RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

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calep61
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RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da calep61 »

A discapito dei suoi inizi, nella prima metà del ‘900, che vide il rugby italico trionfare nelle due più significative città nazionali, Milano e Roma, ma anche muovere i suoi primi passi in altre primarie città come Torino, Genova e Bologna, negli ultimi 50 anni è la sana e laboriosa Provincia italiana ad essere caratterizzata da esempi di eccellenza rugbystica con Padova, Rovigo, Treviso, ma anche l’Aquila e Parma, dove al Tardini si faceva il pienone molto prima che si affacciasse il calcio, piuttosto che a Calvisano e a Viadana, elencando solo alcune località tra le più rinnomate.
Per quale motivo le grandi città sembrerebbero essere rimaste a latere del vertice del movimento rugbystico nazionale che perdendo forti centri di aggregazione mediatica, non fosse altro per il numero di abitanti di una metropoli, comprensiva del suo articolato interland, rispetto alla provincia ha anche perso importanti opportunità per beneficiare dell’intrinseco valore economico che il coinvolgimento agli alti livelli di queste piazze avrebbe comportato.
Guarda caso, per le partite interne degli Aironi in HC, il management della franchigia italiana ha pensato di appoggiarsi alla piazza di Monza.
Perché in buona parte del mondo rugbystico, ad eccezione di Inghilterra e Francia, forse, i club si dirigono sempre più verso contesti regionali e/o franchigie territoriali espandendo il loro coinvolgimento mediatico sul territorio, mentre in Italia sembrerebbe conservarsi un’esperienza involutiva ed in controtendenza?
Non farebbe meglio al rugby italiano il ritorno delle grandi città o, meglio, l’evoluzione verso contesti organizzativi più invasivi ed estesi sul territorio, superando le piccole roccaforti ancora pregnanti nel tessuto rugbystico nostrano?
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
Non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto.
Blaise Pascal
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
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Radagast
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Re: RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da Radagast »

diciamo che l'esperienza celtic vorrebbe (per ora velleitariamente) delocalizzare
e Monza è il primo timido tentativo di coinvolgere il resto della lombardia..
Immagine
…. perché chi combatterà ivi sarà per noi per sempre fratello e, per quanto sia di umile campionato,
questo giorno lo eleverà al disopra di qualsiasi professionista..
Zeu
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Re: RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da Zeu »

Esperimento ben riuscito tra l'altro, visto gli 8000 e passa coi Tigers e i 7000 e passa con Belfast. Non conosco le capienze degli stadi nelle grandi città ma a Milano oltre a San Siro troppo grande e all'Arena (tra l'altro impraticabile per le dimensioni del campo al netto della totale assenza di parcheggi) non mi risultano esserci stadi idonei per queste partite, Monza praticamente confina con Milano per cui mi sembra una scelta estremamente indovinata..
bonds
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Re: RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da bonds »

Zeu ha scritto:Esperimento ben riuscito tra l'altro, visto gli 8000 e passa coi Tigers e i 7000 e passa con Belfast. Non conosco le capienze degli stadi nelle grandi città ma a Milano oltre a San Siro troppo grande e all'Arena (tra l'altro impraticabile per le dimensioni del campo al netto della totale assenza di parcheggi) non mi risultano esserci stadi idonei per queste partite, Monza praticamente confina con Milano per cui mi sembra una scelta estremamente indovinata..
Facciamo 6000 e passa nella seconda partita...x il resto concordo con la tua analisi!
Ho provato ad annegare i miei problemi nell'alcool: hanno imparato a nuotare.
Zeu
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Re: RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da Zeu »

bonds ha scritto:
Zeu ha scritto:Esperimento ben riuscito tra l'altro, visto gli 8000 e passa coi Tigers e i 7000 e passa con Belfast. Non conosco le capienze degli stadi nelle grandi città ma a Milano oltre a San Siro troppo grande e all'Arena (tra l'altro impraticabile per le dimensioni del campo al netto della totale assenza di parcheggi) non mi risultano esserci stadi idonei per queste partite, Monza praticamente confina con Milano per cui mi sembra una scelta estremamente indovinata..
Facciamo 6000 e passa nella seconda partita...x il resto concordo con la tua analisi!
Azz.. com'è che ero così stretto anche alla seconda? :-] Mi sa che era colpa dei bimbi che son venuti a vedere la partita dell'intervallo :rotfl: Comunque grazie per il tuo supporto alla mia analisi, Wùhrer pagata!
bonds
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Re: RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da bonds »

Wuhrer accettata! :-]
Ho provato ad annegare i miei problemi nell'alcool: hanno imparato a nuotare.
GiorgioXT
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Re: RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da GiorgioXT »

Io invece sono piuttosto portato a pensare che sia proprio la provincia l'ambiente ideale per lo sviluppo del rugby , e non le grandi città; d'altra parte gli esempi Inglesi, Francesi ed Irlandesi lo confermano...

