Mercato 2018/2019

[JosephK.]

Io li capisco, ci mancherebbe.
Mi sto chiedendo che strada "politicamente" si possa intraprendere per far sì che chi lascia lo faccia non "costretto" ma veramente per scelta di vita.
Un part time con programmazione degli allenamenti fuori dagli orari lavorativi? Un'integrazione migliore con le università permettendo sessioni speciali a chi fa sport semipro? Un aiuto alle società a costruirsi percorsi quinquennali, decennali per aumentare la loro professionalità lato marketing societario, ricerca sponsor, coinvolgimento scuole/società/pubblico?

Di questo volevo parlare e meriterebbe probabilmente un thread a parte.

[jpr williams]

Temo, molto realisticamente, che sia un problema senza soluzioni disponibili.

[Garryowen]

Problema non solo economico. JosephK giustamente pensa a soluzioni che coinvolgono la società, la vita extra sportiva che prepari al dopo.
Perché se anche si arrivasse in Eccellenza a un minimo stipendio obbligatorio che corrispondesse allo stipendio di un impiegato (cosa impossibile) questo Semplicemente sposterebbe solo il problema avanti di qualche anno.
Il CONI sta lavorando su questo tema, credo, ma per ora mi sa che abbia fatto corsi per i calciatori, che in realtà al massimo avranno bisogno di imparare il trading on line... (certo, ci sono anche le categorie inferiori...)

[thonk]

uno dei meriti che chiunque riconosceva a Memo Geremia (all'epoca come ora) era proprio il suo personale interessamento per risolvere questo problema. non so quanti giocatori di quegli anni devono il posto di lavoro a Memo... gli sponsor servivano quasi solo a quello, a quanto si racconta.

Proprio Enrico Targa credo abbia fatto uno stage mentre giocava e poi trovato lavoro in Corvallis, sponsor Petrarca. Favaro si è laureato in odontoiatria (padre dentista), Belluco, ecc... questa è una delle leve che il Petrarca mette spesso sul tavolo delle trattative quando arrivano nuovi giovani: università e ritmi di allenamento compatibili con lo studio e gli esami.

[zappatalpa]

Temo, molto realisticamente, che sia un problema senza soluzioni disponibili.

Ma come, caro jpr, proprio te che hai sotto il naso come si fa sport serio e Pro in una realtá molto piccola e lontana da grossi centri?

[zappatalpa]

Treviso: Prolungamento dei contratti di Alberto De Marchi, Marco Barbini e Tommaso Iannone
Non c'é scritto se per 2 anni o uno solo

[jpr williams]

Temo, molto realisticamente, che sia un problema senza soluzioni disponibili.

Ma come, caro jpr, proprio te che hai sotto il naso come si fa sport serio e Pro in una realtá molto piccola e lontana da grossi centri?

Sono giustamente orgoglioso della mia società, ma so anche quali sono i limiti. Non a caso ho citato Alberto Bergamo che giocava da noi e ha dovuto lasciare.

[JosephK.]

Voi pensate che sia realmente impossibile per una società sportiva strutturarsi in modo realmente efficace? Io ho davanti a me esperienze di società di C che nate realmente da ZERO ora hanno campi, club house ecc e un discreto bacino di sponsor (ovviamente cose piccole). Ma se nel micro, con passione, conoscenze, coinvolgimento del territorio, si raggiungono successi importanti, nel macro cosa manca? Secondo me manca una cultura "societaria", cioè che intenda il club non solo come un posto dove si porta il figlio ad allenarsi e si beve una birra, ma come un bacino catalizzatore di moto sociale, appartenenza e anche soldi.
Io guardo l'organigramma delle Zebre e chi si occupa di ricerca sponsor è Roberto Avesani che è (o era) il responsabile di onrugby. La struttura societaria è minima e probabilmente quello che manca è proprio un orientamento di sport-business, intendo proprio di studio e formazione (ci sono corsi universitari? a che livello? master? da quanto ci sono? La federazione non aveva anche questa tra le priorità, cioè aumentare il livello e la preparazione del management?) che formino professionisti che sappiano far funzionare una struttura complessa e di rilevanza sociale come un club (intendo un club vero).

