Irlanda - Italia

6 Nazioni, Top14, Aviva Premiership, Celtic League, Federazioni Straniere , Coppe e tutto quello che succede in Europa

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nino22
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da nino22 »

Eppure nn sarebbe male imporre 5 under 20 in campo in tutte i campionati nazionali inclusa Eccellenza, dalla A a scendere niente stranieri e max 2 stranieri in campo x squadra in Eccellenza escludendo ruoli a discrezione della ferazione, vedi apertura ...
Infine creare un unico campionato nazionale Under 20 con numerosi stage e tournè estere specie per le Under20 delle due franchige.
aperturaestremo
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da aperturaestremo »

maniac ha scritto:
Non sarei tanto sicuro che la Celtic sia, per le due italiane, senza retrocessioni.
neanche il 6 nazioni lo è, però dopo diversi anni di magre figure molti si chiedono se possiamo ritenerci legittimati a parteciparvi (per me si, ovviamente :wink: ); vincere, anche in Celtic, vuol dire guadagnarsi il rispetto di molti, in primis di certi arbitri (...) cosa di cui abbiamo assolutamente bisogno in campo internazionale.
Secondo me dobbiamo restare nel 6N, anzi non se ne deve nemmeno piu' parlare di mollare, neanche per scherzo. Mi ricordo ancora le telecronache di Paolo Rosi, anni 70, quando diceva "sara' un giorno felice quello in cui dovessimo mai riuscire a entrare ed il 5 nazioni diventasse il 6 nazioni", e' stato ottimo profeta. E poi, se va via l'Italia, con chi se la possono prendere quei bontemponi di giornalisti britannici e irlandesi?
maniac ha scritto: Quanto all'obbligo di schierare obbligatoriamente giovani italiani in ruoli chiave nelle celtiche non mi pare una grande idea...
Piuttosto che buttarli allo sbaraglio meglio una adeguata preparazione meglio affiancarli a giocatori più forti ed esperti, contrapporli negli allenamenti e cominciare a giocare scampoli di partite, per poi subentrare definitivamente durante il 6N.
A me non da fastidio che sia Burton apertura titolare a Treviso, ma che i suoi vice siano i De Wal e i Di Bernardo e non lo Iannone o il Morisi di turno.
Se poi meritano prima o poi il posto a Burton lo portano via (come Benvenuti lo ha soffiato a Galon Garcia e prima ancora a De Jager) ne non meritano pazienza.
Se a Rovigo gioca apertura Bustos invece che Duca la colpa è di Polla Roux o piuttosto è Duca che, allenandosi contro e giocando centro a fianco di Bustos, non riesce a dimostrarsi migliore di quest'ultimo?
E se non si dimostra migliore in queste condizioni cosa speriamo, che diventi un campione giocando per diritto divino?
Se a Treviso avessero un'apertura italiana giovane e brava come Morgan degli Ospreys o il Jackson dell'Irlanda under 20 probabilmente Burton farebbe tanta panca e allora tutti a dire "che bravi a Treviso, crescono i giovani talenti".
Cerchiamo di non invertire il rapporto causa effetto: all'estero i giovani giocano perché sono bravi, non sono bravi perché giocano
Secondo me c'e' straniero e straniero: se gli Aironi e la Benetton schierassero Carter e Steyn (o Wilkinson), non aprirei bocca e non invocherei i giovani italiani titolari, ovviamente. Direi ai giovani di provare a carpire in allenamento tutti i segreti a questi campioni. Sono in principio contrario a mettere paletti e limitazioni agli stranieri. Ma Burton e' uno "straniero" non cosi' eccezionale: chiarisco, prima che qualcuno mi insulti, che con questo intendo solo dire che a mio avviso non sarebbe tra i primi 30 in nessun'altra squadra del 6N. Buon giocatore, superiore a Bocchino (o a Marcato), ma non cosi' tanto superiore, tant'e' che all'ultimo mondiale Mallett, uno il cui gioco puo' piacere o non piacere ma che di rugby certo capisce, ha preferito Bocchino (forse anche per ragioni "politiche" ma non credo che il buon Nick fosse troppo sensibile a certi ragionamenti italici). Per tacere di Oliver, che a me proprio non piace, e dello stesso Orquera. La mia domanda e': visto che economicamente le nostre franchigie e le nostre squadre di eccellenza non si possono permettere i Carter (come Perpignan) o i Wilkinson (come Tolone), perche' prendere stranieri bravi si' ma non cosi' superiori agli italiani? Quante partite avrebbe vinto la Benetton con Bocchino al posto di Burton, e quanto sarebbe cambiata la stagione dei trevigiani? Secondo me il rispetto lo guadagneremmo anche facendo giocare i nostri giovani anziche' cercare sempre la soluzione bell'e pronta all'estero. Oltretutto si migliora giocando, non c'e' niente da fare. Un giovane puo' passare ore a calciare (anzi, deve passare ore a calciare e a migliorarsi), ma come ha gia' scritto qualcuno 30 calci in allenamento non valgono uno in partita. Per un'apertura poi non e' importante solamente calciare -e per calciare non intendo soltanto piazzare, ma anche giocare al piede- ma anche leggere le situazioni che si presentano in campo: lo puoi fare molto in allenamento, lo devi fare, ma la partita e' un'altra cosa. Tu scrivi che se a Treviso avessero un'apertura italiana giovane e brava la farebbero giocare, io ribadisco che bisogna giocare per crescere, giocare ad alto livello. Poi e' chiaro che questo discorso coinvolge anche la formazione di base, non e' un atto di accusa alle franchigie o alle squadre di eccellenza. E' uno spunto di discussione. Chiudo dicendo che, paradossalmente, ribadita la mia volonta' ferma di proseguire nel 6N, potremmo dedicare per qualche anno le finestre di giugno-novembre a sfidare non gli AB o gli Springboks o i Wallabies (degli 80000 di San Siro, quanto ha beneficiato il rugby in termini di crescita di tesseramento? questa sarebbe da studiare) ma squadre tipo Georgia, Canada, Romania, Russia, Spagna, al limite Tonga, Samoa e Fiji, per assaporare il gusto della vittoria e fare "esperimenti" senza rischiare. E' una proposta, del resto Mallett si lamentava sempre del fatto che ha dovuto affrontare quasi sempre squadre piu' forti di noi.
madflyhalf
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da madflyhalf »

