-A prima vista mi sono arrabbiato un sacco per vederci soffrire in quella maniera, ma poi a mente fredda penso che qualche tempo fa un match del genere lo avremmo perso (mi viene in mente quello con i Pacific Islanders). L'Italia ieri ha dimostrato di vincere partite "strane" e diverse dal canone come sono quelle contro le isolane.
-Paradossalmente credo che quello di ieri fosse il match più duro per gli azzurri, perché il nostro punto debole è sempre stato l'approccio mentale contro squadre di livello simile al nostro. Abbiamo vinto, ma anche questa volta abbiamo faticato un sacco prima di ritrovare il bandolo della matassa.
-Ho visto un approccio diverso palla in mano, meno conservativo. I primi minuti della ripresa sembravamo veramente qualcosa di molto diverso dalla nazionale di Mallett. Ma bisogna attaccare la linea, non possiamo fare il passamano come si è visto fare in certe occasioni. Burton al momento garantisce di più al piede semplicemente perché gioca (e soprattutto calcia) più di Orquera, visto che il piazzatore è Halangahu, ma DEVE attaccare di più la linea, non può stare così dietro al mediano di mischia.
-Botes per me ha giocato bene, dando ritmo. E al momento, al netto di un Gori in convalescenza, è anche il più costante. E' inutile parlare di tanti altri salvatori della patria
-Suicidio tattico quasi avvenuto: se stai massacrando i tuoi avversari in mischia non puoi fare quei cambi in quel momento.
-Non si può prendere una meta come la seconda tongana, soprattutto se l'avversario è in inferiorità numerica
In definitiva però abbiamo mancato secondo me un esame di maturità. Mi spiego: per battere Tonga abbiamo dovuto ricorrere alla maul e alla mischia chiusa, soliti baluardi (che qualsiasi divinità ce li confermi). Potremo dire di essere cresciuti quando i nostri baluardi saranno il nostro asso nella manica, ossia qualcosa a cui ricorrere in extrema ratio, non in continuazione..
Così ho parlato..