Tornando all'Italia, è molto difficile ottenere dei risultati di pubblico in zone che sono letteralmente soffocate dal calcio straripante, basti pensare a Roma, dove nonostante 1 o 2 squadre nella masima serie ed una presenza capillare di minirugby e giovanili il pubblico è sempre stato poco anche rispetto alle altre piazze del s10/eccellenza...
tonione
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Re: RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da tonione »

GiorgioXT, credo che i termini da tenere in considerazione siano quelli di "invasiva" e "superamento delle roccaforti".
sandrobandito

Re: RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da sandrobandito »

Centra la disponibilità economica immediata, e non la vedo rosea, ma forse nel piccolo anche la difficoltà è più gestibile.
Selezioni in challenge subito, meno stranieri in eccellenza, emergenti in coppa europa al posto dell'Italia A, sarebbero 40+40 ragazzi con un pò di ritmo a fine anno opzionabili per la pro12, con un'adeguata esperienza in campo, compresa l'abitudine a giocare con squadre diverse da quelle in cui si sono formati.
Se questi impegni fossero in carico ad una sorta di U23 le giovanili troverebbero il naturale sfogo verso le squadre del campionato, con maggior coinvolgimento dei territori, soldi permettendo.
Poi se non basta si possono sostituire gli Aironi con le Fiamme Oro e istituire una franchigia militare da far giocare al Flaminio... :lol:
calep61
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Re: RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da calep61 »

GiorgioXT ha scritto:Io invece sono piuttosto portato a pensare che sia proprio la provincia l'ambiente ideale per lo sviluppo del rugby , e non le grandi città; d'altra parte gli esempi Inglesi, Francesi ed Irlandesi lo confermano...

Tornando all'Italia, è molto difficile ottenere dei risultati di pubblico in zone che sono letteralmente soffocate dal calcio straripante, basti pensare a Roma, dove nonostante 1 o 2 squadre nella masima serie ed una presenza capillare di minirugby e giovanili il pubblico è sempre stato poco anche rispetto alle altre piazze del s10/eccellenza...
La PRovincia ha effettivamento saputo trainare il movimento italiano egregiamente, ma temo sia giunta alla sua massima forza espressivasotto il profilo economico, in particolare. Diventa difficile ampliare ulteriormente le opportunità di sponsorschipcon piazze che offrono platee di pochecentinaia di spettatori o, neicasimigliori, 1000/2000 spettatori. L'esperienza delle franchigie celtiche e' stata cercata anche per ottimizzare i ritorni economici e le forme di sponsor mediatico con unmaggiore coinvolgimento del territorio. Analoga decisione e' stata Assunta da anni nei paesi dell'emisfero sud.
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
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Umberto Eco
Luqa-bis
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Re: RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da Luqa-bis »

Non è detto che una città di dimensioni ristrette nonpossa garantire un pubblico adeguato.

Certo, il fattore di scala delle grandi città ha il suo peso, e anche il loro ruolo di catalizzatore delle realtà regionali, ma ,come dismotra ilcasoTreviso, anche in una piazza di dimensioni complessivamente ristrette o comunque non grandi si possono ottenere ottimi risultati di pubblico.

Parma potrebbe avere ottimi risultati per dimensioni e cultura rugbistica e sportiva.
Padova lo stesso.

A differenza della Nazionale,che ha un richiamo ovvio, per franchigie e squadre societarie servono:
- un meccanismo di identificazione : vado a vedere la "mia" squadra
- un prodotto di qualità: vado a vedere delbuonrugby giocato da una buona squadra
- una sistemazione logistica opportuna: ci arrivo bene in auto e con i mezzi pubblici, si sta comodi, c'è ilbar/ristorante/negozio/clubhouse.

La grande città non è necessaria e peraltro rappresenta un terreno da conquistare (nell'acquisizione di spettatori extra-rugby) più difficile della città media diprovincia: nelle grandi città oltre alle squadre di calcio di serie A,esistono anche buone espressioni di altri sport.

E proprio l'esempio degli altri sport conferma questa competitività delle medie e piccole città: osservate pallacanestro e pallavolo.

