Ma secondo voi, il Rugby in italia sta crescendo o decade??
Moderatore: Emy77
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CarloLeonardi
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AquilanteDaNorcia
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- Iscritto il: 30 ott 2003, 0:00
I dati della Federazione dicono che in un decennio (\'94-\'04) i praticanti sono saliti da 26000 a 42000. Forse nel fare questi conteggi la FIR ha giocato un po\' sui tesseramenti scolastici ma non penso si possano essere inventati dal nulla sedicimila nuovi iscritti ed un aumento-monstre del 60% (!) nè penso che, come dice Carlo, questa crescita possa essersi arrestata nel \'98, perciò credo che la risposta al titolo di questo thread debba sicuramente essere positiva.
<BR>Mi sembra che il trend sia ascendente anche per quel che riguarda i risultati in campo (nazionale e club) e la copertura televisiva.
<BR>Mi sembra che il trend sia ascendente anche per quel che riguarda i risultati in campo (nazionale e club) e la copertura televisiva.
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pam
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- Iscritto il: 6 mag 2003, 0:00
\"Andava meglio quando andava peggio!
<BR>Quando c\'era lui, caro lei...
<BR>Ah...non ci sono più le mezze stagioni...\"
<BR>Caro Carlo, scusami la risposta a...\"membro di segugio\", per favore, ma credo improponibile il pensare che oggi sia peggio di ieri, per alcuni semplici fatti:
<BR>1. ieri eravamo chiusi ed isolati, mentre oggi ci confrontiamo con le nazioni rugbisticamente più evolute;
<BR>2. i ns. tecnici sono notevolmente evoluti, sia grazie all\'esperienza maturata con i tecnici stranieri, sia come conseguenza della profesisonalizzazione del movimento (qualche soldo in più ha permesso maggiore impegno)
<BR>3. il solo fatto che il numero dei tesserati (compresi d\'accordo gli scolaretti, gli accompagnatori e compagnia cantando) sia raddoppiato e che la proposta televisiva sia aumentata, dimostrano che il bacino di utenti/appassionati si è ampliato, per cui da una base più ampia non possono che venire benefici a tutto il movimento.
<BR>Poi, che Tu mi dica che non c\'è ancora un nuovo Propoerzi, anzichè un Giovannelli, oppure un Dominguez, posso anche essere d\'accordo, ma non è certo sulle poche perle rare che si deve valutare tutto l\'allevamento, non credi?
<BR>Buona giornata
<BR>pam
<BR>Quando c\'era lui, caro lei...
<BR>Ah...non ci sono più le mezze stagioni...\"
<BR>Caro Carlo, scusami la risposta a...\"membro di segugio\", per favore, ma credo improponibile il pensare che oggi sia peggio di ieri, per alcuni semplici fatti:
<BR>1. ieri eravamo chiusi ed isolati, mentre oggi ci confrontiamo con le nazioni rugbisticamente più evolute;
<BR>2. i ns. tecnici sono notevolmente evoluti, sia grazie all\'esperienza maturata con i tecnici stranieri, sia come conseguenza della profesisonalizzazione del movimento (qualche soldo in più ha permesso maggiore impegno)
<BR>3. il solo fatto che il numero dei tesserati (compresi d\'accordo gli scolaretti, gli accompagnatori e compagnia cantando) sia raddoppiato e che la proposta televisiva sia aumentata, dimostrano che il bacino di utenti/appassionati si è ampliato, per cui da una base più ampia non possono che venire benefici a tutto il movimento.
<BR>Poi, che Tu mi dica che non c\'è ancora un nuovo Propoerzi, anzichè un Giovannelli, oppure un Dominguez, posso anche essere d\'accordo, ma non è certo sulle poche perle rare che si deve valutare tutto l\'allevamento, non credi?
<BR>Buona giornata
<BR>pam
RADICITUS NUX VICTORIA CONSTANTER.
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magopiccolo
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In questo sito molti iscritti si sono avvicinati da poco al rugby e questo spiega perchè molti sono portati a vedere il futuro ottimisticamente a prescindere dalla reale direzione che sembra prendere il rugby italiano. Il passato di conseguenza viene visto come una tappa di un percorso in ascesa, eravamo quindi meno \"forti\" ma la realtà è un\'altra.
<BR>Avevamo un campionato di buon livello con stragrande maggioranza di giocatori italiani, gli stranieri erano dei mostri Kirwan, Lainag, Campese, Williams, Robin Brook... oggi possiamo dire altrettanto?
<BR>p.s.: \"il perchè erano da noi lo so\" x chi volesse replicare
<BR>La nazionale era mooooolto più forte di quella di oggi, Aquila parli di risultati ma io in 3-4 anni ho visto solo che abbiamo battuto la più malconcia nazionale del 6N: Galles in piena rivoluzione, Scozzesi che si sono dimenticati di essere scozzesi, divari bassi solo quando gli altri l\'hanno permesso.
