ne abbiamo fatti di miglioriGarryowen ha scritto:Per me la risposta è semplice. A meno di tracolli finanziari si va avanti in Pro12 finché esisterà il Pro12.
Dopo si tornerà al campionato italiano, perché se organizzano un mega-campionato europeo tipo champions league noi non siamo attrezzati. Stiamo ancora cercando di arrivare al livello del Pro12.
Però senza la Celtic League ci potevamo scordare di fare un tour positivo come quello di giugno con in pratica la nostra nazionale B
Il futuro del rugby
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Re: Il futuro del rugby
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Re: Il futuro del rugby
Io sogno la "Menabrea Cup" !jpr williams ha scritto: Io quando la Heineken spnsorizzava la coppa mi rifiutavo di considerarla...![]()
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Re: Il futuro del rugby
Anch'io ho attraversato tempi migliori...Laporte ha scritto:ne abbiamo fatti di miglioriGarryowen ha scritto:Per me la risposta è semplice. A meno di tracolli finanziari si va avanti in Pro12 finché esisterà il Pro12.
Dopo si tornerà al campionato italiano, perché se organizzano un mega-campionato europeo tipo champions league noi non siamo attrezzati. Stiamo ancora cercando di arrivare al livello del Pro12.
Però senza la Celtic League ci potevamo scordare di fare un tour positivo come quello di giugno con in pratica la nostra nazionale B
"C'è solo una cosa al mondo meglio del rugby. Parlare di rugby"
(parafrasi da G.G. Marquez)
http://www.walesonline.co.uk/sport/rugby/rugby-news/how-much-funding-welsh-rugby-12405682 A imperitura memoria
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Re: Il futuro del rugby
Mi associo, la birra del centenario ci ha tutti i suoi bei perchèLaporte ha scritto:Io sogno la "Menabrea Cup" !jpr williams ha scritto: Io quando la Heineken spnsorizzava la coppa mi rifiutavo di considerarla...![]()
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: Il futuro del rugby
...e finalmente arriva il programma di Gavazzi!
RUGBY FUTURO: ALFREDO GAVAZZI SI CANDIDA PER UN SECONDO MANDATO
PIU’ EFFICIENZA DELLA STRUTTURA FIR, COMITATI E CLUB AL CUORE DELLO SVILUPPO
Alfredo Gavazzi, Presidente della Federazione Italiana Rugby dal settembre 2012, conferma ufficialmente l’intenzione di concorrere per un secondo mandato in occasione dell’Assemblea Ordinaria Elettiva del prossimo 17 settembre a Roma.
66 anni, nato a Brescia e cresciuto a Calvisano dove ha fondato nemmeno ventenne il Club di rugby locale e dove si è affermato come imprenditore di successo nell’ambito della robotica, Gavazzi è membro del Consiglio Federale di FIR dal 1996 ed ha ricoperto in seno all’organo di governo del rugby italiano numerosi ruoli – da Tesoriere a Vice-Presidente vicario – prima di assumere la guida del movimento quattro anni fa, succedendo a Giancarlo Dondi.
Il programma elettorale di Gavazzi per un secondo mandato volto a garantire continuità al quadriennio olimpico che va concludendosi si fonda su alcuni punti fermi:
Crescita quantitativa e qualitativa del movimento attraverso nuovi strumenti e risorse a disposizione dei Club affiliati ed aumento delle risorse economiche
Riorganizzazione della struttura federale per una maggiore efficienza ed organizzazione, tanto a livello centrale che regionale
Consolidamento della posizione internazionale del rugby italiano
Incremento del supporto all’impiantistica dei Club
Sviluppo della comunicazione e dei mezzi di promozione al servizio del movimento
Legittimazione di FIR come un Ente attivo nell’ambito della responsabilità sociale
“Nel primo quadriennio della nostra gestione – ha dichiarato Alfredo Gavazzi presentando il proprio programma – abbiamo investito molto nel nostro rugby, cercando sempre di mantenere al centro della nostra progettualità il bene più prezioso del nostro movimento, la linfa stessa del rugby italiano: i Club”.
“Vogliamo continuare in questo percorso – ha proseguito il Presidente in carica – per consolidare quanto impostato sino ad oggi, proseguendo al tempo stesso in uno sviluppo che toccherà tutte le componenti del movimento nazionale”.