Certo Viadana e Calvisanosonoeffettivamente davvero piccole,mauna città di 100000-200000 abitanti può comunque essere un buon collettore.
Daddy
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Re: RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da Daddy »

Credo che il problema numerico del pubblico rugbystico della grande città sia: cosa vedrò/potrò vedere oggi? ...se l'orario delle varie partite ( Eccellenza, A, B, C Giovanili di livello e non) coincide?! ...il rugby è ancora uno sport di appassionati, quasi tutti sono coinvolti a vario titolo nelle squadre ed in campo ( giocatori, allenatori, arbitri, accompagnatori, genitori, parenti ed amici ). Ecco perchè i numeri appaiono scarsi, se uno per statistica facesse la somma delle varie realtà?! :wink: ...ma non saprei suggerire una soluzione :roll: Forse potrebbe essere far giocare la squadra top la domenica sera, il fine settimana rugbystico è finito ed a tutti andrebbe di vedersi una "bella" partita? ...il venerdì saremmo nella stessa situazione del sabato e domenica...tutti si allenano!
Luqa-bis
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Re: RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da Luqa-bis »

Daddy, il problema si pone soprattutto per le società che debbano partecipare a competizioni pro o semi-pro.

Pe le dilettantische e le giovanili la questione è un po' diversa.
calep61
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Re: RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da calep61 »

Daddy ha scritto:Credo che il problema numerico del pubblico rugbystico della grande città sia: cosa vedrò/potrò vedere oggi? ...se l'orario delle varie partite ( Eccellenza, A, B, C Giovanili di livello e non) coincide?! ...il rugby è ancora uno sport di appassionati, quasi tutti sono coinvolti a vario titolo nelle squadre ed in campo ( giocatori, allenatori, arbitri, accompagnatori, genitori, parenti ed amici ). Ecco perchè i numeri appaiono scarsi, se uno per statistica facesse la somma delle varie realtà?! :wink: ...ma non saprei suggerire una soluzione :roll: Forse potrebbe essere far giocare la squadra top la domenica sera, il fine settimana rugbystico è finito ed a tutti andrebbe di vedersi una "bella" partita? ...il venerdì saremmo nella stessa situazione del sabato e domenica...tutti si allenano!
Ecco, Daddy, forse inconsapevolmente, hai colto proprio il punto nodale del problema; il rugby è e rimane, al momento in italia, uno sport di soli appassionati.
Certo, detta così sembra un'eresia, ma il vero salto di qualità del calcio (tale criterio, peraltro, vale per ogni disciplina sportiva e/o artistica che si rivolge ad un pubblico, PAGANTE :D ) si è avuto quando ha incominciato a coinvolgere anche i non adepti o coloro che non conoscevano nel profondo questo sport al quale hanno cominciato ad avvicinarsi vuoi per caso, per opportunità logistica, per coinvolgimento mediatico. insomma, non solo perchè appassionati in quanto praticanti o ex praticanti. In questo senso mi chiedevo se la Provincia sia ancora in grado di assolvere pienamente al ruolo di volano evolutivo del movimento e se non fosse più adatto un coinvolgimento, se non delle grandi città, di entità organizzative territorialmente più estese all'insegna, appunto, delle franchigie che da qualche anno si sono inserite in Galles, Scozia ed irlanda e prima ancora in Australia e Sud Africa?
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
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GiorgioXT
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Re: RUGBY E LA PROVINCIA ITALIANA; QUALE NESSO?

Messaggio da GiorgioXT »

calep61 ha scritto:In questo senso mi chiedevo se la Provincia sia ancora in grado di assolvere pienamente al ruolo di volano evolutivo del movimento e se non fosse più adatto un coinvolgimento, se non delle grandi città, di entità organizzative territorialmente più estese all'insegna, appunto, delle franchigie che da qualche anno si sono inserite in Galles, Scozia ed irlanda e prima ancora in Australia e Sud Africa?
Oddio, se parliamo di Irlanda il legame con la provincia è talmente importante che Munster gioca spesso in due città diverse proprio per non perdere il retroterra, in Galles le franchigie sono le eredi dirette oppure proprio il club della città , come Llanelli con gli Scarlets ... in Irlanda tra l'altro si è dovuto investire massicciamente per creare un retroterra di tifosi per il Leinster, club/franchigia di Dublino dove però un paio d'anni fa era costretto a giocare in casa con uno stadio tutto rosso-munster ...ed i risultati hanno aiutato molto; e non parlamo di Scozia, dove le due franchigie hanno sede nelle due città principali , Glasgow e Edinburgo che però sono le più "fredde" come pubblico e la cosa si vede , molti ancora rimproverano alla SRU di aver tagliato i Border Reivers che erano quelli che facevano più pubblico in proporzione .

In sostanza : non sono proprio per nulla sicuro che prendere le ricette altrui permetta a noi di fare sviluppo; abbiamo già avuto in passato l'esperienza della "Franchigia in una grande città" che piace tanto ad alcuni ... il Milan Rugby dell'era Berlusconi, con il risultato (a parte gli scudetti vinti) che non solo non è stato creato nulla di duraturo, ma anzi Milano è diventata una delle piazze più difficili per il nostro sport...
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