Certo, il Siciliano è un'altra lingua, che non ho inserito per non allungare troppo la lista. Il Napoletano è la lingua da cui derivano i dialetti parlati nel sud peninsulare, come dicevo, e quindi la Sicilia ne è esclusa essendo un'isola.gcruta ha scritto:Permettimi, Enrico, senza alcun amore di polemica ma solo, come diceva quel tale, per la precisione: io sono figlio del regno di Sicilia, anche se politicamente dovrei dire del Regnum Utriusque Siciliae, e più precisamente del Vallo di Noto. Forse più che la matrice della mia lingua madre sia la lingua che si parla a Napoli si può dire che entrambe sono figlie delle dominazioni che hanno visto il sud della penisola, con radici latine e greche e contaminazioni arabe, francesi e spagnole....enrico land ha scritto: Come lingue sono il Veneto, il Lombardo, il Piemontese, il Napoletano (inteso come matrice di quasi tutti dialetti parlati nel meridione della penisola, non come vulgata di Napoli in senso stretto),
Mi spiace Garryowen ma non sono d'accordo. Esiste il Veneto come esiste il Lombardo. Che poi quest'ultimo sia diviso in sottogruppi con alcune differenze anche profonde, ovvero insubro e orobico, è abbastanza evidente. è il parere della stragrande maggioranza degli esperti, che ne valutano la storia e i punti di contatto. Non sono alcuni dettagli o degli influssi che in una zona esistono e in altre no a determinare il cambiare della "lingua", quelli fanno cambiare il dialetto. La lingua si basa su strutture di costruzione della frase, fonetica e via così. Quando ascolto canzoni dialettali in altomantovano e soprattutto in laghée, a volte fatico a comprendere il testo per via di qualche parola differente, in particolare nel laghée, ma il costrutto della frase è identico e mi permette di capire i testi di VanDeSfroos in maniera sufficiente da potermeli godere.