Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
Moderatore: Emy77
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zappatalpa
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Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
Dobbiamo discutere su un argomento che sento troppo spesso accampato come scusa per insuccessi o giocatori con prestazioni deludenti: la poca motivazione di un giocatore o di un gruppo.
Prima Parisse, ora é ripetutamente Guidi che attacca la solfa che i giocatori si fermerebbero arrivati al livello Pro.
Ma voi ci credete? Per me esiste solo la fiducia / o la mancata fiducia nei propri mezzi e dei compagni, in assenza di ció subentra scoraggiamento. Ma la motivazione un ragazzo di 23-24 anni non puó non averla, in ogni gesto atletico, in ogni contatto, in ogni allenamento, dai, non c'ha nient'altro da fare..?!
Prima Parisse, ora é ripetutamente Guidi che attacca la solfa che i giocatori si fermerebbero arrivati al livello Pro.
Ma voi ci credete? Per me esiste solo la fiducia / o la mancata fiducia nei propri mezzi e dei compagni, in assenza di ció subentra scoraggiamento. Ma la motivazione un ragazzo di 23-24 anni non puó non averla, in ogni gesto atletico, in ogni contatto, in ogni allenamento, dai, non c'ha nient'altro da fare..?!
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JosephK.
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Re: Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
Ora c'è anche da dire che il discorso non è unidirezionale, te la motivazione puoi o non puoi averele personalmente ma poi devono essere anche coach, staff, presidente, pubblico, capitano, compagni a darti motivazione o incitamento o coraggio, vedetevela come vi pare. PErché se uno perde sempre 50 a 0 più che motivazione deve avere coraggio e voglia di combattere.
Quando giocavo vedevo però una cosa: il 35 enne, il 40 enne si spaccavano sul campo e i 16 enni morivano in attacchi di noite (la tremenda malattia per cui tutto è "noioso"). Non si generalizza ma vedevo che effettivamente tra il vecio e il ragazzo era anche una differenza di testa dove il secondo, che in teoria doveva voler dare tutto, farsi vedere, emergere, spaccare il mondo, si ammollava per primo.
Motivare significa anche dare obiettivi e saperli premiare. Ora citando il famoso sport tondo, come ha fatto Ranieri ha trasformare una squadra predestinata alla retrocessione in una che è finita in Champions? Se vedete le sue interviste, a parte la sua calma serafica e il suo buonumore paesano quasi da prete dell'oratorio, si nota sempre il fatto che è riuscito a costruire un clima famigliare, li vedi con lui che offre la pizza dopo una vittoria, che li porta a farsi una pinta, insomma la cosa di saper creare "amalgama" in un gruppo fatto di tante teste diverse è anche la vera capacità de leader. E puoi anche non avere i miliardi ma a volte basta solo il buon esempio. Ricordo da noi che ai primi allenamenti a portare la birra per il 3 tempo eravamo in 2-3, senza ovviamente chiedere un euro. Tempo un mese tutti portavano qualcosa, da mangiare, da bere.
E poi forse quando sei nuovo dovresti avere la voglia di lottare per dimostrare agli altri, agli "storici" che ti devono rispettare, che è giusto che tu sia lì. Questo lo fanno capire i coach? Fanno capire che Munster ha battuto gli AB e noi non siamo nessuno? Fanno capire l'onore che abbiamo a giocare in certi campi? Orca vacca io davanti all'Arms PArk ho avuto un coccolone, è normale che tutto passi come fosse neutro?
Quando giocavo vedevo però una cosa: il 35 enne, il 40 enne si spaccavano sul campo e i 16 enni morivano in attacchi di noite (la tremenda malattia per cui tutto è "noioso"). Non si generalizza ma vedevo che effettivamente tra il vecio e il ragazzo era anche una differenza di testa dove il secondo, che in teoria doveva voler dare tutto, farsi vedere, emergere, spaccare il mondo, si ammollava per primo.