<BR>Nel 1995-6 contro il Sud Africa neocampione del mondo eravamo in vantaggio fino a mezz\'ora dalla fine (poi 40-22circa) Arancio disse: \"20 punti sono la reale differanza tra noi e loro\"cit. ora Bortolami potrebbe dire altrettanto con ad esempio AllBlacks?
<BR>Nel \'97-98 battiamo la Francia a Tolosa fresca vincitrice del 5N a quel punto era difficile tenerci fuori.
<BR>Properzi,Orlando,Cutitta,Giaccheri,Pedroni,Giovannelli,SgorlonGardner
<BR>Troncon,Dominguez,Francescato,Bordon,Vaccari,Mazzucato,Williams.
<BR>Riuscite a trovare posto a 3 nazionali attuali in una selezione come questa(senza sfruttare il buco Mazzucato-Williams, non me ne venivano in mente altri).
<BR>
<BR>E\' DECADUTO
<BR>Avevamo un campionato di buon livello con stragrande maggioranza di giocatori italiani, gli stranieri erano dei mostri Kirwan, Lainag, Campese, Williams, Robin Brook... oggi possiamo dire altrettanto?
<BR>p.s.: \"il perchè erano da noi lo so\" x chi volesse replicare
<BR>La nazionale era mooooolto più forte di quella di oggi, Aquila parli di risultati ma io in 3-4 anni ho visto solo che abbiamo battuto la più malconcia nazionale del 6N: Galles in piena rivoluzione, Scozzesi che si sono dimenticati di essere scozzesi, divari bassi solo quando gli altri l\'hanno permesso.
<BR>Nel 1995-6 contro il Sud Africa neocampione del mondo eravamo in vantaggio fino a mezz\'ora dalla fine (poi 40-22circa) Arancio disse: \"20 punti sono la reale differanza tra noi e loro\"cit. ora Bortolami potrebbe dire altrettanto con ad esempio AllBlacks?
<BR>Nel \'97-98 battiamo la Francia a Tolosa fresca vincitrice del 5N a quel punto era difficile tenerci fuori.
<BR>Properzi,Orlando,Cutitta,Giaccheri,Pedroni,Giovannelli,SgorlonGardner
<BR>Troncon,Dominguez,Francescato,Bordon,Vaccari,Mazzucato,Williams.
<BR>Riuscite a trovare posto a 3 nazionali attuali in una selezione come questa(senza sfruttare il buco Mazzucato-Williams, non me ne venivano in mente altri).
<BR>
<BR>E\' DECADUTO
"Bè potrei anche fare altre cose, ad esempio mi occupo di magia, si sono un mago, potrei sempre scopare nel tempo libero!"
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Nebelhexe
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- Iscritto il: 11 giu 2005, 0:00
- Località: Sardegna.
io penso manchi un po\' di cultura storica che alle nuove generazioni farebbe gustare il rugby in modo migliore...penso che non sia tanto lo sviluppo in se ad avere importanza, quanto le modalita\' dello sviluppo...ultimamente discuttibili.
<BR>Raramente è il numero a fare la qualita\' anche se sottoscrivo pamagri.
<BR>
<BR>
<BR>Raramente è il numero a fare la qualita\' anche se sottoscrivo pamagri.
<BR>
<BR>
Lei non sa chi io mi credo di essere!!!!
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AquilanteDaNorcia
- Messaggi: 1611
- Iscritto il: 30 ott 2003, 0:00
In effetti hai ragione, Magopiccolo, mi sono riavvicinato al rugby da poco e perciò ho scarsa memoria storica: i risultati che tu hai citato non li ricordavo, la mia valutazione sulla nazionale si basava più che altro sul fatto che una ventina di anni fa gli azzurri sembravano battagliare alla pari con le attuali nazioni del 6N \"B\" (Romania, Russia etc.) mentre ora appaiono nettamente superiori (la sconfitta di Bucarest dell\'estate scorsa mi è parsa immeritata). Forse si è acuito sia il distacco degli azzurri dalle grandi nazionali sia il vantaggio degli azzurri sulle nazionali \"mediobasse\".
<BR>Comunque la mia risposta alla domanda di Carlo rimane immutata: secondo me se davvero i praticanti sono aumentati del 60% non c\'è risultato di vertice che conti, l\'evoluzione del rugby italiano è super-positiva.
<BR>Comunque la mia risposta alla domanda di Carlo rimane immutata: secondo me se davvero i praticanti sono aumentati del 60% non c\'è risultato di vertice che conti, l\'evoluzione del rugby italiano è super-positiva.
- bakunin
- Messaggi: 532
- Iscritto il: 9 apr 2003, 0:00
- Località: Parma
Credo si debba paralre di tutto il movimento e non solo della nazionale.
<BR>I grandi stranieri citati da magopiccolo venivano perchè in Italia erano ben pagati e poteva essere considerato semiprofessionistico (nel senso che venivano ben pagati solo gli stranieri) alla stregua di quello francese mentre per le home unions il dilettantismo era d\'obbligo. Tanto è vero che, (chi si ricorda le telecronache di Rosi?), molti britannici passavano al rugby legue e non viceversa come accade oggi. Con l\'avvento del professionismo (97 o 99?) tutto è cambiato, siamo stati a galla per un po\' e poi tutto è sprofondato, come è giusto dico io perchè ci si doveva pensare un po\' prima.
