Probabilmente c'è specificato nel regolamento di giustizia sportiva che QUALSIASI azione su/tra tesserati commessa all'interno di tutto un impianto rientra nell'unica casistica della giustizia sportiva stessa e non altro. Mah... Vero è anche che se, come già ipotizzato, io tesserato massacro di botte un altrettanto tesserato non posso cavarmela con una sanzione sportiva, fosse pure la radiazione.Luqa-bis ha scritto:Può quindi darsi che la scelta di refertare l'evento, ma di non adottare azioni da giustizia ufficiale, sia stata una scelta con volontà educative? Del tipo "meglio punirli come rugbisti che come cittadini minorenni perché forse con più possibilità di avere effetti controproducenti?"
Però resta il fatto che davanti ad un referto, il giudice sportivo non ha alternative che erogare una sanzione sportiva.
E pongo una domanda: se il pugno arriva in campo , referto sportivo o azione legale?
Non so. Può essere che nel referto, elaborato presumo nei minuti seguenti il fatto, sia stato inserito quanto accaduto e poi, a mente fredda, non abbia voluto ulteriormente procedere. Oppure che, a referto oramai completato, si sia pentita di non aver dato seguito con un'azione ancor più invasiva. Occorrerebbe essere la giovane arbitro per saperlo.
E a livello formativo, in tutta onestà, non so davvero quale sia meglio o peggio. Meglio punirli rimuovendoli dalla loro passione più grande ma a suo modo educativa o farlo nel loro ruolo sociale e quindi con spese, lungaggini, iter vari per, magari, vederli fare la spola in tribunale dalle assistenti sociali? Non so...
Riguardo la tua domanda, ripeto, occorrerebbe conoscere cosa prevede il regolamento. Per me un pugno in campo riguarda la giustizia sportiva. Ma certo è che se mi tocca rifarmi l'arcata dentale, debbo sporgere denuncia perchè se come compenso portassi al mio dentista la sanzione disciplinare dell'aggressore credo che mi guarderebbe male...