Motivare significa anche dare obiettivi e saperli premiare. Ora citando il famoso sport tondo, come ha fatto Ranieri ha trasformare una squadra predestinata alla retrocessione in una che è finita in Champions? Se vedete le sue interviste, a parte la sua calma serafica e il suo buonumore paesano quasi da prete dell'oratorio, si nota sempre il fatto che è riuscito a costruire un clima famigliare, li vedi con lui che offre la pizza dopo una vittoria, che li porta a farsi una pinta, insomma la cosa di saper creare "amalgama" in un gruppo fatto di tante teste diverse è anche la vera capacità de leader. E puoi anche non avere i miliardi ma a volte basta solo il buon esempio. Ricordo da noi che ai primi allenamenti a portare la birra per il 3 tempo eravamo in 2-3, senza ovviamente chiedere un euro. Tempo un mese tutti portavano qualcosa, da mangiare, da bere.
E poi forse quando sei nuovo dovresti avere la voglia di lottare per dimostrare agli altri, agli "storici" che ti devono rispettare, che è giusto che tu sia lì. Questo lo fanno capire i coach? Fanno capire che Munster ha battuto gli AB e noi non siamo nessuno? Fanno capire l'onore che abbiamo a giocare in certi campi? Orca vacca io davanti all'Arms PArk ho avuto un coccolone, è normale che tutto passi come fosse neutro?
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).
Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.
Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).
Nex time... Good Game... Nice try... Seh seh avemo capito...
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jentu
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Re: Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
In effetti la voglia di superarsi trova il limite del sentirsi arrivato.
Questo è il limite del rugby italiano: orizzonti troppo limitati sul top delle aspirazioni concretamente realizzabili e che si rapportatano con la debolezza della struttura economica e sociale nazionale.
Se l'aspirazione del giocatore in giovanile non è quella di andare a giocare in nazionale per battere inglesi, francesi e via dicendo, succede che ci si possa accontentare di discrete prestazioni, sconfitte più o meno onorevoli, basta aver raggiunto il livello (nazionale, Pro12 ecc). Certo gli obiettivi non possono essere solo individuali, ma ciò che dicono Parisse e Guidi è uno dei presupposti, ovvero l'obiettivo non è arrivare a giocarci contro, ma mettersi nelle condizioni di batterli individualmente e come gruppo.
Succede che ai ragazzi delle accademie sia proposto per vie indipendenti dall'accademia FIR l'obiettivo di entrare a giocare se va bene in A, se va male nei campionati giovanili U18 elite propinati come obiettivi appetibili e momenti di formazione ineguagliabili: sciocchezze e travisamento!
Ai nostri ragazzi va dato l'obiettivo di andare in Galles a sconfiggere i gallesi (come sono stati vicini a fare quest'anno) o in Francia a giocarsela alla pari con i francesi come hanno fatto, rimanendo legati al club di provenienza o al massimo alla franchigia territoriale se esiste. In Irlanda le convocazioni della nazionale sono fatte scrivendo il nome del club, anche esimo, dove il,giocatore si è formato, perchè qui non è così?
Sta poi all'insieme FIR, società e ambiente sociale(qui casca davvero l'asino) stendere la rete di sicurezza e recupero di chi per i motivi più vari non riesce a raggiungere il professionismo vero che, in Italia lo ricordo a tutti, è solo nelle squadre di Celtic. Il resto è amatoriale ora ed era professionismo straccione prima.
Se non ti poni l'obiettivo più alto, tutti i traguardi intermedi diventano appetibili, ma il giro non si vince con una tappa ed il gran premio della montagna rende qualcosa, ma fa la stessa differenza che c'è fra l'assaggiare ed il godere.
Questo è il limite del rugby italiano: orizzonti troppo limitati sul top delle aspirazioni concretamente realizzabili e che si rapportatano con la debolezza della struttura economica e sociale nazionale.
Se l'aspirazione del giocatore in giovanile non è quella di andare a giocare in nazionale per battere inglesi, francesi e via dicendo, succede che ci si possa accontentare di discrete prestazioni, sconfitte più o meno onorevoli, basta aver raggiunto il livello (nazionale, Pro12 ecc). Certo gli obiettivi non possono essere solo individuali, ma ciò che dicono Parisse e Guidi è uno dei presupposti, ovvero l'obiettivo non è arrivare a giocarci contro, ma mettersi nelle condizioni di batterli individualmente e come gruppo.