Quoto anche le virgole! :roll:
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zorrykid
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da zorrykid »

aperturaestremo ha scritto:
maniac ha scritto:
Non sarei tanto sicuro che la Celtic sia, per le due italiane, senza retrocessioni.
neanche il 6 nazioni lo è, però dopo diversi anni di magre figure molti si chiedono se possiamo ritenerci legittimati a parteciparvi (per me si, ovviamente :wink: ); vincere, anche in Celtic, vuol dire guadagnarsi il rispetto di molti, in primis di certi arbitri (...) cosa di cui abbiamo assolutamente bisogno in campo internazionale.
Secondo me dobbiamo restare nel 6N, anzi non se ne deve nemmeno piu' parlare di mollare, neanche per scherzo. Mi ricordo ancora le telecronache di Paolo Rosi, anni 70, quando diceva "sara' un giorno felice quello in cui dovessimo mai riuscire a entrare ed il 5 nazioni diventasse il 6 nazioni", e' stato ottimo profeta. E poi, se va via l'Italia, con chi se la possono prendere quei bontemponi di giornalisti britannici e irlandesi?
maniac ha scritto: Quanto all'obbligo di schierare obbligatoriamente giovani italiani in ruoli chiave nelle celtiche non mi pare una grande idea...
Piuttosto che buttarli allo sbaraglio meglio una adeguata preparazione meglio affiancarli a giocatori più forti ed esperti, contrapporli negli allenamenti e cominciare a giocare scampoli di partite, per poi subentrare definitivamente durante il 6N.
A me non da fastidio che sia Burton apertura titolare a Treviso, ma che i suoi vice siano i De Wal e i Di Bernardo e non lo Iannone o il Morisi di turno.
Se poi meritano prima o poi il posto a Burton lo portano via (come Benvenuti lo ha soffiato a Galon Garcia e prima ancora a De Jager) ne non meritano pazienza.
Se a Rovigo gioca apertura Bustos invece che Duca la colpa è di Polla Roux o piuttosto è Duca che, allenandosi contro e giocando centro a fianco di Bustos, non riesce a dimostrarsi migliore di quest'ultimo?
E se non si dimostra migliore in queste condizioni cosa speriamo, che diventi un campione giocando per diritto divino?
Se a Treviso avessero un'apertura italiana giovane e brava come Morgan degli Ospreys o il Jackson dell'Irlanda under 20 probabilmente Burton farebbe tanta panca e allora tutti a dire "che bravi a Treviso, crescono i giovani talenti".
Cerchiamo di non invertire il rapporto causa effetto: all'estero i giovani giocano perché sono bravi, non sono bravi perché giocano
Secondo me c'e' straniero e straniero: se gli Aironi e la Benetton schierassero Carter e Steyn (o Wilkinson), non aprirei bocca e non invocherei i giovani italiani titolari, ovviamente. Direi ai giovani di provare a carpire in allenamento tutti i segreti a questi campioni. Sono in principio contrario a mettere paletti e limitazioni agli stranieri. Ma Burton e' uno "straniero" non cosi' eccezionale: chiarisco, prima che qualcuno mi insulti, che con questo intendo solo dire che a mio avviso non sarebbe tra i primi 30 in nessun'altra squadra del 6N. Buon giocatore, superiore a Bocchino (o a Marcato), ma non cosi' tanto superiore, tant'e' che all'ultimo mondiale Mallett, uno il cui gioco puo' piacere o non piacere ma che di rugby certo capisce, ha preferito Bocchino (forse anche per ragioni "politiche" ma non credo che il buon Nick fosse troppo sensibile a certi ragionamenti italici). Togli pure il forse. Penso che la Fir ha fatto un accordo con Benetton