<BR>L\'Italia ha battuto la Francia a Grenoble in un rugby di 10 anni fa e direi di 20 Kg fa (a proposito ESPN Classic faccela vedere sta partita!!!) e la partita contro il sud africa l\'ho vista e lo scarto meritato era per me ben maggiore dei 20 rifilati (quando i boks hanno accellerato hanno fatto quello che volevono). L\'apice si è toccato secondo me durante le qualificazioni per i mondiali del 99 contro l\'inghilterra in casa loro.
<BR>Cmq non denigrerei tanto le recenti vittorie con scozia e galles, abbiamo si avuto un ottimo quinquennio (93-98) con vittorie su una derelitta irlanda anche a casa loro, ma è ben fresco nella mia mente il ricordo di partite contro URSS o Spagna e ne deduco che globalmente e faticosamente stiamo migliorando.
<BR>
<BR>Bak
<BR>I grandi stranieri citati da magopiccolo venivano perchè in Italia erano ben pagati e poteva essere considerato semiprofessionistico (nel senso che venivano ben pagati solo gli stranieri) alla stregua di quello francese mentre per le home unions il dilettantismo era d\'obbligo. Tanto è vero che, (chi si ricorda le telecronache di Rosi?), molti britannici passavano al rugby legue e non viceversa come accade oggi. Con l\'avvento del professionismo (97 o 99?) tutto è cambiato, siamo stati a galla per un po\' e poi tutto è sprofondato, come è giusto dico io perchè ci si doveva pensare un po\' prima.
<BR>L\'Italia ha battuto la Francia a Grenoble in un rugby di 10 anni fa e direi di 20 Kg fa (a proposito ESPN Classic faccela vedere sta partita!!!) e la partita contro il sud africa l\'ho vista e lo scarto meritato era per me ben maggiore dei 20 rifilati (quando i boks hanno accellerato hanno fatto quello che volevono). L\'apice si è toccato secondo me durante le qualificazioni per i mondiali del 99 contro l\'inghilterra in casa loro.
<BR>Cmq non denigrerei tanto le recenti vittorie con scozia e galles, abbiamo si avuto un ottimo quinquennio (93-98) con vittorie su una derelitta irlanda anche a casa loro, ma è ben fresco nella mia mente il ricordo di partite contro URSS o Spagna e ne deduco che globalmente e faticosamente stiamo migliorando.
<BR>
<BR>Bak
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TommyHowlett
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- Iscritto il: 7 apr 2004, 0:00
- Località: Porto Viro
Secondo me il rugby in Italia è cresciuto, e anche tanto. Il problema è che le alte nazioni sono cresciute di più, tutto qua. Impiantare il professionismo in paesi dove il rugby fa già parte della storia e della cultura è stato facile, a parte un po\' di trambusto all\'inizio si è presto arrivati alla definizione di contratti, diritti, finanziamenti, ecc., ecc. che hanno portato in orbita il livello di questo sport. Da noi si è a fatica arrivati ad una sorta di semi-professionismo che attira stranierucci e invita i nostri migliori giocatori a emigrare. Soluzione? Se vogliamo crescere di più finanziamo i vivai.
Non so se i miei giocatori bevono whisky. So che bevendo frappé non si vincono molte partite.
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Bacioci
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- Iscritto il: 23 set 2003, 0:00
Io un po\' di memoria storica ce l\'ho e mi viene da dire che se è vero che non abbiamo più delle punte (in immaginario grafico) tipo Grenoble (non voglio togliere nessun merito ai nostri Eori con la E maiuscola, ma è anche vero che i francesi sarebbero stati da prendere a schiaffi per il loro atteggiamento \"vacanziero\"), è anche vero che abbiamo un rendimento medio molto più alto di qualche anno fa. Per prima cosa adesso parliamo di vincere una o due partite nel VI nazioni, quando, qualche anno fa, ci sembrava improponibile affrontare la Francia A (!).
<BR>In più, è vero che una volta il campionato era affollato da super star, ma è anche vero che senza le coppe non c\'era riscontro con il livello europeo. In più, ricordo che il galattico Milan ha vinto sì e no un paio di partite nelle varie edizioni della Hcup e quelle che ha vinto erano contro squadre minori (non c\'erano le inglesi nelle prime edizioni!).
<BR>Tirando le somme il rugby di vertice (un vertice che si è comunque ristretto) è notevolmente cresciuto a livello medio.
<BR>Non penso si possa dire lo stesso del rugby di base, ma forse siamo in un momento di transizione, in cui si devono ancora cogliere i frutti dell\'aumento dei tesserati tanto decantato dalla FIR.
<BR>Di sicuro c\'è un allargamento della base a livello di interesse, dovuto anche alla maggiore esposizione mediatica.
<BR>Penso che un bilancio definitivo si potrà fare tra qualche anno.
