Il Veneto è, senza il minimo dubbio, la più importante regione rugbystica d'Italia (scoperta dell'acqua calda). Lo è per tradizione, risultati, società, titoli e praticanti. E' tutto questo con pieno ed indiscutibile merito. Aggiungo che ogni italiano che ama il nostro sport non può che provare affetto e persino una sorta di appartenenza ideale a questa terra.Io voglio un gran bene al Veneto, al punto che cerco persino di impararne le sfumature dei vari dialetti, con passione ed affetto, anche se spesso con risultati ridicoli.
Sarebbe ovvio che il Veneto esprimesse la guida dell'intero movimento. Invece non accade; non è accaduto nemmeno stavolta che, pure, la candidatura "non veneta" era gravata da tali e tante "criticità" da essere vulnerabilissima.
Perchè il Veneto non guida il movimento?
A questa domanda si potrebbe dare una risposta vittimistica: il Veneto è vittima dell'invidia di tutti gli altri che si coalizzano. Oppure gli altri sono degli orribili filibustieri e malavitosi.
Può darsi, ed io non ho nessuna evidenza per negare che possa essere così.
Ma se ci fossero altri motivi?
Colgo nei veneti quando parlano di rugby, soprattutto nei dirigenti sportivi e nei commentatori professionali e dilettanti (qui, in realtà, ciò accade pochissimo, ma altrove...) una sorta di "sindrome della bella figa", intendendosi per tale il comportamento di quelle donne molto belle che, consapevoli della loro bellezza, pensano di avercela foderata di platino. Ho voluto banalizzare, ma il concetto è che l'atteggiamento sembra essere quello di coloro che si ritengono depositari del sapere e si rapportano agli altri come se fossero dei miseri parvenu non titolati ad esprimersi. Questo fa istintivamente sorgere negli altri un atteggiamento di diffidenza; della serie: "Non è che se diamo le chiavi in mano a loro questi ci chiudono fuori alle intemperie?". E' una cosa che colgo dai "non veneti" una sorta di timore che se il Veneto ne avesse il "potere" farebbe diventare il rugby una "Passione veneta" anzichè quella "Passione italiana" che sta scritto sulle auto della fir. Che questo possa essere un problema, credo, lo aveva capito pure Marzio Innocenti che, in tutti i modi, ha cercato di togliere dalla sua fazione la patina "venetista" cercando di dargliene una più sfumatamente nazionale. E' evidente che non è bastato.
La mia speranza è che il Veneto utilizzi i prossimi anni per costruire una candidatura davvero veneta ponendosi come guida del movimento italiano, non una candidatura falsamente italiana che sembri volersi occupare solo del Veneto. Io voglio un presidente veneto che abbia a cuore il rugby italiano perchè penso che un veneto possa farlo meglio di chiunque altro, a patto che sia in grado di garantire tutti sulla propria non autoreferenzialità.
E adesso cominciate a tirarmi le pietre!
