Come in tutti i discorsi fatti qui, lasciando da parte eccezioni e casi particolari, eh, ma la prima cosa che si sente dire quando un club acquista un nuovo giocatore "Perché lo hanno preso? Non hanno già XY in quel ruolo?", oppure "Mandate in pensione Pinco Pallino, perché bisogna lanciare il giovane Tal dei Tali" (quindi NON perché Tal dei Tali è meglio, ma solo perché è più giovane...).doublegauss ha scritto:In questo campo credo di avere una decente esperienza, e credo di poter dire che non c'è una regola generale. Dipende molto dal carattere. A qualcuno la pressione della competizione fa bene, e dà il meglio di sé. Per altri è solo uno stress, e per farli rendere al meglio vanno rassicurati e coccolati. Un capo (in questo caso, un allenatore) deve saper riconoscere a occhio a quale categoria appartengono le persone con cui si ha a che fare.Garryowen ha scritto:Nella nostra nazionale ho spesso visto il problema opposto. Troppa gente sicura del suo posto in squadra e abbastanza "seduta".
Il concetto che la concorrenza disturbi la serenità dei giocatori è un concetto tutto italiano che spesso -purtroppo- viene applicato anche nelle squadre di club.
Poi, ciò premesso, è vero che in Italia manca un po' la cultura della responsabilità personale, e ci rimane difficile dare meriti e colpe agli individui. Ma questo è un altro discorso. credo.
Non abbiamo la mentalità della selezione, la prassi dei "trials" e cose del genere, e qui chiudo la divagazione.
A parte tutto, sarebbe abbastanza ridicolo non provare un giocatore per non mettere "sotto pressione" un titolare, oltretutto quando lo stesso giocatore è diventato titolare solo perché chi aveva davanti si è ritirato o si è fatto male