Succede che ai ragazzi delle accademie sia proposto per vie indipendenti dall'accademia FIR l'obiettivo di entrare a giocare se va bene in A, se va male nei campionati giovanili U18 elite propinati come obiettivi appetibili e momenti di formazione ineguagliabili: sciocchezze e travisamento!
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Sta poi all'insieme FIR, società e ambiente sociale(qui casca davvero l'asino) stendere la rete di sicurezza e recupero di chi per i motivi più vari non riesce a raggiungere il professionismo vero che, in Italia lo ricordo a tutti, è solo nelle squadre di Celtic. Il resto è amatoriale ora ed era professionismo straccione prima.
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Parlare e scrivere sono due attività umane differenti
I fatti degli altri sono solo opinioni, le mie opinioni sono fatti (cit. omen nomen)
Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (cit. Incertae sedis)
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zappatalpa
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Re: Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
Non sono sicuro se mi hai capito. Ecco, il motivatore "mago", quello che con le parole e gli esempi giusti ti fa correreil doppio, io a questo NON ci credo. Troppo lunga la carriera del rugbista Pro, troppe botte, troppi infortuni, troppe volte ricominciare da capo. Chi ha bisogno di questo, per me ha sbagliato sport (molti nelle Zebre, alcuni a TV). Nessun incitamento ti fará durare una carriera sui campi di Newport.JosephK. ha scritto: Motivare significa anche dare obiettivi e saperli premiare. Ora citando il famoso sport tondo, come ha fatto Ranieri ha trasformare una squadra predestinata alla retrocessione in una che è finita in Champions? Se vedete le sue interviste, a parte la sua calma serafica e il suo buonumore paesano quasi da prete dell'oratorio, si nota sempre il fatto che è riuscito a costruire un clima famigliare, li vedi con lui che offre la pizza dopo una vittoria, che li porta a farsi una pinta, insomma la cosa di saper creare "amalgama" in un gruppo fatto di tante teste diverse è anche la vera capacità de leader. E puoi anche non avere i miliardi ma a volte basta solo il buon esempio. Ricordo da noi che ai primi allenamenti a portare la birra per il 3 tempo eravamo in 2-3, senza ovviamente chiedere un euro. Tempo un mese tutti portavano qualcosa, da mangiare, da bere.
Altro é creare una situazione, in cui io con le mie motivazioni entro in un team, dove posso mettere a frutto le mie competenze, esprimermi, in un contesto che da fiducia.
Come al lavoro insomma. Per fare un esempio stupido: Se io sono un disegnatore tecnico e devo disegnare con un programma 2D concorrendo con professionisti che usano un 3D, posso lo stesso essere motivato, cercare di far vedere che sono bravo, in piú se ho fiducia che a breve il team/principale riconoscere tale svantaggio e pianifica un investimento in questo senso, questo mi da fiducia. Se invece mi rimproverano di metterci troppo tempo senza dare impressione di competenze, questo scoraggia.
D'altro canto, se io per riuscire lo stesso tendo ad improvvisare, ma non ho le competenze giuste, poi sbaglio spesso, anche questo alla lunga sicuramente scorraggia.
Ma la motivazione, come comunemente (e secondo me erroneamente) viene definita per descrivere mancanza di stimoli, quella sarebbe il principale che si siede vicino al disegnatore e lo incita ogni mattina di dare il meglio quanto puó, con varie tecniche imparate da metabolik.
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zappatalpa
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Re: Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
Non ho capito bene tutto l'intervento. Puoi spiegare un pó meglio?jentu ha scritto:In effetti la voglia di superarsi trova il limite del sentirsi arrivato.
:
Su questa frase invece mi permetto ancora di discernere: ammesso che arrivi al Pro e addirittura al &N senza particolari meriti, come é successo quest'anno ad alcuni. Umanamente é impossibile sentirsi arrivati dopo solo alcuni dei risultati recenti. Alcuni giocatori hanno curriculum di % di sconfitte da paura. Non é piuttosto che sono sfiduciati?
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stilicone
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Re: Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
Trascorrere carriere decennali in squadre che perdono sempre o quasi sempre non aiuta.
Bisognerebbe avere squadre competitive, che giocano per vincere, dove si arriva per selezione più feroce perchè i posti disponibili sono pochi.