Non sto parlando di Budjella che arriva e butta miliardi a mozzo. Sto parlando di creare delle competenze manageriali e di rapporto con il territorio. Esistono? Ci sono? Quanti club lo fanno?

[zappatalpa]

Sono d'accordo, ma non devi sottovalutare la forma mentis della maggior parte degli attori di cui parlavamo un pò di tempo fa (nessuno escluso): un misto tra l'orgoglio dei club di essere una comitiva autogestita per tutti e lo straccionismo volontario ostentato tutto italiano. Qui fino a poco tempo fa si difendeva a spada tratta la politica del biglietto quasi gratis a Parma piuttosto di quella di Treviso. Ora si passa da chiedere l'ennesimo intervento di mamma FIR di formare manager. Puoi chiamare anche Carlo Cottarelli, chiediti piuttosto se tu fossi un azienda con 5-10mila da investire, a chi ti rivolgeresti e perchè?

[metabolik]

Joseph ha centrato il punto , ma manca una condizione di base per poter raggiungere dei risultati.
Ci manca il terreno, il tessuto sociale di cui usufruisce il rugby anglosassone, che è insegnato nelle scuole, che è diffuso uniformemente, che garantisce il giocatore a fine carriera, indipendentemente da quanto è stato premiato in carriera; in sostanza, se devo assumere qualcuno, assumo volentieri un ex rugbysta, pensa il capo del personale dell'azienda X, perchè 1) anch'io ho giocato 2) un rugbysta è sinonimo di impegno, volontà 3) gli altri che ho già assunto sono in gamba 4) ...
E' per questa mancanza che siamo ancora ragazzotti di campagna, bravi e belli, ma di campagna, e dobbiamo accontentarci di avventure fugaci con le semidee. Soprattutto è ancora per questo che chi critica il rugby italiano è un infame, che fa finta di non conoscere i sacrifici dei pochi atleti che si dedicano al rugby con ritorni economici minimi e che si permette di FARE LE PAGELLE... ma vaff..
Attenzione, non sono pessimista, ci si può lavorare, con la competenza che dici tu, ci si deve lavorare.

[zappatalpa]

Bravo meta, anch'io sono ottimista.
Per me sta andando tutto nel verso giusto, lentamente a costantemente. Se Mogliano dovesse sparire per un pó, c'é il Valsu e il Verona che hanno ambizioni. Idem per i giocatori che a 25-26 anni decidono per una vita diversa. Possono. Avercene. Ho paura che molti Pro senza il calcio sarebbero disoccupati.

[JosephK.]

Zappa quella del biglietto è una tua vecchia battaglia ma il discorso va fatto tarandolo sul terreno dove semini. Se anche con il biglietto a 10 euro vanno 500 persone ha senso portarlo a 30? Quanto ci guadagni? Pochissimo, e non ha senso.

Invece: ora che le zebre inziiano a performare, sono più stabili a livello societario, fanno risultato e un po' più di gente arriva, ecco, ora che offri uno spettacolo decisamente diverso ha già più senso alzare le tariffe. Non è straccionismo, è senso della realtà.

Invece sul fatto che molti club agiscano come "comitive autogestite" beh purtroppo è vero. E ha anche conseguenze drammatiche (o comiche, dipende dal punto di vista, vedasi le ultime zebre). Questo deriva dal fatto che il nostro movimento è fatto al 99% di volontariato che è anche una gran cosa ma che dal mio punto di vista potrebbe coesistere tranquillamente con un aumento di competenze e di gestione manageriale avveduta e moderna.

[JosephK.]

