jpr williams ha scritto:
Ah, quindi eri tu quello che mi faceva gli abbaglianti e clacksonava?

Sto godendo ancora adesso
![Mr. Green :-]](./images/smilies/icon_mrgreen.gif)
.
E meno male che c'è stato quel godimento a ripagarmi del match dell'Italia.
L'unica cosa positiva è stata il risultato, alla fine si è vinto; devo, però, ammettere che quando, tempo fa, scrivevo che preferirei ogni tanto qualche brutta vittoria ad una bella sconfitta non intendevo questo. Alcuni dicono che, in fondo, ieri è successo al Canada come in quei casi in cui noi giochiamo bene contro un avversario più forte e gli rendiamo difficile la vittoria. Vero, ma in quei casi siamo noi che dobbiamo sentirci orgogliosi e fiduciosi, mica gli altri. Ergo, la partita di ieri dovrebbe essere positiva per gli acerosi non per noi.
In realtà temo che quella di ieri non sia stata la vittoria difficoltosa della squadra più forte contro una valorosa squadra più debole, bensì il risultato positivo di un match fra forze equilibrate di livello non eguale, ma, comunque, paragonabile.
Inutile farsi ulteriori illusioni: noi siamo sul livello di squadre come il Canada, gli USA, la Romania e la Georgia. Contro queste squadre possiamo vincere (più spesso) o perdere (di questo passo succederà, magari prima di quanto vogliamo); è questo, ormai, il nostro universo di riferimento.
E temo non servirà a niente cambiare allenatori (che vanno cambiati) o giocatori (la rosa è assai appassita): questo è il nostro livello e dobbiamo farcene una ragione. Se fossimo nel calcio, per intenderci, saremmo una squadra tipo Austria o Paraguay: possiamo comportarci dignitosamente contro Germania o Spagna, ma siamo inferiori e se vogliamo vincere dobbiamo giocare con la Bulgaria o il Venezuela.
Io credo invece che qualcosa in più la valiamo, ma ora come ora no.
I primi due anni di Brunel credo che siano li a dimostrare come da un gruppo si possano tirare fuori cose abbastanza buone.
MA quel gruppo aveva solide basi e convinzioni derivanti dal blocco Benetton, giocatori con fiducia nei propri mezzi, derivanti da anni di lavoro, confidenza sicurezza. Le partite di quella squadra mostravano spesso delle capacità simili agli altri contendenti celtici.
Non fai per caso una prestazione del genere
(e ne ricordo altre con cose pregievoli e da dire wow ma allora pure noi possiamo!)
Questo gruppo (e i giocatori non è che siano poi diversissimi) è evidente che invece non ha alcuna base comune, confidenza nei propri mezzi, nulla.
Non c'è grinta o occhi della tigre o umiltà che contino se manca tutto ciò. Brunell a mio parere ha la "colpa" da parte sua di aver sostituito a quel know-how derivante dal blocco Benetton altrettante certezze e schemi. Ha dato per scontate alcune cose che scontate non erano, lavorando anche in controtendenza rispetto a quello che è stato il rugby degli ultimi anni (territorio per possesso, focus di transizione da difesa ad attacco).