Attualmente non è così.
Bisognerebbe avere squadre competitive, che giocano per vincere, dove si arriva per selezione più feroce perchè i posti disponibili sono pochi.
Attualmente non è così.
MEMENTO MAROCCO.
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zappatalpa
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Re: Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
E la questione della gallina o dell'uovo, chi viene prima? Come fai ad avere squadre competitive se tutti dicono che i giocatori appena arrivati sono demotivati o "arrivati"?stilicone ha scritto:Trascorrere carriere decennali in squadre che perdono sempre o quasi sempre non aiuta.
Bisognerebbe avere squadre competitive, che giocano per vincere, dove si arriva per selezione più feroce perchè i posti disponibili sono pochi.
Attualmente non è così.
Il discorso della "motivazione" non fila, io non ci credo alla storia di Parisse e Guidi e compagnia. O non si é riuscito ad impostare il discorso tecnico che valorizzi i singoli, o non si é capito che la versione rugby-professionistico dev'essere risolta in maniera strutturale, cioé tramite strutture che danno fiducia (io punto su questo), oppure italiani per natura congenita "no buoni pe rebbi".
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metabolik
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Re: Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
Se leggo il titolo, senza leggere lo sviluppo, intendo la domanda riferita alle motivazioni che portano un giovane a giocare a rugby.
Su questo argomento non avrei dubbi.
Se poi leggo lo sviluppo dell'argomento, vedo che la domanda viene intesa con riferimento alla demotivazione, alla sfiducia dei ns. giocatori ad alto livello. Su questo argomento avrei molte incertezze, ma sono due quesiti molto differenti.
Tu, zappa, cosa volevi chiedere ?
Su questo argomento non avrei dubbi.
Se poi leggo lo sviluppo dell'argomento, vedo che la domanda viene intesa con riferimento alla demotivazione, alla sfiducia dei ns. giocatori ad alto livello. Su questo argomento avrei molte incertezze, ma sono due quesiti molto differenti.
Tu, zappa, cosa volevi chiedere ?
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jentu
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Re: Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
Niente di perticolarmente originale.zappatalpa ha scritto:Non ho capito bene tutto l'intervento. Puoi spiegare un pó meglio?jentu ha scritto:In effetti la voglia di superarsi trova il limite del sentirsi arrivato.
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Su questa frase invece mi permetto ancora di discernere: ammesso che arrivi al Pro e addirittura al &N senza particolari meriti, come é successo quest'anno ad alcuni. Umanamente é impossibile sentirsi arrivati dopo solo alcuni dei risultati recenti. Alcuni giocatori hanno curriculum di % di sconfitte da paura. Non é piuttosto che sono sfiduciati?
Ciò che considero indispensabile per il vero alto livello è togliersi gli alibi del giustificazionismo che porta a dire ero in grado di arrivare, ma gli altri o il destino cinico e baro non me l'hanno permesso, e l'errore di porsi obiettivi decoubertiniani, sentendosi strutturalmente inferiori, invece di aspirare a vincere con chiunque costruendo individualmente e collettivamente i presupposti per farlo.
Per il resto esiste il problema di creare una rete di sicurezza sociale per chi ha fatto l'alto livllo ed ha chiuso la sua carriera, ma soprattutto verso chi durante la propria formazione per infortuni o altro non ci arriva. Farlo darebbe molta più serenità a chi in età adolescnziale si sacrifica per arrivarci.
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JosephK.