<BR>In più, è vero che una volta il campionato era affollato da super star, ma è anche vero che senza le coppe non c\'era riscontro con il livello europeo. In più, ricordo che il galattico Milan ha vinto sì e no un paio di partite nelle varie edizioni della Hcup e quelle che ha vinto erano contro squadre minori (non c\'erano le inglesi nelle prime edizioni!).
<BR>Tirando le somme il rugby di vertice (un vertice che si è comunque ristretto) è notevolmente cresciuto a livello medio.
<BR>Non penso si possa dire lo stesso del rugby di base, ma forse siamo in un momento di transizione, in cui si devono ancora cogliere i frutti dell\'aumento dei tesserati tanto decantato dalla FIR.
<BR>Di sicuro c\'è un allargamento della base a livello di interesse, dovuto anche alla maggiore esposizione mediatica.
<BR>Penso che un bilancio definitivo si potrà fare tra qualche anno.
- jaco
- Messaggi: 8970
- Iscritto il: 5 feb 2003, 0:00
- Località: san donà di piave
Ci risiamo, ogni tanto si ritorna a piangere sul passato... lo dico perchè anch\'io sono un nostalgico...
<BR>In realtà la domanda di Carlo così come è posta parla di \"rugby\" non di nazionale e suoi risultati.
<BR>Allora le risposta potrebbero essere molteplici.
<BR>A mio avviso se si parla di tesserati, visibilità, aumento della base e del seguito (a livello numerico) credo che non si possa negare una crescita (e anche qui si dovrebbe fare un distinguo tra nazionale e club). Si può discutere se si potesse fare di più o meglio, ma sicuramente, da questo punto di vista c\'è una crescita anche consistente direi.
<BR>Se si parla di qualità del gioco il discorso si fa molto complesso anche perchè (come ricordava bakunin) il professionismo e il continuo cambio di regolamento ha fatto sì che adesso si giochi un rugby completamente diverso da quello di 10 anni fa, oserei dire quasi uno sport diverso. Stringendo direi che qui l\'Italia è cresciuta (il divario con le squadre che ci seguono nel ranking è aumentato, vedi test con Canada e USA), ma sicuramente in modo minore e più lento rispetto le nazioni guida (NZ, Aus, SA, Eng, Fra...): in sostanza qui si è cresciuti ma si poteva/doveva fare di più (e anche qui si dovrebbe comunque distinguere tra il rugby della nazionale e quello dei club).
<BR>Se poi, infine, ci soffermiamo sui risultati della nazionale le mie considerazioni sono le stesse di sempre. Senza voler sminuire l\'età dell\'oro del nostro rugby (l\'era Coste) in cui abbiamo ottenuto risultati di assoluto prestigio e che è stata tale per una serie di concause già abbondantemente dette e ridette, continuo a ritenere che in quegli anni siamo riusciti a battere un\'Irlanda ai minimi storici, una Scozia vicina ai minimi storici e una Francia paga del 5N vinto una settimana prima. In sostanza avevamo ridotto le distanze con il rugby continentale, ma le tre dell\'emisfero sud ci hanno sempre legnato anche in quegli anni (70-6 dagli ABs a Bologna nel \'96, 31-62 dal SA sempre a Bologna mi pare nel \'97, 42-19 o similia a Padova nel \'97 con l\'Australia). Tuttavia quegli anni rimangono il punto più alto mai raggiunto dalla nostra nazionale e pertanto non si può che dire che da questo punto di vista siamo calati (non userei il termine decaduti) o, forse meglio, siamo cresciuti meno degli altri...
<BR>
<BR>PS.: magopiccolo, come ti ha già anticipato bakunin ti confermo che in tempi di dilettantismo VERO, i soldi che le nostre squadre sganciavano ai Botha, Kirwan, Campese & C. erano senz\'altro ben accetti. Le nazioni dell\'IRB di allora storcevano il naso perchè accusavano l\'Italia di professionismo, ma tolleravano la cosa perchè solo così sono riusciti ad evitare che tutta quella bella gente passasse al Rugby League segnando il declino definitivo del XV
<BR>In realtà la domanda di Carlo così come è posta parla di \"rugby\" non di nazionale e suoi risultati.
<BR>Allora le risposta potrebbero essere molteplici.
<BR>A mio avviso se si parla di tesserati, visibilità, aumento della base e del seguito (a livello numerico) credo che non si possa negare una crescita (e anche qui si dovrebbe fare un distinguo tra nazionale e club). Si può discutere se si potesse fare di più o meglio, ma sicuramente, da questo punto di vista c\'è una crescita anche consistente direi.
<BR>Se si parla di qualità del gioco il discorso si fa molto complesso anche perchè (come ricordava bakunin) il professionismo e il continuo cambio di regolamento ha fatto sì che adesso si giochi un rugby completamente diverso da quello di 10 anni fa, oserei dire quasi uno sport diverso. Stringendo direi che qui l\'Italia è cresciuta (il divario con le squadre che ci seguono nel ranking è aumentato, vedi test con Canada e USA), ma sicuramente in modo minore e più lento rispetto le nazioni guida (NZ, Aus, SA, Eng, Fra...): in sostanza qui si è cresciuti ma si poteva/doveva fare di più (e anche qui si dovrebbe comunque distinguere tra il rugby della nazionale e quello dei club).