Intanto una cosa che potrebbe essere quasi rivoluzionaria visto il recente passato dove Rovigo metteva niet totali anche a dare i permit:

Un altro passaggio rilevante dell’intervista riguarda il rapporto del Rovigo con il Benetton Treviso, visto che alcuni dei nuovi acquisti sarebbero stati indicati proprio dal club del Pro14. “Mi piacerebbe che la Rugby Rovigo diventasse una sorta di Accademia per i giovani in orbita Benetton – spiega Azzi – Ne guadagnerebbero tutti. Così dovrebbe essere per ogni squadra veneta di Eccellenza”.

[Luqa-bis]

Quella del biglietto è una questione antica ma non peregrina.

I miei due figli giocano a calcio, categoria pulcini, e anche per i tornei che le società organizzano tra loro, con gli allenatori a fare da arbitri, i familiari e gli spettatori pagano 5 3 a testa.

Sul fronte professionalità e rpofessionismo.

Un atleta che si dedica a discipline pallonare, di solito chiude con il periodo pro di livello attorno ai 35.
Stiamo discutendo sul fatto che ci siano giocatori con ancora 8-10 anni di carriera che rinunciano al livello professionale per la professione.
Ma in fondo è normale, accade anche in altri sport, laddove la dimensione professionale legata alla disciplina non ha sbocchi numericamente importanti.
Questo è stato il motivo del fiorire delle sezioni sportive dei club militari.

Una volta nella mia azienda c'erano i dirigenti che mettevano in un certo posto chi giocava bene per averlo disponibile per il torneo interaziendale.
Oggi?
Mi stupirei vista la situazione occupazionale italiana che andasse diversamente

[zappatalpa]

Zappa quella del biglietto è una tua vecchia battaglia ma il discorso va fatto tarandolo sul terreno dove semini. Se anche con il biglietto a 10 euro vanno 500 persone ha senso portarlo a 30? Quanto ci guadagni? Pochissimo, e non ha senso.

Invece: ora che le zebre inziiano a performare, sono più stabili a livello societario, fanno risultato e un po' più di gente arriva, ecco, ora che offri uno spettacolo decisamente diverso ha già più senso alzare le tariffe. Non è straccionismo, è senso della realtà.

Invece sul fatto che molti club agiscano come "comitive autogestite" beh purtroppo è vero. E ha anche conseguenze drammatiche (o comiche, dipende dal punto di vista, vedasi le ultime zebre). Questo deriva dal fatto che il nostro movimento è fatto al 99% di volontariato che è anche una gran cosa ma che dal mio punto di vista potrebbe coesistere tranquillamente con un aumento di competenze e di gestione manageriale avveduta e moderna.

Mi spiace, ma continui a non capire cosa voglio dire, nel suo insieme. Il discorso del biglietto va inserito in un discorso generale di tanti aspetti, non di certo deterministico a priori, sennó sarebbero bravi tutti , peró é utile osservare come cambiano le dinamiche delle manifestazion sportive in Europa un pó in generale.
Anche la seconda parte, ovvero se devo prima fornire risultato e poi adeguare il prezzo del biglietto é un falso problema, conosciuto come "l'inconfutabile problema del bravo e sincero ragazzo fesso" , Il Bolzano da quando é andato in Ebel non ha mai venduto un biglietto a meno di 15 Euro che io sappia, neanche per scontate e noiose partite del martedí sera, e anche quando non vinceva. È un attegiamento non facile da spiegare quando non si é dentro, come per alcuni sport invernali, benché i costi siano diventati esorbitanti per gli atleti tra materiale e ore ghiaccio, restano popolari. Noi non siamo cosí, e mai lo saremo, appunto per forma mentis, ma possiamo fare dei passi nella direzione del'autosostentamento, almeno per le categorie piú alte.
Invece guai a toccare la componente della comitiva autogestita, é parte fondamentale e fondante di 99% dei club e delle categorie junior e Old tutte.