Da un pò di anni, anche a causa di una classe politica complessivamente modesta, si è consolidata la communis opinio secondo cui essere un "politico di professione" sia in sè indice di zozzeria. E che la politica la possano fare "tutti".
Ho sempre pensato che la politica, intesa come gestione del bene comune, sia una delle professioni più complesse ed importanti in una società, appunto, complessa e penso che vorrei a gestire la cosa pubblica dei professionisti del ramo, esattamente come preferirei avere un ingegnere civile a tirare su un ponte anzichè un non meglio identificato "esponente della società civile": il termine "civile" c'è in entrambi i casi, ma c'è la sua bella differenza. Che poi sta società civile te la raccomando...Mica è detto sia meglio della classe politica: conosco un sacco di sociali civili cui non affiderei nemmeno un sacco della spazzatura.
Quindi no, non vorrei uno sportivo "tout court" a fare l'assessore allo sport in una città come Roma, ruolo che ha una complessità non molto diversa da quella di un ministero. Naturalmente se Lo Cicero o chi per lui iniziasse a far politica dalla gavetta e si facesse un'esperienza politica e gestionale adeguata non avrei nulla in contrario. Solo che allora sarebbe un "professionista della politica" e uh che schifo, non è un CITTADINO.

Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)