<BR>Se poi, infine, ci soffermiamo sui risultati della nazionale le mie considerazioni sono le stesse di sempre. Senza voler sminuire l\'età dell\'oro del nostro rugby (l\'era Coste) in cui abbiamo ottenuto risultati di assoluto prestigio e che è stata tale per una serie di concause già abbondantemente dette e ridette, continuo a ritenere che in quegli anni siamo riusciti a battere un\'Irlanda ai minimi storici, una Scozia vicina ai minimi storici e una Francia paga del 5N vinto una settimana prima. In sostanza avevamo ridotto le distanze con il rugby continentale, ma le tre dell\'emisfero sud ci hanno sempre legnato anche in quegli anni (70-6 dagli ABs a Bologna nel \'96, 31-62 dal SA sempre a Bologna mi pare nel \'97, 42-19 o similia a Padova nel \'97 con l\'Australia). Tuttavia quegli anni rimangono il punto più alto mai raggiunto dalla nostra nazionale e pertanto non si può che dire che da questo punto di vista siamo calati (non userei il termine decaduti) o, forse meglio, siamo cresciuti meno degli altri...
<BR>
<BR>PS.: magopiccolo, come ti ha già anticipato bakunin ti confermo che in tempi di dilettantismo VERO, i soldi che le nostre squadre sganciavano ai Botha, Kirwan, Campese & C. erano senz\'altro ben accetti. Le nazioni dell\'IRB di allora storcevano il naso perchè accusavano l\'Italia di professionismo, ma tolleravano la cosa perchè solo così sono riusciti ad evitare che tutta quella bella gente passasse al Rugby League segnando il declino definitivo del XV
L'ignorante sa tant, l'inteigente sa poc, el saggio sa nient. EL MONA SA TUT!
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magopiccolo
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- Iscritto il: 22 mar 2005, 0:00
Sapevo il perchè avevamo certi campioni, l\'havevo anche scritto che non serviva replicare, almeno se la spegazione era rivolta a me
.
<BR>Il decaduto e forte ed eccessivo, ho voluto dare una risposta secca e ad effetto alla domanda della discussione.
<BR>Concordo con Jaco e altri, siamo cresciuti come movimento ma altri hanno fatto meglio.
<BR>Per quanto riguarda la nazionale il discorso non è fine a se stesso, la nazionale è lo specchio di un movimento, es.: AllBlacks pochi tesserati e paese piccolo rispetto ai risultati= lavoro eccezzionale per sfruttare le potenzialità dei giovani, Italia tantissimi oriundi equiparati in nazionale= non si riesce a valorizzare le risorse umane disponibili.
<BR>Uno dei motivi principali per cui il rugby italiano ha perso molto terreno rispetto al rugby di vertice e che gli altri hanno investito sulle accademie e seguito i giovani promettenti nella loro crescita l\'Italia no.
<BR>Il decaduto e forte ed eccessivo, ho voluto dare una risposta secca e ad effetto alla domanda della discussione.
<BR>Concordo con Jaco e altri, siamo cresciuti come movimento ma altri hanno fatto meglio.
<BR>Per quanto riguarda la nazionale il discorso non è fine a se stesso, la nazionale è lo specchio di un movimento, es.: AllBlacks pochi tesserati e paese piccolo rispetto ai risultati= lavoro eccezzionale per sfruttare le potenzialità dei giovani, Italia tantissimi oriundi equiparati in nazionale= non si riesce a valorizzare le risorse umane disponibili.
<BR>Uno dei motivi principali per cui il rugby italiano ha perso molto terreno rispetto al rugby di vertice e che gli altri hanno investito sulle accademie e seguito i giovani promettenti nella loro crescita l\'Italia no.
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- jaco
- Messaggi: 8970
- Iscritto il: 5 feb 2003, 0:00
- Località: san donà di piave
<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 31-08-2005 alle ore 10:17, magopiccolo wrote:
<BR>[...] Per quanto riguarda la nazionale il discorso non è fine a se stesso, la nazionale è lo specchio di un movimento, es.: AllBlacks pochi tesserati e paese piccolo rispetto ai risultati= lavoro eccezzionale per sfruttare le potenzialità dei giovani, Italia tantissimi oriundi equiparati in nazionale= non si riesce a valorizzare le risorse umane disponibili.
<BR>Uno dei motivi principali per cui il rugby italiano ha perso molto terreno rispetto al rugby di vertice e che gli altri hanno investito sulle accademie e seguito i giovani promettenti nella loro crescita l\'Italia no.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>Senza voler contraddire o correggere il senso del tuo discorso che condivido vorrei far notare che in NZ (senz\'altro paese piccolo) il numero di tesserati è oltre il triplo rispetto all\'Italia (circa 140000 secondo i dati del sito IRB). L\'esempio calzerebbe di più con l\'Australia che a dispetto di un grandissimo territorio ha un numero di tesserati paragonabile all\'Italia (circa 50000).
