pepe carvalho ha scritto:calep61 ha scritto:CHE NON E' UN PROBLEMA DI SOLDI, MA SOLO DI PERMESSI, ERGO IL COMUNE HA PREVISTO DI SCUCIRE NADA AL MOVIMENTO, NON E' CHE SICCOME NON HA SPESO PER GLI AB IL MOVIMENTO MILANESE RISORGERA' COME UN NUOVO VIRGULTO CON I FINANZIAMENTI DEL COMUNE,
non è un problema di soldi e il movimento non risorgerà grazie al comune....
calep61 ha scritto:SE, POI, SI EVITASSE DI CONTINUARE QUESTE INUTILI DISTINGUO TRA RUGBY MILANO, GRANDE MILANO, PICCOLINO MILANO E VATTELAPESCA, FONDENDO TUTTO IN UN'UNICA REALTA' CHE UNISCA IL MEGLIO DI OGNUNO FORSE SAREBBE MEGLIO,
questa si che mi sembra utopia, almeno conoscendo qualcuno delle varie società, dopodichè non sono neppure convinto che sarebbe meglio....
calep61 ha scritto:BASTEREBBERO LE STRUTTURE CHE CI SONO E COSTEREBBE MENO METTERLE A POSTO INVECE CHE RESTAURARE NUOVI CAMPI ABBANDONATI DA TEMPO ALL'INSEGNA DI UN CONTINUO MIGRARE VERSOLE NOSTRE (DI OGNUNO) PIU' VERE VERITA'!
che bastino tre dicasi tre campi a milano (per altro tutti nella stessa zona) per far giocare diciamo 1300 persone non lo credo possibile neanche sotto tortura, difatti a parte asr che forse un giorno troverà casa, cus ha preso anche a segrate, e tenta di fare qualche cosa a lampugnano, union credo sia in gara per avere il crespi (non sono sicuro), amatori junior soffre al saini e se potesse si allargherebbe.
per altro le strutture Saini e Crespi sono di milanosport (grande invenzione delle giunte precedenti) che garantivano alti costi e bassi servizi alle società sportive e non riusciva ad avere neanche i bilanci in pareggio.... il giuriati è dell'opera universitaria....toh, le strutture sono finite.
allora detto in in un altro modo il problema vero di milano sono le strutture che mancano, non le aggregazioni o le guerre di religione tra società.
come scrivevo in un altro post la fir sembrava intenzionata a finanziare in parte la costruzione di un obrobrio in via rubattino, ma non si presenta a milano (o in altre città) a dire "io finanzio la costruzione di un centro per il rugby che darò in gestione alle società sportive mie affiliate, tu comune mi dai il terreno e i premessi?", questo potrebbe essere un sistema per obbligare tutti a parlarsi, offrendogli qualcosa di cui parlare....
Io non penso che sia così necessario avere dei team in eccellenza, di amatori 2008 ne abbiamo già avuto uno e credo che sia sufficente.
imho
adesso si rischiamo di andare OT, ma le argomentazioni che metti in gioco sono molto affascinanti.
partirei dalla fine, per coinvolgere un po' il tutto.
Non serve un team in eccellenza? Io credo, invece, che possa servire un team non per forza in eccellenza, intesa come campionato, ma di eccellenza intesa come punta dell'iceber, vertice agonistico di un movimento invece si. Rappresenterebbe il faro di tutto il resto, il traguardo possibile di molti giovani, lo stimolo che potrebbe avvicinare i giovani anche per osmosi, affascinanti dai loro campioni, ciò che giustificherebbe tutto. Per la base servono più campi, forse, ma non certo impianti particolarmente strutturati, per i più giovani ed i giovanissimi si potrebbero adattare velocemente anche campetti ora non necessariamente dedicati solo al rugby, mentre per il club di
eccellenza, possibile meta per i giovani più meritevoli e con maggiori attitudini, le promesse, si dedicherebbe una sede più rappresentativa ed istituzionale. Adesso, invece, ogni entità vuole difendere la sua identità, la sua storia (quando va bene qualche decina di anni e qualche presenza sporadica nel masimo campionato

), la sua autonomia per distinguersidagli altri , alla fine, per il solo colore delle mute ed, a volte, neanche (anche le sedi sportive sono le stesse). In questo modo Milano rimarrà sempre al margine del movimento nazionale, bocchegiando, perche non c'è sufficiente ossigeno per tutti (è si un problema di soldi, altrochè!), pr così tanti club distinti e con giuste ed inevitabili aspirazioni di emergere sugli altri. Forse, si sarebbe dovuto, si sarebbe potuto sfruttare meglio la storia dell'Amatori Milano (quella si meritava di essere difesa), aggregandosi attorno alle sue difficoltà invece che assistere distratti dal proprio balconcino al suo fallimento convinti, magari, di poterne prendere il posto.