“I Comitati Regionali – ha aggiunto Gavazzi – rivestiranno un’importanza sempre crescente in questo piano di crescita, con nuove figure professionali, i Manager di Comitato, che andranno a costituire l’interfaccia operativa tra l’organo politico territoriale ed i Club del territorio”.
Al centro del progetto, intoccabili, i valori istituzionali che guidano ed ispirano migliaia di appassionati e praticanti: “I nostri valori entusiasmano e raggiungono sempre più persone: sono il nostro tratto caratterizzante, continuare a tutelarli e promuoverli in ogni nostra azione sarà al centro della nostra politica” ha concluso Gavazzi.
Con Alfredo Gavazzi candidato alla Presidente FIR correranno per un posto in Consiglio Federale:
Quota Società
Stefano Baia-Curioni
Fabio Beraldin
Stefano Cantoni
Roberto Facchini
Andrea Nicotra
Onorio Rebecchini
Nino Saccà
Susanna Vecchi
Un candidato Consigliere in quota Società proveniente dalla Campania verrà ufficializzato lunedì 29 agosto, data in cui Alfredo Gavazzi incontrerà a Napoli le Società della Regione.
Quota giocatori
Paolo Vaccari
Maurizio Zaffiri
Paola Zangirolami
Quota tecnici
Pasquale Presutti
Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti
Andrea Duodo
RUGBY FUTURO: ALFREDO GAVAZZI SI CANDIDA PER UN SECONDO MANDATO
PIU’ EFFICIENZA DELLA STRUTTURA FIR, COMITATI E CLUB AL CUORE DELLO SVILUPPO
Alfredo Gavazzi, Presidente della Federazione Italiana Rugby dal settembre 2012, conferma ufficialmente l’intenzione di concorrere per un secondo mandato in occasione dell’Assemblea Ordinaria Elettiva del prossimo 17 settembre a Roma.
66 anni, nato a Brescia e cresciuto a Calvisano dove ha fondato nemmeno ventenne il Club di rugby locale e dove si è affermato come imprenditore di successo nell’ambito della robotica, Gavazzi è membro del Consiglio Federale di FIR dal 1996 ed ha ricoperto in seno all’organo di governo del rugby italiano numerosi ruoli – da Tesoriere a Vice-Presidente vicario – prima di assumere la guida del movimento quattro anni fa, succedendo a Giancarlo Dondi.
Il programma elettorale di Gavazzi per un secondo mandato volto a garantire continuità al quadriennio olimpico che va concludendosi si fonda su alcuni punti fermi:
Crescita quantitativa e qualitativa del movimento attraverso nuovi strumenti e risorse a disposizione dei Club affiliati ed aumento delle risorse economiche
Riorganizzazione della struttura federale per una maggiore efficienza ed organizzazione, tanto a livello centrale che regionale
Consolidamento della posizione internazionale del rugby italiano
Incremento del supporto all’impiantistica dei Club
Sviluppo della comunicazione e dei mezzi di promozione al servizio del movimento
Legittimazione di FIR come un Ente attivo nell’ambito della responsabilità sociale
“Nel primo quadriennio della nostra gestione – ha dichiarato Alfredo Gavazzi presentando il proprio programma – abbiamo investito molto nel nostro rugby, cercando sempre di mantenere al centro della nostra progettualità il bene più prezioso del nostro movimento, la linfa stessa del rugby italiano: i Club”.
“Vogliamo continuare in questo percorso – ha proseguito il Presidente in carica – per consolidare quanto impostato sino ad oggi, proseguendo al tempo stesso in uno sviluppo che toccherà tutte le componenti del movimento nazionale”.
“I Comitati Regionali – ha aggiunto Gavazzi – rivestiranno un’importanza sempre crescente in questo piano di crescita, con nuove figure professionali, i Manager di Comitato, che andranno a costituire l’interfaccia operativa tra l’organo politico territoriale ed i Club del territorio”.
Al centro del progetto, intoccabili, i valori istituzionali che guidano ed ispirano migliaia di appassionati e praticanti: “I nostri valori entusiasmano e raggiungono sempre più persone: sono il nostro tratto caratterizzante, continuare a tutelarli e promuoverli in ogni nostra azione sarà al centro della nostra politica” ha concluso Gavazzi.
