Sabato 3 settembre, come ogni anno, a Viterbo ci sarà il trasporto della Macchina di S. Rosa. Molti giocatori ed ex giocatori del Rugby Viterbo vi parteciperanno. Volevo sapere se in giro per l\'Italia ci sono manifestazioni, tradizioni dove lo spirito di questo sport è simile alle stesse, come a Viterbo.
<BR>Nel frattempo vi lascio qui sotto alcuni siti dove capire di cosa sto parlando ed un bellissimo articolo su rugby e Macchina di S. Rosa del \"Il Messaggero\" di oggi:
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<BR><!-- BBCode Start --><A HREF="http://www,alidiluce.net" TARGET="_blank">La Macchina di quest\'anno</A><!-- BBCode End -->
<BR><!-- BBCode Start --><A HREF="http://www.facchinidisantarosa.it" TARGET="_blank">Il sito dei Facchini di S. Rosa (quelli che portano la Macchina)</A><!-- BBCode End -->
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<BR><b>Quelli che fanno meta per S. Rosa </b>
<BR><i>Dal campo al Trasporto: i rugbisti-facchini, ormai una tradizione >/i>
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<BR>Nella mischia del tre settembre ci sono anche loro. Tutti uniti verso la meta. Che però magicamente, una volta all’anno, si chiama basilica di Santa Rosa e non ha niente a che vedere con un campo d’erba e placcaggi vari.
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<BR>Loro, sono una categoria di facchini-atleti molto particolare, storica, la più numerosa, un’istituzione del sodalizio: i <b>rugbisti</b>.
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<BR>Lo è stato per cinque anni anche Raffaele Ascenzi, il papà di Ali di Luce; lo sono da cinquant’anni, da quando cioè la palla ovale è sbarcata a Viterbo, in molti. Come addirittura l’ex nazionale Italo La Rosa. Tutti All Blacks del Trasporto.
<BR>Sabato saranno in quattro gli atleti dell’Isa Erretre di serie B a pronunciare il proverbiale ”sotto col ciuffo”: il veterano Antonio Canestro, il neofita Danilo Turchetti e le vecchie conoscenze del sodalizio Marco Calevi e Marco Latilla. Sarebbero dovuti essere in cinque, ma Claudio Iaschi per un incidente a un braccio ha dovuto declinare l’invito e, per il momento, anche un pezzo di preparazione pre-campionato. Uomini di mischia con le maglie neroverdi (piloni, seconde e terze linee ma anche avanti), campioni di devozione il tre settembre proprio a un mese dall’inizio del campionato. Loro sono quelli in attività, ma sono almeno un’altra quindicina gli ex rugbisti che, pur avendo appeso le scarpette bullonate al chiodo, continuano a perpetrare ogni anno le loro gesta. Fatta di fede, passione e, chiamiamolo, attaccamento alla maglia: quella divisa bianca con il ciuffo rosso.
<BR>Per sfatare pure una mezza credenza popolare: «Non è vero che i rugbisti fanno i facchini solo perchè sono grossi e possenti, non siamo tutti così. Dipende dai ruoli. Noi, inoltre lo facciamo - spiega Bruno Grassotti, ex giocatore dell’Union - per una doppia viterbesità: giochiamo con la squadra della nostra città e in più compiamo questo atto di fede verso la nostra Santa. Il sodalizio poi è pieno di sportivi: ci sono giocatori di calcio dilettantisco di buon livello, ma anche ciclisti, maestri di tennis...». Ciuffi, spallette e guide: uomini di uno sport minore, come si è soliti chiamare il rugby soprattutto a queste latitudini. Ma che a fede, forza e devozione non sono inferiori a nessuno, anzi.
<BR>«I rugbisti? Una realtà del Trasporto - dice il capofacchino Giovanni Adami - un’arma in più quando c’è da tirare e soffrire. Poi li riconosci subito: in ritiro, quando manca poco al ”sollevate e fermi”, mangiano tutti insieme, fanno ”comunella” proprio come si fa nel loro sport». Chissà se pianificheranno pure strategie di gioco...
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Rugby & Tradizione
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Lo riporto su...tante volte qualcuno fosse tornato dalla vacanze...+
<BR>Bgo
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<BR>p.s. anche i nostri bimbi del minirugby partecipano, portando la mini macchina di S. Rosa! La tradizione è per tutti, grandi e piccoli, come il Rugby!
<BR>Bgo
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<BR>p.s. anche i nostri bimbi del minirugby partecipano, portando la mini macchina di S. Rosa! La tradizione è per tutti, grandi e piccoli, come il Rugby!
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egon
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