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Re: Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
Eine moment. L'esempio di Ranieri cooptato dal malefico sporto tondo è l'esatto opposto del leader o della guida "mago". La guida mago è un Mourino, uno che arriva e scompagina, che fa il messia con i suoi giocatori, con il pubblico, con la stampa.zappatalpa ha scritto:Non sono sicuro se mi hai capito. Ecco, il motivatore "mago", quello che con le parole e gli esempi giusti ti fa correreil doppio, io a questo NON ci credo. Troppo lunga la carriera del rugbista Pro, troppe botte, troppi infortuni, troppe volte ricominciare da capo. Chi ha bisogno di questo, per me ha sbagliato sport (molti nelle Zebre, alcuni a TV). Nessun incitamento ti fará durare una carriera sui campi di Newport.JosephK. ha scritto: Motivare significa anche dare obiettivi e saperli premiare. Ora citando il famoso sport tondo, come ha fatto Ranieri ha trasformare una squadra predestinata alla retrocessione in una che è finita in Champions? Se vedete le sue interviste, a parte la sua calma serafica e il suo buonumore paesano quasi da prete dell'oratorio, si nota sempre il fatto che è riuscito a costruire un clima famigliare, li vedi con lui che offre la pizza dopo una vittoria, che li porta a farsi una pinta, insomma la cosa di saper creare "amalgama" in un gruppo fatto di tante teste diverse è anche la vera capacità de leader. E puoi anche non avere i miliardi ma a volte basta solo il buon esempio. Ricordo da noi che ai primi allenamenti a portare la birra per il 3 tempo eravamo in 2-3, senza ovviamente chiedere un euro. Tempo un mese tutti portavano qualcosa, da mangiare, da bere.
Altro é creare una situazione, in cui io con le mie motivazioni entro in un team, dove posso mettere a frutto le mie competenze, esprimermi, in un contesto che da fiducia.
Come al lavoro insomma. Per fare un esempio stupido: Se io sono un disegnatore tecnico e devo disegnare con un programma 2D concorrendo con professionisti che usano un 3D, posso lo stesso essere motivato, cercare di far vedere che sono bravo, in piú se ho fiducia che a breve il team/principale riconoscere tale svantaggio e pianifica un investimento in questo senso, questo mi da fiducia. Se invece mi rimproverano di metterci troppo tempo senza dare impressione di competenze, questo scoraggia.
D'altro canto, se io per riuscire lo stesso tendo ad improvvisare, ma non ho le competenze giuste, poi sbaglio spesso, anche questo alla lunga sicuramente scorraggia.
Ma la motivazione, come comunemente (e secondo me erroneamente) viene definita per descrivere mancanza di stimoli, quella sarebbe il principale che si siede vicino al disegnatore e lo incita ogni mattina di dare il meglio quanto puó, con varie tecniche imparate da metabolik.
Ranieri, se lo senti parlare è quello del "step by step", pensiamo partita per partita senza guardare la meta fina ma la tappa di oggi, quello che ha creato un gruppo da tanti individui.
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).
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Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).
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zappatalpa
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Re: Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
La seconda! Non mi quadra che prima Parisse, ora Guidi e altri, e anche noi qui parliamo spesso di giocatori "appagati". Per me non é cosí facile (in un certo senso si autoassolvono), forse in qualche partita per qualche veterano puó starci, ma che i giovani, in larga parte, appena affacciatosi al livello Pro (stra-perdente ma con discreto seguito) siano giá appagati, mi pare proprio una stupidata. Perché dirla allora?metabolik ha scritto: ..demotivazione, alla sfiducia dei ns. giocatori ad alto livello.
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zappatalpa
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Re: Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
Ok, ma tu trovi inerenza con i metodi motivazionali degli allenatori delle franchigie/nazionale? Io non molte..JosephK. ha scritto: Eine moment. L'esempio di Ranieri cooptato dal malefico sporto tondo è l'esatto opposto del leader o della guida "mago". La guida mago è un Mourino, uno che arriva e scompagina, che fa il messia con i suoi giocatori, con il pubblico, con la stampa.
Ranieri, se lo senti parlare è quello del "step by step", pensiamo partita per partita senza guardare la meta fina ma la tappa di oggi, quello che ha creato un gruppo da tanti individui.
Per quello penso che la componente puramente "motivazionale" del coach nel rebbi conta fino ad un certo punto.
(tra l'altro noto che non si sente mai parlare di "si sentono arrivati" per gli eroi della palla tonda)
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JosephK.
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Re: Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
Secondo me sì è una parte importante. Ovviamente una delle parti ma anche la capacità di formare un gruppo e di mantenerlo solido, motivato è fondamentale.zappatalpa ha scritto:Ok, ma tu trovi inerenza con i metodi motivazionali degli allenatori delle franchigie/nazionale? Io non molte..JosephK. ha scritto: Eine moment. L'esempio di Ranieri cooptato dal malefico sporto tondo è l'esatto opposto del leader o della guida "mago". La guida mago è un Mourino, uno che arriva e scompagina, che fa il messia con i suoi giocatori, con il pubblico, con la stampa.