Con Alfredo Gavazzi candidato alla Presidente FIR correranno per un posto in Consiglio Federale:
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Un candidato Consigliere in quota Società proveniente dalla Campania verrà ufficializzato lunedì 29 agosto, data in cui Alfredo Gavazzi incontrerà a Napoli le Società della Regione.
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"C'è solo una cosa al mondo meglio del rugby. Parlare di rugby"
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http://www.walesonline.co.uk/sport/rugby/rugby-news/how-much-funding-welsh-rugby-12405682 A imperitura memoria
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Re: Il futuro del rugby
Anche lui mette al centro i club: la concorrenza è disarmata!
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Garryowen
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Re: Il futuro del rugby
Uno dei punti del programma:
"Guinness PRO12 – terza franchigia. Una chance per il movimento
La partecipazione al Guinness PRO12 rimane di centrale importanza per offrire ai migliori giocatori italiani la possibilità di confrontarsi settimanalmente ad un livello di gioco adeguato a quello del rugby internazionale. Aumentare la base di atleti di alto livello è l’obiettivo e, se ci sarà data la possi- bilità e vi saranno le condizioni logistiche idonee, potremo valutare la creazio- ne di una terza Franchigia italiana, con sede nel Centro Italia, per la partecipa- zione alla competizione celtica."
Oh, la fissazione sulla terza franchigia rimane, eh...
Ecco, qui c'è la maggiore differenza fra Gavazzi e gli altri. Gli altri ZERO franchigie...
Il budget di quest'anno è addirittura di 50 milioni e Gavazzi si pone l'obbiettivo di arrivare a 58 per il 2020...
"Guinness PRO12 – terza franchigia. Una chance per il movimento
La partecipazione al Guinness PRO12 rimane di centrale importanza per offrire ai migliori giocatori italiani la possibilità di confrontarsi settimanalmente ad un livello di gioco adeguato a quello del rugby internazionale. Aumentare la base di atleti di alto livello è l’obiettivo e, se ci sarà data la possi- bilità e vi saranno le condizioni logistiche idonee, potremo valutare la creazio- ne di una terza Franchigia italiana, con sede nel Centro Italia, per la partecipa- zione alla competizione celtica."
Oh, la fissazione sulla terza franchigia rimane, eh...
Ecco, qui c'è la maggiore differenza fra Gavazzi e gli altri. Gli altri ZERO franchigie...
Il budget di quest'anno è addirittura di 50 milioni e Gavazzi si pone l'obbiettivo di arrivare a 58 per il 2020...
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sandrobandito
Re: Il futuro del rugby
La terza franchigia avrebbe senso se il pro12 si espandesse al resto d'Europa o almeno coinvolgesse i celti londinesi.
Se ci fossero abbastanza squadre e il campionato fosse diviso in due gironi con promozioni, retrocessioni e conseguenti qualificazioni alle coppe, allora sarebbe imprescindibile. Dubito però che questo avverrà nei prossimi 4 anni, ce ne vorrebbero almeno 8...![Mr. Green :-]](./images/smilies/icon_mrgreen.gif)
Se ci fossero abbastanza squadre e il campionato fosse diviso in due gironi con promozioni, retrocessioni e conseguenti qualificazioni alle coppe, allora sarebbe imprescindibile. Dubito però che questo avverrà nei prossimi 4 anni, ce ne vorrebbero almeno 8...
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Luqa-bis
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Re: Il futuro del rugby
Opinione personale, probabilmente già nota.
Possibilemnte puntare sempre a crescere, quindi
se ci sono i giocatori ed i soldi,
sì alla terza franchigia in modo di "provincializzare" il nostro rugby.
Anche ad una quarta se possibile.
E anche se avessimo la possibilità di un campionato domestico di livello pari al Pro12, mantenere comunque un torneo di confronto internazionale oltre alle coppe.
Possibilemnte puntare sempre a crescere, quindi
se ci sono i giocatori ed i soldi,
sì alla terza franchigia in modo di "provincializzare" il nostro rugby.
Anche ad una quarta se possibile.
