speartakle ha scritto:non sono un fan dell'iperprofessionismo ma sono altrettanto contrario a questa cosa che esprimi sopra mi fa saltare i nervi tantissimo.
Per così poco! Prenditi una tisana, su.
speartakle ha scritto:chi lo decide che allo sport possa approcciarsi solo chi ha talento? se con la feroce applicazione supplisco a te che hai talento ma meno voglia di me di supplire, chi diavolo ti da il permesso di dire che così non vale????
E chi ha detto che non vale? Ho detto solo che provo meno piacere a guardarlo. Sempre parlando di tennis ricordo un incontro di parecchio tempo fa, quando questa deriva era già iniziata. C'era questo bestione austriaco (Muster) che giocava contro credo Edberg. Il commento tecnico era di Adriano Panatta che a un certo punto disse "Sembra de vedè uno che gioca a tennis contro uno che sta a scaricà un camion de mattoni". Ho rispetto e anche ammirazione per chi scarica camion di mattoni, ma se permetti trovo più piacevole vedere uno che gioca a tennis.
speartakle ha scritto:Vince chi dimostra nel terreno di gioco, arena, campetto, pista, di volere maggiormente quella vittoria.
Sei avvantaggiato da madre natura che ti ha dato un talento/struttura fisica, leggiadria chiamala come vuoi, che ti avvantaggia, bene dimostra che non sei solo fortunato guadagnatelo quel talento!!! Se ne hai davvero e ti impegnerai potrai benissimo battere uno sciocco autistico che ci mette feroce applicazione.
Ma ci mancherebbe! Anzi, vedere quello meno talentuoso che dannandosi l'anima riesce una volta ogni cento a battere chi è più dotato è stupendo. Io tifo sempre per gli underdog. Il fatto è che l'iperprofessionismo rischia di farli sparire del tutto i talentuosi.
speartakle ha scritto:Talento=nobile
Impegno=plebeo
Non di rado il talento bacia i più poveri e plebei. Nel calcio, al volo, m i vengono i nomi di George Best, Garrincha, Maradona. Spesso sono i ricchi a disporre delle strutture per sopperire con l'allenamento scientifico al deficit di talento.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)