per non portar via troppa roba, visto che dovevano giocare la Pro. Burton non è così tanto superiore a Bocchino? Se gioco e Boe mi fa il giro attorno e D'Arcy mi siede perterra con una spallata, mi fingo ammalato con 40° di febbre. Per tacere di Oliver, che a me proprio non piace, e dello stesso Orquera. Sin quando giocava Luciano siamo rimasti in partita, piaccia o non piaccia il giocatore. La mia domanda e': visto che economicamente le nostre franchigie e le nostre squadre di eccellenza non si possono permettere i Carter (come Perpignan) o i Wilkinson (come Tolone), perche' prendere stranieri bravi si' ma non cosi' superiori agli italiani? Perchè sono superiori.Quante partite avrebbe vinto la Benetton con Bocchino al posto di Burton, e quanto sarebbe cambiata la stagione dei trevigiani? Neppure un pareggio, tieni conto che fanno fatica a giocare in Eccellenza. Secondo me il rispetto lo guadagneremmo anche facendo giocare i nostri giovani anziche' cercare sempre la soluzione bell'e pronta all'estero. Oltretutto si migliora giocando, non c'e' niente da fare. Un giovane puo' passare ore a calciare (anzi, deve passare ore a calciare e a migliorarsi), ma come ha gia' scritto qualcuno 30 calci in allenamento non valgono uno in partita. Sbaglio o sopra dicevi che era meglio avere un'apertura forte così potevano rubare il mestiere. Se hai Carter devi dagli la boraccia con il gutalax per sperare di mettere piede in campo. Per un'apertura poi non e' importante solamente calciare -e per calciare non intendo soltanto piazzare, ma anche giocare al piede- ma anche leggere le situazioni che si presentano in campo: lo puoi fare molto in allenamento, lo devi fare, ma la partita e' un'altra cosa. Giusto, ma a questo punto la Fir doveva schierare le due franchige, pagando tutto di tasca sua, e decidere chi far giocare, creando un percorso. Col cavolo che coi soldi miei decidi tu. Tu scrivi che se a Treviso avessero un'apertura italiana giovane e brava la farebbero giocare, io ribadisco che bisogna giocare per crescere, giocare ad alto livello. Poi e' chiaro che questo discorso coinvolge anche la formazione di base, non e' un atto di accusa alle franchigie o alle squadre di eccellenza. E' uno spunto di discussione. Chiudo dicendo che, paradossalmente, ribadita la mia volonta' ferma di proseguire nel 6N, potremmo dedicare per qualche anno le finestre di giugno-novembre a sfidare non gli AB o gli Springboks o i Wallabies (degli 80000 di San Siro, quanto ha beneficiato il rugby in termini di crescita di tesseramento? questa sarebbe da studiare) ma squadre tipo Georgia, Canada, Romania, Russia, Spagna, al limite Tonga, Samoa e Fiji, per assaporare il gusto della vittoria e fare "esperimenti" senza rischiare. Beh, sai che questa non è brutta? Si potrebbe tornare alla coppa Europa e lasciare il 6 Nazioni...E' una proposta, del resto Mallett si lamentava sempre del fatto che ha dovuto affrontare quasi sempre squadre piu' forti di noi.La vedi sempre sta roba in tv... Ti piace vincere facile.....
La realtà è che la Fir ha abbassato il livello del massimo campionato italiano, fissa regole assurde sperando nel miracolo che sotto un cavolo nascano aperture, pur avendo dalla mattina alla sera giovani promesse non riescono a crare un valore in più rispetto a ciò che facevano nei club...
Immagine Vado bene per Rialto?
giangi2
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da giangi2 »