Ranieri, se lo senti parlare è quello del "step by step", pensiamo partita per partita senza guardare la meta fina ma la tappa di oggi, quello che ha creato un gruppo da tanti individui.
Per quello penso che la componente puramente "motivazionale" del coach nel rebbi conta fino ad un certo punto.
(tra l'altro noto che non si sente mai parlare di "si sentono arrivati" per gli eroi della palla tonda)
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zappatalpa
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Re: Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
Allora avevo capito bene: secondo me c'é una piccola contraddizione tra queste due ipotesijentu ha scritto: Ciò che considero indispensabile per il vero alto livello è togliersi gli alibi del giustificazionismo che porta a dire ero in grado di arrivare, ma gli altri o il destino cinico e baro non me l'hanno permesso, e l'errore di porsi obiettivi decoubertiniani, sentendosi strutturalmente inferiori, invece di aspirare a vincere con chiunque costruendo individualmente e collettivamente i presupposti per farlo.
Per il resto esiste il problema di creare una rete di sicurezza sociale per chi ha fatto l'alto livllo ed ha chiuso la sua carriera, ma soprattutto verso chi durante la propria formazione per infortuni o altro non ci arriva. Farlo darebbe molta più serenità a chi in età adolescnziale si sacrifica per arrivarci.
1° togliersi gli alibi del giustificazionismo che porta a dire ero in grado di arrivare, ma gli altri o il destino cinico e baro non me l'hanno permesso
2° creare una rete di sicurezza sociale per chi ha fatto l'alto livllo ed ha chiuso la sua carriera, ma soprattutto verso chi durante la propria formazione per infortuni o altro non ci arriva. Farlo darebbe molta più serenità a chi in età adolescnziale si sacrifica per arrivarci.
Soprattutto l'ultima frase. che auspica una sorta di assistenzialismo, messa cosí non si puó accettare, non perché siamo protestanti come i maledetti a., ma un tale sistema attirerebbe troppa gente che effettivamente non ha la fame per arrivare al livello assoluto, legitimando opinioni tipo Parisse / Guidi come sopra. Intasando tra l'altro i canali di formazione dell'alto livello
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Re: Quali sono le motivazioni di un giocatore di rugby?
Mah... non ne sarei così certo.zappatalpa ha scritto:La seconda! Non mi quadra che prima Parisse, ora Guidi e altri, e anche noi qui parliamo spesso di giocatori "appagati". Per me non é cosí facile (in un certo senso si autoassolvono), forse in qualche partita per qualche veterano puó starci, ma che i giovani, in larga parte, appena affacciatosi al livello Pro (stra-perdente ma con discreto seguito) siano giá appagati, mi pare proprio una stupidata. Perché dirla allora?metabolik ha scritto: ..demotivazione, alla sfiducia dei ns. giocatori ad alto livello.
Per non fare nomi e cognomi nel nostro sport, potrei citare esempi -a vari livelli- dello sport con la palla tonda.
Giocatori come Balotelli, o Mastour (per citare due italiani) perché non hanno soddisfatto le aspettative che si erano create su di loro? In genere si parla di "testa": si tratta di un insieme di motivazioni mancanti, di spirito di sacrificio mancante, di intelligenza mancante, di soddisfazione dei risultati raggiunti predominante...
Certo, nel rugby c'è probabilmente una giustificazione esterna che probabilmente nel calcio manca: apparentemente la struttura tecnica che contorna il percorso di crescita di un giovane non è all'altezza delle strutture delle altre principali nazioni rugbistiche europee (e probabilmente è ancora più distante dalle principali nazioni dell'emisfero sud).
Il mio punto di vista è quello che oggi, nello sport, la testa conta sempre di più. Tra un corrifore che fa 10:00 nei 100 mentri piani, e uno che fa 9:90 la differenza è dell'1%. Io penso che spesso, più che il talento, la differenza la faccia la testa, che porta l'atleta a dare il 100% nel momento, nelle condizioni che contano, magari pure soto presisone.