E anche se avessimo la possibilità di un campionato domestico di livello pari al Pro12, mantenere comunque un torneo di confronto internazionale oltre alle coppe.
- jpr williams
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Re: Il futuro del rugby
Quindi anche il ducetto bresciano, alla fine, ha dovuto ammannirci la sua dose di aria fritta come già fatto dai cambiatori.
La faccenda della terza franchigia lo rende ridicolo al pari dei suoi avversari che pensano che i nostri club di Eccellenza possano essere come i Wasps: ieri sera ho visto le due franchigie esistenti e mi sono bastate e avanzate quelle. Anzi, la visione della partita di ieri sera mi ha ulteriormente convinto della necessità della franchigia unica.
Datemi un commissario, foss'anche Basettoni.
La faccenda della terza franchigia lo rende ridicolo al pari dei suoi avversari che pensano che i nostri club di Eccellenza possano essere come i Wasps: ieri sera ho visto le due franchigie esistenti e mi sono bastate e avanzate quelle. Anzi, la visione della partita di ieri sera mi ha ulteriormente convinto della necessità della franchigia unica.
Datemi un commissario, foss'anche Basettoni.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Garryowen
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Re: Il futuro del rugby
La partita di ieri è la prova che servono proprio due franchigie. Proprio perché la differenza è stata minima è stata la prova migliore.
Fai una selezione fra le due e la metti contro una squadra pinco pallino.
Il risultato sarebbe identico, perchè nei 53 scesi in campi ieri nessuno si elevato così tanto al di sopra degli altri.
Scenario dell'amichevole della franchigia unica:
1) Risparmiato 4 milioni
2) Gioco identico a quello di ieri
3) In campo 25 o 28 giocatori al posto dei 53 scesi in campo ieri
4) Pagliarini non sarebbe andato in panchina (forse)
5) Allenatore Crowley (perché indubbiamente è quello che ha il curriculum migliore fra i due)
6) In Pro12 avendo una sola squadra non possiamo più arrivare penultimi
7) Aumento della disoccupazione in Italia
Come si può vedere ci sono lati positivi a lati negativi, come in tutte le cose.
Se però l'obiettivo è la nazionale, il punto 3 prevale su tutto il resto
Fai una selezione fra le due e la metti contro una squadra pinco pallino.
Il risultato sarebbe identico, perchè nei 53 scesi in campi ieri nessuno si elevato così tanto al di sopra degli altri.
Scenario dell'amichevole della franchigia unica:
1) Risparmiato 4 milioni
2) Gioco identico a quello di ieri
3) In campo 25 o 28 giocatori al posto dei 53 scesi in campo ieri
4) Pagliarini non sarebbe andato in panchina (forse)
5) Allenatore Crowley (perché indubbiamente è quello che ha il curriculum migliore fra i due)
6) In Pro12 avendo una sola squadra non possiamo più arrivare penultimi
7) Aumento della disoccupazione in Italia
Come si può vedere ci sono lati positivi a lati negativi, come in tutte le cose.
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Re: Il futuro del rugby
Anch'io sono per la III franchigia se ci sono i soldi e se O'Shea e, soprattutto, Aboud riescono a farci crescere di livello nelle giovanili (segnalo la presenza di quest'ultimo in Irlanda a seguire la U18 ed in SA a seguire la U19).Garryowen ha scritto:Uno dei punti del programma:
"Guinness PRO12 – terza franchigia. Una chance per il movimento
La partecipazione al Guinness PRO12 rimane di centrale importanza per offrire ai migliori giocatori italiani la possibilità di confrontarsi settimanalmente ad un livello di gioco adeguato a quello del rugby internazionale. Aumentare la base di atleti di alto livello è l’obiettivo e, se ci sarà data la possi- bilità e vi saranno le condizioni logistiche idonee, potremo valutare la creazio- ne di una terza Franchigia italiana, con sede nel Centro Italia, per la partecipa- zione alla competizione celtica."
Oh, la fissazione sulla terza franchigia rimane, eh...
Ecco, qui c'è la maggiore differenza fra Gavazzi e gli altri. Gli altri ZERO franchigie...
Il budget di quest'anno è addirittura di 50 milioni e Gavazzi si pone l'obbiettivo di arrivare a 58 per il 2020...
