogno di una prima squadra - fosse anche in serie C - che faccia contenta l'osteria "Da Piero" che mette i soldi. Le due cose non sono scindibili. Piú di questo, non si riesce a fare. Peraltro, anche se uno vincesse alla lotteria e mettesse 10.000 per le giovanili, non é detto che questo porti risultati, perché nei piccoli centri conta anche un pó di fortuna e il cosiddetto "peer effect"
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Al tempo stesso credo che una societá di S10 o CL o Premiership o quel che sia spenda forse il 10% del proprio budget (molto maggiore) nelle giovanili. In soldoni, é come se le aliquote IRPEF fossero il 50% sotto i 15.000 € annui e il 15% sopra i 180.000€.
Cosa cambierebbe con un modello collaborativo a franchigia?
1) Fai economie di scala sui costi per le giovanili delle piccole squadre: invece di avere (esempio) 8/10 pseudo-allenatori per 4 societá, categorie u8-u12, pagati 400€ al mese e 4 reclutatori/allenatori a 300€ al mese (tutti part-time) ne avresti 2/3 pagati 1500 € a testa, full-time, che fanno solo quello (reclutano la mattina e allenano il pm) e fanno il giro delle squadre/cittá a giorni alterni.
2) Aumenteresti la qualitá, perché se prima avevi dei volenterosi dopolavoristi o pensionati, ora hai gente che fa solo quello e si prepara a dovere.
3) Una volta che sei collegato con una societá di alto livello, fai presto ad avere una maggiore disponibilitá monetaria: spendere 10.000 euro in piú su un budget da 1.000.000 é poca cosa, per 4 piccole societá é quasi tutto il loro bilancio.
4) La societá "madre" ne guadagna in immagine sul territorio e probabilmente in spettatori, fai "squadra" con i piccoli che poi ti portano denaro allo stadio.
5) I giocatori migrano tra le suqadre del territorio a seconda delle qualitá, garantendo alle squadre di serie C una rosa, a quelle di serie B una rosa decente, a quelle di serie A e superiori dei giovani a costo zero, addestrati secondo un modello tecnico progettato assieme e quindi in grado di adattarsi velocemente alle dinamiche delle squadra madre.
Questo é il mio pensiero, almeno. Certo, tu poni la questione del merito: il problema nasce quando la misura (i risultati) non corrisponde all´obiettivo (lo sforzo), e l'errore non si distribuisce casualmente. In quel caso le conclusioni che trarresti dalle tue misurazioni potrebbero essere drammaticamente sbagliate, e remare contro al tuo obiettivo, che é e sará sempre quello di far crescere la quantitá e la qualitá dei praticanti.
Per esempio: La societá da cui provengo ha (quasi) sempre avuto minirugby + u16 + u18, un anno anche la u20, alcune volte con una categoria in delega (quest'anno la 14, se non erro). Abbiamo sempre avuto solo un campo e mezzo (di patate, s'intende), e ora pare che il comune voglia toglierci anche quello. In mezzo a tutte queste difficoltá, se penalizzi la prima squadra con l'esclusione dal campionato (mancata u14, abbiamo solo una dozzina di ragazzini) non ci saranno i soldi per finanziare le giovanili, la societá chiude i battenti, piú di un centinaio di ragazzini/ragazzi se ne staranno a casa, con solo alcuni di loro che verranno recuperati da societá circostanti.
Fa bene questo al movimento?
Scusate per la lunghezza
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