@aperturaestremo: la realtà è che in molti sport uno straniero, a parità di valore tecnico, costa molto meno di un italiano (a maggior ragione in uno sport "rischioso" come il rugby, dove un giovane italiano non se la sente di fare il "professionista" per 20.000/30.000 euro all'anno, mentre uno straniero si). Lo stesso vale, ad esempio, nel basket, dove un americano che esce dal college a 22/23 anni può giocare in A2 itaiana a costi molto bassi e magari si becca il mezzo fenomeno che ti fa la differenza. Possiamo dire tutto il male che vogliamo delle squadre del vecchio Super10 italiano, che si imbottivano di oriundi/stranieri/ecc. ma la realtà era semplicemente questa: a parità di costo i risultati erano migliori. Con la limitazione al numero degli stranieri il livello del campionato si è infatti abbassato, anche se, secondo me, nel giro di un paio d'anni tornerà ad alzarsi.
matave
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da matave »

aperturaestremo ha scritto:Chiudo dicendo che, paradossalmente, ribadita la mia volonta' ferma di proseguire nel 6N, potremmo dedicare per qualche anno le finestre di giugno-novembre a sfidare non gli AB o gli Springboks o i Wallabies (degli 80000 di San Siro, quanto ha beneficiato il rugby in termini di crescita di tesseramento? questa sarebbe da studiare) ma squadre tipo Georgia, Canada, Romania, Russia, Spagna, al limite Tonga, Samoa e Fiji, per assaporare il gusto della vittoria e fare "esperimenti" senza rischiare. E' una proposta, del resto Mallett si lamentava sempre del fatto che ha dovuto affrontare quasi sempre squadre piu' forti di noi.
ignoranza mia, ma é possibile scegliere gli avversari per questi test o vengono "imposti" d'ufficio?
ci vuole scienza ci vuol costanza per invecchiare senza maturità (F. Guccini)
todo es hermoso y costante, todo es musica y razon, y todo, come el diamante, antes que luz es carbon. ( José martì )
maniac
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da maniac »