Se poi il budget sale di ben 8 mln (2 mln/anno) in un periodo di vacche magre come questo un ateo come me comincia a credere fortemente che possa esistere un dio (di forma ovale
Segnalo come differenza forte fra PaC e Gavazzi il manager del Com.Reg. - leggetelo come vi pare -, l'aumento dei CdF, CdFP e le accademie legate alle celtiche (alleluiah), visto che dall'altra parte non si garantisce il futuro alle celtiche in prospettiva.
Qualcuno ha verificato il taglio dei costi del 24.5% in questo quadriennio?
Continuo ad essere dubbioso, allo stato attuale degli stadi, sul mondiale nel 2023.
Parlare e scrivere sono due attività umane differenti
I fatti degli altri sono solo opinioni, le mie opinioni sono fatti (cit. omen nomen)
Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (cit. Incertae sedis)
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Re: Il futuro del rugby
Per fare tre franchigie decenti (dico decenti nel senso che non siano già predestinate ai 3 ultimi posti e a passivi umilianti) servirebbero un budget complessivo di 24/25 mln e 3 roster per complessivi almeno 120 giocatori di livello internazionale.
Fate un pò voi e considerate la differenza fra essere invitati ad una festa dell'alta società ed imbucarvisi di straforo passando dalle cucine con i vestiti smessi di uno zio ricco caduto in disgrazia.
Qualcuno ha mai visto "Il Conte Max" con Sordi e De Sica?
Ecco, una cosa così.
Fate un pò voi e considerate la differenza fra essere invitati ad una festa dell'alta società ed imbucarvisi di straforo passando dalle cucine con i vestiti smessi di uno zio ricco caduto in disgrazia.
Qualcuno ha mai visto "Il Conte Max" con Sordi e De Sica?
Ecco, una cosa così.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
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Re: Il futuro del rugby
La questione secondo me suona un po' diversamente.
Posto l'avere:
1) la disponibilità di 30 mln €
2) una rosa di 80-90 giocatori di livello europeo / 200 giocatori da I fascia Eccellenza) + 60 nuovi prospetti sfornati ogni anno dalle Accademie
si pensa a quale scelta:
a) nessuna franchigia pro12 - Eccellenza a X club con tutti dentro
b) una franchigia con i migliori 30 con accademia in Eccellenza per i nuovi venduti e i rincalzi
c) due franchigie con accademia in Eccellenza
d) 3 franchigie
Certo, se non hai i soldi e non hai il numero di giocatori di livello o da provare, non passi alla terza.
Io penso che 4-5 franchigie sia l'orizzonte oltrepassato il quale meglio tornare ad un campionato Eccellenza che a quel punto sarebbe appetibile anche per squadre estere.
Posto l'avere:
1) la disponibilità di 30 mln €
2) una rosa di 80-90 giocatori di livello europeo / 200 giocatori da I fascia Eccellenza) + 60 nuovi prospetti sfornati ogni anno dalle Accademie
si pensa a quale scelta:
a) nessuna franchigia pro12 - Eccellenza a X club con tutti dentro
b) una franchigia con i migliori 30 con accademia in Eccellenza per i nuovi venduti e i rincalzi
c) due franchigie con accademia in Eccellenza
d) 3 franchigie
Certo, se non hai i soldi e non hai il numero di giocatori di livello o da provare, non passi alla terza.
Io penso che 4-5 franchigie sia l'orizzonte oltrepassato il quale meglio tornare ad un campionato Eccellenza che a quel punto sarebbe appetibile anche per squadre estere.
- jpr williams
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Re: Il futuro del rugby
Il guaio è che allo stato attuale delle cose abbiamo soldi e giocatori per UNA franchigia di discreto livello e poichè non vedo all'orizzonte nessun messia in grado di moltiplicare i soldi e i giocatori continuo a pensare che averne due sia un errore e tre una follia. Naturalmente se le condizioni cambiassero ne sarei ben felice, ma rebus sic stantibus mi sembra un grande spreco di risorse tenere in piedi due squadre che giocheranno solo per gli ultimi due posti anzichè una che possa dire qualcosa di utile. Tre poi è una cosa che non si può leggere.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
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