<BR>
<BR> 31-08-2005 alle ore 10:17, magopiccolo wrote:
<BR>[...] Per quanto riguarda la nazionale il discorso non è fine a se stesso, la nazionale è lo specchio di un movimento, es.: AllBlacks pochi tesserati e paese piccolo rispetto ai risultati= lavoro eccezzionale per sfruttare le potenzialità dei giovani, Italia tantissimi oriundi equiparati in nazionale= non si riesce a valorizzare le risorse umane disponibili.
<BR>Uno dei motivi principali per cui il rugby italiano ha perso molto terreno rispetto al rugby di vertice e che gli altri hanno investito sulle accademie e seguito i giovani promettenti nella loro crescita l\'Italia no.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
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<BR>Senza voler contraddire o correggere il senso del tuo discorso che condivido vorrei far notare che in NZ (senz\'altro paese piccolo) il numero di tesserati è oltre il triplo rispetto all\'Italia (circa 140000 secondo i dati del sito IRB). L\'esempio calzerebbe di più con l\'Australia che a dispetto di un grandissimo territorio ha un numero di tesserati paragonabile all\'Italia (circa 50000).
<BR>
L'ignorante sa tant, l'inteigente sa poc, el saggio sa nient. EL MONA SA TUT!
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alessandroviola
- Messaggi: 677
- Iscritto il: 24 gen 2003, 0:00
<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 31-08-2005 alle ore 10:17, magopiccolo wrote:
<BR>Uno dei motivi principali per cui il rugby italiano ha perso molto terreno rispetto al rugby di vertice e che gli altri hanno investito sulle accademie e seguito i giovani promettenti nella loro crescita l\'Italia no.
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<BR>magaria a forza di ripeterlo...
chissà...
<BR> 31-08-2005 alle ore 10:17, magopiccolo wrote:
<BR>Uno dei motivi principali per cui il rugby italiano ha perso molto terreno rispetto al rugby di vertice e che gli altri hanno investito sulle accademie e seguito i giovani promettenti nella loro crescita l\'Italia no.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
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<BR>magaria a forza di ripeterlo...
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marcofk
- Messaggi: 1210
- Iscritto il: 16 feb 2005, 0:00
<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 31-08-2005 alle ore 09:50, jaco wrote:
<BR>Ci risiamo, ogni tanto si ritorna a piangere sul passato... lo dico perchè anch\'io sono un nostalgico...
<BR>In realtà la domanda di Carlo così come è posta parla di \"rugby\" non di nazionale e suoi risultati.
<BR>Allora le risposta potrebbero essere molteplici.
<BR>A mio avviso se si parla di tesserati, visibilità, aumento della base e del seguito (a livello numerico) credo che non si possa negare una crescita (e anche qui si dovrebbe fare un distinguo tra nazionale e club). Si può discutere se si potesse fare di più o meglio, ma sicuramente, da questo punto di vista c\'è una crescita anche consistente direi.
<BR>Se si parla di qualità del gioco il discorso si fa molto complesso anche perchè (come ricordava bakunin) il professionismo e il continuo cambio di regolamento ha fatto sì che adesso si giochi un rugby completamente diverso da quello di 10 anni fa, oserei dire quasi uno sport diverso. Stringendo direi che qui l\'Italia è cresciuta (il divario con le squadre che ci seguono nel ranking è aumentato, vedi test con Canada e USA), ma sicuramente in modo minore e più lento rispetto le nazioni guida (NZ, Aus, SA, Eng, Fra...): in sostanza qui si è cresciuti ma si poteva/doveva fare di più (e anche qui si dovrebbe comunque distinguere tra il rugby della nazionale e quello dei club).
<BR>Se poi, infine, ci soffermiamo sui risultati della nazionale le mie considerazioni sono le stesse di sempre. Senza voler sminuire l\'età dell\'oro del nostro rugby (l\'era Coste) in cui abbiamo ottenuto risultati di assoluto prestigio e che è stata tale per una serie di concause già abbondantemente dette e ridette, continuo a ritenere che in quegli anni siamo riusciti a battere un\'Irlanda ai minimi storici, una Scozia vicina ai minimi storici e una Francia paga del 5N vinto una settimana prima. In sostanza avevamo ridotto le distanze con il rugby continentale, ma le tre dell\'emisfero sud ci hanno sempre legnato anche in quegli anni (70-6 dagli ABs a Bologna nel \'96, 31-62 dal SA sempre a Bologna mi pare nel \'97, 42-19 o similia a Padova nel \'97 con l\'Australia). Tuttavia quegli anni rimangono il punto più alto mai raggiunto dalla nostra nazionale e pertanto non si può che dire che da questo punto di vista siamo calati (non userei il termine decaduti) o, forse meglio, siamo cresciuti meno degli altri...
