zappatalpa ha scritto:Consulente ha scritto: compesso di inferiorita' rispetto ai citati anglosassoni
é caduto un mondo. L'unico antagonista che conoscono sono i russi, di cui hanno un pó paura penso.

Chiuso OT
Nessuno mette in dubbio musica, pittura, letteratura, filosofia o scienza tedesche. A me Wagner e Goethe non piacciono (Conosco appena Mann, ammetto), ma sono gusti personali; la statura esiste ed e' indubbia.
Politicamente pero' la Germania e' stata un fattore di instabilita' costante negli ultimi secoli. Quando Lutero inchioda le 95 tesi sulla porta della cattedrale (Wittenberg? mi pare ...) nel 1517 da il via ad una conflagrazione centrifuga che va a coinvolgere tutta l'Europa e che finisce dopo 130 anni di guerre ininterrotte ed orribili con la pace di Westfalia che sancisce l'assetto politico del mondo moderno. I motivi politici si sprecano e si intrecciano all'infinito (non sono un prof. di storia) ma il motivo ideologico alla radice non era diverso da alcuni elementi dalla narrazione mainstream di oggi, il papa di Roma e' impuro e corrotto, noi siamo meglio; lui e' barocco e decadente, noi siamo austeri e virtuosi.
Salto un secolo e non posso non rilevare che l'espansionismo prussiano e' alla radice della guerra dei 7 anni, la prima vera guerra mondiale.
Napoleone li ridimensiona all'inizio dell'800, ma poi il processo di unificazione tedesca genera le guerre danesi, la guerra del 1866 e la guerra del 1870, che i Francesi non gli hanno ancora perdonato, sotto sotto.
Dopo l'unificazione tedesca la spinta espansionistica diventa coloniale, e li' nasce il conflitto con l'Inghilterra; con la Germania che tenta di raggiungere la parita' navale militare e con una politica economica "beggar thy neighbour", esattamente come oggi. Per paragone, dopo secoli di guerre Francesi ed Inglesi, acerrimi rivali, nell'800 trovano finalmente un punto di equilibrio ma i "nuovi" tedeschi mantengono l'instabilita'.
La storia delle due guerre mondiali e' nota e non la percorro, dico solo che sono state un'unica tragedia in due atti in cui le responsabilita' effettivamente si intrecciano.
Finalmente, con la contrapposizione dei due blocchi ed il paese diviso in due, non ci sono problemi. Poi l'URSS scoppia, arriva l'unificazione (grazie a Dio senza sparare un colpo) e cosa succede? Ricominciano il "beggar thy neighbour", diventano i bulli della UE e, ultimamente, cominciano a considerare di dotarsi di un deterrente atomico e assumono il controllo stabile di pezzi di eserciti stranieri.
Per confronto, le altre potenze europee nello stesso periodo hanno avuto conflitti derivanti da attriti coloniali o, in qualche caso, dinastici, ma in Europa le diplomazie cercavano di norma l'equilibrio.
Scusate, tutto questo non mi sembra un caso. Deve esistere una ragione profonda, culturale, che fa si che il centro dell'Europa sia anche il motore delle instabilita'.
Ho conosciuto e lavorato con tedeschi e, presi come individui, non sono ne meglio ne peggio di chiunque altro, fatto salvo il bratwurst apocalittico che e' effettivamente molto gustoso; ma come popolo ci deve essere un motivo culturale politico filosofico profondo che periodicamente genera queste crisi.
Quindi zappa, il mio ragionamento si fonda su questo tipo di analisi. Sarei la persona piu' contenta del mondo se questi "imbalances" sparissero grazie ad un cambiamento della politica tedesca, anche perche' potrei tornarmene a casa.
A tutti, jpr in primis, scusate il torrenziale OT ma sono argomenti che mi stanno veramente a cuore.