calep61 ha scritto: Negli anni '70 in U.S.A. la nazionale di tennis universitaria fu affidata ad un coach, di cui non rammento il nome, laureato in psicologia che introdusse nella preparazione/formazione dei giovani atleti tutta una serie di programmi tesi ad esaltare la loro autostima. Una delle sue principali teorie era che un vincente maturava questa capacità solo vincendo (nel tennis si dice da sempre che per imparare a giocare bene bisognerebbe giocare con i più forti - per la verità si dice anche per altri sport - Bene, questo coach affermava che in questo modo si imparerebbe solo a perdere con il sorriso sulle labbra). Tanto era angosciato da queste convinzioni che, per alcuni atleti particolarmente emotivi, si inventò dei percorsi di sfide che li vedevono affrontare avversari volutamente scelti sempre un po' meno forti, ovviamente all'insaputa degli atleti da lui allenati, in modo che inanellando vittorie consolidassero l'abitudine a vincere, nonchè a coltivare i propri migliori colpi che, nella loro convinzione, diventavano per i loro avversari colpi vincenti aumentando in questo modo la loro capacità di essere competitivi e, quindi, vincenti. Da questo allenatore innovativo uscirono tutta una serie di campioni americani che si affermarono nel periodo '70/'80 tra i quali possiamo ancora ricordare nomi come Connors, Gerulaitis ed altri. Ovviamente, tutti i sistemi artificiali sono portatori di vantaggi e svantaggi e la bacchetta magica non c'è l'ha nessuno, ma aspettarsi che guardando dalla panca un'apertura straniera un giovane italiano possa imparare qualche cosa e, sopprattutto, coltivi la sua autostima credo sia sbagliato. Si impara giocando, sbagliando sulla propria pelle e sperimentando, domenica, dopo domenica, la propria prestazione sotto la pressione della competizione vera e sono queste le opportunità che mancano ai nostri giovani per farli crescere e testare, anche perchè, purtropo, i campionati di B e di A dove sono svezzati non è che primeggino in high performance. Ecco, perchè anche tutti i club di eccellenza e, perchè no, anche le due franchigie, dovrebbero dare spazio alle giovani aperture italiane, puntare su qualche giovane ed investire su di lui buttandolo nella mischia - metaforicamente - e non mettendolo in poltrona ad ammirare il campione estero di turno come se fosse un sogno irraggiungibile!
Mi spiego meglio perché credo che le ns opinioni sono meno distanti di quanto può sembrare.
Io non dico che il giovane italiano deve imparare guardando dalla panca il più forte straniero, che poi, come giustamente affermi, spesso non è nulla di speciale.
Quello che voglio dire è che la penso come quel coach, nel senso che la crescita di consapevolezza ed autostima parte proprio dalle vittorie (la storia della ns nazionale e delle sue sconfitte col sorriso sulle labbra insegna) e quindi se devo scegliere tra il perdere una sfilza di partite facendo giocare a prescindere una promessa italiana su cui carico pressione e responsabilità, e invece vincerne più d'una grazie anche allo straniero di turno preferisco la seconda ipotesi, tanto più se per la giovane promessa italiana si aprono spazi offerti da 6N, ev. infortuni, scelte tecniche ecc., questa avrà comunque la possibilità di giocare e soprattutto farlo in una squadra vincente.
Spesso affermiamo che i nostri vari Castro, Parisse, Bergamasco ecc.. sono diventati più forti giocando in squadre straniere e affermiamo che sarebbe un bene se anche i vari Cittadini, Zanni, Benvenuti ecc.. emigrassero all'estero.
Beh, credo che un Zanni o un Benvenuti potrebbero diventare migliori non perché troverebbero allenatori sia più bravi di quanto possa essere uno Smith o perché giocherebbero un campionato più competitivo del Pro12, ma solo per il fatto (e a condizione) di giocare in squadre vincenti come Tolosa, Northampton, Leicester ecc..
Sono ad esempio convinto che negli Aironi ci siano molti giovani italiani bravi, ma se questi si smazzano partita dopo partita e non vincono mai perchè ieri il Larrhague, oggi l'Oliver o chi per loro cannano le partite cresceranno con una mentalità perdente.
daom
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da daom »

matave ha scritto:
ignoranza mia, ma é possibile scegliere gli avversari per questi test o vengono "imposti" d'ufficio?
É la IRB a decidere i TM delle due finestre, quanti e contro chi.