<BR>
<BR>PS.: magopiccolo, come ti ha già anticipato bakunin ti confermo che in tempi di dilettantismo VERO, i soldi che le nostre squadre sganciavano ai Botha, Kirwan, Campese & C. erano senz\'altro ben accetti. Le nazioni dell\'IRB di allora storcevano il naso perchè accusavano l\'Italia di professionismo, ma tolleravano la cosa perchè solo così sono riusciti ad evitare che tutta quella bella gente passasse al Rugby League segnando il declino definitivo del XV
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
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<BR>31-62 con il Sudafrica neocampione del mondo non mi sembra una batosta: faccio fatica a ricordare l\'ultima volta che abbiamo fatto più di 30 punti con un avversario di rango superiore al nostro.
<BR>
<BR>Quanto al discorso sulla crescita o meno: i paragoni con 20 anni fa non hanno senso. Anche nella pallavolo 20 anni fa perdevamo dalla Polonia e dall\'Ungheria, ed oggi le battiamo regolarmente. Eppure anche la pallavolo è in declino.
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<BR>Fare paragoni con l\'epoca delle trasferte in Russia e Romania è un po\' come dire a un disoccupato oggi che si stava peggio durante la guerra... grazie al c4$$o! Ma si è stati anche meglio da allora ad oggi: il concetto di crescita si basa sul confronto con il periodo migliore, non con quello peggiore. Una squadra che meno di 10 anni fa batteva tutte le squadre del 5N esclusa l\'Inghilterra (causa doppio furto arbitrale) ed oggi ne prende 60 a partita (e soprattutto raramente ne fa più di venti) non si può considerare in crescita. Saranno anche cresciuti di più gli altri, ma di sicuro noi avanti non siamo andati. Dire che Dominguez non si può inventare è nascondersi il vero problema: Dominguez ha sempre sbagliato 2 o 3 calci a partita, e prima di lui non abbiamo mai avuto problemi a trovare gente che sapesse calciare, anzi, era l\'unica cosa che sapevamo fare. Oggi il problema è che il talento non riesce ad emergere, vuoi perchè ostruito da troppi stranieri ed oriundi od equiparati, vuoi perchè non esiste una struttura tpio accademie che riesca a farli emergere. La struttura è rimasta la stessa dei tempi del dilettantismo, ma almeno con dilettanti c\'erano meno pressioni sulle società per comprare giocatori già di un certo livello. La realtà è che in Italia il rugby non è praticabile a livello professionale: tolte Treviso, Calvisano e, forse, un paio di altre società, nessuno ha i soldi per finanziare una stagione intera con 30 stipendi da pagare. Ed è per questo che si vedono storiacce di ogni genere di stipendi non pagati, visti non ottenuti e così via. Ora come ora, lo status professionistico significa che squadre di serie C preferiscono prendere argentini bolsi piuttosto che investire su giovani italiani. Questo significa che ilmovimento di vertice è pressochè chiuso ai nostri giovani perchè nessuno vuole investire su di loro, perchè un professionista costa soldi e deve garantire prestazioni da subito.
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<BR>A mio avviso le cose stanno andando peggio rispetto al recente passato e delle trasferte in Russia e Romania non me ne frega un cavolo: siamo nel 6N e dobbiamo giocare alla pari, e non ci riusciamo più. Se si vogliono migliorare le cose sarà il caso di rivedere il concetto di professionismo nel rugby italiano. Se davvero ci dovranno essere 4 squadre italiane in Celtic League, forse è il caso che le altre tornino al dilettantismo, che, peraltro, in passato ha dato una miglior preparazione di base, soprattutto tecnica ai nostri giocatori. E, se ci sono giocatori che si distinguono da dilettanti, possono sempre passare professionisti e giocare nella CL o all\'estero. Quello che non ci vuole è una pletora di campionati professionistici aperti solo ad oriundi, equiparati e stranieri, che costano soldi e non aiutano a far crescere i futuri azzurri.
<BR> 31-08-2005 alle ore 09:50, jaco wrote:
<BR>Ci risiamo, ogni tanto si ritorna a piangere sul passato... lo dico perchè anch\'io sono un nostalgico...
<BR>In realtà la domanda di Carlo così come è posta parla di \"rugby\" non di nazionale e suoi risultati.
<BR>Allora le risposta potrebbero essere molteplici.
<BR>A mio avviso se si parla di tesserati, visibilità, aumento della base e del seguito (a livello numerico) credo che non si possa negare una crescita (e anche qui si dovrebbe fare un distinguo tra nazionale e club). Si può discutere se si potesse fare di più o meglio, ma sicuramente, da questo punto di vista c\'è una crescita anche consistente direi.
<BR>Se si parla di qualità del gioco il discorso si fa molto complesso anche perchè (come ricordava bakunin) il professionismo e il continuo cambio di regolamento ha fatto sì che adesso si giochi un rugby completamente diverso da quello di 10 anni fa, oserei dire quasi uno sport diverso. Stringendo direi che qui l\'Italia è cresciuta (il divario con le squadre che ci seguono nel ranking è aumentato, vedi test con Canada e USA), ma sicuramente in modo minore e più lento rispetto le nazioni guida (NZ, Aus, SA, Eng, Fra...): in sostanza qui si è cresciuti ma si poteva/doveva fare di più (e anche qui si dovrebbe comunque distinguere tra il rugby della nazionale e quello dei club).
<BR>Se poi, infine, ci soffermiamo sui risultati della nazionale le mie considerazioni sono le stesse di sempre. Senza voler sminuire l\'età dell\'oro del nostro rugby (l\'era Coste) in cui abbiamo ottenuto risultati di assoluto prestigio e che è stata tale per una serie di concause già abbondantemente dette e ridette, continuo a ritenere che in quegli anni siamo riusciti a battere un\'Irlanda ai minimi storici, una Scozia vicina ai minimi storici e una Francia paga del 5N vinto una settimana prima. In sostanza avevamo ridotto le distanze con il rugby continentale, ma le tre dell\'emisfero sud ci hanno sempre legnato anche in quegli anni (70-6 dagli ABs a Bologna nel \'96, 31-62 dal SA sempre a Bologna mi pare nel \'97, 42-19 o similia a Padova nel \'97 con l\'Australia). Tuttavia quegli anni rimangono il punto più alto mai raggiunto dalla nostra nazionale e pertanto non si può che dire che da questo punto di vista siamo calati (non userei il termine decaduti) o, forse meglio, siamo cresciuti meno degli altri...
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<BR>PS.: magopiccolo, come ti ha già anticipato bakunin ti confermo che in tempi di dilettantismo VERO, i soldi che le nostre squadre sganciavano ai Botha, Kirwan, Campese & C. erano senz\'altro ben accetti. Le nazioni dell\'IRB di allora storcevano il naso perchè accusavano l\'Italia di professionismo, ma tolleravano la cosa perchè solo così sono riusciti ad evitare che tutta quella bella gente passasse al Rugby League segnando il declino definitivo del XV
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
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<BR>31-62 con il Sudafrica neocampione del mondo non mi sembra una batosta: faccio fatica a ricordare l\'ultima volta che abbiamo fatto più di 30 punti con un avversario di rango superiore al nostro.
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<BR>Quanto al discorso sulla crescita o meno: i paragoni con 20 anni fa non hanno senso. Anche nella pallavolo 20 anni fa perdevamo dalla Polonia e dall\'Ungheria, ed oggi le battiamo regolarmente. Eppure anche la pallavolo è in declino.
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<BR>Fare paragoni con l\'epoca delle trasferte in Russia e Romania è un po\' come dire a un disoccupato oggi che si stava peggio durante la guerra... grazie al c4$$o! Ma si è stati anche meglio da allora ad oggi: il concetto di crescita si basa sul confronto con il periodo migliore, non con quello peggiore. Una squadra che meno di 10 anni fa batteva tutte le squadre del 5N esclusa l\'Inghilterra (causa doppio furto arbitrale) ed oggi ne prende 60 a partita (e soprattutto raramente ne fa più di venti) non si può considerare in crescita. Saranno anche cresciuti di più gli altri, ma di sicuro noi avanti non siamo andati. Dire che Dominguez non si può inventare è nascondersi il vero problema: Dominguez ha sempre sbagliato 2 o 3 calci a partita, e prima di lui non abbiamo mai avuto problemi a trovare gente che sapesse calciare, anzi, era l\'unica cosa che sapevamo fare. Oggi il problema è che il talento non riesce ad emergere, vuoi perchè ostruito da troppi stranieri ed oriundi od equiparati, vuoi perchè non esiste una struttura tpio accademie che riesca a farli emergere. La struttura è rimasta la stessa dei tempi del dilettantismo, ma almeno con dilettanti c\'erano meno pressioni sulle società per comprare giocatori già di un certo livello. La realtà è che in Italia il rugby non è praticabile a livello professionale: tolte Treviso, Calvisano e, forse, un paio di altre società, nessuno ha i soldi per finanziare una stagione intera con 30 stipendi da pagare. Ed è per questo che si vedono storiacce di ogni genere di stipendi non pagati, visti non ottenuti e così via. Ora come ora, lo status professionistico significa che squadre di serie C preferiscono prendere argentini bolsi piuttosto che investire su giovani italiani. Questo significa che ilmovimento di vertice è pressochè chiuso ai nostri giovani perchè nessuno vuole investire su di loro, perchè un professionista costa soldi e deve garantire prestazioni da subito.
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<BR>A mio avviso le cose stanno andando peggio rispetto al recente passato e delle trasferte in Russia e Romania non me ne frega un cavolo: siamo nel 6N e dobbiamo giocare alla pari, e non ci riusciamo più. Se si vogliono migliorare le cose sarà il caso di rivedere il concetto di professionismo nel rugby italiano. Se davvero ci dovranno essere 4 squadre italiane in Celtic League, forse è il caso che le altre tornino al dilettantismo, che, peraltro, in passato ha dato una miglior preparazione di base, soprattutto tecnica ai nostri giocatori. E, se ci sono giocatori che si distinguono da dilettanti, possono sempre passare professionisti e giocare nella CL o all\'estero. Quello che non ci vuole è una pletora di campionati professionistici aperti solo ad oriundi, equiparati e stranieri, che costano soldi e non aiutano a far crescere i futuri azzurri.
"It ain't over till the fat man spins!" - David Gower, 2005