Al di fuori di questo ci saranno anche dei gruppi di pressione, ma è la IRB a decidere. I Pumas lo sanno troppo bene, prima del mondiale non li hanno fatto giocare quasi per niente, hanno dovuto arrangiarsi trovando dei Barbarians francesi ed un club inglese per riuscire a rimediare qualche partita.
Se il rugby é solo uno sport, il cuore é solo un organo
orso1967
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da orso1967 »

zorrykid ha scritto: La realtà è che la Fir ha abbassato il livello del massimo campionato italiano, fissa regole assurde sperando nel miracolo che sotto un cavolo nascano aperture, pur avendo dalla mattina alla sera giovani promesse non riescono a crare un valore in più rispetto a ciò che facevano nei club...
Forse dovrebbero incentivare la coltivazione dei cavoli... :-]
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Poccio
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da Poccio »

Mah sinceramente, secondo me, qui si sta parlando molto di cose che non sono il problema principale...cioè è si importante avere le giovini aperture italiche che giocano e non gli stranieri nelle franchigie, è vero pure il contrario, cioè che se hai qualcuno di più forte lo fai giocare e il giovane cerca di imparare da lui e quant'altro. Il problema principale è un altro, cioè la formazione di base (l'insegnamento dei fondamentali tecnici è imprescindibile, e viene fatto male), la formazione delle promesse (ben venga le accademie, ma non possono essere l'unico percoso formativo) e la selezione delle stesse (non è possibile scegliere la gente solo in base al fisico, ci sono fior di storie ed esempi su persone talentuose scartate...io penso sempre che se Shane Williams fosse italiano, col c4$$o che giocava ala sarebbe rimasto a fare al max il 9 e neanche in nazionale). In molti hanno detto che l'articolo degli irlandesi era pieno di luoghi comuni, secondo me hanno perfettamente ragione, non c'è programmazione e volente o nolente le due istituzioni peggiori della storia dell'umanità (Chiesa e Mafia) ci appartengono e plasmano il nostro modo di fare le cose a tutti i livelli della società e quindi anche lo sport...guardate a come si parla di sport da altre parti e ricordatevi che pensiero e parola sono legati in maniera così intima che sono a tutti gli effetti la stessa cosa.
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da madflyhalf »

Bravo (quasi) dottore!
Concordo! :D :wink:


ps. stasera sbronzati anche da parte mia! :-]
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calep61
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da calep61 »

Poccio ha scritto:Mah sinceramente, secondo me, qui si sta parlando molto di cose che non sono il problema principale...cioè è si importante avere le giovini aperture italiche che giocano e non gli stranieri nelle franchigie, è vero pure il contrario, cioè che se hai qualcuno di più forte lo fai giocare e il giovane cerca di imparare da lui e quant'altro. Il problema principale è un altro, cioè la formazione di base (l'insegnamento dei fondamentali tecnici è imprescindibile, e viene fatto male), la formazione delle promesse (ben venga le accademie, ma non possono essere l'unico percoso formativo) e la selezione delle stesse (non è possibile scegliere la gente solo in base al fisico, ci sono fior di storie ed esempi su persone talentuose scartate...io penso sempre che se Shane Williams fosse italiano, col c4$$o che giocava ala sarebbe rimasto a fare al max il 9 e neanche in nazionale). In molti hanno detto che l'articolo degli irlandesi era pieno di luoghi comuni, secondo me hanno perfettamente ragione, non c'è programmazione e volente o nolente le due istituzioni peggiori della storia dell'umanità (Chiesa e Mafia) ci appartengono e plasmano il nostro modo di fare le cose a tutti i livelli della società e quindi anche lo sport...guardate a come si parla di sport da altre parti e ricordatevi che pensiero e parola sono legati in maniera così intima che sono a tutti gli effetti la stessa cosa.
Senti poccio con tutto rispetto, di tafazzi non ne abbiamo un gran bisogno e dare ragione a quei montati di giornalisti irlandesi prorpio non ci sto.
I problemi ci sono in Italia, come e, forse, ancora di più in Irlanda che in poco più di un decennio ha visto un paio di crisi economiche e richiava di fare compagnia alla Grecia.
Se parlano di rugby, tanto di cappello o, se vogliamo, di irish whiskey di cui sono un gran estimatore (già la birra, secondo me, è meglio quella scozzese, in paticolare proprio quella black di cui fanno un gran vanto -quella irlandese sa di fondo di caffè, vuoi mettere con una stout scozzese!), ma poi basta.
Non facciamoci dare lezioni di sociologia da un paese che ha saputo stare in guerra civile per più di vent'anni, per favore.
Parlano di programmazione, ma lo sai che quando vai a fare la spesa nei così detti loro supemercati non trovi mai sul medesimo scaffale lo stesso prodotto della settimana prima; fare la spesa è un terno all'otto e non serve portarti la lista, perchè compri quello che trovi, infatti tutti fanno un gran uso di dispense per accumulare i prodotti preferiti appena li trovano. L'acquisto all'ingroso avviene sulla scorta dei prodotti meno costosi, così, in funzione della dinamica di mercato alcuni prodotti li trovi ed altri no. Poi parlano di programmazione, saranno bravi nel rugby, ma poi si perdono in cose ben più importanti, almeno così io le considero :P
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
Non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto.
Blaise Pascal
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
Umberto Eco
HagarTheHorrible
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da HagarTheHorrible »

calep61 ha scritto: ...ma lo sai che quando vai a fare la spesa nei così detti loro supemercati non trovi mai sul medesimo scaffale lo stesso prodotto della settimana prima; fare la spesa è un terno all'otto e non serve portarti la lista, perchè compri quello che trovi...
Kissà kwanti strünz tirå giü il Tråp kwåndø få lå spesa køn Tårdelli.
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orso1967
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da orso1967 »

calep61 ha scritto: Senti poccio con tutto rispetto, di tafazzi non ne abbiamo un gran bisogno e dare ragione a quei montati di giornalisti irlandesi prorpio non ci sto.
I problemi ci sono in Italia, come e, forse, ancora di più in Irlanda che in poco più di un decennio ha visto un paio di crisi economiche e richiava di fare compagnia alla Grecia.
Se parlano di rugby, tanto di cappello o, se vogliamo, di irish whiskey di cui sono un gran estimatore (già la birra, secondo me, è meglio quella scozzese, in paticolare proprio quella black di cui fanno un gran vanto -quella irlandese sa di fondo di caffè, vuoi mettere con una stout scozzese!), ma poi basta.
Non facciamoci dare lezioni di sociologia da un paese che ha saputo stare in guerra civile per più di vent'anni, per favore.
Parlano di programmazione, ma lo sai che quando vai a fare la spesa nei così detti loro supemercati non trovi mai sul medesimo scaffale lo stesso prodotto della settimana prima; fare la spesa è un terno all'otto e non serve portarti la lista, perchè compri quello che trovi, infatti tutti fanno un gran uso di dispense per accumulare i prodotti preferiti appena li trovano. L'acquisto all'ingroso avviene sulla scorta dei prodotti meno costosi, così, in funzione della dinamica di mercato alcuni prodotti li trovi ed altri no. Poi parlano di programmazione, saranno bravi nel rugby, ma poi si perdono in cose ben più importanti, almeno così io le considero :P
Prova a parlare delle cose che conosci, forse è meglio (questo tentativo è andato male)... :wink:
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tonione
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Re: Irlanda - Italia

Messaggio da tonione »

l'Irlanda tassa poco il prodotto inte(l)lettuale, artistico e, forse perchè questa è un'estensione, pure quello sportivo. intendo che mi sembra, perchè non ci ho mai vissuto, ne ci sono mai andato, ma ho raccolto queste informazioni da un libro, quindi mi sembra un paese, che è popolato per un sesto rispetto al nostro, con una buona qualità della vita. e che non ponga troppo in alto l'asticella delle richiesta al cittadino. non ci sono governatori che promettono milioni di posti di lavoro e che per farlo chiedono miliardi ai loro cittadini. ho letto pure della crisi, dei pigs e dei piigs, e questo e quello. però a me stanno proprio simpatici, in linea di massima.

la cosa che invece mi fa male è perdere, di brutto, fino a sentirmi, di riflesso, come a(p)passionato, male. leggermente depresso. e ultimamente tra club, nazionale under 20, e maggiore è tutta 'na batosta. allora cominciano a starmi meno simpatici, comincio a considerarli qualcosa di vicino ad un nemico, sportivo, da battere.
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